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PLASTICITA DELLE MAPPE SOMATOSENSORIALI:

Le mappe somatosensoriali sono rappresentazioni legate all’esperienza e quindi all’abitudine con cui usiamo un determinato

segmento corporeo (per esempio i violinisti hanno estesa la parte della mano destra). Se manca una parte del corpo si hanno

modificazioni. Anche modificando l’esperienza somatosensoriale per arricchimento o limitazione dell’esperienza, causiamo

modificazioni. Le regioni corticali della corteccia della scimmia si modificano in base all’esperienza. In una scimmia hanno tolto il

terzo dito. Si è scoperto che è l’area del dito amputato è stata invasa dalle rappresentazioni corticali delle aree vicine (dipende

dalle proiezioni talamo­corticali). La stessa cosa si può vedere legando chirurgicamente due dita e riducendo quindi l’esperienza

fisica dell’animale sperimentale. Le due dita risultano rappresentate in maniera indistinta. In esperimenti positivi, invece, si

aumenta la stimolazione in alcune dita e l’area si espande. Non sempre è conveniente che le informazioni relative a un segmento

sindrome dell’arto fantasma

corporeo scomparso rimangano. La si associa alla percezione dell’arto come se ci fosse e si hanno

sensazioni anche piuttosto dolorose. Si basa sul fatto che rimangono alcune rappresentazioni del segmento perso e l’invasione di

sindrome del

aree corticali vicine possono causare stimolazioni nell’arto che non ce più per stimolazione di aree vicine. Con la

pollice nella guancia, il paziente a cui è stato amputato il pollice sente toccare il pollice se gli toccano la guancia a causa della

plasticità corticale che causa una colonizzazione delle aree. Si verifica una corto­circuitazione.

Questi fenomeni sono stati studiati anche con neurotecniche: in un amputato mi aspetto che la rappresentazione corticale è

presente nell’emisfero ipsilaterale dell’arto amputato e che nell’altro in cui si è perso il segmento corporeo, la zona è stata invasa

dalle altre regioni circostanti. Il fenomeno dell’arto fantasma è modulabile e da informazioni multimodali e lo si dimostra con un

esperimento che utilizza la mirror box. È un marchingegno in cui infilo la mano e, per come esploro l’ambiente, da l’impressione di

avere l’atra mano che invece non c’è più (grazie alla presenza di uno specchio). I pazienti dicono di sentire la mano amputata per

esempio. Questa dimostrazione esacerba la sensazione dell’arto fantasma.

Per curare l’arto fantasma devo avere un modello di arto fantasma. Devo quindi vedere cosa succede in un essere vivente simile

all’uomo che abbia subito la perdita di un arto. La sindrome prevede che ci siano fenomeni illusori della percezione dell’arto che

non ce più e possono essere anche dolorosi. Presenti anche colonizzazioni da regioni vicine che creano un corto circuito per cui la

stimolazione di un segmento corporeo esistente evoca la sensazione su un segmento corporeo non più esistente.

Plasticità successiva a lesioni corticali:

Ci sono fenomeni di plasticità in S2 indotti da lesioni di S1: in un macaco hanno fatto una lesione completa di S1, eccetto il tronco.

Si chiedono come risponda s2. S2 ha una sua somatotopia come già visto prima. 24 ore dopo la lesione di S1, la regione di s2 non

risponde più a stimoli per nessuna classe di stimoli tattili.

La corteccia, anche senza la perdita di un segmento corporeo, attua la plasticità: per esempio la regione che risponde per stimoli

alla mano e che diventa silente, risponde a stimoli del piede. Il fenomeno delI’eminestesia è l’incapacità di dire che si e toccati

dall’esaminatore anche per stimoli tattili forti, si ha con lesioni , quasi sempre dell’emisfero dx. Negli esseri umani si presenta non

solo per lesioni di S1 ma anche di S2. Andando a fare delle lesioni in pazienti destri, la regione corticale si sovrapponeva in S2 e

nel giro corticale di destra.

Qualche hanno fa è stato dimostrato che si possono risvegliare temporaneamente le cortecce esterne a S1 e riportare

temporaneamente i pazienti a sentire i rispettivi stimoli tattili. Ciò è possibile se si stimola il sistema vestibolare tramite

stimolazione calorica­vestibolare. Questa stimolazione consiste nel mettere l’acqua fredda in un orecchio e inducendo quindi

sensazioni vertiginose e movimenti anomali oculari, simili a quando si hanno infiammazioni vestibolari. Stimolando le vie vestibolari

che proiettano al livello corticale in regioni somato­corticali quali l’insula, la regione pre­insulare e l’area S2.

Si vuol fare sparire l’eminestesia dopo aver dato questa stimolazione. La regione cerebro vascolare impegnava l’area s2. Il

paziente che non mostrava negligenza ma solo eminestesia, fu sottoposto a 12 scansioni PET in diverse situazioni quali il riposo,

riposo con stimolazione vestibolare, tatto e tatto con stimolazione vestibolare con lo scopo di vedere l’ interazione tra tatto e

vestibolare. Percepisce 100% degli stimoli tattili nella mano destra. Nella mano sinistra molto meno in numero variabile. A un certo

punto inizia la stimolazione vestibolare e, dal punto di vista comportamentale, il paziente si risveglia.

Oliver Sacks somministra L­dopa ai pazienti ma non è un sistema duraturo.

Il risveglio si associa a un risveglio corticale: alcuni stimoli possono raggiungere cortecce che non sono S1 e risvegliare alcune

aree quali : l’insula, il Putamen, la corteccia prefrontale ventrale destra.

