Anteprima
Vedrai una selezione di 10 pagine su 43
Fondamenti di analisi del testo letterario - Appunti Pag. 1 Fondamenti di analisi del testo letterario - Appunti Pag. 2
Anteprima di 10 pagg. su 43.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Fondamenti di analisi del testo letterario - Appunti Pag. 6
Anteprima di 10 pagg. su 43.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Fondamenti di analisi del testo letterario - Appunti Pag. 11
Anteprima di 10 pagg. su 43.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Fondamenti di analisi del testo letterario - Appunti Pag. 16
Anteprima di 10 pagg. su 43.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Fondamenti di analisi del testo letterario - Appunti Pag. 21
Anteprima di 10 pagg. su 43.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Fondamenti di analisi del testo letterario - Appunti Pag. 26
Anteprima di 10 pagg. su 43.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Fondamenti di analisi del testo letterario - Appunti Pag. 31
Anteprima di 10 pagg. su 43.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Fondamenti di analisi del testo letterario - Appunti Pag. 36
Anteprima di 10 pagg. su 43.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Fondamenti di analisi del testo letterario - Appunti Pag. 41
1 su 43
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

Firenze vista da Piazzale Michelangelo di sera

Quando se ne possono vedere le luci e sentire i rumori; le "ali di fuoco", che sono le scintille che producevano i tram sulle rotaie o ai fili a cui erano collegati; l'Arno che viene definito "torpido", cioè addormentato, perché normalmente non è un fiume che scorre impetuosamente, e come i serpenti, ha una forma sinuosa e curvilinea; il riflesso delle luci sull'acqua, che può ricordare le squame del serpente. Tutto il paesaggio viene però trasfigurato secondo un immaginario mostruoso. È tra l'altro la prima volta che incontriamo un oggetto del progresso della tecnica, un tram, in una poesia, anche se trasfigurato come una bestia mostruosa (il treno era stato connotato in modo diabolico nell'Inno a Satana di Carducci). Il poeta si trova al centro di un cerchio di ladri dalle facce inquiete e beffarde: la loro presenza, così come quella dei

cipressi ( cimiteri) e dei lampioni spenti, si giustifica pensando che il viale alberato per arrivare a Piazzale Michelangelo era all’epoca una zona periferica, quindi è verosimile che fosse un’area malfamata. Il bosso è una comune pianta decorativa, ma le sue foglie sono tondeggianti, per cui non si spiega perché siano aspri ai cipressi; resta poco comprensibile anche perché debba essere aspro il fremere dei bossi nel vento. Non si capisce perché l’io debba essere più aspro del suo amore, perché generalmente ci si identifica coi propri sentimenti. La frase deliberatamente non può essere ricondotta alla normalità sintattica ( asintassia) e a un significato compiuto. Il termine “coltrice” è una forma più rara di “coperta” e in questo caso la scelta lessicale è dettata da motivi di ritmo, perché inaugura la serie di parole sdrucciole. Sta designando unrapporto more ferarum, cioè un rapporto sessuale estremamente violento e spiacevole con delle vecchie prostitute flaccide come mantici (=attizzatoio non come simbolo del fuoco della passione, ma come eros carnale). Nonostante l'oscurità, è una poesia estremamente comunicativa. C'è qui una triplice inimicizia tra il poeta e la città, il poeta e gli altri esseri umani, il poeta e l'eros. Si tratta di una poesia inconsueta nella poesia italiana per la rappresentazione del paesaggio urbano infernale (ex. Firenze generalmente città di bellezza classica) e per il suo carattere estremamente aggressivo. Il titolo "Notturno teppista" non è quindi solo tematico, perché incontra dei teppisti, ma anche rematico, perché indica un genere, il notturno, e lui stesso scrive da teppista, in uno stile violento.

