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(I) (II)
e agitando bene in modo da aumentare la superficie di contatto tra i due liquidi, si avrà che alcune
moli di soluto passeranno dal solvente I al solvente II. Indicando con Y le moli che sono passate,
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[ ] [ ]
avremo che e che , quindi . Eliminando il
solvente II arricchito di soluto e ripetendo il ciclo, si ha che un ulteriore numero di moli Y viene
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ricavata dalla formula inversa della K che per la seconda estrazione diventa e quindi
d
( ) . Generalizzando per un numero n-esimo di estrazioni avremo
( ) .
Composizione e conservazione delle droghe
I fattori artificiali che influenzano la qualità delle droghe sono la raccolta, la conservazione e le
alterazioni. Queste ultime, in particolare, possono essere dovute all’invecchiamento, agli enzimi o
spontanee. L’identificazione della pianta è fondamentale e avviene attraverso denominazione con
nome botanico e nome scientifico. Durante la sua vita, la pianta attraversa il cosiddetto tempo
balsamico, ovvero un periodo dell’anno in cui si ha la concentrazione più alta di principi attivi. Per
cui, tale periodo, risulta indicato per la raccolta della droga. Il tempo balsamico varia a seconda di
diversi fattori e, durante ciò, la percentuale di principi attivi è talmente diversa da determinare gli
effetti terapeutici e/o tossici. Per questo motivo, non basta misurare la quantità di principi attivi
ma bisogna anche conoscere quelli presenti. La variabilità del tempo balsamico dipende da fattori
endogeni ed esogeni: tra i fattori endogeni non genetici ci sono l’età e stadio di sviluppo, tra quelli
endogeni genetici ci sono la selezione, l’ibridizzazione, la mutazione e la poliploidia. Tra i fattori
esogeni ci sono i fattori ambientali, come altitudine, latitudine, suolo, clima, luce, temperatura ed
altri organismi presenti. Il tempo balsamico, e quindi la raccolta, varia a seconda della parte della
pianta che si vuole raccogliere: radici, rizomi, tuberi e bulbi si raccolgono durante il riposo
vegetativo, in tardo autunno. Le cortecce, invece, si raccolgono in primavera. Le foglie si
raccolgono prima che la pianta fiorisca, ovvero in primavera inoltrata. Le gemme si raccolgono
prima che si schiudano, a inizio primavera. Le erbe prima o durante la fioritura. I fiori si raccolgono
prima che siano completamente sbocciati. I frutti si raccolgono a completa maturazione, i semi si
raccolgono prima della caduta spontanea.
Immediatamente dopo la raccolta, bisogna utilizzare delle tecniche di conservazione, in modo da
evitare la degradazione delle sostanze interessate da parte di ossidazioni spontanee e di
microrganismi decompositori, come ad esempio i saprofiti. Queste degradazioni sono causate
dell’acqua ancora presente nei tessuti e sono accelerate da umidità e calore. È importante
prevenirne la comparsa in quanto si ha la formazione di sostanze non presenti naturalmente nella
pianta che possono avere effetti tossici sull’uomo, nonché la presenta di tossine batteriche. Per
ridurre al minimo la degradazione bisogna seguire alcune regole: l’essicazione deve avvenire il
prima possibile dopo la raccolta e, possibilmente, la coltura non deve essere irrigata la settimana
prima della raccolta (in modo da ridurre il contenuto di acqua). La raccolta va fatta evitando di
rovinare la pianta e, quindi, durante la lavorazione, vanno evitati i processi violenti. Le droghe
vengono, nella maggior parte dei casi, essiccate in modo da non essere costretti a doverle
utilizzare in tempi brevi. Durante questa fase, si cerca di eliminare la maggiore quantità di acqua,
evitando però l’alterazione delle sostanze presenti. Le piante contenenti molta acqua vengono
ridotte in trucioli, in modo da avere un’eliminazione di acqua più veloce. Il processo viene svolto
ponendo la droga su strati sottili e in ambienti ventilati in modo da favorire l’allontanamento
dell’acqua, inoltre per evitare la degradazione dei componenti da parte dei raggi solari, si
preferisce svolgerlo all’ombra. A livello industriale si utilizzano dei forni ventilati.
Le tecniche di estrazione
Dopo l’essiccamento, è necessario porre la sostanza essiccata in un luogo asciutto e coperto, in
modo da allontanare eventuali sostanze indesiderate e da avere i principi attivi in una forma più
facile da utilizzare. I modi per preparare una droga sono la distillazione con acqua, la distillazione
con alcol, la polverizzazione e l’estrazione solido-liquido. Le estrazioni solido-liquido si basano sul
fatto che immergendo un miscuglio solido in un liquido, il liquido inizierà ad arricchirsi di sostanze
chimicamente affini, secondo la legge del simile scioglie simile. Inoltre, per diminuire il tempo di
estrazione, si tende ad aumentare la temperatura del liquido e/o ad aumentare la superficie del
solido polverizzandolo.
I processi estrattivi utilizzati sono i seguenti: macerazione, infusione, decozione, spremitura,
percolazione, distillazione con acqua, estrazione Soxhlet, estrazione ad ultrasuoni, estrazione
con CO supercritica, estrazione con ASE, naviglio estrattore o estrattore rapido solido-liquido
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dinamico ed enfleurage.
Macerazione : è la tecnica più semplice ed economica; per questo motivo è molto diffusa. Viene
condotta a temperatura ambiente, per cui non si ha alterazione di sostanze termodegradabili.
