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EMOSTASI SECONDARIA ACQUISITA
Comprende deficit di vitamina k e malattie epatiche, perché molti dei fattori della coagulazione
sono prodotti dal fegato, e quasi tutti sono vitamina k-dipendenti. Ricordate che la vitamina K è
una vitamina liposolubile, quindi mal assorbimento di lipidi a livello intestinale vi può dare una
diminuzione delle risposte vitamina k mediate.
TROMBOSI
I primi a evidenziare che esistono due tipi di trombosi
furono gli anatomopatologi perché erano gli unici che
potevano lavorare con i cadaveri. Avendo visto che in
soggetti che morivano per patologie ischemiche
trombotiche trovavano sempre o la formazione di un
trombo bianco o uno rosso:
- trombo bianco (con patologie ischemiche, aggregati di piastrine) → aterotrombosi, in cui il
danno per necrosi resta confinato al sito di formazione della placca. vedi l’infarto del
miocardio dove c’è la formazione di un aggregato piastrinico
- trombo rosso (fibrina con globuli rossi impigliati) → patologia tromboembolica con
possibilità di rottura del trombo e migrazione in organi distanti.
Questo significa che, quando parliamo di aterotrombosi, parliamo di un trombo piastrinico, ma le
malattie tromboemboliche (trombosi venosa profonda, infarto intestinale) sono dovute al distacco di
placche o di piccoli trombi in un’altra sede e alla formazione della fibrina. Perché è importante fare
questa distinzione? Perché nella patologia del trombo bianco sono più utili i farmaci antiaggreganti;
quando parliamo invece di patologia tromboembolica (da trombo rosso) sono più utili gli
anticoagulanti. Questo significa che le piastrine hanno un’implicazione fisiopatologica
nell’insorgenza delle malattie aterotrombotiche, mentre la formazione del coagulo ha
un’implicazione nella formazione dell’embolo.
Fattori di rischio per l’aterotrombosi (determinano la formazione della placca):
- Fumo
- Lipidi
- Ipertensione
- Obesità
- Familiarità
Ad un certo punto questa placca va incontro a fessurazione, si rompe l’endotelio, nel sottoendotelio
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c’è il collagene che attiva le piastrine e si forma il tappo piastrinico, ma non lo forma più per
bloccare un sanguinamento, non lo forma più in un vaso che è abbastanza grande, ma magari lo
forma in un vaso che si è ridotto per formazione della placca ateromasica ostruzione più o meno
completa patologia ischemicainfarto del miocardio. Nella patologia tromboembolica il fattore
più importante è la grandezza del coagulo: più il coagulo è grande, più c’è rischio che si stacchi.
PATOLOGIA TROMBOEMBOLICA
Credo che l’embolia solida l’avete fatta. È una patologia molto pericolosa perché può dare:
embolia polmonare, stroke cerebrali e infarto intestinale.
Come avviene questo? Nell’ambito della patologia tromboembolica
dobbiamo ragionare sulla triade di Virchow dove abbiamo:
1. alterazione dell’endotelio (infiammazione),
2. alterazione del flusso, provocata ad esempio da valvulopatie,
fibrillazione atriale, forame ovale pervio. Ciò porta
all’attivazione delle piastrine che porta alla formazione di un
piccolo trombo che può:
ingrandirsi, formando un embolo;
rimanere piccolo, dando calcificazione.
3. guadagno dell’emostasi.
Il vero problema è quindi la grandezza e in quanto tempo questo coagulo si forma. Ad esempio se
si forma nella vena e nella camera del cuore sx: Se è molto piccolo sale attraverso le carotidi e
raggiunge l’encefalo dove può dare lo stroke di natura tromboembolica. Se per caso il coagulo è
molto grande e non passa per salire alle carotidi, scende, entra nell’arteria che porta all’intestino e si
ha infarto intestinale, soprattutto arteria mesenterica.
Fattori di rischio per patologie tromboemboliche (soprattutto alterazioni del flusso):
- Allettamento
- Obesità
- Gravidanza
- Contraccettivi
- Policitemia
- Neoplasie: è stato visto che se un paziente presenta trombosi venosa profonda senza nessuna
causa apparente in quel momento, nell’arco di 12 mesi ha il 50% di probabilità di sviluppare
un tumore. Cosa significa questo? Che fino a quel momento non si era stati in grado di
diagnosticare il tumore, ma ci sono cellule tumorali che sono pro-coagulanti.
- Forame ovale pervio
Nelle coagulopatie non parleremo dei fattori della coagulazione, ma degli inibitori fisiologici della
coagulazione, quando cioè i fattori o di fibrinolisi o degli anticoagulanti naturali sono carenti.
Esiste un polimorfismo genetico che si chiama fattore V di Leiden. Il fattore V è un fattore della
coagulazione che viene inibito dalla proteina C e dalla proteina S. Se c’è un polimorfismo di Leiden
non permette alle due proteine di legarsi e di inibirlo. Quindi è uno stato procoagulante.
Caso Cassano: per un certo periodo aveva dovuto smettere di giocare a pallone, perché aveva avuto
un piccolo TIA di natura trombo embolica perché aveva il forame ovale e il fattore V di Leiden
positivo. Chiuso il motivo per cui aveva l’alterazione del flusso il problema si è risolto.