Tre giovani fiorentine camminano, Dino Campana (da Quaderno)

SCHEMA METRICO 11 di sesta + 11 di sesta

Il testo sembra molto più classico di quanto non sia. La poesia potrebbe essere letta come due quartine, ma il poeta l'ha scritta come un'unica strofa. Ci sono delle rime: ex. verginale-musicale (x2), sole-sola (rima imperfetta), verginale-musicale - militare (rima imperfetta); verginale-musicale-sole (rime consonanti). C'è un'alternanza quasi ossessiva delle rime, che però non seguono uno schema consueto (AABBAABA) e sembrano inserirsi all'interno di una struttura che ha una qualche regolarità, che poi però viene spezzata.

Le tre ragazze sono accomunate dallo stesso passo aggraziato e richiamano una figura classica, le tre grazie: il portare nella realtà urbana è un aspetto tipico della poetica del classicismo moderno. Le tre fanciulle sembrano però avere un'unica chioma, sono completamente indistinte al punto da sembrare "une e trine", dando vita a una figura mostruosa. Si tratta di

Una scena molto proiettiva: infatti attribuisce loro caratteri che non sa se sono veri (ex. vergini) e dettagli perturbanti (ex. capelli neri crespi, l'immagine bellica di aggressione della marcia militare). La grazia di prima sembra perdersi a favore della durezza del passo militare. Mentre la celebrazione della chioma femminile è tra i topoi della rappresentazione femminile in poesia, l'attenzione sui "piedini" rivela innanzitutto un certo feticismo e quindi una perversione erotica, e poi un carattere mostruoso. La verginità si accosta qui a qualcosa di minaccioso ( figura di Medusa). Siamo in presenza di un cortocircuito tra immaginario classicheggiante, paesaggio urbano e figura perturbante.

Le caratteristiche fondamentali della poesia di Campana sono un tendenziale verso liberismo, una logica del discorso frantumata fino all'asintassia e una scelta deliberata di una poesia oscura, che mette in campo un vissuto psichico turbato.

Tutto il mondo

È vedovo…], Amelia Rosselli Ancora in pieno 900 l'accesso delle donne alla cultura è evidentemente ostacolato, non tanto da motivi esterni, quanto un condizionamento nelle stesse donne, cioè quello che Bourdieu ha chiamato il dominio maschile, che agisce sulle donne condizionando la loro esistenza. Gli individui di sesso maschile sono orientati verso certi mestieri, mentre gli individui di sesso femminile sono orientati verso altri, soprattutto mestieri subordinati e di cura (ex. insegnanti, infermiere). La presenza delle donne, per quanto all'origine maggioritaria, si restringe sempre più man mano che si sale di livello (persino in ambiti che nella visione stereotipa collettiva sono tipicamente femminili): il dominio maschile si esercita anche nel campo della cultura in modo pervasivo per cui troviamo pochissime donne nel canone, non solo perché sono spesso gli uomini a fare il canone, ma anche perché sono incoraggiate sin da

piccole a non aspirare a campi esposti e assunzione di cariche e responsabilità. Rosselli si ribella al dominio maschile intanto per il semplice fatto di essere poetessa, ma anche facendo una poesia estremamente sperimentale, difficile e costruita. Quel che le ha consentito di esprimersi, oltre che il suo grande talento, è stato che lei venisse da una famiglia molto colta e in vista: era figlia e nipote di due famosi antifascisti, uccisi a Parigi quando lei era bambina, quindi era parte di una famiglia progressista. Ha anche una formazione culturale notevole, perché trasferendosi da piccola prima in Francia e poi in Inghilterra ha accesso a delle esperienze a cui la maggioranza non ha accesso. Come Campana, anche Rosselli è stata violentemente colpita dalla malattia mentale, ma l'associazione della poesia alla malattia mentale non significa che scrivono così perché sono disturbati psichicamente, ma per deliberate scelte di poetica. La loro

