Anteprima
Vedrai una selezione di 3 pagine su 7
Fondamenti di psicologia clinica – Trattamento psicoanalitico Pag. 1 Fondamenti di psicologia clinica – Trattamento psicoanalitico Pag. 2
Anteprima di 3 pagg. su 7.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Fondamenti di psicologia clinica – Trattamento psicoanalitico Pag. 6
1 su 7
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

Il sogno è la via reggia verso l'inconscio

Il sogno è la via reggia verso l'inconscio; la via per arrivare all'interpretazione del sogno furono le libere associazioni. Freud vedeva la memoria come un complesso di sistemi mnestici, paragonabili ad archivi ordinati: uno stesso elemento psichico può comparire in diversi sistemi. Si può pensare che nella terapia i decorsi associativi (dovuti appunto alla compresenza di uno stesso elemento in più archivi) se lasciati liberi conducano automaticamente ai complessi inconsci che tormentano il paziente. "Lasciare libero il pensiero di seguire il suo corso che in realtà è rigorosamente determinato dall'economia emotiva del momento".

Il metodo delle libere associazioni ha un valore basilare per la psicoanalisi in quanto:

  1. È fondato in parte sperimentalmente
  2. Ha conferma in altre tradizioni scientifiche
  3. Offre la possibilità di focalizzare il lavoro del paziente
  4. Permette di maneggiare i decorsi del sogno
Fonda lo strumento interpretativo destinato a divenire il cuore stesso della cura

Nel sogno il conflitto si manifesta nella creazione di un linguaggio particolare.

- Resistenze, suggestione, transfert

Freud riconosce la presenza di aspetti transferali anche in relazioni non analitiche, ma resta convinto che il transfert vero e proprio sia quello all'interno appunto dell'analisi. Ha un carattere ambivalente (positivo/negativo): solo lavorando intorno a quest'area può essere realizzato lo scopo della cura, che è quello di fornire all'Io del paziente un maggior grado di autonomia. La dinamica transferale può essere ricollegata a quella evolutiva di cui la fase tipica è il culmine. Il transfert è il motore della relazione, dopo esserne stato l'ostacolo, e diviene sia l'oggetto del processo analitico, sia lo strumento per orientarlo. Si instaura proprio perché al paziente viene chiesto di ricordare, e proprio perché

si ripete, si può elaborare.- Interpretazione, setting, contro-transfert All'inizio l'interpretazione era una lettura dei dinamismi inconsci del paziente che, colti dall'analista, dovevano essere comunicati al paziente stesso non appena fosse stato emotivamente in grado di comprenderli. Gli aspetti esteriori del setting sono una manifestazione e una condizione perché si stabilisca un setting interno da parte dell'analista, che deve anche coinvolgere il paziente. Il setting ha il fine di strutturare la relazione comunicativa, è un elemento di sicurezza e di neutralità analitica. Il contro-transfert è un fenomeno di interferenza delle componenti inconsce non ancora elaborate dall'analista e come tale va controllato.- Evoluzione dei modelli e delle tecniche La formulazione progressiva della seconda topica comportò per Freud una nuova riflessione sulla tecnica. Può apparire una sorta di pessimismo sull'efficacia

terapeutica dell'analisi. Assume un sempre maggior rilievo il ruolo dell'Io, visto non più soltanto come sede di conflitto con l'Es, ma come mediatore delle esigenze delle altre istanze e come struttura organizzata autonoma. L'angoscia viene vista non soltanto come l'esito tossico del conflitto, ma anche nella sua funzionalità difensiva (segnale) all'interno dell'Io. Freud formula la controversa teoria delle pulsioni di vita e di morte, che fu tra i motivi della successiva differenziazione tra modelli diversi nell'ambito della psicoanalisi.

