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RIEPILOGO

CAPITOLO 2

Le dimensioni istituzionali della modernità

Differenza tra capitalismo e industrialismo:

 Capitalismo: sistema di produzione di beni incentrato sul rapporto tra

proprietà privata del capitale e lavoro salariato privo di proprietà, nel quale

questo rapporto costituisce il fulcro di un sistema di classe. L’impresa

capitalistica si basa sulla produzione destinata a mercati concorrenziali, nei

quali i prezzi agiscono da segnale per investitori, produttori e consumatori.

Società capitalista: sistema che presenta un certo numero di specifiche

caratteristiche istituzionali:

1. Il suo ordinamento economico deve avere le caratteristiche sopracitate

2. Spirito competitivo ed espansionistico

3. Innovazione tecnologica costante e generalizzata

4. Economia isolata dagli altri scenari sociali, soprattutto dalle istituzioni

politiche

5. Questo isolamento si basa sul predominio della proprietà privata dei mezzi di

produzione

6. L’autonomia dello Stato è condizionata dal fatto di dipendere

dall’accumulazione del capitale, su cui il controllo è ben lungi dall’essere

totale

7. Capacità di sorveglianza elevatissima a confronto delle società premoderne

(sorveglianza = supervisione delle attività della popolazione nella sfera

politica)

8. Monopolio dei mezzi di violenza entro precisi confini territoriali

(industrializzazione della guerra) nel sistema capitalista, i rapporti di

classe, anziché rimanere aperti e basati sulla violenza, si inseriscono

direttamente nella struttura di produzione capitalistica. Questo processo si

svolse di pari passo appunto con la monopolizzazione del controllo dei mezzi

di violenza da parte dello stato.

 Industrialismo: caratterizzato dall’uso di fonti inanimate di forza materiale

nella produzione di merci, associato al ruolo centrale delle macchine nel

processo produttivo (macchina = manufatto che svolge determinati compiti

avvalendosi di fonti energetiche per il funzionamento). L’industrialismo

presuppone una regolarizzata organizzazione sociale della produzione per

coordinare l’attività umana, le macchine, le materie prime e le merci in

entrata e uscita. Inoltre coinvolge oltre al lavoro anche i trasporti, le

comunicazioni e la vita domestica.

Nelle condizioni della modernità l’industrialismo diventa l’asse portante

dell’interazione degli esseri umani con la natura grazie alla creazione di un

ambiente edificato delle aree urbane da parte dell’uomo.

Lo Stato-nazione è un altro elemento preponderante nelle nuove istituzioni

moderne, il cui fenomeno e diffusione furono prettamente occidentali (e su

cui influirono tutte e 4 le dimensioni citate nello schema).

Gli stati-nazione concentrarono il potere amministrativo con efficienza ben

maggiore degli stati tradizionali e di conseguenza anche i piccoli stati

poterono mobilitare risorse sociali ed economiche superiori a quelle di cui

potevano godere i sistemi premoderni.

La produzione capitalistica, soprattutto se congiunta all’industrialismo,

consentì enormi progressi in fatto di benessere economico e di potenza

militare.

Per ricapitolare, le 3 fonti del dinamismo della modernità furono:

1. La distanziazione spazio-temporale

2. La disaggregazione

3. La riflessività

Globalizzazione e modernità

E’ utile premettere che la modernità è di per sé globalizzante: lo dimostrano alcune

caratteristiche delle istituzioni moderne, come la disaggregazione e riflessività.

La globalizzazione è definita come l’intensificazione di relazioni sociali mondiali

che collegano tra loro località distanti facendo sì che gli eventi locali vengano

modellati dagli eventi che si verificano a migliaia di chilometri a distanza e

viceversa.

La trasformazione locale è una componente della globalizzazione perché rappresenta

l’estensione laterale delle connessioni sociali nel tempo e nello spazio.

Due prospettive teoriche

Le analisi della globalizzazione tendono a raggrupparsi in due filoni letterari molto

diversi tra loro:

1. La letteratura dei rapporti internazionali (avvento stato-nazioni e il loro

sistema)

2. La “teoria del sistema-mondo” associata a Immanuel Wallerstein (posizioni

vicine a quelle marxiste)

(bo vedi su internet non si capisce niente)

Wallerstein introduce un tipo di ordinamento per la prima volta realmente globale e

basato più sul potere economico che quello politico l’economia capitalistica

mondiale, che affonda le sue radici nel XVI e XVII secolo, tenuta insieme proprio da

rapporti commerciali e industriali (non da un centro politico).

Secondo Wallerstein, inoltre, il capitalismo è stato fin dall’inizio una questione

dell’economia-mondo e non degli stati-nazione, in quanto fenomeno economico e

non politico.

 CAPITALISMO = FATTORE GLOBALIZZANTE PER ECCELLENZA

Il moderno sistema mondiale si divide in tre parti costituenti la cui ubicazione

regionale varia col tempo:

1. Il centro

2. La semiperiferia

3. La periferia

Le dimensioni della globalizzazione

1. Sistema degli stati-nazione

2. Economia capitalistica mondiale

3. Ordinamento militare mondiale

4. Divisione internazionale del lavoro

I centri principali di potere dell’economia mondiale sono gli stati capitalisti, cioè,

stati in cui l’impresa economica capitalistica è la forma primaria di produzione.

