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INVECCHIAMENTO
Sarcopenia: processo irreversibile di riduzione muscolare con declino funzionale
nel tempo amplificato principalmente da sedentarietà e malnutrizione.
Fattori legati all’invecchiamento:
1) Atrofia muscolare: perdita di massa magra che avviene soprattutto negli uomini.
8% ogni decade tra 40 e 70 anni, 15% ogni decade dopo i 70 anni.
- Riduzione di unità motorie: causata dalla degenerazione neuromuscolare. Le
unità motorie variano morfologia e tassi di attivazione.
- Riduzione della sezione trasversale del muscolo scheletrico: causata dalla
diminuzione di dimensione e numero delle fibre (inizia sui 30 anni). Le fibre di
tipo II (veloci) si riducono maggiormente rispetto alle fibre di tipo I.
- Riduzione sintesi proteica (miosina a catena pesante e proteine mitocondriali):
l’atrofia muscolari dipende dal calo della sintesi, non dalla perdita di proteine.
- Riduzione della produzione ormonale: sopratutto ormoni anabolizzanti (GH, IGF-
I, testosterone).
2) Riduzione di forza e potenza muscolare: la potenza cala più rapidamente.
- Forza isometrica, concentrica ed eccentrica calano dai 40 anni e tale tendenza
accelera dopo i 70 anni.
- Minor attivazione dei gruppi muscolari antagonisti.
3) Aumento di massa grassa: può causare dismetabolismo (diabete di tipo 2).
4) Alterazione della termoregolazione: intolleranza al freddo e al caldo.
5) Osteoporosi: decorso silente, progressivo e asintomatico.
6) Cadute (fratture): negli over 80 è un alto fattore di rischio. Il rischio di caduta si
riduce svolgendo attività fisica regolare (2-3 volte a settimana).
7) Inattività: bisogna limitare o evitare l’allettamento. Nel piano di assistenza alle
persone anziane ospedalizzate (sopratutto se allettate) deve essere compreso un
programma di intervento precoce basato sulla terapia fisica personalizzata.
CUORE e INVECCHIAMENTO:
- Aumento dello spessore del ventricolo sinistro: aumenta la resistenza all’eiezione
ventricolare sinistra a causa della maggiore rigidità arteriosa.
- Calo di gittata cardiaca, gittata sistolica e Fc max. Per migliorare l’efficienza fisica
di un anziano non si lavora sull’aumento della Fc, ma sulla durata dell’attività
(lavoro di capillarizzazione).
- Calo progressivo delle capacità di adattamento ad una certa intensità di stress.
- Deposizione lipidica: causa la calcificazione della valvola mitrale e aortica.
- Calo di sensibilità delle catecolamine durante lo sforzo. Il cuore modula il rilascio
di catecolamine a seconda dell’intensità ed delle emozioni, ma nell’anziano il
rilascio è alterato, quindi può esserci un esubero di catecolamine durante
un’attività ad alta intensità.
- Calo degli enzimi tra le fibre muscolari sopratutto l’enzima lattico-deidrogenasi.
Si riduce la tolleranza al lattato e la capacità del cuore di lavorare in condizioni
ipossiche (anaerobiosi). Aumenta la rigidità durante la contrazione del cuore.
VO e INVECCHIAMENTO:
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Un giovane per svolgere le attività quotidiane necessita di una bassa capacità
aerobica. Invecchiando, per svolgere le stesse attività, si ha un maggiore consumo
di O . Un buon livello di fitness aerobica negli anziani è più importante che nei
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giovani perché negli anziani, le riserve funzionali conferiscono autonomia.
Declino VO max:
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- Il VO max declina con l’età sopratutto negli uomini (10% ogni decade).
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- La velocità del declino aumenta per i sedentari/obesi e dopo i 70 anni.
- Un soggetto allenato ha un minor declino rispetto ad un sedentario, ma verso gli
80 anni questo gap si riduce.
- La velocità di declino è parallela tra atleti e sedentari, infatti gli atleti non possono
mantenere gli stessi carichi di lavoro aerobico.
Il 2° grafico mostra il limite dell’autosufficienza (15 ml/Kg/min) al di sotto del quale
si riduce la propria autonomia. Un allenamento volto al miglioramento della potenza
aerobica può aumentare in poco tempo il VO di almeno il 20%.
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5 livelli di efficienza fisica a seconda del livello di allenamento aerobico:
1) Atleti alta intensità 2) Atleti-fitness 3) Atleti che hanno interrotto l’allenamento
4) Non-atleti allenati 5) Non allenati
Negli atleti alta intensità e atleti-fitness, il declino del VO è più lento.
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STUDI LONGITUDINALI: osservano i cambiamenti nel tempo (giovane -> anziano).
STUDI TRASVERSALI: benefici degli atleti anziani rispetto agli anziani sedentari.
1) Miglior composizione corporea:
- Maggior massa magra: previene osteoporosi ed eventuali cadute.
- Minor accumulo di grasso: si riduce l’insulino-resistenza.
- Maggiore densità minerale ossea nei punti sollecitati dal carico.
- Articolazioni più resistenti ai processi ossidativi e all’affaticamento.
2) Maggiore gittata cardiaca sotto sforzo e maggiore VO max
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3) Minor stress cardiovascolare e metabolico.
ALLENAMENTO di RESISTENZA per L’INVECCHIAMENTO:
Gli effetti dell’allenamento sono a lungo termine e si possono ottenere con intensità
minori rispetto a quelle richieste ai giovani. Nella prescrizione di esercizi aerobici
per gli anziani, è preferibile misurare il picco di Fc effettivo, perchè spesso
assumono farmaci che influenzano la Fc.
