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Cognitivismo clinico e pratica psicoterapeutica cognitivista
“Emozioni disfunzionali vengono considerate il risultato di pensieri disfunzionali e le stesse emozioni di base rappresentano una valutazione della realtà, automatica e rapidissima, non appresa ma geneticamente determinata.”
Kelly: l’emozione è un segnale di stato di transizione del sistema di costrutti, di movimento del sistema. Le emozioni sono un sistema di segnalazione interna che si propaga rapidamente attraverso un sistema modulare: la loro funzione è quella di aggiornare il sistema sul suo stato di conoscenza di se e del mondo.
Il cognitivismo clinico in tutte le sue correnti presenta alcune caratteristiche comuni:
- Il tentativo di essere il più possibile vicino alla ricerca riguardante i meccanismi hard del funzionamento mentale in modo da formulare ipotesi relativamente ai meccanismi che innescano e mantengono la patologia.
- L’evoluzione del sistema – uomo e la sua
1. L'approccio cognitivo si concentra sull'analisi dei processi di pensiero e delle credenze che influenzano il comportamento e le emozioni.
2. I disturbi psicologici vengono interpretati a partire dall'analisi del legame di attaccamento; la spiegazione trova spesso una base nella ricostruzione dei modelli affettivi e cognitivi appresi nei primi legami.
3. L'approccio clinico è di tipo attivo, al centro dell'attenzione vi è la sofferenza sintomatica.
4. Tra paziente e terapeuta si istaura un'alleanza collaborativa.
5. Si attenzionano gli aspetti relazionali.
6. L'epistemologia di riferimento è solitamente falsificazionista. La sofferenza nasce quando il sistema non riesce a integrare e assorbire adeguatamente le invalidazioni.
7. Il terapeuta cognitivo è facilitatore di cambiamento di un sistema in movimento.
La procedura standard
Il setting è di solito faccia a faccia e gli incontri sono settimanali, è frequente l'uso di compiti a casa di natura comportamentale e cognitivo-emotiva. Durante i primi incontri vanno indagati elementi che si riferiscono alla relazione terapeutica.
alle aspettative del paziente e alle risorse del suo sistema (cioè quanto questo sia vulnerabile a elementi nocivi provenienti dall'esterno o dall'interno). - Stile relazionale: l'incontro con il paziente è anche l'inizio di una relazione; è essenziale prestare attenzione per riconoscere sia gli stili relazionali che eventuali difficoltà o chiusure o aspetti promettenti che potrebbero essere utili nel corso della terapia. Il terapeuta deve essere consapevole del proprio stile relazionale e comunicativo e delle difficoltà che è solito incontrare con tipologie particolari di rapporto. - Autorevolezza del terapeuta: il terapeuta viene costantemente sottoposto a test dal paziente per verificare la sua autorevolezza che tende a mettere in atto con lui modi di relazione spesso dolorosi, che causano sofferenze e perpetuano patologie e sintomi; il terapeuta che viene scelto su base disfunzionale deve riconoscere il tipo didisfunzionalità e governare il problema all'inizio con l'obiettivo di spostare poi le regole dell'autorevolezza verso scelte più efficaci. Per individuare le regole dell'autorevolezza è necessario riconoscere i criteri della persona che si ha davanti.
- Teorie naives della sofferenza e della cura, aspettative ed esiti: alcune teorie in modo particolare (come la teoria del carattere "soffro perché sono fatto così e non posso cambiare", o la teoria del trauma "soffro per il trauma che mi ha danneggiato per sempre") hanno effetti potenti sui pazienti nel renderli passivi e poco responsivi a un intervento terapeutico. Il riconoscimento del tipo di teoria naives della sofferenza è un momento essenziale dell'inizio della terapia.
- Stile di conoscenza: l'esistenza di alcune modalità particolari di stile conoscitivo sono riconducibili a modi idiosincratici di costruire le ipotesi e di affrontare le invalidazioni.
