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TIRATE AL MENTO CON BILNACIERE
La tirata al mento va a sollecitare il deltoide in toto, trapezio, bicipiti e muscoli
dell’avambraccio. In particolare è uno di quegli esercizi multiarticolari che può avere
risultati importanti anche nella parte inferiore del corpo come glutei, sacro-lombari
e addominali. In questo esercizio è fondamentale il controllo della fascia addominale per
non gravare sulla zona lombare della schiena e anche il giusto appoggio dei piedi a terra.
Durante tutta la fase concentrica (o positiva, cioè durante la fase in cui il bilanciere viene
tirato verso l’alto), tenere sempre i gomiti ad un’altezza superiore rispetto ai polsi. Ritornare
alla posizione di partenza in maniera lenta e precisa, controllando il bilanciere nella fase
discendente (questa fase, detta eccentrica o negativa, dovrebbe avere durata almeno uguale
a quella della fase concentrica). Tradizionalmente, si ritiene che con un’impugnatura più
stretta si ponga maggiore enfasi sulla stimolazione della porzione superiore del
muscolo trapezio, mentre un’impugnatura più larga stimoli maggiormente i fasci del
muscolo deltoide (soprattutto il fascio medio e il posteriore) rispetto al trapezio. Inoltre la
presa larga è meno traumatica e permette di utilizzare carichi superiori.
N.B. Esercizio da evitare per chi ha problemi alla spalla
ALZATE FRONTALI IN AVANTI
Questo esercizio si può utilizzare in un programma di recupero funzionale per la spalla.
Lavora principalmente su fasci anteriori del deltoide, fascio clavicolare del grande
pettorale e sono sollecitati i fissatori della scapola sulla gabbia toracica (gran
dentato e i romboidi) - in minore entità il resto del deltoide. Un'eccessiva intrarotazione
della spalla è sempre sconsigliabile. I gomiti sono quasi completamente estesi. Flettere i
gomiti è considerato cheating e sposta il carico di lavoro sulla porzione anteriore delle spalle.
La posizione verticale del corpo tende a rendere più difficile l'esercizio nella seconda
metà della flessione o flessione/abduzione della spalla. Esiste anche una variante da seduti
su panche a diverse inclinazioni di questo esercizio, per spostare progressivamente più in
basso il punto critico del movimento man mano che l'inclinazione della panca si avvicina a
180°.
FLESSIONE AVAMBRACCI CON BILANCIERE
La flessione in avanti con bilanciere va a lavorare su bicipite, fascio anteriore
del deltoide e muscoli dell’avambraccio in modo accessorio. La diversa
espressione muscolare dipende anche dalla presa delle mani:
- Mani divaricate maggior espressione del capo breve del bicipite brachiale
- Mani ravvicinate maggior espressione del capo lungo del bicipite brachiale
Differenze soggettive genetiche e morfologiche dei capi ossei a cui bisogna
porre attenzione:
- Valgismo fisiologico
- Sindrome del tunnel cubitale
N.B. Il bilanciere angolare permette di limitare le tensioni sui polsi.
DISTENSIONE SU PANCA PIANA O “BENCH PRESS”
E’ uno degli esercizi fondamentali ed è uno degli esercizi più utilizzati nella fitness. È un
esercizio che richiede un controllo globale perché non ha solo come indotto l’incremento o il
lavoro a livello dei pettorali ma richiede il controllo globale (dai piedi alla testa). In un
esercizio come questo nel momento in cui fletto e distendo, l’appoggio dei piedi mi serve
per distribuire il carico sugli arti inferiori. I muscoli che rispondono maggiormente a
questo esercizio sono: Grande pettorale e
piccolo pettorale, Tricipiti, Deltoide anteriore,
Dentati e Coracobrachiale. La prima cosa che
dobbiamo salvaguardare è il tratto lombo sacrale
(NO inarcamento). Questo è reso possibile anche grazie ad una lieve flessione dell’anca
(non appoggio i piedi a terra ma magari su un rialzo, es. dischi del bilanciere) che mi permette
un maggior detensionamento dell’ileo psoas e di conseguenza un minor inarcamento del
tratto lombare. È possibile anche mettere i piedi sopra la panca e flettere le gambe, questo
permette di schiacciare la curva lombare ma la stabilità è precaria.
L’inarcamento bisogna evitarlo principalmente su soggetti che hanno dolori alla schiena, ma
non è sbagliato andare ad inarcare la schiena sulla panca piana in soggetti sani perché
permette di esprimere più forza in estensione; questa tecnica viene principalmente
utilizzata da soggetti che vogliono alzare un peso elevato.
Tecnica standard consiste nel posizionarsi decubito supino sulla panca piana, con i piedi
ben appoggiati a terra. Testa, spalle e glutei DEVONO restare sempre a contatto con la
panca. Impugnare il bilanciere con le mani in pronazione; sconsigliata la “falsa presa” (la
chiamano "suicide grip“). Evitare di posizionarsi con le spalle troppo lontane dal
bilanciere: istintivamente, molti allineano gli occhi al bilanciere, ma in questo modo devono
distendere gli arti superiori troppo indietro e diventa difficile staccare da soli il bilanciere,
soprattutto nelle serie più pesanti.
