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CO2 che verrà poi espulsa tramite i polmoni. Dalla
combustione dei metaboliti si otterrà energia sotto forma
di ATP.
Morfologia
Gli elementi anatomici principali dell'apparato respiratorio sono: il naso con le sue cavità, la
bocca, la faringe, la laringe, la trachea, i bronchi, i bronchioli, i polmoni e i muscoli della
respirazione diaframma e intercostali.
La faringe si connette in basso con la trachea, che a sua volta si connette inferiormente con la
laringe; in basso troviamo i due grossi bronchi destro e sinistro che via via si biforcano in
diramazioni con diametro sempre più ridotto (bronchi medi, bronchi piccoli e bronchioli). I
bronchioli respiratori si espandono in cavità chiuse, dette sacchi alveolari, ognuno dei quali
comprende una ventina circa di alveoli il cui rivestimento è costituito da cellule epiteliali
definite pneumociti di 1 e 2 ordine. Gli alveoli sono quindi strutture sacculari terminali
delimitate all’esterno da una parete, la membrana respiratoria dove avvengono gli scambi.
L’aria che entra attraverso le narici e la bocca prosegue attraverso la laringe, la trachea i vari
rami dell’albero bronchiale e raggiunge gli alveoli (inspirazione); in questa sede dopo aver
ceduto O2 al sangue e ricevuto CO2, compie lo stesso percorso in direzione inversa e viene
eliminata attraverso le narici e la bocca (espirazione).
Atto respiratorio
E’ costituita da tre fasi: Inspirazione, scambio dei gas ed espirazione.
In condizioni fisiologiche in ogni minuto si compiono 12-15 atti respiratori (eupnea),
ognuno dei quali consta delle tre fasi sopra indicate. In ciascuna fase vengono immessi
nell’albero respiratorio 500 ml di aria ed in ciascuna fase espiratoria ne vengono espulsi
altrettanti.
Tachipnea: respiro accelerato molto frequente ma
poco profondo. (es. Ipoventilazione alveolare da
ostacolata espansione della gabbia toracica o da
ostruzione delle vie bronchiali)
Bradipnea: respiro lento ma profondo.
es. Alcalosi (nel sangue <> e >pO2)
Dispnea: «fame d'aria» per difficoltà respiratoria
(di tipo inspiratorio o espiratorio)
Atto respiratorio
L’inspirazione è la fase attiva della respirazione. Si assiste all’espansione dalla gabbia toracica.
Questa è determinata in primis dalla contrazione a quindi dall’abbassamento del muscolo
diaframma, a forma di cupola posto tra il torace e l’addome che provoca un aumento in altezza del
torace. In secundis i muscoli intercostali esterni muovono le coste. ciò provoca una aumento in
sezione trasversa della cavità toracica, a coadiuvare l’inspirazione sono presenti muscoli detti
inspiratori accessori. A questi fenomeni consegue una riduzione della pressione endotoracica che
diventa responsabile dell’aspirazione di 500 ml di aria atmosferica. La capacità del parenchima
polmonare di distendersi viene indicata con il termine “compliance”.
L’espirazione segue l’inspirazione. In genere è un processo passivo dovuto al rilasciamento dei
muscoli inspiratori e quindi all’innalzamento del diaframma e al ritorno in situ delle coste. È
coadiuvato dai muscoli intercostali interni. Anche i muscoli addominali anteriori aumentando la
pressione addominale facilitano il ritorno del diaframma.
Atto respiratorio
Ai movimenti respiratori sovraintendono i centri respiratori presenti nel bulbo e nel
midollo allungato, i quali, tramite i nervi sensitivi ricevono dalla periferia segnali
riguardanti la concentrazione in CO2, il valore del pH del sangue, il grado di
tensione broncopolmonare.
A seconda delle variazioni positive o negative della
concentrazione di CO2, delle variazioni di pH e di
altri segnali, la frequenza respiratoria aumenta
(tachipnea) o diminuisce (bradipnea).
Le capacità
Capacità polmonare totale: è il volume massimo di aria che i polmoni possono contenere; se da questa
togliamo il volume residuo, otteniamo la capacità funzionale.