Lo stile di conoscenza rappresenta un'importante risorsa in terapia, e stili disfunzionali possono rallentare la risoluzione dei problemi. Gli autori ipotizzano quattro stili: - Lo stile di evitamento: ritiro dall'esplorare dopo un'invalidazione; - Lo stile immunizzazione: che rappresenta un modo di allontanarsi dall'invalidazione, come se non fosse avvenuta; - Lo stile ostilità: modo di reagire all'invalidazione attaccando l'autorevolezza della fonte che la produce; - Stile di ricerca attiva: affrontare invalidazioni integrandole armonicamente nel sistema. - Risorse del sistema: sono costituite dagli spazi affettivi, cognitivi e comportamentali lasciati fuori dalla sofferenza, il lavoro va indirizzato alla valorizzazione delle risorse. - Esordio, intervento sul sintomo e sul suo mantenimento: l'esordio ha un significato particolare perché segna il passaggio del sistema da uno stato normale a uno di sofferenza, quando il sistema incontra deiproblemi che non è in grado di assorbire e integrare. Non deve mai sfuggire quindil'analisi degli eventi che hanno preceduto la patologia; l'intervento sul sintomo è importante econdotto avanti con decisione; peso e importanza diversi a seconda delle diverse patologie, dellagravità sintomatica e delle esigenze del paziente. La reazione che si ha di solito a una sofferenzapsicologica riporta e si riflette sul nocciolo stesso da cui la sofferenza è partita. I meccanismi dimantenimento hanno un'importanza cruciale e spesso vanno affrontati prima del sintomo. Il loroconcetto di auto invalidazione ricorsiva (tendenza a interpretare la sofferenza in modo da renderepiù drammatici i problemi da cui deriva) è importante nel mettere a fuoco come i meccanismi dimantenimento aggravino il problema da cui derivano, in un circolo vizioso.
Le alternative costruttive: Kelly sosteneva che un sistema non può abbandonare un insieme
delle fobie, patologie estremamente frequenti che generano grande sofferenza. La procedura va applicata in modo libero, creativo e diverso con ciascun paziente; l'emozione dominante nel fobico è l'ansia, seguita nei casi di successo dalla soddisfazione e dal sollievo. 1. Valutazione iniziale: il terapeuta raccoglie informazioni sulle fobie specifiche del paziente, sulle situazioni che le scatenano e sulle reazioni fisiche e cognitive associate. 2. Creazione di un'immagine mentale: il terapeuta guida il paziente nella creazione di un'immagine mentale della situazione temuta, cercando di evocare l'ansia associata. 3. Esposizione graduale: il terapeuta aiuta il paziente a confrontarsi gradualmente con la situazione temuta, iniziando con esposizioni meno intense e aumentando progressivamente l'intensità. 4. Gestione dell'ansia: il terapeuta insegna al paziente tecniche di gestione dell'ansia, come la respirazione profonda e il rilassamento muscolare progressivo. 5. Ristrutturazione cognitiva: il terapeuta aiuta il paziente a identificare e sfidare i pensieri negativi e irrazionali legati alla situazione temuta, sostituendoli con pensieri più realistici e positivi. 6. Rinforzo positivo: il terapeuta incoraggia e rafforza il paziente per ogni progresso fatto durante la terapia, fornendo feedback positivi e ricompense adeguate. 7. Consolidamento dei risultati: il terapeuta lavora con il paziente per consolidare i risultati ottenuti durante la terapia, incoraggiandolo a continuare a confrontarsi con le situazioni temute anche dopo la fine del trattamento. 8. Chiusura della terapia ed eventuali ricadute: durante la terapia è comune oscillare tra miglioramenti e peggioramenti, ma è importante monitorare quali siano gli elementi e i segnali che preludono al sentirsi peggio e alle ricadute vere e proprie. Quando non sia possibile evitare momenti di crisi, è fondamentale riconoscere precocemente gli elementi che le innescano, così da non dare risposte automatiche ma piuttosto inventare ipotesi, soluzioni e risposte nuove.cronici da depressione; tre caratteristiche del fobico: 1. Paura delle emozioni, appresa in una modalità di attaccamento di tipo ansioso o evitante da un genitore spesso inattendibile o preoccupato o malato a sua volta 2. Attitudine a evitare, modo di costruire le ipotesi e affrontare le invalidazioni, che deriva da idea di sé come debole e dai vincoli all'esplorazione. Le tipologie familiari più rappresentate riguardo a emozioni di evitamento riportano a: i. Ansia in famiglia e paura esplicita o implicita dell'espressione emotiva. ii. Storie di abbandoni. iii. Chiusura familiare, timore del mondo esterno e del mondo esterno. iv. Violenza che viene temuta in quanto improvvisa, esplosiva e pericolosa. 3. ... che esita in: Idea di sé come ontologicamente fragile e debole, appresa nella storia di attaccamento. La terapia Il fobico è alla ricerca di un terapeuta deciso e autorevole. L'interpretazione che da della propria sofferenza è disolito del tipo carattere. Ci si aspetta un miracolo.
