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Uno dei suoi aspetti principali è la standardizzazione mondiale dei calendari. Tutti seguono ora lo
stesso sistema di datazione: l'avvicinarsi del Duemila è per esempio un evento mondiale.
Un secondo aspetto è la standardizzazione geografica del tempo. Ancora verso la fine del secolo
scorso vi erano regioni di uno stesso stato che adottavano "ore" diverse.
Lo sviluppo dello "spazio vuoto" può essere compreso in termini di separazione dello spazio dal
luogo.
Il luogo viene definito meglio dall'idea di località, che si riferisce all'ambiente fisico dell'attività
sociale greograficamente situata. Nelle società premoderne lo spazio coincide generalmente con il
luogo. Nelle condizioni della modernità il luogo diventa sempre più fantasmagorico: ciò significa
che i luoghi sono pervasi e modellati in misura crescente da influenza sociali relativamente distanti
da essi. Ciò che struttura il luogo non è semplicemente ciò che ne occupa la scena.
Il distacco dello spazio dal luogo non è, come nel caso del tempo, strettamente collegata all'avvento
di tecniche di misura uniformi. La nascita dello "spazio vuoto" è soprattutto connessa a due serie di
fattori: 1- quelli che ammettono la rappresentazione dello spazio senza riferimento a un luogo
privilegiato e avvantaggiato 2- quelli che permettono l'intercambiabilità di diverse unità spaziali.
La separazione del tempo dallo spazio non va vista come uno sviluppo unilineare. Inoltre, la
separazione del tempo dallo spazio getta le basi per una loro ricombinazione in rapporto all'attività
sociale. Un orario, come quello ferroviario, può sembrare a prima vista una semplice mappa
temporale. In realtà è uno strumento di ordinamento spazio-temporale che indica sia quando sia
dove arrivano i treni.
La separazione del tempo e dello spazio e il loro costituirsi in dimensioni standardizzate ha reciso i
legami tra l'attività sociale e la sua "aggregazione" nelle particolarità dei contesti di presenza.
Questo fenomeno contribuisce ad aprire molteplici possibilità di cambiamento tagliando i vincoli
delle consuetudini e delle pratiche locali.
In secondo luogo, la separazione spazio-tempo è il meccanismo che aziona quella specifica
caratteristica della vita sociale moderna che è l'"organizzazione razionalizzata".
Le organizzazioni moderne sono in grado di collegare la sfera locale a quella globale in maniere
impensabili nelle società più tradizionali e cosi facendo influiscono abitualmente sulle vite di
milioni di persone.
In terzo luogo c'è la storicità radicale associata alla modernità. La "storia" intesa come
appropriazione sistematica del passato nell'intento di modellare il futuro, ha ricevuto un primo
grande impulso con la comparsa degli stati agrari. Il sistema di datazione unificato, ora
universalmente accettato, consente l'appropriazione di un passato unitario. Inoltre grazie all'ormai
acquisita e completa rappresentazione cartografica del pianeta, il passato unitario diventa un passato
mondiale; il tempo e lo spazio vengono ricombinati per formare uno scheletro storico di azione e di
esperienza mondiale.
La disaggregazione
Per disaggregazione si intende l'enunclearsi dei rapporti sociali dai contesti locli di interazione e il
loro ristrutturarsi attraverso archi di spazio-tempo indefiniti.
Il passaggio dai sistemi su piccola scala alle civiltà agrarie e quindi alle società moderne può essere
letto come un processo di progressiva diversificazione interna.
L'immagine evocata dalla disaggregazione esprime meglio gli instabili allineamenti di tempo e di
spazio che sono di fondamentale importanza per il cmbiamento sociale in generale e per la natura
della modernità particolare.
Esistono due tipi di meccanismi di disaggregazione:
creazione di emblemi simbolici – per emblemi simbolici si intendonono i mezzi di
▪ interscambio che possono "passare di mano" senza tener conto delle caratteristiche
specifiche degli individui o dei gruppi che li utilizzno in qualsiasi particolare
frangente. Un esempio può essere quello della moneta. Negli scritti giovanili Marx
chiamava la moneta la "prostituta universale": un mezzo di scambio che annulla il
contenuto dei beni o dei servizi sostituendolo con uno standard impersonale. La
moneta consente di scambiare qualsiasi cosa contro qualsiasi cosa,
indipendentemente dal fatto che i bene scambiati abbiano delle qualità reali comuni.
Cos'è la moneta? Gli economisti non sono mai riusciti a trovare una risposta comune
a questo interrogativo.
Nella sua forma originaria la moneta si identifica con il debito. La "merce-moneta"
cosi designata è un primo passo sull via della trasformazione che porta dal baratto
all'economia monetaria. Una prima fondamentale transizione si verifica quando nel
concludere le transazioni economiche si possono sostituire le merci con ricevute di
debito, che sono emessi da ogni banca. Si parla cosi di "moneta bancaria". Solo lo
stato è in grado di far quadrare debito e credito riguardo a un numero indefinito di
transazioni. Keynes pone la moneta in stretta relazione al tempo. La moneta è una
tecnica di dilazione che costituisce un trait d'union tra credito e debito in circostanze
in cui uno scambio immediato di prodotti sarebbe impossibile. Possiamo dire che la
moneta è un mezzo per dividere il tempo. La moneta non si rapporta al tempo
come un flusso, ma precisamente come un mezzo per suddividere lo spazio-tempo.
