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COSTO ENERGETICO DELLA RESPIRAZIONE
In atleti particolarmente allenati con una Ve (ventilazione polmonare) di 150 L*min, il costo
energetico della respirazione può superare il 15% del VO2max. Le necessità metaboliche dei
muscoli respiratori durante un esercizio massimale richiedono una porzione significativa del flusso
Ciò provoca una “competizione” tra il flusso di sangue che deve raggiungere i
totale di sangue.
muscoli respiratori e quello per i muscoli locomotori.
Patologie polmonari: nelle BPCO (broncopneumopatie croniche ostruttive) il lavoro respiratorio
può diventare un esercizio esaustivo. Infatti le resistenze che si creano fanno triplicare il dispendio
energetico per la respirazione rispetto alle condizioni di riposo.
Fumo sigaretta:
– aumenta la necessità di assumere carboidrati
– maggiore ostruzione delle vie aeree
– già dopo un giorno di sospensione dal fumo, si possono riscontrare miglioramenti e uno
stato di benessere migliore perché il costo per la respirazione si abbassa
– la FC nei fumatori ci mette più tempo a raggiungere i 130 battiti*min e questo può essere
visto come una maggiore capacità fisica. La spiegazione sta nel fatto che il fumo provoca
un'alterazione del controllo nervoso, la quale inibisce la risposta della frequenza cardiaca in un
esercizio submassimale.
Può la ventilazione polmonare limitare la potenza aerobica e la performance in prove di
resistenza?
L'allenamento aerobico determina adattamenti del sistema respiratorio molto minori rispetto a quelli
del sistema cardiovascolare e neuromuscolare. Durante un esercizio massimale l'atleta ha a
disposizione una riserva respiratoria pari a 60-85% della massima ventilazione volontaria (MVV).
Di conseguenza la funzionalità polmonare non rappresenta l'anello debole della performance di
resistenza.
Eccezione: in alcuni atleti il sistema polmonare non tiene il passo degli adattamenti estremi del
sistema cardiovascolare e muscolare e si crea uno squilibrio tra la ventilazione e il flusso polmonare
capillare durante un esercizio ad alta intensità il quale può compromettere la saturazione arteriosa e
la capacità di trasporto di O2 → ipossia arteriosa indotta dall'esercizio (exercise induced