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DEFINIZIONI CHIAVE:
Quali sono i livelli di pianificazione urbanistica in Italia: livello nazionale
(mai messo in atto), regionale (piano regionale), provinciale (PTCP) (anche
se non esiste più a livello politico la provincia), sovracomunale (piani delle
comunità montane..), livello comunale (PRG).
Cos'è un programma di fabbricazione? Modo con cui si organizza attività
edilizia nel territorio. Introdotto da legge urbanistica nazionale del 1942
per assicurare ai Comuni una pianificazione.
si rende obbligatorio il piano regolatore generale per tutti i comuni o
meglio per i comuni compresi in una lista. Per ogni comune non compreso
in lista doveva avere regolamento edilizio e programma di fabbricazione.
Differenza tra PRG e programma di programmazione? Programma di
fabbricazione non ha il potere di stabilire edificabilità dei suoli.
Cos'è il regolamento edilizio? A senso solo se abbinato a piano regolatore.
Regolamento che rende nota ai cittadini la normativa da seguire. Modo
attraverso Comune indica la sua idea di edilizia.
Il regolamento edilizio non decide dove edificare ma disciplina aspetto
tecnico (distanza tra 3 fabbricati, soffitti, superfici minime..).
Si integra quindi con il piano regolare dato che definisce parametri tecnici
con i quali concretizzare previsione dello stesso PRG. In origine era
chiamato "regolamento ornato di decoro cittadino".
Piano particolareggiato: dà finalità. Espropriazione dei suoli e
regolamentare attività edificatoria ma soprattutto a livello di contenuti:
rete infrastrutture varie, suddivisione del suolo in terreno edificabile e
non, suddivisione suolo edificabile in singoli appezzamenti di terreno non
ulteriormente frazionabili (lotto), specificazione delle varie tipologie
edilizie.
Differenza tra piano particolareggiato e piano di lottizzazione? Dal punto di
vista normativo hanno lo stesso significato. Ma il piano di lottizzazione può
essere di iniziativa privata, mentre il piano particolareggiato è di iniziativa
pubblica.
2/10/2015
L'URBANISTICA LETTA ATTRAVERSO I SUOI PROTAGONISTI
Howard "Città giardino"
Urbanista inglese (Londra 1850), a vent'anni va in America e si occupa di
agricoltura. Dopo tornò a Chicago per riprendere vita d'ufficio. Tornato in Inghilterra
nel 1876 lavora presso un cornista ufficiale del parlamento. Con questi viaggi ha
buona conoscenza generale degli affari.
La formazione e i suoi maestri
"ogni nuova idea incorpora in se delle componenti preesistenti" . La sua mentalità
era una delle migliori inglesi: sempre a contatto con lato pratico della vita senza
perdere di vista l'ideale, influenzata da fase utopistica. Le utopie si ponevano in
termini di modello perfetto come risolutore di tutti i problemi esistenti. Egli credeva
nel metodo sperimentale, nella vita politica come nella scienza l'esperimento è
unico modo per vincere i dubbi. Due dei modelli più significativi che Howard prende
in considerazione per la sua città sono Owen e Fourier socialisti utopisti del
1800.questi rifiutavano il concetto della società del denaro e dei consumi
elaborando riforme sociali appoggiati a modelli insediativi alternativi. Owen
introduce nel 1816 una delle prime istituzioni educative dell'infanzia e teorizza e
propaganda la creazione di piccole comunità di 1200 persone da impiantare in un
ambiente rurale come soluzione ai problemi della città industriale. (va contro al
pensiero dominante dell'epoca). Falansterio, secondo Fourier è piccolo mondo
"perfetto". Egli inventa quello che oggi chiamiamo regolamento edilizio e la struttura
attuale del sistema scolastico (da materne a campus universitario).
Il pensiero
Howard non è un tecnico o legislatore, quindi non è facile per lui farsi comprendere,
il suo pensiero si basa infatti di prendere in causa il cittadino stesso rendendolo
partecipe del progetto. L'utopia di Howard non sta tanto nella visione di una città in
cui alla base esiste una simbiosi tra città e campagna, ma nell'idea in cui il cittadino
diventa imprenditore della città, sfruttando il benessere stesso della città come
scuole, infrastrutture, parchi. Leggendo i suoi volumi (La città giardino del futuro e
l'idea di città giardino) si può capire che si pone la domanda quale garanzia può
dare un investimento nella città giardino ? --> si nota che più un cittadino vede che
guadagnando la sua vita è migliore, più il suo desiderio di guadagnare aumenta,
applica questo concetto nel senso di città.
Alla base di tutto sta la voglia di costruire una città che funzioni, lo spirito sociale e
l'amor di iniziativa magari rinunciando a qualcosa in virtù del bene comune.
Howard capisce in anticipo quello che succederà da quel momento a 100 anni dopo.
Lo smog, l'inquinamento, il caos generale avrebbero reso metropoli sempre più
problematiche, rendendo gli abitanti più superficiali e individualistici.
Per evitare questo è giusto secondo Howard è riscoprire la campagna e le sue
potenzialità. Ciò non significa che campagna doveva essere alternativa alla città.
