Anteprima
Vedrai una selezione di 1 pagina su 3
Riassunto esame Fisiologia Generale, prof. Veicsteinas, libro consigliato Fisiologia Applicata allo Sport, McArdle - cap. 24 Pag. 1
1 su 3
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

ATTIVITA' FISICA A QUOTE ELEVATE

LO STRESS DELL'ALTITUDINE

I cambiamenti progressivi della pressione d'ossigeno ambientale e di conseguenza nei vari distretti

del corpo vengono chiamati “la cascata del trasporto dell'ossigeno”.

A livello del mare l'O2 è il 20,93% dell'aria, in alta quota la PO2 dell'aria si riduce direttamente con

la caduta della pressione barometrica (PO2= 0,2093*pressione barometrica).

PO2:

livello mare = 159 mmHg

3048 m = 107 mmHg

Everest = 42 mmHg

Acclimatazione: adattamenti prodotti dalle modificazioni nell'ambiente naturale

Acclimazione: adattamenti prodotti in ambiente laboratoristico controllato.

Carico di O2 in quota

La curva di dissociazione di Hb afferma che non avvengono significative modificazioni della

percentuale di saturazione sotto ai 60 mmHg o oltre i 3048 m. Ad esempio a 2000m la PO2

alveolare si riduce da 100 mmHg (lvl mare) a 78 mmHg, mentre l'emoglobina rimane satura ancora

per il 90%. Questa piccola modificazione consente di effettuare esercizi a bassa intensità senza

eccessiva fatica, ma limita l'attività aerobica vigorosa.

Alle olimpiadi di Città del Messico a quota 2300 m (1968) si è notata una piccola riduzione del

trasporto di O2 ed infatti non ci furono nuovi record per le prestazioni che duravano più di 2,5 min.

Al contrario un'altitudine moderata non altera le prestazioni anaerobiche ma anzi le favorisce per

una minor densità dell'aria. ACCLIMATAZIONE

Risposte immediate

All'arrivo alla quota di 2300 m stimola la risposta fisiologica alla diminuzione della PO2 alveolare

tramite:

– Iperventilazione: la ridotta PO2 arteriosa stimola i recettori dell'arco aortico e delle arterie

carotidi dove troviamo i chemocettori che stimolano l'attività respiratoria per aumentare la

ventilazione.

– Risposta cardiovascolare: la FC e la gittata cardiaca possono aumentare del 50% rispetto al

livello del mare, mentre il volume sistolico rimane invariato. L'aumentato flusso ematico riesce a

compensare la desaturazione arteriosa.

– Catecolamine: l'alta quota aumenta l'attività simpatica-adrenergica con una secrezioen

maggiore di epinefrina e norepinefrina (questa raggiunge il picco dopo 6 giorni). Ciò contribuisce

alla regolazione della pressione ematica, alla resistenza vascolare e al metabolismo dei carboidrati.

– Perdita di liquidi: l'aria in quota è più fredda e secca perciò l'umidificazione e il

riscaldamento provoca la perdita di acqua tramite vapore acqueo e perciò disidratazione.

Adattamenti a lungo termine

– equilibrio acdio-base: l'alta quota riduce i livelli di CO2 portando un aumento della PO2

alveolare; perciò gli aumenti delle azioni respiratorie diluiscono la CO2 alveolare (wash-out). La

diminuzione della CO2 con l'iperventilazione aumenta il pH dovuto alla perdita di acido carbonico

e i liquidi diventano più alcalini.

– Modificazioni ematiche: il più importante adattamento; il volume plasmatico si riduce nei

Dettagli
Publisher
A.A. 2013-2014
3 pagine
4 download
SSD Scienze biologiche BIO/09 Fisiologia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Loredor di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Fisiologia generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Veicsteinas Arsenio.