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I recettori per la modalità tattile e propriocettiva hanno: il terminale incapsulato,

assoni a grande diametro e mielinizzati e di conseguenza sono assoni che conducono il

potenziale d’azione a velocità elevata e quindi l’informazione tattile e propriocettiva

arrivano molto velocemente quindi se qualcosa tocca la mia pelle io lo percepisco

immediatamente

I recettori per la modalità termica e dolorifica hanno: il terminale è nudo, assoni più

sottili o addirittura non mielinizzati quindi in questo caso avremo una trasmissione più

lenta della trasmissione dolorifica in effetti se qualcuno si taglia prima sente il taglio e

poi il dolore.

I meccanocettori tattili: li attiva la pressione esercitata sulla pelle che la

 deforma, all’interno c’è il terminale che si deforma a sua volta e si aprono i

canali a controllo meccanico. Quindi ci sarà un ingresso di sodio,

depolarizzazione del terminale con un potenziale che sarà graduato in quanto

sono a controllo meccanico quindi più se ne aprono e più ci sarà

depolarizzazione ed è giusto che sia così perché permette di stabilire la

presenza del contatto e l’intensità. La capsula influenza come questi canali

vengono aperti modificando come lo stimolo meccanico arriva al terminale.

- Sulla pelle senza peli (pelle glabra) vi sono 4 tipi di recettori denominati con il

nome dei loro scopritori:

1) Recettori di Merkel (superficialmente)

2) Recettori di Meisner (superficialmente)

3) Recettori del Pacini (profondità)

4) Recettori del Ruffini (profondità)

I recettori superficiali sono quelli estremamente sensibili alle deformazioni della

pelle, delle creste e piccoli avvallamenti e in ciascuno di essi c’è una

terminazione nervosa che permette di avere una sensibilità tattile.

I recettori profondi per attivarsi hanno bisogno di stimoli che deformano più in

profondità affinché riesca ad attivare i recettori del Pacini o del Ruffini. Quindi se

si attivano loro avremo una sensazione di una forte deformazione della cute.

Ci sono due recettori superficiali e due profondi perché fra di loro c’è una

diversità ovvero i recettori profondi si dice che sono a rapido adattamento

(quando si applica uno stimolo meccanico il recettore del Pacini risponde, ma se

lo stimolo rimane li dopo un po’ il recettore del Pacini non risponde più, si adatta

rapidamente alla presenza dello stimolo, così pure il recettore del Meissner.

Mentre il recettore del Merkel e del Ruffini sono a lento adattamento cioè

continuano a rispondere in funzione della presenza di uno stimolo. Ecco perché

ce ne sono 4, possiamo avere:

superficiale a rapido adattamento (Meissner),

 superficiale a lento adattamento (Merkel),

 profondo a rapido adattamento (Pacini),

 profondo a lento adattamento (Ruffini).

- Nei bulbi piliferi ci sono dei meccanocettori a rapido adattamento, che hanno la

sensibilità che proviene dai peli.

I gangli delle radici dorsali hanno un loro campo recettivo: nei sistemi sensoriali i

neuroni si occupano di una parte del mondo esterno non di tutto. Il campo recettivo

sarà la zona di cute per cui se si ha uno stimolo si nota come il ganglio delle radici

dorsali si attiva e in genere questi campi recettivi sono di forma circolare

posizionati sulla nostra pelle. I campi recettivi sono porzioni circolari della

superficie esterna. Naturalmente lo stimolo darà una risposta proporzionale alla

cellula (a livello del terminale avrà un potenziale di recettore più o meno grande a

seconda dell’intensità dello stimolo, a livello della cellula del ganglio delle radici

dorsali, siccome ho il potenziale d’azione che sono tutto o nulla in cui non si può

cambiare l’ampiezza, verrà cambiata la frequenza quindi uno stimolo ad alta

intensità darà tanti potenziali d’azione, uno a bassa intensità ne darà pochi;

l’intensità dello stimolo sarà codificata dal numero/dalla frequenza dei potenziali

d’azione, quanti ne ho in un’unità di tempo piuttosto che dalla loro ampiezza che è

fissa.

I campi recettivi dei recettori superficiali saranno più piccoli di quelli profondi

perché essendo posti sulla superficie saranno molto specifici, mentre quelli

profondi risentono delle deformazioni che arrivano nelle zone circostanti. Quindi i

campi recettivi sulla pelle non sono uguali per tutti i recettori: quelli superficiali

hanno un campo recettivo piccolo, quelli profondi hanno un campo recettivo

grande. Inoltre la densità che si ha di recettori è diversa tra zona e zona: per

esempio sulla punta delle dita e sulle labbra (che sono l due zone di massima

sensibilità tattile) si ha un’altissima concentrazione di recettori tattili per cui

avremmo tantissimi recettori tattili superficiali (con campo recettivo piccolo)

addensati in queste zone e quindi saremo in grado di rilevare in modo molto

preciso dov’era la posizione dello stimolo (discorso analogo alla fovea nel sistema

visivo). L’acuita tattile è massima dove abbiamo maggiore concentrazione di

recettori superficiali con campo recettivo piccolo (sulla punta delle dita). Non solo

abbiamo una densità maggiore di recettori superficiali con campo piccolo, ma

anche il singolo recettore può avere un campo recettivo più grande o più piccolo a

seconda della posizione del corpo, infatti il Meissner per esempio che sono

superficiali a campo piccolo hanno il campo recettivo di 2 mm sulla punta del dito e

di 10 mm sul palmo della mano. Quello che rende massima l’acuità tattile sulla

punta delle dita in primo luogo il fatti che si ha una maggiore densità di recettori, e

poi perché i recettori hanno un campo recettivo più piccolo di quanto sarebbe in

altre parti del corpo. Maggiore è la densità dei recettori maggiore è l’acuità tattile.