LE ASIMMETRIE EMISFERICHE:

Sono presenti negli esseri umani. Una prima evidenza si è avuta nei pazienti con lesione cerebrale di natura vascolare quale

l’ictus. Hanno preso 150 pazienti con lesioni a dx e 150 a sx e si voleva vedere l’eminestesia nei pazienti con lesioni lateralizzate.

Si confrontano e sia l’eminaupsia ( perdita visiva in metà campo visivo)che l’eminestesia sono più frequenti per lesioni emisferiche

a dx asimmetria.

L’area S2 si attiva in entrambi i lati poiché contiene neuroni bilaterali. Se ho lesione a sinistra e stimolo a destra non passa

l’eminestesia, ma se ho una lesione a destra e stimolo a sinistra passa. Allora in un esperimento si è provato a stimolare a sinistra

per una lesione a sinistra. Ci sono dei risvegli.

L’eminestesia alle lesioni dx è in parte legata a fenomeni attenzionali.

somatoparemia

La fa si che persone non riconoscano come loro un arto.

Un altro per cui i pazienti paralizzati sono convinti di non esserlo. Tutti questi entrano nella sindrome della negligenza laterale

(neglet) per cui non rappresenta la metà di destra delle cose.

IL DOLORE:

Il dolore è una percezione specifica che sappiamo riconoscere e può essere diviso in componenti acute o croniche. Deriva da

stimolazioni specifiche di vie neurali specifiche. Quali sono le stimolazioni?

Nel caso di un ago che trafigge la pelle, il danno tessutale fa si che si liberino nei tessuti delle sostanze: bradichinina, istamina

(reazioni allergiche), potassio, etc. queste sostanze sono in grado di depolarizzare i neuroni particolari.

Possono esserci anche fenomeni di rinforzo dei neuroni, quando i capillari rilasciano la sostanza P.

Tutto ciò fa si che vengano stimolati i neuroni speciali che proiettano a regioni speciali quali le porzioni posteriori della sostanza

grigia del midollo spinale: la sostanza gelatinosa di Rolando per esempio.

La via del dolore, codifica il dolore in due componenti:

− con una componente rapida che si attiva in seguito alla attivazione di fibre mielinizzate. È il primo dolore, per esempio

causato dallo sbattere il piede contro uno spigolo.

− con un secondo dolore dovuto a fibre a mieliniche, che causa il perdurare del dolore.

Queste informazioni si controllano a livello del midollo spinale e per arrivare alla nostra attenzione devono raggiungere la corteccia.

Come?

Le informazioni dal midollo salgono attraverso i fasci spino­talamici i cui assoni deflussano direttamente nel midollo spinale (a

differenza di ciò che succede per il tatto). Questo porta all’avere strane sindromi in presenza di lesioni dell’emimidollo. Una lesione

del midollo a sinistra non permette il tatto; una lesione a destra fa perdere la sensibilità termica dolorifica.

dolore viscerale.

Oltre al dolore somatico esiste il

Nel dolore viscerale non c’è una percezione della localizzazione definita. Un dolore prostatico si identifica col male alla parte

anteriore della gamba; un dolore cardiaco si manifesta con il male al braccio. Ciò perché vi è una convergenza tra le informazioni

dei visceri su rappresentazioni della superfice corporea a generare i dolori riferiti. I visceri, infatti, sono innervati da terminazioni

dolorifiche ma non hanno una proiezioni privata, ma tendono a convergere in neuroni che vanno a innervare la superfice cutanea.

Ci sono alcuni dolori riferiti tipici: esofageo (intorno alla regione toracica), cardiaco, stomaco (dolore sordo profondo in regione

epigastrica e lo stesso per il fegato), intestinale (intorno a l’ombelico), renale (dolore più alto), prostatico.

Dal midollo spinale o tronco encefalico, le vie dolorifiche, proiettano alla sostanza reticolare (con risposte emodinamiche),

raggiungono il talamo e arrivano alle proiezioni corticali. Le proiezioni talamiche possono essere o ai nuclei intralaminari o al

complesso ventro­posteriore. Già i livelli sottocorticali hanno meccanismi di controllo del dolore. Esistono diversi meccanismi:

cancello chiuso del dolore.

Il primo meccanismo di controllo del dolore, è quello del Questa è la motivazione sul perché

1. strofinare

lo la ferita attutisca il dolore. Perché? Le fibre somatosensoriali stimolate dallo sfregamento convergono

attivando degli inibitori nella sostanza gelatinosa che riducono l’attività del neurone nella parte dolorifica (inibiscono quindi

la via del dolore).

Meccanismi di controllo sovraspinale che derivano da strutture del grigio periacquedottale (nuclei propri del tronco

2. encefalico), il quale proietta verso i nuclei del Rape (serotonina) e proiettano verso il basso rilasciando la serotonina che

modula inibendo e riduce la quantità di informazioni in salita. Questo spiega l’effetto antidolorifico degli antidepressivi.

Meccanismi legati a processi corticali, quali i fenomeni cognitivi o tecniche particolari volte a isolare la parte effettrice da

3. quella affettiva del dolore.

La tecnica dell’ipnosi è in grado di modulare la percezione del dolore. Funzione riducendo non l’intensità del dolore, ma la

spiacevolezza del dolore. Hanno stimolato dei pazienti sotto ipnosi e non sotto ipnosi e hanno chiesto loro la

spiacevolezza e il dolore che provavano: le componenti che coinvolgono il cingolo diventavano meno intense durante la

condizione ipnotica. L’area somatica rimane comunque attiva.

A testimonianza vi

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Publisher
A.A. 2013-2014
6 pagine
1 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/02 Psicobiologia e psicologia fisiologica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher IreneLam di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Fondamenti anatomo-fisiologici dell'attività psichica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano - Bicocca o del prof Paulesu Eraldo.