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LOCALIZZAZIONE METASTATICA DA TUMORI SOLIDI
La stadiazione standard viene effettuata utilizzando il TNM
T localizzazione del tumore (da 1 a 4)
N linfonodi coinvolti
M presenza di metastasi, localizzazioni a distanza dal tumore originario (0 o 1)
Per valutare dove può essere diffusa la malattia, devono essere indagati gli organi e i tessuti maggiormente coinvolti
Metodiche utilizzate per studiare la stadiazione:
- TAC/RMN encefalo
- TAC addome
- TAC torace
- scintigrafia ossea
- PET
Tomografia ad emissione di positroni (PET)
Si utilizza come tracciante un analogo del glucosio, il 18-F-2-fluoro-3-desossi-D-glucosio (FDG)
L’FDG entra nelle cellule
- si accumula in quelle che hanno un elevato turn-over cellule tumorali hanno un metabolismo elevato
⇾
- nei tessuti normali viene defosforilato dall’enzima glucosio fosfatasi che non è presente a livello tumorale
Esame che deve essere effettuato a digiuno, è molto utile soprattutto per i noduli polmonari, tumore del colon e malattie
ematologiche
Gli iperaccumuli del tracciante vengono rilavati mediante un tomografo PET
Non tutto ciò che capta è malattia, può essere anche infezione
Scintigrafia ossea
Consente di determinare la presenza di lesioni tumorali primitive o metastatiche a livello dei segmenti scheletrici
Una lesione tumorale primitiva o secondaria determina un rimodellamento dell’osso adiacente con conseguente
captazione del radiofarmaco
Come traccianti vengono utilizzati dei difosfonati marcati con 99-Tecnezione le metastasi ossee appaiono come zone di
⇾
iper-captazione focale del radiofarmaco, il quale si deposita dove c’è rimodellamento osseo
Le immagini vengono acquisite utilizzando gamma-camere
Le cellule tumorali sono in grado di diffondere nell’organismo mediante due meccanismi:
- invasione infiltrazione diretta da parte delle cellule tumorali nei tessuti circostanti
⇾
- metastasi capacità delle cellule tumorali di penetrare nei vasi sanguigni e nelle vie linfatiche e di invadere tessuti
⇾ anche a distanza La metastatizzazione è imprevedibile nel suo inizio, ma impatta fortemente la
clinica del paziente affetto da tumore aumento della mortalità
⇾
In molti pazienti, la localizzazione metastatica inizia nel momento in cui vi è la
diagnosi di tumore, benchè non sia ancora visibile
Non in tutti gli organi le cellule tumorali possono andare incontro a
metastatizzazione
Principio “the seed and the soil”
La metastatizzazione dipende dalle caratteristiche del tumore, ma anche dalle caratteristiche dell’ospite
dipende da persona a persona
La localizzazione secondaria o meno dipende dall’interazione tra tumore e tessuti sani
Formazione di lesioni metastatiche
All’interno di un tumore si deve costruire un ampio network vascolare sufficiente ad evadere il sistema immunitario
dell’ospite
Le cellule tumorali devono essere stimolate a crescere in un determinato modo e devono iniziare ad esprimere dei
marcatori che stimolano il loro spostamento
Ora le cellule sono pronte per invadere lo stroma dell’ospite, penetrare nei vasi sanguigni ed entrare nella circolazione
Non tutte le cellule che si staccano dal tumore (anche più di 1 milione al giorno) formano delle metastasi
spesso vengono rapidamente eliminate e possono essere indotte ad andare incontro ad apoptosi
Solo lo 0.01% delle cellule tumorali in circolo dà metastasi
Gli organi più soggetti a metastasi sono quelli maggiormente vascolarizzati e quelli con una nicchia che ne possa
permettere lo sviluppo (es: presenza di determinate citochine)
Se anche solo una cellula trova un tessuto favorevole, può iniziare a crescere e formare una metastasi
deve esserci un microambiente favorevole
Cellule acquisiscono motilità rottura endotelio entrata nei vasi adesione all’endotelio uscita a livello degli organi
⇾ ⇾ ⇾ ⇾
Fattori che danno inizio al processo di metastatizzazione:
- riduzione dell’adesione intercellulare
causata dalla perdita di E-caderina, responsabile delle interazioni cellula-cellula swift a N-caderina
⇾
- modificazioni del citoscheletro indotte da segnali della matrice extracellulare mediante l’azione di GTPasi dipendenti dal
calcio acquisizione di plasticità, cellule riescono a infilarsi nell’endotelio e raggiungere il circolo
⇾
Ci sono geni la cui mutazione favorisce la metastatizzazione
Inizialmente avvengono mutazioni a carico di oncogeni e oncosopressori che favoriscono la crescita in situ, sopravvivenza
e instabilità genomica (KRAS, BRAF)
Successive mutazioni stimolano l’inizio della metastatizzazione invasione, mobilizzazione, angiogenesi, transizione
⇾
epiteliale-mesenchimale (VEGF, FGFR)
Progressione metastatica rimodellamento vascolare, evasione del sistema immunitario, extravasazione (CCL5)
⇾
Virulenza metastatica organo-specifica (CXCR4, RANKL)
⇾
I tumori del tratto gastro-enterico metastatizzano a livello epatico perché il fegato riceve il sangue del tratto gastro-
enterico grazie alla vena porta
Il polmone è frequente sito di metastasi perché filtra il sangue e ha piccoli capillari
METASTASI OSSEE
∎
L’osso è il terzo più comune sito di metastatizzazione dopo il polmone e il fegato