Poesia fa ovviamente i conti con il loro disagio esistenziale e il loro vissuto (quella della Rosselli era probabilmente una psicosischizoparanoide), ma le loro scelte espressive non possono essere ridotte a puro riflesso del disagio. Si tratta di un testo che lei chiamava "cubo", perché scrivendo nella macchina da scrivere le dimensioni di tutti i caratteri si equivalevano, per cui i versi avevano tutti la stessa lunghezza sul foglio e formavano una sorta di quadrato. Lei però parla di "cubo", come se ci fosse un'ulteriore dimensione. È una metrica per l'occhio, pensata visivamente. Con questo schema interferisce però un altro sistema di costruzione, cioè la ripresa di interi sintagmi, come nell'Invetriata di Campana, anche se qui è un fenomeno più sistematico; in più gli stessi sintagmi qui possono voler dire più cose, per cui coesistono una forza alla costanza e una forza alla variazione.

Il termine "vedovo" ci fa immediatamente pensare che sia morto qualcuno con cui la poetessa aveva una relazione sentimentale: la Rosselli non si è mai sposata, ma ha effettivamente avuto una relazione con un poeta, Rocco Scotellaro, la cui morte fu per lei talmente dura che dovette iniziare ad andare in analisi. Se è vero che questa persona è morta (mette in dubbio anche la morte), allora tutto il mondo è privo di senso, mentre prima il mondo era privo di senso se era vero che vedeva l'uomo che ama di fronte a sé (è assurdo perché lui è morto): la prima esperienza è un'allucinazione, un'esperienza delirante (= tipica esperienza psicotica la psicosi è la perdita del senso di sé e della realtà). La logica diurna viene totalmente messa in discussione e comporta una frattura nel linguaggio: non c'è solo un lavoro sul vissuto irrazionale, ma anche proprio sul linguaggio.

affinché dica cose non solo irrazionali ma anche ambigue. Rosselli rientra quindi in quella tradizione di forzatura del linguaggio poetico per fargli dire cose irrazionali.

“Tutto il mondo è vero se è vero che tu cammini ancora” significa che il mondo ha senso se l’amato è ancora presente in qualche modo, ma se lei si ostina a pensare che sia ancora vivo, non fa i conti con la realtà.

“Tutto il mondo è mio se è vero che tu non sei vivo ma solo una lanterna nei miei occhi obliqui” si riferisce al fatto che se lei non si sente padrona della sua vita e non riesce a dare da sola senso alla propria esistenza, si trova in una relazione di dipendenza, un rapporto ambivalente, che presenta cioè un’oscillazione non risolvibile di aspetti positivi (affezione) e aspetti negativi (ostilità). Questa è la poesia di una faticosa elaborazione del lutto, perché la loro è una relazione non

solo d'amore ma anche di dipendenza e quindi di ostilità. Secondo Freud, elaborare il lutto è proprio un lavoro psichico, perché la prima reazione è proprio di rifiuto; in questo processo bisogna accettare la scomparsa della persona amata ma anche conservarne qualcosa. La lanterna rappresenta una guida, attribuendo un ruolo positivo alla persona scomparsa, ma immaginandolo come qualcosa che è dentro di lei, per quanto la realtà rimanga faticosa da guardare. "Cieca rimasi dalla tua nascita" significa che la poetessa rimase abbagliata dalla nascita dell'amato, che va inteso o in senso metaforico da quando l'ha conosciuto (è un po' una forzatura), o, meglio, come il rapporto tra una madre e un figlio, il che è abbastanza comune, perché capita che in una relazione amorosa l'uno assuma un atteggiamento di cura e l'altro si infantilizzi. Pensando la relazione in questo modo, la partedominante nel rapporto è la donna, che non è un aspetto da sottovalutare, perché non capita spesso in letteratura (anche perché non ci sono tante testimonianze su come17 In un suo saggio, prendendo l'esempio di Van Gogh, Michel de Foucault
Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
43 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/10 Letteratura italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher AlessiaC18 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Fondamenti di analisi del testo letterario e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Pisa o del prof Donnarumma Raffaele.