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Riassunto esame Fisiologia Generale, prof. Veicsteinas, libro consigliato Fisiologia dell'Uomo - cap. 10 Pag. 1
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10.1 ORGANIZZAZIONE ANATOMICA DEL CUORE

Il cuore è un organo cavo a parete muscolare. In cui troviamo 4 cavità: due atri e due

ventricoli. Tale suddivisione è determinata, in senso orizzontale, dalla presenza di un piano

connettivale, sul quale trovano alloggio due valvole atrioventricolari. La presenza di un

setto interatriale e di un setto interventricolare determina la suddivisione verticale del cuore

in una metà dx e una sx.

Atrio dx/ventricolo dx → valvola tricuspide

Atrio sx/ ventricolo sx → valvola mitrale

Massa del cuore è in media: M 300g / F 250g

Da ciascun ventricolo trae origine un grosso vaso arterioso:

arteria polmonare dal dx

aorta dal sx

Dall'aorta origina il circolo sistemico che ritorna al cuore attraverso due vene cave sfocianti

nell'atrio dx (vena cava superiore e inferiore). L'arteria polmonare porta il sangue a irrorare i

polmoni dai quali, a scambi gassosi avvenuti, esso ritorna al cuore attraverso le vene

polmonari, due da ciascun polmone, sfocianti nell'atrio sx.

– circolo sistemico o grande circolo: dall'atrio sx, attraverso la valvola mitrale, al

ventricolo sx e da questo agli organi periferici attraverso aorta, arterie, arteriole e capillare.

Da qui attraverso venule, vene e le due vene cave il sangue ritorna all'atrio dx.

– circolo polmonare o piccolo circolo: dall'atrio dx, attraverso la valvola tricuspide, al

ventricolo dx e da questa, attraverso l'arteria polmonare e le sue diramazioni, ai capillari

polmonari ove hanno sede gli scambi gassosi. Da qui il sangue ritorna al cuore attraverso le

vene polmonari che sfociano nell'atrio dx.

Anche l'aorta e l'arteria polmonare sono dotate di valvole per evitare rigurgiti:

– valvola aortica

– valvola polmonare

10.2. FISIOLOGIA DEL CUORE

L'azione ciclica del cuore fornisce al sangue l'energia necessaria a farlo scorrere nei vasi. La

contrazione ed il rilasciamento sono capacità intrinseche del muscolo costituente le parete

delle cavità cardiache, denominato miocardio.

La contrazione del miocardio non è avviata dall'impulso di un nervo motore bensì da cellule

muscolari cardiache, specializzate e raggruppate in una struttura, il nodo del seno (SA)

localizzata nella parete dell'atrio dx. Tre fasci portano l'impulso dal nodo SA a una struttura

di raccolta, il nodo atrioventricolare (AV), situata nella parete posteriore destra del setto

interatriale. Da qui lo stimolo è trasmesso al rimanente miocardio attraverso i due fasci di

His che decorrono le due facce del setto interventricolare e si uniscono alle fibre di Purkinje

che prendono contatto con le cellule miocardiche.

10.2.4. Ciclo cardiaco

Curva pressione-volume dei ventricoli (vedi tab 10.16 p. 269)

Partenza: fine del riempimento del ventricolo sx, ossia dal volume telediastolico. In questo

momento il ventricolo sx contiene 130 ml di sangue, 70 dei quali vi sono penetrati nel corso

della diastole, provenendo dall'atrio sx attraversando la valvola mitrale. A questo punto

inizia la contrazione sistolica.

Appena inizia la contrazione, la valvola mitrale si chiude immediatamente evitando rigurgiti

di sangue nell'atrio sx. Allo stesso tempo la valvola aortica non si è ancora aperta e non si

aprirà finché la pressione endocavitaria non avrà superato la pressione diastolica presente in

aorta (contrazione isovolumetrica; aumento della pressione ventricolare in corrispondenza di

un unico valore di volume).

Successivamente si ha l'apertura della valvola aortica e il sangue fluisce sotto la spinta

ventricolare nel bulbo aortico. La contrazione ventricolare che spinge il sangue in aorta non

è isotonica; la pressione aumenta infatti con decorso curvilineo fino al valore sistolico

(pressione massima) per poi decrescere, sempre con decorso curvilineo.

A questo punto si ha fine della sistole, ossia l'azione propulsiva ventricolare (telesistole).

Questo porterebbe il sangue a rifluire nel ventricolo se ciò non fosse impedito dalla chiusura

della valvola aortica. In questo momento la pressione endocavitaria cade verticalmente dato

che il miocardio si rilascia.

