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EMPOWERMENT PSICOLOGICO:

Bruscaglioni (1994) definisce l'empowerment come un processo di ampliamento delle

• possibilità che il soggetto può praticare e rendere operative.

Mechanic (1991) definisce l'empowerment come un processo, attraverso il quale l’individuo

• comprende che gli obiettivi che egli persegue dipendono dalle strategie che attiva per

raggiungerli.

Il processo di empowerment è un processo di partenza da uno stato di impotenza appresa (sentirsi

senza prospettive future), per arrivare ad uno stato di speranza appresa:

Impotenza appresa: è importante il lavoro dello psicologo per intervenire sulle cause degli

• eventi, che il soggetto percepisce in maniera errata.

Processo di empowerment (riguarda le capacità del soggetto):

• Bandura parla di autoefficacia (percezione di poter far qualcosa per modificare quello

che succede).

Speranza appresa (prefigurazione del futuro): lo psicologo interviene in questo senso.

Le componenti dell’empowerment psicologico sono (Bruscaglioni 1994):

Attribuzione interna al sé della causalità (componenti di personalità)

• Motivazione all’azione e alla partecipazione (componenti di tipo motivazionale)

• Speranza appresa (componenti motivazionali)

• Ideologia dell’influenza possibile (componenti motivazionali)

• Percezione di competenza (componenti cognitive)

• Percezione di autoefficacia (componenti cognitive)

Secondo Bruscaglioni, la struttura dell’empowerment è composta da caratteristiche di personalità,

da dimensioni di tipo cognitivo e da componenti di tipo motivazionale.

Secondo Kieffer, “empowerment” significa acquisire abilità, conoscenze e potere sufficiente da

influenzare la propria vita attraverso:

lo sviluppo di un potente senso di sé che promuove il coinvolgimento sociale attivo.

• una capacità di fare un’analisi critica dei sistemi sociali e politici che definiscono il proprio

• ambiente

la capacità di sviluppare strategie di azione e di utilizzare le risorse disponibili per

• raggiungere i propri scopi

la capacità di agire in modo efficace in collaborazione con altri per definire e raggiungere

• scopi collettivi.

Cox e Parson hanno analizzato il processo di empowerment nei soggetti anziani ricoverati in case

di riposo. Essi sviluppano l’idea che l’empowerment sia implementato dai valori, le credenze, il

locus of control interno, dalla validazione delle esperienze collettive (riduzione dell’autobiasimo),

dalla conoscenza e dalla capacità critica, per ricollocare il problema nel suo contesto.

Per poter intervenire, i due autori individuano diversi tipi di intervento di empowerment:

Lavorando sul singolo (bisogni, risorse): dimensione personale

• Lavorando sul gruppo (reti di relazione): dimensione interpersonale

• Lavorando sul contesto: dimensione organizzativa

In strutture di ricovero, ad esempio, è possibile fare un lavoro di empowerment centrato sul singolo

ma anche sugli operatori che lavorano lì, a livello di gruppo, e a livello organizzativo (istituto).

Un intervento orientato all’empowerment ha i seguenti obiettivi:

Aiutare le persone ad utilizzare le proprie forze, abilità e competenze verso la conquista di

• una maggior autonomia decisionale

Aiutare le persone ad ampliare le proprie possibilità di scelta

• Rafforzare il potere di scelta dei singoli, migliorandone le competenze e conoscenze in una

• ottica non solo terapeutica e riabilitativa, ma anche politico-emancipatoria.

Empowerment, allora, significa:

Responsabilizzazione (aiutare le persone a utilizzare le proprie forze)

• Potenziamento delle proprie possibilità

• Delega e trasferimento del potere

• Condivisione

• Aumento delle capacità di fare qualcosa

• Sviluppo delle proprie potenzialità

• Apertura a nuovi mondi possibili

• Creatività liberata e aumento di conoscenza

Empowerment sociale: è quel processo intenzionale e continuo, attraverso il quale le persone di una

comunità locale possono accedere più facilmente alle risorse e accrescere il controllo su di esse.

Il fine dell'empowerment sociale è favorire lo sviluppo di una comunità competente: il focus si

sposta verso la comunità, non è più sul singolo.

La comunità competente è quella che ha potere, inteso come un repertorio di possibilità e di

alternative, è quella che affronta i problemi e che sa dove e come ottenere le risorse al suo

interno, è quella che chiede di essere autonoma.

Il compito dello psicologo di comunità è sostenere il processo di empowerment sociale, favorendo

l’assunzione di responsabilità da parte della comunità, attraverso due strategie::

Azione sociale: strategia conflittuale, che richiama la possibilità di azioni che richiedono

• impegno e presa di posizione di tipo politico. Sono quelle azioni a favore degli emarginati,

che si attuano, cercando di intervenire in modo politico e partecipativo, per modificare gli

equilibri di potere.

Sviluppo di comunità: mira a sviluppare il senso di coesione sociale, tentando di

• sensibilizzare i cittadini, e mirando a promuovere i leader locali. Lo psicologo di comunità

promuove esperienze in cui la comunità si organizza, per raggiungere determinati obiettivi, e

facilita la creazione di reti di collaborazione tra servizi formali e informali, accrescendo,

inoltre, il senso di comunità.

