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Relazione Setting della relazione emotiva Qui ed ora tra chi pone la domanda e il psicologo

3) - Gli obiettivi possibili sono sostanzialmente di due tipi:

  • Ortopedici (ad ortos - all'origine) sono voti a riportare il sistema ad un modello definito nelle sue componenti, considerato (dallo psicologo, dal committente, da chi pone la domanda, dal sistema sociale che legittima l'intervento) come utile e desiderabile. Un modello che consente di considerare lo stato problematico entro cui s'interviene quale "scarto dal modello".
  • Gli obiettivi di tipo ortopedico tendono alla riconduzione ad uno stato di normalità, alla recessione di un sintomo, alla modificazione di comportamenti verso modelli più adeguati alla realtà, ecc. Quando lo psicologo si propone di ridurre lo scarto e di ricondurre persone, organizzazioni, ecc., al modello desiderato si ha una collusione tra fantasie dello psicologo e quelle del committente. Allo stesso modo
quando lo psicologo opera entro un preciso e fortemandato sociale, è questo che sancisce e definisce il suo obiettivo: modificare comportamenti. Ciò che caratterizza questo tipo di interventi sta nella riduzione dello scarto dal modello, tramite il raggiungimento di un "fine" prestabilito in sede di committenza. Sviluppo Sono volti alo sviluppo di una persona o di un sistema sociale che si fonda sullacompetenza a trattare con l'estraneo, ad istituire una relazione di scambio con l'altro. L'importante non è raggiungere l'esito finale previsto, ma acquisire una competenza adirezionare un processo. Ad esempio, la dinamica familistica è volta alla negazione dell'estraneità, nel tentativo di ricondurre ogni relazione agli stereotipi della relazione familiare. Al centro degli obiettivi di sviluppo si possono porre due dimensioni psicologiche fondanti: il distacco dalle relazioni familistiche, ed il perseguimento della

La solitudine è il punto di partenza per la relazione con l'estraneo. Il passaggio dalla collusione familistica alla solitudine permette la costruzione della relazione con l'estraneo come figura da conoscere al fine di istituire una relazione di scambio. Per istituire un rapporto di conoscenza con l'estraneo è innanzitutto necessario passare dalla solitudine: quella solitudine che aiuta a riconoscere che, dell'altro, non ne so nulla, che conosco ben poco delle sue esigenze e delle sue aspettative. La solitudine è data dal superamento della confusione emozionale che deriva dal mettere negli altri le proprie fantasie, seguendo la sostituzione del mondo esterno con il mondo interno quale modo di funzionamento del sistema inconscio. Con la solitudine la realtà si configura quale risorsa con cui confrontarsi entro un rapporto realistico, si può così riorganizzare il proprio sistema emotivo costruendo nuove dinamiche collusive fondate.

sulla ricerca e sulla verifica delle simbolizzazioni estranee dell'altro, più che sulla sostituzione della realtà esterna con le proprie fantasie. La solitudine data dal superamento della confusione tra mondo interno e mondo esterno è un obiettivo metodologico ed insieme una competenza che si mette in atto in modo circoscritto e reversibile, entro lo specifico setting che la rende possibile per la costruzione del contesto. Caratteristica delle relazioni familistiche è che vengono fuse e confuse emozioni d'amore e aggressività distruttiva per l'oggetto. La fusionalità ad esempio rappresenta una sorta di patto per il controllo reciproco, un limite allo sviluppo. Le neoemozioni sono tutte espressione dell'ambivalenza insita nel rapporto familista, in quanto definito dall'assenza dell'estraneo. Nell'analisi della domanda si vuole facilitare il perseguimento degli obiettivi di sviluppo non ricorrendo.

All'adeguamento a modelli precostituiti in base al mandato sociale.

Estraneo è colui del quale non si può dire di conoscere, al di là della comunicazione con lui, cosa pensa o come vive il rapporto con noi. L'estraneità quindi comporta la comunicazione e lo scambio d'informazioni quale condizione necessaria per la conoscenza.

Regole del gioco: La convivenza è fondata su due modalità di relazione: quella fondata sul potere delle regole e quella fondata sulla competenza. Ciò significa che la convivenza è organizzata attorno all'adempimento e all'attesa di un prodotto competente, dove la realizzazione del prodotto deriva dall'osservanza delle regole. Quando la sostituzione della realtà esterna con quella interna è massiccia e violenta, si hanno situazioni dove le relazioni sono intenzionate solo emozionalmente, senza regole del gioco che aiutino. Le regole del gioco sono date da codici.

normativi che costringono a vedere come realtà esterna quella realtà che, emozionalmente, saremmo portati a confondere con la nostra fantasia interna. Le regole del gioco definiscono le risorse del contesto entro cui sono adottate e sono la condizione che consente di passare dall'agito emozionale alla simbolizzazione emozionale dei vari aspetti della realtà. In genere il committente situa il problema fuori di sé, nella pretesa che caratterizzi una specifica realtà esterna, lo psicologo riconduce il problema alla relazione tra committenza e realtà, quindi alle categorie interne del committente.

Narrazione Se si guarda alla narrazione per cogliere il senso emozionale che ne fonda la valenza comunicativa si possono avanzare delle ipotesi conoscitive. Il narrare se stessi a se stessi è un obiettivo primario di comunicazione, in cui la narrazione diviene espressione delle neoemozioni, che non possono esprimersi se non tramite storie.