Durante l’esecuzione dell’esercizio è utile staccare il bilanciere mantenendo i gomiti bloccati
e adducendo le scapole:
- Si fornisce all’omero (su cui grava il carico del bilanciere) una solida base d’appoggio, che
permette di scaricare il peso sulla panca e non sulle strutture muscolari e tendinee della
spalla (soprattutto la cuffia dei rotatori, che è soggetta a parecchio stress in tantissime attività
sportive);
- Si libera spazio tra l’omero e la clavicola per il passaggio dei tendini della cuffia dei
rotatori e del bicipite (capo lungo), riducendo di moltissimo i rischi di infiammazione;
- Si espande la gabbia toracica, permettendo un maggiore stiramento del pettorale,
che in questo modo viene sollecitato molto di più rispetto ad un’esecuzione in cui le spalle
sono lasciate “libere“.
Focus: VARIANTE BENCH PRESS INARCAMENTO prevede l’inarcamento della
schiena, viene utilizzata dai powerlifter su carichi supermassimali. Questa tecnica serve
soprattutto per cambiare la traiettoria del bilanciere da inclinata a perpendicolare. È
una tecnica che richiede esperienza, permette l’utilizzo di un carico maggiore, in
particolare permette di sollevare il massimo carico nella singola ripetizione. Tale posizione
permette una risposta maggiore della parte inferiore dei pettorali.
N.B. Questa posizione porta ad una compressione violenta a livello degli anelli
vertebrali con il rischio di danneggiarli.
Focus: VARIANTE AD ARTI INFERIORI FLESSI viene eseguita per evitare l’iperlordosi ma
bisogna stare attenti perché porta ad instabilità. Questa variante è anche utilizzata per
diminuire lo sforzo della parte inferiore dei pettorali, riportando il lavoro sui fasci
medi e clavicolari.
Accorgimenti importanti bisogna prendere in considerazione molti aspetti in questo
esercizio:
- LUNGHEZZA DELLE BRACCIA in sostanza bisogna
valutare se il soggetto sia longilineo o brevilineo. Se
l’avambraccio è più lungo del braccio durante la
discesa del bilanciere (contrazione eccentrica) il gomito
scende molto al di sotto della linea delle spalle e questo
comporto uno STIRAMENTO del grande pettorale.
Come correggerlo? Per evitare che l’avrambraccio
scenda molto al di sotto prediligo una presa stretta (riduce la discesa).
N.B. STRAPPO GRAND PETTORALE: Il problema è che spesso una minima lesione
non viene presa particolarmente in considerazione perché comunque si riescono ad
eseguire tutti i movimenti relativi alla funzione del muscolo grande pettorale e
quindi non vengono prese particolari accorgimenti se non quello del «riposo». Nel
tempo però la forte sollecitazione può portare allo strappo del muscolo stesso.
- SPESSORE GABBIA TORACICA porta a limitare quella che è la discesa del bilanciere.
Con una gabbia toracica voluminosa il bilanciere è poco abbassato, il grande pettorale è
poco stirato. Questo permette di esprimere al soggetto molta forza, motivo per cui i
powerlifter sono soggetti brevilinei.
- GOMITI DIVARICATI O SERRATI in base ai gomiti andiamo a lavorare con diverse aree
dei pettorali. Con i gomiti divaricati si va a lavorare principalmente sui fasci medi dei
pettorali, mentre con i gomiti serrati vengono reclutati principalmente il fascio superiore e
inferiore del gran pettorale e i deltoidi che diventano sinergici.
- PASSO STRETTO la distensione su panca a passo stretto va a reclutare principalmente i
tricipiti, i pettorali a livello del solco sternale diventano sinergici. Ovviamente in questa
situazione bisogna stare attenti ai gomiti perché si possono verificare delle calcificazioni.
Questo significa che se un cliente dopo l’esecuzione ripetuta dell’esercizio sente dolore al
gomito bisogna evitare quell’esercizio, al primo dolore al gomito non bisogna andare ad
insistere.
- PATOLOGIE ACROMION-CLAVICOLARE è possibile effettuare la distensione su panca
perché non va ad incidere molto sull’articolazione acromion-clavicolare in quanto è
abbastanza stabilizzata. Al contrario le spinte verso il basso tipo panca inclinata non si
possono fare in quanto l’articolazione non è stabilizzata.
PETTORALI CON MACCHINE ISOTONICHE
La macchina isotonica permette avvicinando i gomiti una maggior localizzazione del lavoro
della parte sternale. In particolare è fondamentale il controllo della velocità in fase
eccentrica e concentrica. Ci sono diverse macchine isotoniche che vanno ad allenare il gran
pettorale:
- Pectoral machine a gomito flesso
- Butterfly machine in questo caso il gomito è esteso e l’esercizio è più faticoso.
- Chest press è una macchina che mi dà la possibilità di far intervenire anche i muscoli del
tronco, i tricipiti e la parte del dorso. È la macchina che più si avvicina alla distensione su
panca motivo per cui ha bisogno di accorgimenti particolari perché la posizione del busto è
molto importante cosi come quella del capo e l’apertura dei gomiti. Una cosa che bisogna
evitare è quella di inarcare il tratto lombare, per evitare di inarcare il tratto lombare
chiedo al soggetto di contrarre l’addome e spingere maggiormente sui piedi, per questo è
fondamentale regolare la seduta. Quest’ultima deve darmi la distribuzione degli angoli
articolari. Ovviamente il carico deve essere proporzionale alla spinta perché se il carico è
massimale lo stimolo è quello di andare ad inarcare. Inoltre bisogna controllare l’esecuzione di
estensione e flessione.
TRAZIONE ALLA SBARRA FISSA
I muscoli principalmente coinvolti sono: gran dorsale, grande rotondo, romboidi e fasci
i