Problemi comuni a tutto il movimento psicoanalitico furono:

  1. Il tema della genesi e del funzionamento dell'Io
  2. L'estensione della tecnica analitica oltre le nevrosi classiche

Negli anni trenta compaiono diverse scuole psicoanalitiche pur all'interno delle società Freudiane. Fu proprio la formazione dell'analista ad essere codificata nell'ambito delle

società: la psicoanalisi non è trasmissibile essendo il suo nucleo centrale il contatto e la comprensione dell'inconscio personale, quindi necessità di una modalità formativa particolare, differente dal tradizionale rapporto maestro - allievo. Alla fine degli anni venti nasce la psicoanalisi infantile di cui si occuparono soprattutto Anna Freud e Melanie Klein. A. Freud Ritiene che la psicoanalisi possa essere usata come strumento di cura indiretto attivo sulle situazioni terapeutiche e in quanto mezzo di osservazione della vita infantile, ma non come pratica terapeutica con i bambini. M. Klein Ritiene che si possano analizzare direttamente i bambini. Opera con un gruppo di collaboratori nella società psicoanalitica inglese. Il suo modello prende le mosse dal carattere innato delle pulsioni distruttive da cui verrebbero condizionati il rapporto madre - bambino e lo sviluppo successivo. I processi di pensiero sono mezzi per filtrare ed elaborare i.

fantasmi inconsci, sui quali deve intervenire l'analisi. Lo strumento principe è l'interpretazione di trasferimento. Negli USA queste concezioni hanno vita difficile, mantenendo di modello della mente e quindi viste come elaborazione delle principali affermazioni frudiane.

Hartman opera nella direzione di una psicologia generale: sottolinea la funzione sintetica e adattiva dell'Io, in ordine a una neutralizzazione della libido e quindi del conflitto. Nasce la psicologia dell'Io, che gestisce i fenomeni regressivi e permette di affrontare patologie più complesse di quelle nevrotiche. La ricerca assume un grande rilievo per la psicoanalisi attuale: quella dell'osservazione diretta dello sviluppo infantile con l'utilizzo di metodiche in parte oggettive e in parte costituite ad hoc. Entrano gradualmente due tematiche ricche di implicazioni future: il ruolo delle relazioni oggettuali e il concetto di sé.

Culturalisti: la cultura diviene più

importante delle vicissitudini pulsionali nel determinare il destino e l'arisoluzione del conflitto può esser vista nella capacità di adattarsi / modificare il contesto interpersonale di riferimento; c'è una concezione più attiva e pragmatica del trattamento, si accentua l'intervento sulle difese e si valorizzano gli aspetti più evoluti dell'Io.

Nel corso degli anni settanta e novanta vi fu la crisi trasformativa della psicoanalisi che la porta ad un confronto sempre più serrato con le forme di psicoterapia di diversa origine, nonché con i trattamenti e le teorie biologiche del disturbo mentale. Si affermano due tipi di modelli:

  1. Modello pulsionale: il concetto di pulsione spiega l'intenso attaccamento agli altri
  2. Modello relazionale: la pura ricerca del piacere e la rabbia pura non sono considerate come forze primarie ma come reazioni a fallimenti oggettuali

- Analizzabilità

La psicoanalisi si basa

sull'ipotesi dell'esistenza di un mondo interno fatto di rappresentazioni e affetti che ciascuno può attingere e conoscere per introspezione, ma solo in parte. Per lungo tempo la psicoanalisi è stata l'unica forma di psicoterapia non traumatica, ma una grande difficoltà consisteva nel parlare in un linguaggio fenomenologico adeguato (si tenta oggi una sistematizzazione il più possibile completa, utilizzando tra l'altro la terminologia del DSM e cercando di collegare la diagnostica delle strutture di personalità a una prognostica dei tipi di transfert prevedibili). Ancora oggi a seconda dell'impostazione di ogni autore i criteri tendono a essere diversi e questa difficoltà ad indicare chiaramente criteri ed esiti fa si che la psicoanalisi continui ad essere oggetto di discussioni. L'analizzabilità è un problema fondamentale in quanto allude alla possibilità di instaurarsi di un effettivo processo.

analitico.- Questioni cliniche

Perché vi sia trattamento psicoanalitico devono essere presenti:

