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Le massime della relazione e della modalità

Nella categoria della relazione colloco un'unica massima, e cioè "si pertinente".

Indifine, la categoria della modalità, che si riferisce non già (come le categorie precedenti) a quanto è stato detto, bensì alla maniera in cui si dice, comprende la supermassima "si perspicuo" e varie sottomassime quali:

  • Evita oscurità d'espressione
  • Evita ambiguità
  • Si conciso (evita inutili prolissità)
  • Si ordinato

Le indicazioni delle massime valgono per tutte le interazioni caratterizzate dalla presenza di un obiettivo comune.

Le massime si riferiscono sempre e solo a ciò che è detto, che secondo Grice è il risultato meccanico, o quasi meccanico, dell'applicazione ricorsiva delle regole del codice linguistico di riferimento.

VIOLARE LE MASSIME:

Più ci si attiene alle massime, più la comunicazione sarà efficace e chiara.

comunicazione dovrebbe risultare fluida e semplice, mentre un allontanamento sistematico dai dettami delle massime potrebbe avere conseguenze deleterie per i processi comunicativi. Le violazioni delle massime possono essere sussunte in quattro categorie: 1. Dissociazione: la dissociazione dal principio e dalle massime consiste nel tirarsi letteralmente fuori dal gioco conversazionale. Questo tipo di violazione comprende quei casi in cui non si vuole parlare o comunicare in genere, come quando si dice "No comment". 2. Violazione nascosta: consiste nel violare una massima, ma senza che gli interlocutori se ne rendano conto. L'effetto di questo tipo di violazione è sempre quello di ingannare in un modo o nell'altro i propri interlocutori. 3. Conflitto fra massime: si ha quando, per rispettare una massima, si è costretti a violarne un'altra. È il caso delle risposte evasive. 4. Violazione palese (farsi beffa-flout- o sfruttare una massima): ci si fa beffa di una massima, o in altri termini si sfrutta una massima per ottenere un effetto comunicativo specifico.altri termini si sfrutta una massima, quando la si viola in modo clamorosamente evidente, cioè quando l'esecutore può smaccatamente fare in modo di non osservarla. Difatti, lo sfruttamento di una massima è sicuramente uno dei modi più proficui per riuscire a comunicare più di quello che si dice, perché la violazione sfacciata di una massima costringe l'interprete a trovare una ragione che riconcili il comportamento dell'esecutore con il Principio di Cooperazione. Tutti i tipi di violazione avvengono sempre e solo a livello del significato letterale, cioè a livello di ciò che è detto e mai a livello di ciò che è inteso. L'ESPLICITO E L'IMPLICITO Se con esplicito si intende tutto ciò che è ricavabile da un proferimento senza utilizare le informazioni contestuali e circostanziali, allora anche una parte dell'inteso sarà costituita da una parte di esplicito.

Il significato referenziale o vero-funzionale di una frase, ciò che è detto appunto, è solo una parte delle informazioni che esplicitamente vengono ricavate dalle regole logiche e linguistiche associate alle espressioni. Si ha così, in opposizione alla coppia ciò che è detto vs. Ciò che è inteso, la coppia formata dall'esplicito e dall'implicito. Ciò che è detto vs. ciò che è inteso ed esplicito vs. implicito, non sono sovrapponibili. Mentre la prima coppia comprende, da un lato, il solo significato referenziale e, dall'altro, il resto delle informazioni comunicate, la seconda comprende, da un lato, tutto ciò che è ricavabile esclusivamente dalle regole logiche e linguistiche e, dall'altro, tutto ciò che è ricavabile dall'interazione della frase con le informazioni che costituiscono il contesto o, in generale, la circostanza di enunciazione.

IMPLICATURE CONVENZIONALI,

PRESUPPOSIZIONI E IMPLICAZIONI:

L'inteso non è una nozione uniforme. Una parte di ciò che è inteso è determinata direttamente dalla parte sintattica del significato della frase. Una parte importante dell'inteso è costituita dalle implicature convenzionali, che sono quella porzione di inteso veicolata linguisticamente dalla frase, ma che non appartiene al significato referenziale della stessa. Un'altra parte dell'inteso che fa parte dell'esplicito è costituita dalle presupposizioni e dalle implicazioni logiche di una frase. Le presupposizioni sono ciò che si deve assumere come vero o dare per scontato per ritenere una frase semanticamente adeguata. Le implicazioni sono ciò che una determinata frase implica logicamente, cioè le proprie conseguenze logiche, tutto ciò che è deduttivamente ricavabile dalla frase stessa. In generale, possono essere individuate tre tipologie di

Presupposizioni: presupposizioni essitenziali, semantiche e strutturali.

Le presupposizioni esistenziali vengono attivate dal fatto stesso di nominare qualcuno.

Le presupposizioni semantiche sono prodotte dal significato particolare di alcuni verbi quali: smettere, dispiacersi, farcela, rendersi conto...

Le presupposizioni strutturali dipendono da certi tipi di frase come le frasi controfattuali e quelle scisse.