Tuttavia ciò comporta un allungamento del tempo di estrazione che rende il processo impossibile
da applicare ai vegetali in acqua in quanto si andrebbe incontro a putrefazione. Visto che questa
tecnica si basa sulla diffusione, per evitare la soprassaturazione del liquido estraente nelle
immediate vicinanze del solido (con inevitabile allungamento del processo), è necessario
periodicamente agitare il sistema.
Infusione
: in questo processo la droga viene sminuzzata e pestata, successivamente viene messa
in un recipiente dove si versa dell’acqua bollente, la si lascia riposare dai 5 ai 20 minuti e, infine, si
filtra con un colino avendo cura di spremere i residui vegetali.
Decozione : la droga viene sminuzzata e pestata, facendo macerare per qualche ora in acqua a
temperatura ambiente. In secondo luogo, si fa bollire per 10-20 minuti, infine si filtra con un colino
e si spremono i residui vegetali.
Spremitura
: questo processo è utilizzato per droghe da essenza che contengono gli oli essenziali
nelle cellule superficiali, i quali verrebbero degradati da un’estrazione a caldo. La scorza, o
epicarpo, viene messa in dei sacchetti composti da un materiale fibroso e, in seguito, pressata in
dei torchi i quali causando elevate pressioni porteranno alla rottura delle cellule oleifere,
consentendo l’uscita degli oli essenziali che verranno, poi, filtrati.
Percolazione : la droga viene messa in dei cilindri di acciaio capaci di contenere svariate
tonnellate di materiale e che costituiscono una colonna percolatrice dove viene fatto passare il
liquido estraente. Il liquido viene fatto ricircolare più e più volte in modo da aumentare la resa.
Inoltre è possibile aumentare la temperatura per avere una maggiore efficienza estrattiva facendo,
però, attenzione a non degradare alcune sostanze contenute.
L’efficienza non è particolarmente alta, ma essendo un processo molto veloce, e visto che si
impiegano tonnellate di droga, consente di ottenere grandi quantità di estratto in poco tempo.
Distillazione con acqua : si utilizza per estrarre dei principi attivi volatili che si degraderebbero
con una normale distillazione. In altre parole, queste sostanze si degradano prima del loro punto
di ebollizione e, per questo, si utilizza il miscuglio acqua-principio attivo che ha un punto di
ebollizione minore del principio attivo puro. Il vapore viene fatto passare attraverso la droga
contenuta in un recipiente chiuso in modo da favorire l’estrazione ed ottenere una miscela
gassosa di vapore e componenti volatili dell’olio. Questo viene, poi, fatto passare in un
condensatore, in modo da diventare liquido e, quindi, separando le sostanze essenziali (idrolati)
che si stratificano tra olio e acqua.
L’estrazione in corrente di vapore viene svolta con droghe fresche, poiché, altrimenti, si possono
verificare fermentazioni a danno delle sostanze essenziali. Nella maggior parte dei casi, gli oli
essenziali sono contenuti in dei canali, per cui è necessario pestare la droga in modo da farli
fuoriuscire per aumentare l’estrazione. In particolare, nel caso in cui l’olio essenziale sia contenuto
nei peli ghiandolari superficiali, si hanno rese maggiori mantenendo integra la droga.
Estrattore Soxhlet : è utilizzato per estrarre sostanze poco volatili come resine e oli pesanti. È
composto da un pallone contenente il solvente che viene riscaldato, quindi i vapori del solvente
riscaldato risalgono una conduttura di baypass e arrivano al condensatore dove ritornano in forma
liquida e ricadono dritti non passando dalla conduttura di baypass. Si arriva, quindi, ad un ditale
poroso dove è posta la droga e dove avviene l’estrazione. Man mano che il solvente ricade, il
livello di liquido si alza finché non arriva al livello massimo imposto da un sifone che si trova allo
stesso punto del ditale. Si ha così la caduta del solvente arricchito di soluto nel pallone di partenza.
È da notare che questo metodo è più efficiente della decozione e dell’infusione perché ogni volta
la droga viene a contatto con solvente puro, dal momento che il soluto non evapora, mantenendo,
anche dopo molti cicli, la propria capacità estrattiva.
Estrazione ad ultrasuoni : in un liquido esposto ad ultrasuoni si generano delle piccole bolle
causate dalla pressione negativa dovuta alle onde sonore (cavitazione). Quando queste bolle si
formano in una porzione di liquido che era penetrata dentro le cellule essenziali della droga, si ha
la rottura della stessa. Inoltre, si denota un leggero riscaldamento, portando ad una estrazione per
diffusione.
Estrazione con CO supercritica : secondo il diagramma di stato della CO , oltre i 37,7 °C e 68
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atm, la CO si trova nella fase supercritica, ovvero nel punto in cui non si ha la distinzione tra fase
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liquida e fase gassosa. La CO supercritica si produce comprimendo il gas mediante una pompa
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facendolo poi passare in un riscaldatore. Dal momento che la CO è una molecola apolare, è un
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buon solvente per le molecola apolari. Pertanto, questo processo è molto utilizzato perché ha una
buona capacità estrattiva, è inodore, non è tossico, non danneggia l’ambiente, ha una
temperatura molto vicina a quella ambiente (quindi non si ha il degrado delle molecole
termosensibili), è poco costosa, non è a rischio esplosione, il processo di allontanamento della CO 2
avviene facilmente e, infine, si può recuperare lo stesso gas e utilizzarlo nuovamente.
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