Misurando il tempo di arrivo dello stimolo capisco che si ha un movimento intorno a

me e l’informazione viene integrata comparando i tempi di arrivo.

I propriocettori: la propriocezione ci da l’idea della nostra posizione nello spazio

 oltre la visione. Questa percezione è data dall’attività dei propriocettori. Questa

sensibilità è anche detta cinestesia. Questa proprietà è fondamentale per

controllare il movimento in simultanea e anche per la postura (il corpo si

oppone continuamente alla forza di gravità). I recettori per la propriocezione

sono:

Propriocettori dei fusi neuromuscolari: stanno nei muscoli, la fibra che

 proviene dalla cellula dei gangli delle radici dorsali è dentro una fibra

muscolare che non ha il compito di contrarre, non aiuta la forza del muscolo,

ma ha il solo compito di ospitare il terminale del ganglio della radice dorsale

e quindi far si che il terminale sia più o meno stirato a seconda di quanto è

lungo il muscolo e se viene stirato attiva i meccanocettori perché è uno

stimolo meccanico. Questi recettori ci segnalano la lunghezza del muscolo:

se il muscolo si allunga il propriocettore è completamente allungato e le fibre

danno una scarica alta; se invece il muscolo è contratto esso si accorcia

cambiando lo stiramento del fuso neuromuscolare e l’attività diminuisce. In

funzione dell’attività del fuso neuromuscolare posso sapere istante per

istante quanto è lungo ciascuno dei muscoli del mio corpo.

Recettori tendinei del Golgi: non sono posti nel muscolo ma nei tendini che

 connettono il muscolo con l’osso, il muscolo quando si contrae tira il tendine

il quale per il suo collegamento con l’osso fa leva e permette il movimento.

Quindi questi recettori recepiscono se il tendine è in tensione o non è in

tensione. Danno un ulteriore informazione: mentre i propriocettori davano

informazioni sulla lunghezza del muscolo, questi danno informazione sulla

tensione. Sono diverse perché

( Contrazione isometrica si ha quando il muscolo imprime una forza senza

risultati conseguenti: avremo un cambio di tensione sul tendine ma non di

lunghezza del muscolo, quindi si attiveranno i recettori tendinei del Golgi ma

non i propriocettori dei fusi neuromuscolari).

Recettori articolari: presenti nei punto in cui le ossa si articolano tra di loro,

 punti di contatto tra le ossa, ci danno l’idea di che angolo è presente tra 2

ossa.

La postura è regolata non solo dai propriocettori ma anche dai recettori

tattili. La propriocezione è importante per tutta la muscolatura che si è

evoluta per il linguaggio: noi non solo riusciamo a parlare grazie al cervello

che elabora il linguaggio, ma anche grazie all’apparato di muscoli che

permette di emettere suoni di tipo linguistico e per distinguere bene i suoni

che emettiamo.

I nocicettori: la nocicezione comprende gli stimoli dolorifici che sono sia

 meccanocettori che rispondono per stimolazioni meccaniche forti poco sensibili

molto precisi e hanno fibre ad alto diametro e sono responsabili del così detto

dolore veloce che riusciamo a localizzare oppure possono rispondere al danno

provocato all’interno del tessuto cioè della pelle e quindi sono chemiocettori. I

nocicettori termici sono recettori termici sensibili a stimoli estremi di caldo o

freddo perché entrano in gioco dei recettori la cui attivazione implica dolore. Sia

i meccanocettori che i termocettori di questa modalità rispondono a stimoli

estremi che portano al dolore

I termocettori: la frequenza di scarica dipende dalla temperatura, anche loro

 sono sensibili alla temperatura locale. Per temperature troppo alte sono attivi i

nocicettori termici provocando dolore. Ne abbiamo di due tipi: quelli per il

freddo e quelli per il caldo. L’intervallo di temperatura a cui è sensibile il

recettore determina il tipo di percezione che abbiamo.

TUTTO QUESTO RIGUARDA I RECETTORI DEL SISTEMA SOMATOSENSORIALE

Tutti i recettori hanno terminazioni diverse, caratteristiche diverse, ma tutti hanno in

comune il fatto che sono assoni dei neuroni dei gangli delle radici dorsali.

Dai gangli delle radici dorsali, la via si divide in due grandi sistemi fatti di fibre:

1) Il sistema delle colonne dorsali-lemnisco mediale: dette colonne dorsali perché

proprio nel midollo spinale sono degli assoni che decorrono dal basso verso

l’alto come una specie di colonna perché in fondo alla schiena avremo pochi

nervi che portano dentro gli assoni, ma più vado verso l’alto più gli assoni si

legano in un fascio unico insieme gli altri finché al livello del collo si formano dei

grandi fasci che comprendono tutti gli assoni che provengono dai

Dettagli
Publisher
A.A. 2013-2014
8 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/02 Psicobiologia e psicologia fisiologica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Lucrezia94 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Fondamenti anatomo-fisiologici dell'attività psichica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Pizzorusso Tommaso.