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Effetto della tassazione di tipo flat sulla offerta di lavoro
Una riduzione delle aliquote porta delle conseguenze sui comportamenti economici dei contribuenti. Si possono individuare principalmente due effetti di segno opposto: un effetto di sostituzione e un effetto di reddito.
L'effetto di sostituzione, in ottica di decremento dell'imposta, rende più conveniente sostituire il tempo libero con più lavoro. Infatti, con un calo dell'imposta, ogni ora di lavoro rende di più, accrescendo l'incentivo per i contribuenti a lavorare.
L'effetto di sostituzione dipende dall'aliquota marginale, per cui una riduzione delle aliquote potrebbe incentivare una maggiore offerta di lavoro.
che quantifica la convenienza dello sforzo aggiuntivo (più diminuisce l'aliquota marginale, più guadagno lavorando e quindi più voglio lavorare). Partendo dal presupposto che i contribuenti vedono il tempo libero come un "bene normale", l'effetto diretto suggerisce che all'aumentare del reddito cresca la propensione a "consumare" più tempo libero. Infatti, se a parità di ore di lavoro il reddito disponibile cresce (perché devo pagare imposte più basse), si potrebbe desiderare di ridurre il tempo passato a lavorare (guadagnando come prima ma con più tempo libero). Dati questi due effetti contrastanti, il passaggio a una flat tax avrebbe un effetto ambiguo sulla offerta di lavoro. Una riduzione delle imposte dovuta a una tassa piatta produce effetti anche sulla crescita economica del paese. In questo caso dobbiamo distinguere gli effetti di breve periodo, da quelli di lungo periodo. Nel breveperiodo unariduzione della pressione fiscale lascia più soldi nelle tasche delle famiglie estimola la domanda aggregata. Considerando però che tutte le fasce dipopolazione beneficiano dell'alleggerimento della pressione fiscale, sono icontribuenti benestanti a beneficiarne in modo maggiore (in presenza ditassazione progressiva avrebbero pagato imposte molto elevate), mentre icontribuenti più poveri ne traggono un beneficio ridotto. Seguendo questalogica l'economia subisce una spinta positiva, dal momento che c'è più capitalein circolazione, ma gli effetti reali non sono tali e lo stimolo all'economiapotrebbe essere basso. Infatti, se si vuole stimolare la domanda in modoconsistente, i tagli fiscali dovrebbero essere indirizzati alle famiglie con bassoreddito, perché sono proprio queste che hanno una propensione al consumomaggiore: se viene lasciato un euro in più a una famiglia con un reddito mediobasso, questoeuro verrà molto probabilmente speso aumentando la domanda aggregata, mentre una famiglia ricca (con minor propensione al consumo) tende a risparmiarlo. Nel lungo periodo gli effetti di una flat tax rimangono ambigui. L’economista Arthur Laffer avanza però una teoria basata su una curva che prende il suo nome: Curva di Laffer. Questa curva giace sugli assi cartesiani che vedono sulle ordinate il gettito d’imposta e sulle ascisse l’aliquota media.