  1. La fantasia inconscia o i suoi derivati
  2. Il transfert
  3. L'interpretazione

Alle spalle di ogni modello di trattamento psicoanalitico troviamo un modello di sviluppo psichico e dei suoi momenti critici. Fin dagli anni novanta compaiono alcune versioni della psicoanalisi definibili postmoderne in quanto integrano stimoli provenienti da tradizioni diverse in una direzione sempre più interpersonale e intersoggettiva: le emozioni dell'analista divengono sempre più protagoniste del trattamento e si determina una visione decisamente diadica del processo psicoanalitico. La dinamica transferale si trasferisce pressoché interamente dall'asse passato - presente all'asse presente - presente (i ruoli del paziente e dell'analista tendono a intrecciarsi e a costruirsi reciprocamente).

Novità e continuità: dall'interno del

del processo psicoanalitico. Si rende necessario un costante aggiornamento e una continua ricerca per affrontare le nuove sfide che si presentano. c. L'importanza dell'ascolto attivo e empatico del terapeuta nei confronti del paziente. La capacità di comprendere e interpretare i segnali non verbali e le emozioni espresse dal paziente diventa fondamentale per una corretta comprensione del suo mondo interno. d. L'attenzione alla dimensione intersoggettiva del processo psicoanalitico. Si riconosce l'importanza della relazione tra terapeuta e paziente come fattore determinante per il successo della terapia. La collaborazione e l'empatia reciproca diventano elementi centrali nella costruzione di un rapporto terapeutico solido. e. L'utilizzo di nuove tecniche e strumenti di lavoro. La psicoanalisi si arricchisce di nuove metodologie, come ad esempio l'utilizzo di tecniche di rilassamento, di visualizzazione o di esercizi di role-playing. Queste nuove modalità di intervento permettono di lavorare su diversi livelli e di adattarsi alle esigenze specifiche di ogni paziente. f. L'attenzione alla dimensione culturale e sociale del paziente. Si tiene conto del contesto in cui il paziente vive e delle influenze culturali e sociali che possono condizionare il suo vissuto. Si cerca di comprendere e integrare queste dimensioni nella terapia, al fine di favorire un processo di cambiamento più completo e duraturo. g. L'importanza dell'auto-riflessione del terapeuta. Il terapeuta è chiamato a una costante auto-analisi e auto-riflessione per comprendere e gestire al meglio il proprio contro-transfert e le proprie reazioni emotive nei confronti del paziente. Questo permette di mantenere una posizione neutrale e di favorire un processo terapeutico più efficace. h. L'apertura alla collaborazione interdisciplinare. Si riconosce l'importanza di lavorare in sinergia con altri professionisti, come psichiatri, neuropsicologi o assistenti sociali, al fine di offrire al paziente un supporto completo e integrato. In conclusione, il processo psicoanalitico si evolve e si adatta alle nuove sfide e alle nuove esigenze dei pazienti. Le innovazioni riguardano sia gli aspetti teorici che quelli pratici della terapia, e richiedono una costante formazione e aggiornamento da parte del terapeuta.delle cure. L'aspetto diadico dell'analisi implica da parte dell'analista la capacità di utilizzare il contro-transfert: reazioni all'incertezza, alla confusione e all'impotenza che compaiono soprattutto nel rapporto con pazienti gravi. Il transfert del paziente è visto oggi come l'insieme delle sue risposte a quello che è il transfert dell'analista, a sua volta nutrito dall'elaborazione contro-transferale. L'analisi non ha più come unico obiettivo la liberazione di forze emotive bloccate e distorte ma anche la possibilità di far accedere alla mente elementi altrimenti inattingibili o per sempre perduti. Il trattamento psicoanalitico diviene clinicamente più penetrante e vicino all'obiettivo di far coincidere conoscenza e terapia. La psicoterapia psicoanalitica "Anche gli psicoanalisti che sottoscrivono lo stesso orientamento teoretico e le medesime concettualizzazioni non svilupperanno e

“Non applicheranno quegli stessi concetti in maniera identica.”

Non esiste una linea di demarcazione

Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
7 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/08 Psicologia clinica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Sara F di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Fondamenti di psicologia clinica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Messina o del prof Quattropani Maria C..