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La dimensione attuativa e negoziale
Ogni atto di insegnamento/apprendimento costituisce un atto di comunicazione. Comunicare deriva dal latino. Ci soffermeremo su quelle forme di comunicazione che caratterizzano i contesti formativi, distinguendo fra 3 formati: comunicazione faccia a faccia, comunicazione testuale e multimediale, comunicazione mediata dal computer.
Comunicazione faccia a faccia: ci interagiscono una pluralità di codici espressivi differenti. Il linguaggio verbale è più comprensibile e interpretabile in modo univoco; esso si basa su un sistema di convenzioni che ne consentono una migliore decodifica. Anche la comprensione dei linguaggi formalizzati in modo chiaro dipende dal livello di conoscenza dei codici da parte degli interlocutori. Da questo deriva l'importanza nella comunicazione didattica di adottare un linguaggio facilmente comprensibile per gli allievi. L'insegnante dovrebbe selezionare termini o espressioni che ritiene più adatti.
alle persone che ha di fronte. Il linguaggio non verbale si presta meglio a manifestare le emozioni a differenza di quello verbale. Il linguaggio non verbale, non essendo regolato da codici rigidi di significazione, è più soggetto a una varietà di interpretazioni, risultando più ambiguo. È più veritiero di quello verbale e si possono distinguere una componente vocale non linguistica e una non vocale-cinesica. La prima comprende le caratteristiche paralinguistiche e quelle extralinguistiche; la seconda la prossemica e la cinesica. → Elementi paralinguistici: la forma verbale orale costituisce la modalità comunicativa più utilizzata nell'interazione faccia a faccia. I comportamenti paralinguistici riguardano tutti gli aspetti sonoro-fonici della comunicazione orale. La componente paralinguistica svolge un ruolo importante nell'esprimere emozioni e sentimenti. Nella comunicazione didattica diventa essenziale non.trascurando l'elemento paralinguistico che accompagna quello verbale. La voce è uno dei principali "attrezzi del mestiere" dell'insegnante e di ciò si deve essere consapevoli. Una prima regola: regolazione del volume della voce. Seconda regola: ritmo di eloquenza, va modulato in base all'età e al loro livello culturale. Prossemica è la disciplina, fondata da Hall, che studia la posizione e le distanze fra i corpi degli individui durante la comunicazione, il modo in cui vengono a regolarsi spazi e distanze delle persone fra loro e anche in rapporto agli oggetti. Nell'interazione didattica sono significative: la disposizione degli arredi e delle persone negli spazi, la distanza tra gli interlocutori. Tra gli spazi più importanti per le persone c'è quello che sta intorno al proprio corpo: è questo uno spazio che percepiamo come esclusivo. La cronemica studia le variabili relative ai tempi di una comunicazione.di una conferenza o di una riunione. La cinesica, che studia il comportamento del corpo come dispositivo comunicativo, riveste un ruolo fondamentale nell'interazione sociale. La cinesica si divide in due categorie: la microcinesica, che comprende i comportamenti a livello micro, e la macrocinesica, che riguarda unità di comportamento più ampie. Il volto di chi parla è in armonia con il messaggio verbale che viene comunicato. Gli occhi sono il fulcro dell'espressività del volto e assumono un ruolo centrale nel comunicare atteggiamenti personali. Lo sguardo ha diverse funzioni, tra cui il controllo della situazione comunicativa, la segnalazione di feedback e l'espressione di umori ed emozioni. La postura fornisce indicazioni principalmente sull'atteggiamento verso se stessi e gli altri, nonché sullo status sociale. La gestualità svolge una funzione importante a livello espressivo-comunicativo, poiché supporta la comunicazione verbale, rendendolapiù facilmente interpretabile. "doppio legame" = un comportamento nel quale la comunicazione esplicita risulta in contrasto con quella implicita. Comunicazione testuale e multimediale: un medium è un dispositivo comunicativo che può essere considerato da varie angolazioni: tecnologica, linguistica, simbolica, cognitiva. Ogni medium si caratterizza per l'aspetto strumentale, per un contenuto, per i linguaggi e i codici di cui fa uso e per i peculiari rapporti che possono instaurarsi tra il medium e la mente. Nella comunicazione didattica mediatizzata ci si avvale di testi e quindi del medium della scrittura. Anni 90: esplosione della multimedialità. Multimedia = ambiente che consente di utilizzare e combinare più codici espressivi oltre a quelli solitamente presenti nei libri (i primi: cinema, televisione). Dagli anni 90 si parla anche di ipermedia = multimedia che possono essere esplorati secondo piste differenti e in