Possedere e scambiare sono le due modalità in cui si può strutturare la relazione con larealtà: confusa con le proprie fantasie, nel possedere; riconosciuta come estraneo, nello scambioproduttivo. Chi è confuso con le proprie fantasie vive la relazione sociale con la finalità dideterminare il comportamento dell'altro, di condizionarlo. Si tratta del potere dell'uno sull'altro.La relazione di potere però si scontra con l'impossibilità di realizzare la fantasia che losostanzia. Non si può esercitare o subire il potere dell'uno sull'altro, in quanto il

Potere pretended’annullare l’altro o se stessi entro la relazione, ma questo annullamento non è possibile. Di qui il sentimento d’impotenza: possedere e farsi possedere sono modi di esorcizzare l’impotenza. Senza l’estraneo, la sostituzione del mondo esterno con quello interno, l’agito confusivo delle proprie fantasie conduce inevitabilmente all’impotenza. La domanda quindi nasce se viene riconosciuto il fallimento della pretesa neoemozionale. Quando una convivenza è fondata sul potere, le relazioni si trasformano in rapporti deliranti, ove l’altro non è visto nella sua esistenza autonoma e portatrice di esigenze altre, rispetto alle proprie, bensì quale competitore entro una relazione ove gli si attribuiscono le proprie intenzionalità, al fine di farne il nemico da combattere o da sedurre, entro una lotta senza fine.

Pretendere significa trasformare una relazione di convivenza simmetrica in una asimmetrica.

La pretesa si appoggia ai miti ed alla sua base c'è la fantasia di possedere, di avere tutto per sé, di tenere ogni cosa stretta a sé, quale espressione delirante della paure di perdere, di non possedere nulla, di essere messi da parte, senza che alcuno più si accorga di noi. Dipendenza Si trasforma in pretesa, tutte le volte in cui non è chiara la finalità che la prestazione professionale intende perseguire: là dove, nel ricorrere ad una competenza professionale, manca un'intenzionalità di scambio, di produzione fondata sul reciproco riconoscimento d'estraneità, sono possibili la dipendenza e la pretesa. Pretendere significa anticipare l'obiettivo dell'intervento tramite l'agito delle fantasie del cliente entro una relazione con lo psicologo. La rigidità del setting, l'agito acritico e ritualizzato della psicoterapia sono pretese al pari di quelle del cliente di imporre lui il setting.

di diventare psicoterapeuta, ecc. Passare da un sistema eliocentrico, in cui gli altri ruotano intorno a me, esistono solo in funzione mia, ad uno nel quale hanno una vita autonoma, pur restando in relazione con me, è uno dei movimenti più complessi.

Committenza e Mandato Sociale

Quando l'accordo è costruito tra psicologo e cliente, sulla base di ipotesi che i due fanno a partire dalla domanda, si parla di committenza. Costruire la committenza significa convenire con un altro su degli scopi condivisi. Quando l'accordo deriva dal contesto dato, si parla di mandato sociale, che è il processo di legittimazione che sta a monte di una prassi. Il mandato sociale definisce finalità non obiettivi.

Il primo prodotto dell'intervento è costruire la domanda, e con la domanda la committenza. Il psicologo che interviene, non risponde alla domanda, la costruisce. Questa è la differenza con la technicalità che si attrezza per rispondere.

e quando non c'è la domanda diventa aggressiva. Caratteristiche individuali stabili Nello stereotipo individualista gli individui hanno caratteristiche di tipo stabile che li differenziano e ne determinano le relazioni con il contesto, mettendo quest'ultimo sullo sfondo. Le relazioni deriveranno dall'individuo con le sue caratteristiche stabili ed acontestualizzate. LE NEOEMOZIONI La neoemozione è la componente sostanziale della domanda, ma la sua interpretazione richiede un setting che includa la considerazione di altre componenti della domanda stessa, che la proposta neoemozionale rivolta allo psicologo non mette in evidenza. Attraverso le neoemozioni vengono proposti modelli per l'intervento. Evento critico Il problema posto dalla domanda, se non viene risolto entro l'ottica normalità-devianza, ma visto in quella dello sviluppo, diviene evento critico emblematico del fallimento collusivo in atto. Cultura locale La propostadi comprendere meglio il contesto e fornire una risposta adeguata. Il termine "neoemozionale" indica una nuova forma di espressione delle emozioni, che può essere legata a un evento critico o a una situazione particolare. Questo tipo di emozione può manifestarsi in modi diversi, come ad esempio attraverso la musica, l'arte o la scrittura. L'evento critico è un evento significativo che può avere un impatto emotivo importante sulla persona coinvolta. Può essere un evento positivo o negativo, come ad esempio la perdita di una persona cara, un successo professionale o un cambiamento significativo nella vita. È importante considerare anche altre informazioni che possono essere rilevanti per comprendere appieno la situazione. Queste informazioni possono includere il contesto in cui si è verificato l'evento critico, le reazioni emotive delle persone coinvolte e le conseguenze che l'evento ha avuto sulla vita di queste persone. Utilizzando i tag html, è possibile formattare il testo in modo da rendere più chiare e leggibili le informazioni fornite. Ad esempio, è possibile utilizzare i tag per evidenziare le parole chiave o importanti, i tag per enfatizzare determinati concetti e i tag

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    e
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Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
13 pagine
3 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/08 Psicologia clinica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Sara F di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Fondamenti di psicologia clinica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Messina o del prof Quattropani Maria C..