Per usare le parole di Sayers, "nessun utile agisce come mezzo di scambio se non nel
momento stesso di essere trasferito da un possessore all'altro per concludere una
qualche transizione". Tuttavia, la "moneta propriamente detta" è parte integrante
della vita sociale moderna ed è al contempo un tipo particolare di emblema
simbolico. Chiunque adoperi denaro presuppone che altri, che egli non incontrerà
mai, ne onoreranno il valore. Ma è al denaro in sè che diamo fiducia. Un contadino
non seminerebbe se non confidasse nel fatto che l'anno seguente il suo campo
produrrà grano come in passato.
Sistemi esperti – per sistemi esperti si intendono i sistemi di realizzazione tecnica o
▪ di competenza professionale che organizzano ampie aree negli ambienti materiali e
sociali nei quali viviamo oggi. Le persone comuni si rivolgono a "professionisti"
( medici, avvocati, etc ) in maniera periodica o irregolare. Ma i sistemi in cui il
sapere degli esperti è integrato influiscono in maniera continuativa su molti aspetti
del nostro agire. Ad esempio, non abbiamo alcun particolare timore di salire al piano
superiore, pur sapendo che in linea di principio l'intero edificio potrebbe crollare.
Conosciamo ben poco del sapere utilizzato nella progettazione e nella costruzione
della casa, eppure abbiamo "fede" nel loro lavoro. La nostra "fede" non riposa tanto
in loro quanto nella validità del sapere esperto che essi applicano. I sistemi esperti
sono meccanismi di disaggregazione perchè separano le relazioni sociali dalle
immediatezze del conteso. L'azione disaggregante di un sistema esperto procede
come nel caso degli emblemi simbolici, fornendo "garanzie" di aspettative attraverso
lo spazio-tempo distanziato.
Per il profano la fiducia nei sistemi esperti non dipende da una piena iniziazione a
questi processi nè dal dominio del sapere che essi producono. La fiducia è
inevitabilmente anche un articolo di "fede". Vi è in questa "fede" un elemento
pragmatico basato sull'esperienza che tali sistemi normalmente funzionano come
dovrebbero.
La fiducia
Alcuni significati del termine hanno ben poche implicazioni. Una persona che dice "confido che tu
stia bene" non fa che esprimere la formula di cortesia "spero che tu goda di buona salute".
Queste accezioni non fanno riferimento alle relazioni sociali che implicano fiducia. Non si
riferiscono a sistemi che perpetuano la fiducia, ma sono designazioni che riguardano il
comportamento altrui; l'individuo in gioco non è chiamato a fare la dimostrazione di "fede" che
invece la fiducia implica nei suoi significati più profondi.
La prima definizione del termine "fiducia" che troviamo nell' Oxford English Dictionary la descrive
come "il confidare o il fare assegnamento su qualche qualità o attributo di una persona o cosa,
o sulla verità di un affermazione".
Luhmann fonda la sua analisi della fiducia basandosi proprio sui concetti di fiducia e confidare.
La fiducia egli afferma va specificamente intesa in relazione al rischio, un termine che fa la sua
comparsa solo in epoca moderna. Questo concetto nacque quando si capì che a volte i risultati
imprevisti possono essere una conseguenza delle nostre attività o decisioni. Il "rischio" si
sostituisce a quello che prima si attribuiva alla fortuna o al fato. La fiducia presuppone la
consapevolezza delle circostanze di rischio, il confidare no.
Per esempio, chi compra una macchina usata anzichè una nuova rischia di comprare un catorcio.
Per cercare di evitarlo si affida al venditore o alla reputazione del concessionario. Un individuo che
non prende in considerazione alcuna alternativa si trova pertanto in una situazione di confidare,
mentre colui che riconosce tali alternative e cerca di ridurre i rischi riconosciuti gioca sulla fiducia.
In una situazione di confidare una persona reagisce alle delusioni accusando gli altri; in circostanze
di fiducia la stessa persona deve accollarsi in parte la colpa.
La fiducia è normalmente una condizione molto più continuativa; è un tipo particolare di confidare
e non qualcosa di diverso da quest'ultimo.
L'inazione è rischiosa cosi come l'azione e vi sono alcuni rischi che, volenti o nolenti, noi tutti
dobbiamo correre.
Il pericolo esiste in circostanze di rischio ed è effettivamente importante quando si tratta di definire
ciò che è il rischio: i rischi legati per esempio a una traversata dell'Atlantico su una piccola barca a
vela sono ben maggiori di quelli connessi al giro del mondo compiuto su una grande nave da
crociera, e ciò a causa della variazione dell'elemento di pericolo in gioco.
Riassumiamo in 10 punti i concetti sopra espressi:
1. la fiducia è collegata all'assenza nel tempo e nello spazio. La prima condizione dei requisiti
della fiducia non è la mancanza di potere bensì la mancanza di un'informazione completa.
2. La fiducia è fondamentalmente legata non al rischio ma alla situazione. La fiducia nelle
persone è psicologicame