Il primo passo nella terapia consiste in un riconoscimento dei vincoli al contratto terapeutico; è necessario impostare una terapia in cui sia chiara la necessità di un forte impegno comune sia in seduta che negli homeworks.
Una piccola parte delle sedute iniziali sarà dedicata all'impostazione di una desensibilizzazione sistematica (descrizione di paure ed evitamenti e lavoro di esplorazione).
I problemi secondari (autoinvalidazione ricorsiva) rappresentano un importante fattore di stabilità della patologia e vanno affrontati come meccanismi a sé stanti.
L'ansia patologica si verifica quando si ha un eccesso di arousal in risposta a stimoli comunemente considerati modestamente pericolosi e quando si reagisce a questo eccitamento emotivo in modo esageratamente drammatico.
- La storia è dove si impara a sentirsi deboli. L'idea di sé come deboli è il cardine intorno
Teorie e pratiche della terapia familiare
La maggior parte dei terapeuti familiari ha fatto propri i presupposti sistemici mentre una minoranza aderisce ai presupposti epistemologici della teoria psicoanalitica. Negli anni sessanta alcuni studiosi
Principi della terapia cognitivo-comportamentale
- Collaborazione terapeutica: il terapeuta e il paziente lavorano insieme per identificare e modificare i pensieri e i comportamenti disfunzionali.
- Esplorazione ed evitamento: spesso la paura deriva da un'errata ed esagerata interpretazione di eventi fisiologici normali, e i comportamenti di evitamento possono avere come effetto collaterale quello di evitare di rendersi conto dell'esagerazione delle proprie paure.
- Conclusione della terapia: la conclusione richiede un tempo maggiore per il bisogno di rassicurazione sulla presenza e disponibilità del terapeuta. Richiede un lavoro accurato di prevenzione delle ricadute.
Insoddisfatti dei risultati ottenuti con le terapie individuali, in seguito iniziarono a fare ricerca e a estendere il trattamento psicoanalitico anche ad alcuni membri della famiglia. Successivamente, Sullivan pose attenzione sulle influenze socio-ambientali e mise l'accento sui rapporti interpersonali.
La teoria si sviluppò in quattro filoni di ricerca:
- Teorici della comunicazione: hanno studiato le relazioni e i livelli dei significati del comportamento verbale e non verbale. Hanno posto le basi per costruire un insieme coerente di paradigmi confluenti in un'epistemologia nuova, in un diverso modo di concettualizzare l'individuo, il gruppo, la società.
- Teorici del ruolo: hanno esaminato l'effetto dello sviluppo e dell'assegnazione di quest'ultimo sulla formazione dell'identità.
- Teorici dell'io: con orientamento intrapsichico hanno studiato i livelli emozionali primitivi.
- Teorici del gioco e della strategia: definizione del comportamento reciproco.