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CLAUSOLE DI REVISIONE
CLAUSOLE DI HARDSHIP --> prevedono un maggior peso – diventa
più gravoso nel corso del tempo l’esecuzione di una prestazione. Sono
variamente orientate alla rideterminazione nel corso del tempo.
Vedi pagina 214.
Spesso nei contratti internazionali troviamo queste clausole con cui si
prevede la rideterminazione del contratto in presenza di fatti
sopravvenuti.
Rideterminazione che cosa significa? Significa che anche solo il fatto
di impegnarmi con questa clausola significa che faccio sorgere
un’obbligazione con oggetto la ricontrattualizzazione del medesimo
contratto. 58
Riflessioni:
- Clausola di hardship secca quando io ho una clausola di
rideterminazione che coinvolge due soggetti.
- Se io pensassi di coinvolgere una terza persona avremmo la figura
dell’ARBITRAGGIO.
- CONTRATTO PRELIMINARE: dal contratto preliminare sorge
un’obbligazione alla stipulazione del contratto. l contratto
preliminare che obbliga al futuro consenso posso farlo calzare per
questa ipotesi?
Si puo applicare il 1232 cc?
Puo esserci un giudice che fa una sentenza che tiene luogo di
contratto, come se la controparte non si presenta alla stipula del
definitivo?
Capitolo sesto: da pagina 197. Da pagina 204 – fino al
paragrafo 22.
Fino a 265 .
Martedì 22 novembre 2011
Caso 4:
Il comune di Ortisei deve rimborsare a Tizio le opere di urbanizzazione
che questi ha realizzato a proprie spese da liquidarsi secondo criteri
prestabiliti.
Tizio non avendo ricevuto dal comune alcun rimborso, decide di
convenire in giudizio il comune stesso, chiedendo la restituzione della
somma rivalutata in base alla svalutazione monetaria nel frattempo
occorsa.
Come può difendersi il comune?
Premessa: la traccia ha un termine improprio. È il termine restituzione
della somma. La domanda è: Tizio agisce nei confronti del comune
chiedendo la RESTITUZIONE della somma. Dalla traccia non emerge
però che vi è stata una previa consegna di una somma di denaro.
Sarebbe più corretto declinare la pretesa: Tizio non avendo ricevuto
dal comune alcuna somma, conviene in giudizio il comune chiedendo
il pagamento – il rimborso.
Individuiamo come prima cosa i fatti rilevanti -->
• Tizio e Comune sono i soggetti.
• L’attività è: realizzazione di opere di urbanizzazione.
• A proprie spese.
• Criteri prestabiliti.
Tizio e il comune si sono accordati.
Tizio realizza l’opera ma il comune non lo paga.
Tizio chiede il rimborso.
Rimborso è il termine corretto. 59
È il primo caso che introduce la materia OBBLIGAZIONI PECUNIARIE.
Pagine da 1 a 19 del manuale.
Il caso è: trovare la possibilità del comune di difendersi dal pagamento
della somma rivalutata.
Per la risoluzione dobbiamo distinguere tra:
- Debito di valuta. Sono soggetti al principio nominalistico di
cui all’art. 1277 del cc.
- Debito di valore. Non sono soggetti al principio nominalistico.
Per capire che cos’è un debito di valuta dobbiamo fare riferimento agli
interventi della dottrina e della giurisprudenza. Nel codice non
troviamo le espressioni debito di valuta e debito di valore.
Il debito pecuniario nominato nel codice è il debito di valuta: debito
avente per oggetto una somma di denaro.
Vediamo un altro articolo sulle obbligazioni pecuniarie.
Art. 1224 cc: danni nelle obbligazioni pecuniarie.
Parentesi sul concetto di interessi: si fa riferimento alle obbligazioni
pecuniarie e che producono interessi legali cioè interessi di pieno
diritto. Gli interessi possono essere distinti dal punto di vista della
funzione in:
- Corrispettivi: sono interessi di pieno diritto.
- Moratori: collegati al ritardo nell’adempimento di un obbligazione.
- Compensativi: per i contratti di scambio. Svolgono una funzione
compensativa delle prestazioni.
Articoli di riferimento per le obbligazioni pecuniarie: 1277 e 1224 cc.
La paternità della distinzione tra debito di valore e debito di valuta
spetta ad Ascarelli che disciplina lo statuto giudico della categoria
debiti di valuta.
Nelle obbligazioni pecuniarie si deve distinguere tra debito di valuta e
di valore.
La dottrina chiarisce la distinzione avendo riguardo delle differenti
funzioni del denaro.
Sentenze 15.
....
Io posso considerare un debito come debito di valuta perchè a me
creditore interessa ottenere una somma di denaro e NON un valore
che posso esprimere in termini monetari.
Possiamo dunque dire che:
Quando l’oggetto della prestazione è immediatamente identificabile in
termini monetari allora il debito è di valuta. 60
Quando il denaro permette di commisurare un valore non direttamente
esprimibile in moneta allora la prestazione ha per oggetto un debito di
valore.
Si guarda al momento del sorgere dell’obbligazione.
Per vedere quando un debito è di valuta devo vedere l'oggetto
dell’obbligazione.
L’opera della giurisprudenza riempie di contenuto la categoria:
- È debito di valuta quel debito che sin dal suo sorgere ha
per oggetto una somma di denaro espressa.
Es: Tizio è obbligato a dare 100.