Il senso di comunità:

(Sarason) “Il senso di comunità è la percezione della similarità con gli altri, è una riconosciuta

interdipendenza, è la disponibilità a mantenere questa interdipendenza, offrendo o facendo per

gli altri ciò che ci si aspetta da loro, è la sensazione di appartenere ad una struttura

pienamente affidabile e stabile”.

(McMillan e Chavis): “Il senso di comunità e’ la certezza soggettiva che i membri hanno di

appartenere e di essere importanti gli uni per gli altri e per il gruppo; è una fiducia condivisa

da tutti, nella possibilità di soddisfare i propri bisogni come conseguenza del loro stare

insieme”.

Secondo questi autori, le componenti del senso di comunità sono:

Sentimento di appartenenza

• Capacità di influire gli uni sugli altri

• Integrazione e Soddisfazione dei bisogni

• Connessione emotiva condivisa

Uno strumento di misura (Scala Italiana del senso di comunità) è stato costruito da Prezza,

Costantini, Chiarolanza, Di Marco: tale scala misura il senso di comunità su base

territoriale (riferimento alla città, al paese, al quartiere, al contesto politico e amministrativo).

È composta da 18 item, con risposte da “Fortemente in disaccordo” a “Fortemente d’accordo”.

La scala ha portato all’emergere di questi fattori:

Senso di appartenenza e Connessione emotiva

• Soddisfazione dei bisogni e Influenza

• Clima sociale

• Piacevolezza della propria casa e zona dove si vive

Accrescere il senso di comunità porta i membri a saper affrontare eventi importanti, sviluppando

solidarietà di fronte ai pericoli e alle difficoltà.

In quest’ottica, i problemi di salute non sono più considerati di pertinenza esclusiva dei

professionisti o degli esperti, ma vengono ridefiniti come responsabilità dell’intera comunità.

Lezione 12 – il lavoro di rete e il sostegno sociale

Rete sociale: questo concetto rimanda all’idea di una rete, costituita da un’insieme di punti (le

persone), collegati da una serie di linee (i legami).

Definizioni dei vari autori:

Mitchell (1969): la rete è un insieme specifico di legami tra un insieme definito di persone, legate

insieme. Le caratteristiche dei legami aiutano a comprendere e ad interpretare il

comportamento sociale delle persone coinvolte in tali legami. Lo studio della rete è quindi lo

studio dei legami che le uniscono.

Moreno (1934): una prima definizione di rete ci viene da ciò che egli chiamò sociometria, cioè lo

studio e l’analisi delle relazioni spontanee tra gli individui. L'autore cercò di costruire uno

strumento, che misurasse l’essere sociale, in particolare centrato sul criterio socioaffettivo e

sociofunzionale:

Questo strumento, che continua ancora ad essere utilizzato, ad esempio, per analizzare i

legami che ci sono tra i diversi alunni che compongono una classe scolastica, propone. agli

alunni di indicare il nome di un compagno con cui sarebbero lieti di svolgere una ricerca

(componente socio funzionale), e di indicare il nome di un compagno, con cui andare al

cinema (componente socio affettiva). Mettendo insieme queste indicazioni si realizza una

mappa sociometrica della classe di quali sono i compagni più scelti, quali sono le scelte

reciproche, quali sono le persone più marginali. È uno strumento che ci mostra il tipo di

legami all'interno di un gruppo classe.

Barnes (1954) condusse una serie di studi su una piccola comunità di pescatori in Norvegia e,

analizzando la vita di comunità di queste persone, cominciò ad annotare una serie di rapporti

che esistevano tra queste persone: rapporti affettivi e di parentela, legami di tipo lavorativo,

rapporti legati al tempo libero.

Di questo concetto si impadronì la sociologia strutturale americana, che condusse una serie di

studi passati in letteratura con il nome di Alameda Studies, in cui alcuni ricercatori

studiarono la vita di questa comunità, evidenziando una serie di indicatori e seguendo

molti soggetti adulti, a cui rivolsero molti test, e monitorando questo gruppo di

popolazione a distanza di 5, 10 e 15 anni.

I dati vennero incrociati e interpretati:

emerse che le persone più integrate nella vita di comunità, ossia le persone con legami più

stretti e che partecipavano di più alla vita della comunità, erano quelli con un tasso

inferiore di mortalità e vulnerabilità alle malattie. Venne identificata, quindi, l’importanza

dei legami sociali con il benessere della persona.

Cohen e Wills (1985) scoprirono che essere inseriti in una rete sociale permette alle persone di

vivere esperienze positive, di ricoprire all’interno della comunità un insieme di ruoli stabili,

socialmente riconosciuti e gratificanti, di sviluppare legami di supporto e di sostegno

reciproco, mettendo in evidenza una rete sociale di cui si potevano identificare alcune

caratteristiche:

Struttura: variabili di tipo morfologico che fanno riferimento:

• all&r

Dettagli
A.A. 2013-2014
38 pagine
2 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/05 Psicologia sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher AlessioBellatoOfficial di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Fondamenti di psicologia di comunità e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Padova o del prof Santinello Massimo.