Quindi la carenza dei fattori e degli anticoagulanti, la carenza del sistema fibrinolitico, sono quelli
che determinano un aumento del rischio di patologie di natura trombo embolica e sono le cose su
cui ragionare. Se ho un paziente con fibrillazione atriale il quadro trombofilico lo devo chiedere. Se
ho un paziente con segni di un TIA devo chiedere un ecocardiogramma per vedere se c’è una
valvulopatia, un forame ovale. Una alta incidenza ce l’ha anche una mutazione della protrombina
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perché è quella che impedisce all’antitrombina di legarsi per inibirla.
SHOCK
Si definisce come sindrome da insufficienza
circolatoria acuta che comporta inadeguata
perfusione tissutale rispetto al fabbisogno
metabolico.
Le conseguenze dello shock sono:
• alterata produzione, trasporto e utilizzazione
di energia;
• alterato funzionamento delle pompe di
membrana;
• alterato metabolismo cellulare;
• edema e acidosi intracellulare;
• disfunzione di organi e tessuti; 34
• danno e morte cellulare (necrosi);
• morte del paziente.
Diagnosi ed intervento tempestivi in caso di shock sono fondamentali: si parla di golden hour
(termine prima utilizzato specialmente in caso di trauma, ictus o infarto).
La risposta di difesa emodinamica (evidenziabile soprattutto in caso di shock ipovolemico)
consiste in:
• aumento della frequenza cardiaca;
• aumento della contrattilità cardiaca;
• vasocostrizione periferica, che garantisce la perfusione preferenziale di organi nobili
(cervello e cuore);
• ritenzione idrosalina in seguito ad attivazione del sistema renina - angiotensina da parte del
rene, che riceve inadeguata perfusione, mediato dall'aldosterone (effetto difensivo - nel
paziente iperteso o nel paziente con sindrome di Conn lo stesso fenomeno è dannoso).
La pressione arteriosa deve essere riportata a valori compatibili con la perfusione di cuore e
cervello, organi nobili, a discapito di muscoli e cute dove si possono evidenziare segni diretti di
shock quali cianosi, bassa temperatura, pallore.
La risposta neuroendocrina prevede:
• attivazione del SNA simpatico che determina vasocostrizione e venocostrizione,
tachicardia, aumento della contrattilità miocardica;
• rilascio di catecolammine circolanti che determinano vasocostrizione, tachicardia, aumento
della contrattilità cardiaca, rilascio del glucosio di riserva epatico, rilascio di acidi grassi dal
tessuto adiposo e aumento della loro concentrazione ematica (questi ultimi meccanismi sono
essenziali per garantire la disponibilità di fonti di energia);
• rilascio di ormone antidiuretico (ADH) che determina riassorbimento di acqua con
conseguente aumento della volemia e vasocostrizione a livello renale;
• rilascio di ormone adrenocorticotropo (ACTH) che determina rilascio di glucocorticoidi e
mineralcorticoidi da parte delle ghiandole surrenali, rispettivamente per garantire fonti di
energia e ritenzione di sali e acqua;
• rilascio di angiotensina II che determina vasocostrizione e rilascio di aldosterone da parte
delle ghiandole surrenali;
• rilascio di aldosterone che determina riassorbimento di sodio e acqua.
FASI CLINICHE
Le fasi cliniche dello shock sono tre:
1. preshock o shock compensato: il paziente non presenta ipotensione in clinostatismo,
vengono innescati i meccanismi di compenso che riescono a mantenere la pressione a livelli
quasi normali (avviene in caso di perdita inferiore a 10% de volume ematico);
2. shock vero e proprio: scompenso circolatorio acuto, i meccanismi di difesa non riescono a
mantenere un'adeguata perfusione; è ancora reversibile. Aavviene in caso di diminuzione
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della volemia del 20-25% ed è possibile che l’indice cardiaco sia inferiore a 2,5 l/min/m2;
questo si ha spesso se lo shock è di origine settica perché ci sono dei mediatori che fanno si
che l’indice cardiaco raggiunga questi livelli.
3. shock irreversibile: si verificano danni d'organo; se non si è messa in atto terapia si ha
oliguria con necrosi renale, coma cerebrale, insufficienza respiratoria grave.
È stato dimostrato che, in caso di shock settico, l'intervento terapeutico tempestivo nelle prime ore
in seguito a ricovero riduce la mortalità del 30%: si ribadisce il concetto di golden hour.
I fattori emodinamici fondamentali da prendere in considerazione in caso di shock sono:
• perfusione sistemica: i fattori emodinamici da valutare sono portata cardiaca (gittata
sistolica x frequenza cardiaca- dipende da precarico e postcarico) e resistenze periferiche
(lunghezza dei vasi, viscosità ematica, diametro dei vasi);
• perfusione periferica;
• trasporto e utilizzazione di ossigeno a livello sistemico;
• trasporto e utilizzazione di ossigeno a livello distrettuale.
I parametri di trasporto e utilizzazione di ossigeno sono:
- pressione parziale, saturazione, contenuto di O2 nel sangue arterioso;
- indice di disponibilità di O2 ai tessuti periferici (DO2);
- consumo di O2 (VO2).
Tali parametri possono non essere compromessi, nonostante il paziente sia in shock.
In un paziente in stato di shock ci si aspetterebbe di riscontrare arti freddi ma, nella sepsi, vi è un
primo momento in cui la cute appare calda, segno caratteristico di tale tipo di shock.
È difficile valutare la sofferenza di alcuni organi in clinica, spesso indiretta (danno renale si può
valutare con la minzione).
SHOCK IPOVOLEMICO
Dovuto a deficit di volume circolante.
Si distinguono shoc