L’obbligazione avente per oggetto quella somma di denaro è un debito
di valuta.
- Secondo ambito: ricomprendere le ipotesi in cui i debiti la cui
somma da corrispondere è determinabile in base ad un riterrò
preventivamente stabilito.
Serve un criterio di determinazione della somma di denaro oggetto
dell’obbligazione.
È un debito soggetto al principio nominalistico perchè è di valuta.
È il carattere di determinatezza di quantificazione della
somma dovuta che risulta decisivo.
- Ipotesi in cui la somma di denaro dovuta ricorre a
prescindere della sussistenza dei normali criteri di
determinabilità che condurrebbero ad identificare una
certa pecunia.
Quando?
Non ho dimenticato una certa pecunia. Non ho nemmeno un criterio
predeterminato che mi permette di individuare il quantum dovuto.
Come posso allora dire che è un debito di valuta.
L’interesse del creditore è sempre quello di ottenere una quantità di
denaro. Si guarda l’intrinseca natura pecuniaria del debito al
momento della sua genesi.
Queste sono i tre ambiti enucleati dalla giurisprudenza nella
sua evoluzione.
Se un debito nasce già determinato nel suo ammonitore è di natura
valutaria.
Quando non vi è un immediato riconoscimento del quantum bisogna
fare un procedimento di valutazione che permette di qualificare quel
debito come un debito di denaro: ci possono essere dei criteri
predeterminati oppure si guarda alla natura intrinseca del debito.
Riportiamo alcuni esempi:
La giurisprudenza è intervenuta a qualificare debiti di valuta i debiti
aventi per oggetto una somma di denaro. Commento giurisprudenziale
art. 1277 cc. 61
Sono debiti di valuta:
- Prezzo del contratto di compravendita.
- Restituzione della Oman ricevuta a titolo di somma o a titolo di
caparra.
- Credito dell'avvocato per gli onorari professionali.
- Credito avente per oggetto una somma di denaro percepita
indebitamente ai sensi del 2033 del cc.
Art. 2033 cc: indebito oggettivo – chi ha eseguito un pagamento non
dovuto ha diritto di ripetere ciò che ha pagato.
Inizialmente dalla lettura della traccia emerge l’utilizzo del termine
restituzione in via impropria.
Se tutto quello che abbiamo detto è chiaro (contenuto dell’obbligo di
valuta), come può difendersi il comune posto che nei suoi confronti è
stata fatta domanda:
- Di pagamento.
- Di rivalutazione monetaria.
Risoluzione del caso
Posto che la ricostruzione della prima risoluzione del caso prevede un
accordo tra tizio e caio. Il comune può eccepire la natura valutaria del
debito.
Quindi applicazione del principio nominalistico del debito di valuta -->
impedire la rivalutazione monetaria. Tizio verrà rimborsato ma non si
vedrà rivalutato il proprio debito.
La somma capitale è quello e non cambierà mai se è debito di valuta.
Siccome si applicano gli art. 1277 e seguenti cc --> possono applicarsi
gli interessi che sono quelli corrispettivi prima della mora e moratori
dopo la mora.
1282 cc: interessi corrispettivi.
1224 cc: interessi moratori.
Seconda possibilità di risoluzione del caso
Se invece proviamo a risolvere la traccia così come è formulata (senza
la correzione del termine).
Tizio vuole fare riferimento (con il verbo restituire) a un interesse
negativo.
Se non avessimo detto che tra tizio e il comune c’era un accordo: ha
senso la domanda di restituzione di una somma?
Quid iuris: in quale istituto giuridico collochiamo l’indebita pretesa?
Arricchimento ingiustificato – art. 2041 cc.
Art. 2042 cc – carattere sussidiario dell’azione.
Non è categoria omogenea rispetto all’indebito oggettivo:
- Perché si possa integrare arricchimento ingiustificato serve una
correlazione tra un arricchimento e una diminuzione patrimoniale.
62
- Il pagamento dell’indebito presuppone un pagamento. Pagamento
indica un adempimento di un debito che risulta essere
oggettivamente inesistente. L’arricchimento invece non
presuppone un’inesistente obbligazione sul piano oggettivo.
- L’art. 2033 e ss. prendono in considerazione un’azione finalizzata
alla ripetizione di quanto stato dato. Solo una cosa determinata può
rappresentare un non dovuto ex 2033 cc. Se c’è un'azione per la
ripetizione, non è un risarcimento del danno nei limiti dell’interesse
negativo – è un’indennità del depauperamento che si è subito.
Conclusione: laddove la fattispecie fosse inquadrabile in termini di
arricchimento ingiustificato si è parlato di indennizzo.
La giurisprudenza è intervenuta per configurare l’indennizzo e lo
configura come debito di valore. Assoggettabile a rivalutazione
monetaria.
Caso 5:
Tizio è debitore della somma di 20000 euro nei confronti di Caio e
decide di pagare il suo debito tramite assegno circolare.
Nonostante ciò, viene convenuto in giudizio da Caio per l’adempimento
del debito.
Tizio eccepisce di avere già estinto il suo debito per mezzo di assegno
circolare.
Può Caio pretendere l’adempimento in denaro contante?
Elementi rilevanti del caso:
- Tizio e Caio sono i soggetti.
- La prestazione è una prestazione di pagamento.
- Tizio adempie il debito con un assegno circolare --> NB
adempimento tramite assegno circolare.
- C