La distinzione tra presupposizione e implicazione può essere resa più evidente dal test della negazione, che consiste nel negare la frase che genera questi fenomeni semantici e verificare se questi vengono ancora prodotti. Se vengono generati anche dalla negazione della frase, allora ci si trova di fronte a presupposizioni. Se invece la frase negata non suggerisce più quella determinata informazione, allora ci si trova di fronte a un'implicazione. Infatti, le presupposizioni hanno la caratteristica di venire generate anche dalla negazione della frase in questione.

LE IMPLICATURE CONVERSAZIONALI IMPLICATURECONVERZAZIONALI GENERALIZZATE E PARTICOLARI CANCELLABILITÀ E INDISTACCABILITÀ4.6. IL CIRCUITO COMUNICATIVO: UNA DESCRIZIONE GRICIANADue agenti del circuito comunicativo, l’esecutore e l’interprete. Secondo Grice, l’esecutore, chevuole comunicare qualcosa al suo interlocutore seguendo le regole del codice, il principio e lemassime, cercherà un modo economico, compatibilmente con le proprie capacità espressive, perdare una verste sensibile, precettibile, all’informazione che intende comunicare, in base agli effettiche vuole suscitare, e quindi valutando la possibilità di violare palesemente a livello di sifnificatoletterale una o più massime. L’esecutore produce così il segnale dell’esecutore, lanciadolo sulcanale. L’ambiente percettivo dell’interprete viene perciò sollecitato dal segnale prodottodall’esecutore, e per prima cosa, sempre

secondo Grice, l'interprete applica le regole del codice per ricavare il significato referenziale o letterale del testo, inclusi i riferimenti delle espressioni che occorrono nel proferimento. L'interprete verificherà se ciò che è detto è in accordo con le Massime conversazionali o se, al contrario, qualcosa non funziona. Assumendo che l'esecutore si stia attenendo al Principio di Cooperazione, l'interprete cercherà una spiegazione del comportamento apparentemente dissonante dell'esecutore. L'apparato griciano può essere di aiuto anche dal punto di vista della produzione di un oggetto comunicativo: nella misura in cui il Principio di Cooperazione costituisce una norma implicita alla quale conviene attenersi per rendere più fluida ed efficace la comunicazione, la sua padronanza può essere perfezionata per migliorare le capacità espressive di un individuo. I LIMITI DEL CODICE La comunicazione non

Il lavoro che implicherà una scelta sarà il risultato di un'attività inferenziale. Perciò, se il significato letterale deve essere conseguenza esclusiva dell'applicazione delle regole del codice, deve poter essere ottenuto senza richiedere scelte.

L'esperienza interpretativa suggerisce che, di fronte a un enunciato potenzialmente ambiguo, solitamente l'ambiguità non viene neppure percepita dall'interprete, il quale opta a colpo sicuro per un'interpretazione, senza neppure contemplare la possibilità che ve ne siano altre.

Le teorie che fondano la loro spiegazione sulla condivisione di un codice sono costrette a riordinare e a sistematizzare questi casi di ambiguità in un numero sempre maggiore di categorie, con soluzioni spesso ad hoc per ogni singola categoria di esempi.

Lo stesso processo di saturazione, cioè il processo dell'assegnazione di riferimento alle espressioni che compongono le frasi, non

È spiegabile in base a regole semantiche condivise. È vero che una lingua è un codice che associa rappresentazioni fonetiche a rappresentazioni semantiche, ma la rappresentazione semantica di una frase non coincide con i pensieri che possono essere comunicati pronunciando quella frase. Si passa dalla rappresentazione semantica al pensiero comunicato non attraverso un'aggiunta di codifica, ma per mezzo di inferenze. (Sperber-Wilson)

L'inferenza diviene il vero motore di tutto il processo interpretativo, inclusa la ricostruzione dell'esplicito.

LA COMUNICAZIONE OSTENSIVA

Tutte le forme di comunicazione umana intenzionale, sia standardizzata sia non standardizzata, rientrano nella categoria generale della comunicazione ostensiva.

Per comunicazione ostensiva si intende un processo che si realizza attraverso la produzione e l'analisi di indizi di vario genere e natura. La strategia comunicativa dell'esecutore consiste nell'individuare e produrre indizi.

che un elemento o una informazione che può essere utilizzato per comprendere o dedurre qualcosa. Nella comunicazione, gli indizi possono essere sia verbali che non verbali, come gesti, espressioni facciali o tono di voce. L'interprete, nel tentativo di dare un senso a questi indizi, utilizza la sua conoscenza della lingua e della cultura per interpretare il significato implicito di ciò che viene detto o mostrato. La strategia dell'interprete consiste quindi nel raccogliere e analizzare gli indizi presenti nella comunicazione al fine di fornire una traduzione o interpretazione accurata.
Dettagli
Publisher
A.A. 2011-2012
16 pagine
8 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/05 Filosofia e teoria dei linguaggi

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher sofia_polly di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Fondamenti di semiotica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bergamo o del prof Pisanty Valentina.