Ma terza possibilità: metafora delle calamite. Si può considerare la città e la
campagna come due calamite ognuna delle quali tende a attirare l'uomo, mentre
l'insediamento urbano del futuro sarà rappresentato dalla città giardino ovvero la
terza calamita che unirà gli aspetti migliori e la natura vera tanto della città quanto
della campagna. Ma né la calamita città né quella della campagna interpretano
appieno i disegni e i fini della natura. Esse devono perciò fondersi una sola realtà.
Howard propone quindi un movimento migratorio di popolazione dai centri affollati ai
distretti rurali ad edilizia sparsa. Tutto questo non in scala nazionale ma in base a
misura strettamente necessaria. Il flusso migratorio deve essere controllato e
mirato. Inoltre teorizza la formazione di un'organizzazione la quale riscuote dei
canoni-imposta spendendoli per lavori pubblici.
Al suo tempo egli non fu molto capito (a eccezione di Geddes e Mumford). Uno dei
motivi della sua poca considerazione era la modalità con cui ha presentato il suo
lavoro, poche citazione bibliografiche e statistiche, appariva quindi come uno
scrittore poco scientifico evitando una terminologia tecnica. Nei suo libri non traccia
disegni o illustrazioni di come sarebbero state quelle città.
Dicono di lui
Mumford in the culture of cities del 1938 sostiene Howard. "primo pensatore
moderno dei problemi urbani".
Di parere opposto è Benevolo che sottolinea come siano contrastanti le opinioni
sulla validità delle iniziative di Howard. "autosufficienza (cittadino imprenditore) si
dimostra irrealizzabile ma dannosa al successo della città giardino". Così la città
giardino si riduce ad una città come le altre, soggette all'attrazione della metropoli
di grandezza non stabile".
Contesto storico
secondo lui la città giardino è alternativa o rimedio alla caotica crescita urbana.
Tutte le grande idee nascono da disagio o da una esigenza improvvisa o da una
rottura di equilibrio. Howard si trova davanti all'aumento della popolazione durante
la rivoluzione industriale a Londra (popolazione da 5 milioni a 22 milioni dal 1700 al
1850!). L'aumento cambia quindi la disposizione sul territorio, cambia l'economia da
agricola a industriale, cambia l'idea di città sempre maggiormente vicina alle
fabbriche. Questo porta a situazioni di degrado secondo cui Howard tende a trovare
una soluzione.
LA CITTA' GIARDINO
H. teorizza la città giardino dove gli impianti industriali vengono situati nella zona
periferica della città in prossimità della linea ferroviaria che attraversa la zona e
collega la città ad altri centri , evitando in modo radicale il sorgere di zone miste
dove le attività industriali si possano mescolare alla residenza. L città è
autogovernata dagli stessi cittadini. Le dimensioni di queste città devono essere
limitate. La crescita può avvenire solo grazie alla nascita di un'altra città giardino in
modo da formare una rete di "garden cities". Gli abitanti delle diverse città sono
membri di una stessa comunità. La fascia agricola deve essere sufficientemente
ampia da portare a autosufficienza (no spostamenti di merci). Ritiene che non
debba esserci alcuna forma di speculazione sul suolo: abitanti pagano una quota
annuale per l'uso della terra e questo denaro sarebbe destinato alla comunità per la
costruzione di nuove infrastrutture o per il mantenimento di quelle già esistenti.
- IL PIANO
nei libri sono presenti dei riferimenti alla forma ideale che potrebbe assumere la
garden city.
La città giardino concepita era un'unica proprietà di 6.000 acri (2.428 ettari)
destinati precedentemente solo a agricoltura a acquistati sul libero mercato per un
importo di 240mila sterline (rif al 1898). Dal centro partono sei Boulevards ciascuno
di 36 m di larghezza che dividono la città in 6 quartieri. Al centro dello "spicchio" è
collocato il quartiere amministrativo con gli edifici pubblici che si sviluppano ai lati
del centro occupato dal giardino. Una ferrovia anulare circonda la città e l'uso
dell'elettricità come forza motrice. Ogni spicchio ha enorme parco dopo gli edifici
pubblici verso la periferia (central park). Intorno al parco centrale si sviluppa una
larga galleria di vetro chiamata palazzo di cristallo aperto verso il parco (meta
favorita per quando piove). Dopo si trova il quinto viale fiancheggiato da alberi , qui
si trovano le prime abitazioni di ottima fattura ciascuna con ampio terreno.
Continuando si trovano le case che si sviluppano per i viali o per anelli concentrici.
La tipologia architettonica delle abitazioni è varia e arbitraria vincolata solo nel
rispetto dei profili stradali e requisiti igienici severamente obbligatori. Dà anche
indicazioni dimensionali nonostante ogni città dovesse adeguarsi all'andamento del
luogo.
Andando verso la periferia cittadina si incontra il grande viale (vedi Vienna) (largo
420 piedi, 128m) che crea una cintura verde lunga più di 5km. Esso è un vero e
proprio parco complementare che dista soltanto 220m dall'abitazione più lontana. In
questo viale-parco sono contenute scuole, apparato religioso, chiese di varia
confessione, campi giochi.
Lungo l'anello esterno della città si trovano fabbriche, depositi, mercati.. Lontano
dalla