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Terapia della Gestalt
La terapia della Gestalt (dove Gestalt in tedesco significa forma) è una psicoterapia parzialmente basata sulla psicologia della forma o psicologia della Gestalt, che nacque agli inizi del XX secolo in Germania. Il termine Gestalt è effettivamente tradotto in modo incompleto con forma, non consentendo di apprezzarne completamente il significato. In tedesco si parla ad esempio della "gestalt di una vallata", per sottolineare la configurazione di diversi elementi nel costituire un tutto armonico, che ha significato. La Gestalt, dunque, può essere considerata l'attitudine dello psichismo a legare tra loro dinamicamente gli elementi, costituendo un tutto significativo. La psicoterapia della Gestalt si considera a pieno titolo una forma di psicoterapia umanistico-esistenziale, in cui l'attenzione è posta sulla dinamica inarrestabile di creazione di configurazioni figura-sfondo, che rappresentano continui cicli di contatto.tral'organismo e l'ambiente che lo circonda. La terapia della Gestalt viene ufficializzata da Friedrich (Fritz) e Laura Perls, negli anni '40 a New York (USA) come terapia che raccoglie e organizza le idee tradizionali della psicoterapia freudiana, junghiana e reichiana, nonché i principi della teoria del campo di Lewin e i contributi filosofici dell'esistenzialismo, della fenomenologia e della Psicologia della Gestalt da cui prende il nome.
Cenni storici
Se per la psicologia della Gestalt si fa di solito riferimento a Kurt Koffka, il fondatore della psicoterapia della Gestalt viene solitamente considerato Fritz Perls. Dopo la laurea in neuropsichiatria come assistente di Kurt Goldstein, Perls si era trasferito a Francoforte, centro di fermento intellettuale nell'Europa degli anni '20 del Novecento. Qui venne in contatto con alcuni dei maggiori psicologi della Gestalt di quel tempo, filosofi esistenzialisti e psicoanalisti. Qui incontrò anche Laura Posner.
sia corsi di formazione che sessioni di terapia. Fritz Perls è considerato uno dei fondatori della terapia della Gestalt, un approccio psicoterapeutico che si concentra sull'esperienza diretta e sul qui e ora. La sua futura moglie, Laura Posner, è anche considerata una delle cofondatrici della terapia della Gestalt. Dopo aver lasciato la Germania a causa delle persecuzioni naziste, Perls emigrò in Sud Africa insieme a Laura Posner, dove fondarono l'Istituto Sudafricano di Psicoanalisi. Qui scrissero il loro primo libro intitolato "Ego, hunger and aggression" ("Io, fame ed aggressività"), che rappresentava una revisione della teoria e del metodo di Sigmund Freud. Nel 1946 circa, Perls si trasferì a New York, dove nel 1952 fondò il Gestalt Institute of New York. Il termine "terapia della Gestalt" fu utilizzato per la prima volta come titolo del libro "Terapia della Gestalt - Teoria e Pratica della terapia della Gestalt", scritto da Fritz Perls, Paul Goodman ed E. Hefferline e pubblicato a New York nel 1951. L'istituto di New York divenne un importante centro per la formazione e la pratica della terapia della Gestalt.Una serie di laboratori di psicoterapia.
Aspetti teorici
Il verbo gestalten significa "mettere in forma" o "dare una struttura significante" e il suo risultato, la Gestalt appunto, è dunque una forma strutturata, completa e dotata di un senso.
La Gestalt sottolinea che il tutto è differente dalla somma delle sue parti e perciò la terapia della Gestalt assume che per comprendere un comportamento è importante, oltre che analizzarlo, averne una visione di sintesi, ovvero cercare di percepirlo nell'insieme del contesto globale (visione olistica).
Le ricerche della psicologia della Gestalt in particolare, dimostrarono che ogni individuo è costantemente bombardato da una serie di stimoli, ma il sistema percettivo ne seleziona solo alcuni e li organizza in strutture significative, o Gestalt.
In termini psicologici questo significa che come individui percepiamo noi stessi e il mondo, come il risultato di un insieme di stimoli selezionati dal sistema percettivo.
nostrosistema percettivo, che costruisce una figura definita rispetto ad uno sfondoindifferenziato; gli stimoli quindi non vengono percepiti in modo disgiunto gliuni dagli altri, ma vengono ordinati in una unità che risponde al bisogno umanodi costruire significati sulla base dell’esperienza percettiva dell’ambiente.
Isolare alcuni elementi di un sistema e attribuire loro un significatocostituisce pertanto un processo di osservazione interpretativa parziale, chenon tiene conto dell’interazione esistente tra i vari elementi e tra l’individuoe l’ambiente.
In questo senso l’osservazione fenomenologica è invece un atteggiamento cheprescinde dall’interpretare i significati dei singoli elementi, preferendo unadescrizione accurata dell’insieme nella sua forma presente ed attuale;
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