I sistemi di politica economica interni e internazionali di questi stati prevedono varie

forme di regolamentazione dell’attività economica, ma, come si è visto, la loro

organizzazione industriale determina un “isolamento” della sfera economica da

quella politica. Questo fatto favorisce le attività globali delle grandi aziende che

hanno sempre una casa madre in uno stato ma che hanno interessi in molti altri paesi.

Le aziende, soprattutto le grandi multinazionali, gestiscono un enorme potere

economico e sono in grado di influenzare la linea politica del paese in cui hanno

sede.

Tuttavia, indipendentemente dall’entità del potere economico che detengono, le

grandi imprese non sono organizzazioni militari e non possono imporsi come entità

polito-legali per governare un determinato territorio.

Se nell’ordinamento politico mondiale gli stati-nazione sono gli “attori” protagonisti,

le grandi imprese sono gli agenti dominanti nell’economia mondiale: per questo la

loro influenza porta con sé un’estensione globale dei mercati delle merci e di quelli

monetari.

Tutti gli stati-nazione nelle zone più ricche del mondo dipendono infatti dalla

produzione industriale per generare la ricchezza sulla quale si basa il loro gettito

fiscale.

L’influenza di un qualsiasi stato sull’ordine politico-globale è fortemente

condizionata dal livello della sua ricchezza (e dei rapporti tra ricchezza e forza

militare), ma soprattutto dalla capacità di esercitare la propria sovranità.

(bo poi parla delle nazioni unite vedi)

La terza dimensione della globalizzazione è l’ordinamento militare mondiale: a

seguito dell’enorme potere distruttivo degli armamenti moderni, quasi tutti gli stati

posseggono una forza militare ben superiore a quella di qualsiasi civiltà premoderna;

molti paesi del Terzo Mondo, nonostante siano deboli da un punto di vista

economico, sono forti sul piano militare.

La tendenza alla globalizzazione del potere militare non è confinata agli armamenti e

alle alleanze tra le forze armate di diversi paesi, ma riguarda la guerra stessa.

La quarta dimensione della globalizzazione riguarda lo sviluppo industriale: l’aspetto

più evidente è l’espansione della divisione mondiale del lavoro, che comprende le

differenziazioni tra aree più o meno industrializzate nel mondo. Questa divisione

riguarda anche la specializzazione regionale per tipi di industria, per capacità e per

produzione di materie prime. Vi è stata sicuramente una grande espansione

dell’interdipendenza globale nella divisione del lavoro a partire dalla Seconda Guerra

Mondiale: ciò ha contribuito a modificare la distribuzione internazionale della

produzione, tra cui la deindustrializzazione di alcune regioni nei paesi sviluppati e la

nascita di “paesi di nuova industrializzazione” nel Terzo Mondo.

Allo stesso tempo per i paesi capitalisti è diventato più difficile gestire le proprie

economie rispetto a prima, data la crescente interdipendenza economica globale.

Una delle principali caratteristiche delle implicazioni globalizzanti

dell’industrialismo è la diffusione mondiale delle tecnologie meccaniche che ha

investito tutti gli ambiti della società, seguita poi dalle tecnologie della

comunicazione e dalla globalizzazione culturale (tra cui figura, ora più che mai,

l’impatto globalizzante dei media).

CAPITOLO 3

Fiducia e modernità

Riaggregazione = riappropriazione o rimodellazione di relazioni sociali disaggregate

in modo da vincolarle alle condizioni locali di spazio e tempo.

Impegni personali = Riguardano i rapporti di fiducia sostenuti da o espressi in legami

sociali istituiti in circostanze di compresenza.

Impegni anonimi = Riguardano la fiducia investita in emblemi simbolici o nei

sistemi esperti, i cosiddetti sistemi astratti.

Secondo la tesi di Giddens, tutti i sistemi di disaggregazione interagiscono con i

contesti d’azione riaggregati, che possono fungere da supporto o ostacolo, mentre gli

impegni anonimi sono collegati in modo ambiguo a quelli che richiedono un

impegno personale.

(qui inizia a parlare del concetto di estraneo, come era inteso nell’era premoderna,

cioè uno che viene da fuori e che è potenzialmente pericoloso, mentre nelle società

moderne gli incontri con questi estranei rappresentano solo contatti fugaci)

La varietà di incontri che caratterizzano la vita quotidiana negli scenari anonimi

della moderna attività sociale si basa in primo luogo su quella che Goffman ha

chiamato “disattenzione civile” : questo atteggiamento presuppone un complesso e

attento controllo da parte di coloro che lo manifestano, anche se a prima vista si basa

su dettagli minimi e segnali impercettibili.

(questione dell’incrocio di sguardi con gli sconosciuti che si distoglie dopo pochi

secondi chiamato “abbassare le luci” e in generale si parla della questione di

incrociare gli sguardi o meno).

Nelle circostanze dalla modernità la disattenzione civile è il tipo più elementare di

impegno personale che entra in gioco negli incontri con gli estranei: non implica solo

le espressioni facciali ma un accorto impiego dell

Dettagli
Publisher
A.A. 2023-2024
35 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/12 Sociologia giuridica, della devianza e mutamento sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Miriananas di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Sociologia del mutamento e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Pisa o del prof Ricci Maria Grazia.