base agli interessi e allaCuriosità di chi ne fruisce. Un multimedia può essere utilizzato sia nelle situazioni in presenza a supporto dell'esposizione orale sia nella formazione online. La ricerca ha affermato che la credenza "quanto è il grado di multimedialità, tanto migliore sarà l'apprendimento" è falsa perché l'uso indiscriminato di immagini e della multimedialità può intralciare invece di migliorare i processi apprenditivi aumentando il carico cognitivo. Ci sono tecniche di scrittura del testo: aiutano il bambino a selezionare le informazioni rilevanti nella lettura evidenziando, ripetendo i concetti chiave, sintesi, icone, immagini. Rapporto testo-immagini c'è ancora in molti multimedia poiché prevale un uso decorativo delle immagini: si pensa alla loro semplice funzione di rendere più gradevole quando si legge, di accrescere l'appeal del contenuto trasmesso in forma scritta. Clark eLyons hanno mostrato che la motivazione emozionale rischia di rivelarsi controproducente sollecitando conoscenze fuorvianti, al contrario è la motivazione cognitiva quella in grado di richiamare preconoscenze adeguate all'oggetto d'apprendimento e che va stimolata. Queste due autrici sottolineano come sia importante distinguere tra le caratteristiche superficiali di un'immagine e le sue funzioni comunicative: le prime riguardano l'aspetto di una immagine e il modo in cui essa è stata creata; le seconde attengono gli aspetti relativi a come l'immagine trasmette le informazioni. Si devono però considerare anche le funzioni psicologiche per valutare quando la comunicazione visiva diventa facilitatrice di un processo cognitivo significativo. Clarke Lyons hanno elaborato una tassonomia che viene illustrata in un lavoro di Landriscina. L'impiego delle immagini va collocato nel processo di strutturazione cognitiva dell'alunno: quiL'immagine può svolgere un ruolo attivo, generando situazioni aperte in grado di sollecitare funzioni cognitive importanti.
Picture Exchange Communication System (PECS): tecnica che mira allo sviluppo delle abilità comunicative attraverso un programma di apprendimento a 6 step, basato sull'uso di rinforzi volti a incoraggiare la partecipazione del soggetto. Altra tecnica: conversazione a fumetti.
Comunicazione mediata dal computer (CMC): forme di comunicazione rese possibili dalle reti telematiche, oggetto di uno specifico campo di studi nato tra fine degli anni 80 e inizi 90. Distinzione tra:
- comunicazione asincrona: posta elettronica, consentono alle persone di interagire indipendentemente da vicoli spazio-temporali;
- strumenti di comunicazione sincrona: chat, audio, videoconferenza. L'interazione è possibile indipendentemente dalla condivisione fisica degli spazi, ma la comunicazione è vincolata alla simultaneità.
1° aspetto: CMC è
soggetta a una maggiore "pressione tecnica", ci si riferisce a una maggiore vulnerabilità del medium, alla minore capacità di adattamento e al senso di inadeguatezza rispetto al medium. > è l'uso di computer, più elevati sono i rischi di un fallimento parziale o totale della comunicazione. 2° aspetto:Ciò che distingue una comunicazione da una comunicazione orientata alla formazione è il fatto che quest'ultima è portatrice di un'intenzionalità pragmaticamente vincolata al conseguimento di fini e socialmente situata all'interno di un contesto caratterizzato da norme proprie e specifiche routine. Da una parte ci sono le strategie didattiche e dall'altra l'universo delle pratiche e routine proprie della vita della classe e che influiscono sulle prestazioni cognitive degli allievi. I saperi insegnati a scuola e in contesti formativi formali sono soggetti a una serie di trasformazioni e riconfigurazioni che rendono il sapere scientifico
“apprendibile”. Quindi insegnare significa favorire l’incontro tra il soggetto in apprendimento el’oggetto culturale in una situazione priva di rischi. L’interazione avviene in uno spazio simbolico all’interno del quale si sviluppano ruoli, gesti e parole dando vita a peculiari routine. Una routine = quell’insieme di attività abituali e prevedibili che scandiscono la vita quotidiana e suggeriscono schemi di comportamento. Classe = sistema dotato di un complesso di equilibri interni, di una propria ecologia. Si parla di “intelligenza ecologica” come opposto dell’intelligenza tecnicistica: l’approccio dell’intelligenza ecologica è olistico e sistemico, ci porta a riconoscere che le attività cognitive si radicano negli scambi sociali, culturali e pratici. Ci mostra come il contesto eserciti la sua influenza sia in forma diretta sia sulla base delle rappresentazioni che l’individuo si forma di sé.
È importante considerare come i soggetti interpretino la realtà per comprendere la dinamica che viene a svilupparsi.