ALLENAMENTO di FORZA per L’INVECCHIAMENTO:
- Aumento di forza più rilevante con protocolli basati su 1 RM o 3 RM rispetto a
sforzi isometrici e isocinetici.
- Gli adattamenti di forza dipendono da: sesso, età, durata dell’allenamento e
gruppo muscolare sollecitato. Nell’anziano, gli effetti benefici dell’esercizio hanno
specificità limitata al compito motorio prescelto per l’esercizio stesso.
- Aumento di potenza equiparabile o maggiore all’aumento della forza.
- Miglior qualità muscolare: forza e potenza per singola unità di volume muscolare.
- Ridotta risposta ipertrofica.
- Aumento di creatinfosfato del 20-75% in base al tipo di allenamento di forza.
1° studio: svolto su mille adulti per valutare le relazioni tra disturbi nella potenza,
forza e mobilità. Ha confermato come il declino della potenza muscolare degli arti
inferiori (più del declino della forza), condiziona negativamente la mobilità degli
over 70. Sono da preferire allenamenti orientati sull’incremento di forza e potenza.
L’allenamento di resistenza aumenta la forza muscolare riducendo il carico
sull’apparato cardio-respiratorio.
- Protocollo di allenamento: rafforzamento muscolare con esercizi con carico di
pesi progressivo (8-10 esercizi multiarticolari da 8-12 ripetizioni) con 48 ore di
riposo tra le sessioni.
2° studio (evidenzia il dosaggio): 12 soggetti sani (età 60-72 anni) hanno
partecipato ad un programma di allenamento per la forza di 12 settimane (3 serie
da 8 ripetizioni per 3 volte a settimane all’80% della 1 RM) per estensori e flessori
del ginocchio. Sono stati valutati prima e dopo le 12 settimane di allenamento.
Lo studio ha mostrato un progressivo aumento della forza negli estensori (107 %)
e flessori (226%). La coscia ha mostrato un aumento della sua superficie totale
(5%), dell’area muscolare totale (11%) e dell’area quadricipitale (9%).
FORZA (massima, resistente, potenza e ipertrofia): espressione della velocità
d’esecuzione e dell’angolo di lavoro. Si divide in:
- Forza generale: forza di tutti i gruppi muscolari indipendente dallo sport praticato.
- Forza speciale: forza dei gruppi muscolari coinvolti in un certo gesto sportivo.
RELAZIONE FORZA-VELOCITA’ (grafico di Hill):
La velocità è inversamente proporzionale alla forza. Alla velocità massima, la forza
è 0, mentre a velocità 0 la forza è molto elevata.
FATTORI BIOMECCANICI della FORZA UMANA
- Controllo nervoso: permette di raggiungere l’aumento della forza tramite
l’adattamento neurale.
- Sezione trasversa del muscolo: un suo aumento causa un aumento della
capillarizzazione (migliore flusso ematico, consumo e trasporto di O ).
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- Disposizione delle fibre muscolari e lunghezza muscolare.
- Angolo articolare.
- Velocità angolare dell’articolazione e velocità di contrazione muscolare.
- Rapporto forza/massa.
ADATTAMENTO NEURALE: stimolare il muscolo con determinati carichi facendo si
che ci sia una risposta a livello nervoso. L’aumento della forza dipende da:
- Sincronizzazione e reclutamento di unità motorie supplementari.
- Inibizione autogena del sistema neuromuscolare (inibisce la risposta o lo stimolo
eccessivo)
- Co-attivazione dei muscoli agonisti-antagonisti.
- Rate-coding: modulazione della frequenza di scarica delle unità motorie.
TIPI di IPERTROFIA:
1) Ipertrofia temporanea: gonfiore legato alla singola sessione di allenamento.
Deriva dall’accumulo dei fluidi negli spazi interstiziali del muscolo.
2) Ipertrofia permanente: aumento di volume muscolare dopo un lungo periodo di
allenamento con sovraccarichi. Dipende da:
- Ipertrofia: aumento di volume delle cellule che formano un tessuto o un organo.
- Iperplasia: aumento di numero delle cellule che formano un tessuto o un organo.
Le genesi di nuove fibre muscolari dipende da cellule satellite (cellule staminali
miogeniche) che vengono attivate in seguito a lesioni muscolari.
Ipertrofia delle fibre: è determinata da:
- Incremento di miofibrille, sarcoplasma e tessuto connettivo.
- Aumento del numero di filamenti di actina e miosina (sintesi proteica).
TIPI di CONTRAZIONE:
1) Isotonica: il muscolo subisce accorciamento o allungamento esprimendo la
stessa tensione per l’intera durata della contrazione. Durante una flesso-estensione
con sovraccarico, non si ha mai un’espressione di forza uguale in tutti gli angoli di
lavoro, ma è variabile.
- Concentrica (positiva): il muscolo si accorcia sviluppando tensione.
- Eccentrica (negativa): il muscolo si allunga sviluppando tensione. Il muscolo si
oppone ad una resistenza maggiore di quella che è in grado di contrastare.
2) Isocinetica: il muscolo sviluppa la massima tensione per tutto il range di
movimento accorciandosi a velocità angolare costante (tensione variabile).
3) Isometrica: aumenta la tensione nel muscolo senza causarne accorciamento o
allungamento. La tensione muscolare prodotta è uguale alla resistenza applicata.
4) Eterotonicometrica: la tensione espressa dal muscolo cambia a seconda degli
angoli di lavoro durante il range di movimento. Durante questa contrazione, il
muscolo subisce accorciamento o allungamento.
5) Pliometrica: contrazione concentrica esplosiva, preceduta da una contrazione
eccentrica. Sfrutta la forza generata dalla contrazione concentrica e l'energia
elasti