Nonostante l’osso non sia un organo vitale, questo tipo di metastasi danno delle problematiche gravi e aumentano di molto
la mortalità
Sintomatologia: dolore osseo, fratture patologiche, iper-calcemia, compressione midollare, immobilizzazione
I fattori secreti dalla cellula tumorale in sede primitiva possono alterare il microambiente
agiscono su organi a distanza dove generano delle nicchie pre-metastatiche, zone dove avviene la colonizzazione
⇾
metastatica
Vengono secreti:
- CXCR4
fattore prodotto dalle cellule tumorali, si lega a SDF-1
viene espresso dai tumori che danno metastasi ossee: carcinoma della mammella, prostata, mieloma multiplo
controlla la destinazione delle cellule tumorali dirigendole verso gli organi dove il ligando SDF-1 è presente ad alti livelli,
come il midollo osseo
bloccare farmacologicamente l’asse di questa chemochina comporta un rischio teorico perché è importante per processi
fisiologici come: homing delle cellule staminali, angiogenesi, trafficking delle cellule del sistema immunitario
- PTHrP
proteina con forma molto simile all’ormone paratiroideo
regola il metabolismo dell’osso rimodellamento
⇾
le cellule tumorali producono una forma modificata di paratormone che facilita lesioni ossee
- IL-11/IL-8
modificano l’ambiente dell’osso promuovendo l’attivazione degli osteoclasti e la colonizzazione ossea
- TGFβ
è una delle citochine più abbondantemente rilasciate dalle cellule stromali
stimola l’espressione del PTHrP da parte delle cellule tumorali attivazione degli osteoclasti
⇾
gli osteoclasti riassorbono l’osso e permettono il rilascio di TGFβ dalla matrice ossea, il quale promuove la proliferazione
e la sopravvivenza delle cellule tumorali
Spesso le cellule neoplastiche aumentano la differenziazione degli osteoclasti e la loro attivazione riassorbimento osseo,
⇾
formazione di lesioni metastatiche osteolitiche
Raramente invece avviene un aumento della differenziazione degli osteoblasti deposizione osso
⇾
Esistono due tipi di metastasi ossee:
- osteolitiche
sono dovute a una preponderante attivazione osteoclastica da parte di fattori rilasciati dalle cellule neoplastiche
uno di questi fattori è il peptide correlato al paratormone (PTHrP), il quale è in grado di attivare il recettore del PTH
presente sugli osteoblasti, con conseguente rilascio di RANK-L, fattore di attivazione primaria degli osteoclasti
osteoclasti esprimono RANK
aumento della fragilità ossea, i pazienti sono soggetti a fratture
- osteoblastiche
sono depositive, danno più dolore Le cellule tumorali entrano nel vaso, escono dal sangue e arrivano a livello
dell’osso, probabilmente richiamate da SDF-1
Alti livelli di PTHrP prodotti dal tumore, il quale va ad attivare gli osteoclasti
e stimola la lisi ossea
(stimolo del rilascio di RANK-L da parte degli osteoclasti)
Il rilascio di TGFβ dall’osso stimola le cellule a produrre ulteriore PTHrP
Viene meno l’equilibrio fisiologico tra il riassorbimento dell’osso e la
deposizione di matrice
L’aumento del riassorbimento crea maggiore spazio per la proliferazione di
cellule tumorali
l’osso si rompe più facilmente
Terapia
• Radioterapia
Utilizza radiazioni ionizzanti a elevata energia raggi X emessi da acceleratori lineari o fasci γ dal telecobalto
⇾
L’irradiazione induce citotossicità attinica delle cellule neoplastiche, riducendo così i fenomeni meccanici e biologici
coinvolti nel danno osseo
Uccide per danno locale le cellule neoplastiche, ritorno di un equilibrio
Agisce in modo più diretto e rapido rispetto alla chemioterapia
Viene utilizzata con intento palliativo per il controllo dei sintomi legati alla patologia neoplastica quali dolore,
compressione nervosa e fratture patologiche
• Bifosfonati
Sostanze chimiche assunte per via orale o via endovenosa
Vengono assorbite dagli osteoclasti che muoiono, in questo modo viene ridotta la loro attività litica
Riducono l’attività osteoclastica riducendo lo sviluppo dei progenitori degli osteoclasti, promozione dell’apoptosi
Vengono utilizzati anche per il trattamento dell’osteoporosi
Si ritiene che abbiano anche attività angiogenetiche
• Denosumab
Anticorpo monoclonale anti-RANKL
Approvato anche per il trattamento dell’osteoporosi
• Farmaci radioconiugati
Agenti somministrati endovena che vanno a localizzarsi nel tessuto osseo, dove emettono radiazioni provocando danno e
morte cellulare
Si utilizzando β-emittenti come lo stronzio-89 e il samario-153
α-emittenti come il radio-223
I β-emittenti hanno un range di pochi millimetri lunghezza d’onda piuttosto estesa, può dare tossicità midollare
⇾
Utilizzati per controllare il dolore
Gli α-emittenti hanno un range minore di 100 µm
METASTASI POLMONARI
∎
Secondo sito più comune di metastatizzazione
Sono facilitate dal fatto che i polmoni filtrano il sangue e hanno un microambiente molto ossigenato che favorisce la
crescita tumorale
Solo una piccola parte delle cellule tumorali che si trovano nel circolo si fermano e proliferano a formare delle metastasi
polmonari
Crescita favorita dalla presenza di un network di citochine e da specifiche interazioni cellula tumorale-microambiente
Non tutto ciò che cresce nel polmone è una localizzazione metastatica, diagnosi differenziale: noduli calcifici,