Capacità funzionale: è il volume di aria che un polmone può sfruttare per apportare ossigeno ai tessuti
Capacità vitale: è il massimo volume di aria che può effluire
dai polmoni durante un singolo atto respiratorio in seguito
ad un inspirazione massima. (maggiore è la capacità
vitale e più quel soggetto può fare attività fisica.
Nell’anziano, o nel fumatore, il polmone è meno elastico perché
molte fibre elastiche si distruggono, e quindi il polmone si
espande durante l’inspirazione e resta dilatato, questo prende il nome di
enfisema, e porta ad un aumento del volume residuo e una riduzione
della capacità vitale.
Scambi gassosi
Lo scambio dei gas respiratori avviene a livello dell’unità alveolo-capillare.
Gli alveoli sono circa 300.106 e formano una superficie di scambio totale di circa 100-
140 m2.
Gli scambi di gas a livello della membrana respiratoria, avvengono secondo il gradiente
di pressione di quei gas che si viene a formare a cavallo della membrana. La pressione
parziale dell’O2 (PO2) decresce progressivamente dall’aria presente nel tratto tracheo-
bronchiale all’aria presente nell’alveolo, la cui PO2, a sua volta, è sempre
considerevolmente superiore alla PO2 del sangue venoso presente nei capillari della
membrana respiratoria. Ciò crea un gradiente pressorio che determina la diffusione
dell’O2 dall’aria del tratto tracheo-bronchiale a quella alveolare e da questa al sangue.
Il gradiente di pressione negli
scambi gassosi
Lo scambio dei gas a livello dell’unità alveolo-capillare, avviene grazie al gradiente
di pressione dei gas, ovvero grazie all’abbassamento della pressione parziale nei
tre compartimenti che vengono attraversati da questi gas.
Abbiamo infatti che l’ossigeno passerà dall’alveolo al liquido interstiziale, e
successivamente arriverà al capillare seguendo il
gradiente di pressione.
L’anidride carbonica effettuerà il percorso inverso,
ovvero, seguendo sempre il gradiente di pressione,
passerà dal capillare al liquido interstiziale e poi
all’alveolo.
Alterazioni degli scambi gassosi
Gli scambi gassosi tra l’aria alveolare ed il sangue possono modificarsi in
conseguenza di uno dei seguenti eventi:
Iperventilazione, quando una quantità di aria superiore a 500 ml viene scambiata
in ogni atto respiratorio ovvero quando aumenta il numero degli atti respiratori al
minuto.
Ipoventilazione, quando una quantità di aria atmosferica inferiore a 500 ml viene
inspirata e di conseguenza scambiata a causa di ostruzioni delle vie aeree o di
riduzione del numero degli atti respiratori (brachipnea).
Alterazioni della membrana respiratoria
Trasporto dei gas respiratori nel
sangue
Nel sangue l’O2 proveniente dall’aria alveolare è trasportato per il 98,5% dall’emoglobina
(Hb) contenuta nei globuli rossi e per l’1,5% in forma gassosa in soluzione mentre la
CO2 è trasportata per il 5% in forma gassosa, per l’88% in forma di ione bicarbonato e
per il 7% legata a proteine.
Il trasporto di O2 può però essere alterato da vari fattori, ad esempio legati alla quantità
di eritrociti nel sangue (anemie), o di emoglobina (emoglobinopatie), oppure dalla
presenza nel sangue di gas che hanno un’affinità maggiore per l’emoglobina, ad
esempio il CO, che si lega all’emoglobina al posto dell’ossigeno non permettendo
dunque all’ossigeno di arrivare ai tessuti.
Alterazioni della diffusione nel
microcircolo
La diffusione dell’O2 nel microcircolo può essere alterata da:
- Ispessimento dell’interstizio per processi degenerativi, edemi, ipertrofia cellulare.
- Ipossia, cioè riduzione della PO2 ematica conseguente a difetto di ventilazione
polmonare o ad anemia.
- Ischemia, ridotto apporto di sangue locale o iperemia passiva (stasi venosa).
La diffusione della CO2 nel microcircolo può essere alterata da:
- Aumento della PCO2 a livello del sangue dei capillari conseguente ad iperemia
passiva.
- Ispessimento dell’interstizio.