È questa la fase di rilasciamento isovolumetrico della diastole. Il valore di volume

corrispondente a questo punto è quello minimo raggiunto dal ventricolo alla fine della

sistole (volume telesistolico). Esso è anche quello da cui inizia il riempimento diastolico per

il ciclo successivo. Infatti si riapre la valvola mitrale permettendo il flusso di sangue

dall'atrio sx al ventricolo sx. Il sangue è spinto da un gradiente pressorio minmo (5 mmHg).

A riposo la sistole atriale contribuisce al riempimento ventricolare pari al 10-30%. Nel corso

dell'esercizio, a causa dell'aumento della frequenza cardiaca, il tempo a disposizione per il

riempimento ventricolare diminuisce e la sistole atriale, rappresenta un importante

contributo al riempimento del ventricolo.

Per quanto concerne il ventricolo dx, dal punto di vista qualitativo i fenomeni che vi hanno

luogo sono del tutto simili, cambiano solo i valori pressori: la pressione sistolica del circolo

polmonare è infatti di circa 24 mmHg, mentre quella diastolica è di 8mmHg. I volumi

ventricolari in gioco a dx e a sx sono uguali.

Diagramma di Wiggers: rispetto all'asse del tempo, descrive per ciascuna metà del cuore

l'andamento sincrono di vari parametri quali l'elettrocardiogramma (ECG), le pressioni

endocavitarie e i volumi di atrio e ventricolo, lo sfigmogramma e il flusso aortico o

polmonare.

10.2.5. Energetica cardiaca

Al pari del tessuto muscolare scheletrico, il miocardio si contrae sfruttando l'energia che si

libera dalla scissione dell'ATP che deve essere immediatamente ricostituito. Ciò si verifica

mediante la fosforilazione ossidativa che avviene a livello mitocondriale. Vengono ossidati

substrati energetici diversi, quali i carboidrati, acidi grassi liberi, trigliceridi. Vi è pertanto

consumo di ossigeno (VO2), produzione di CO2 e H2O e liberazione di energia che viene

immagazzinata sotto forma di nuove molecole di ATP.

A differenza del muscolo scheletrico il miocardio non è capace di utilizzare la glicolisi

anaerobica per la risintesi dell'ATP. Ne consegue che il metabolismo miocardico dipende

molto strettamente da un'adeguata e continua fornitura di ossigeno (VO2) notevole

ricchezza dell'apparato mitocondriale delle fibrocellule miocardiche e dal loro contenuto di

mioglobina (Mb).

Il miocardio presenta parecchie similitudini con le fibrocellule muscolari scheletriche di tipo

I (fibre rosse, ossidative).

L'ossigeno è fornito al miocardio dal circolo coronarico. La capacità del miocardio di

estrarre ossigeno dall'emoglobina è molto spiccata. Infatti, a riposo il contenuto in O2 del

sangue venoso refluo del miocardio è pari a 5 ml/dl di sangue (15 ml/dl sangue venoso

misto).

Flusso coronarico a riposo = 60/90 ml/100g di tessuto miocardico

può aumentare di 4/5 volte con l'esercizio fisico. Tale capacità di adeguamento è detta

riserva coronarica.

Il consumo di ossigeno del cuore (MVO2) a riposo è di 9 ml O2/min/ 100g di tessuto

miocardico.

L' ipertensione arteriosa comporta un elevato dispendio energetico per il miocardio per un

aumento della spesa energetica dovuta ad una maggiore contrazione isovolumetrica.

10.2.7. Gittata cardiaca

L'azione di pompa del cuore garantisce un continuo flusso di sangue, adeguato alle richieste

metaboliche, detto gittata cardiaca (Q misurata in litriXmin).

Q= 70 battiti/min X 75ml

(corrispondenti a 5 l/min)

In condizioni di lavoro la gittata cardiaca dovrà adeguarsi alle nuove richieste metaboliche;

ciò comporta un aumento sia della frequenza cardiaca sia della gittata ventricolare sistolica.

Si ritiene che la gittata cardiaca possa aumentare fino a un limite massimo variabile tra 3.5 e

5 volte il valore di riposo.

Poiché la gittata cardiaca dipende anche dalle dimensioni corporee di soggetti considerati, si

preferisce esprimerla in forma normalizzata per la superficie corporea. In questo caso si

parla di indice cardiaco (a riposo è di 2,78 l/min/m).

Rapporto tra gittata cardiaca e ritorno venoso

Allo stato stazionario, ossia quando frequenza cardiaca e volume di eiezione del ventricolo

sx si mantengono costanti per un certo periodo, la gittata cardiaca e il ritorno venoso sono

uguali.

La funzione della pompa cardiaca è condizionata da:

– frequenza di contrazione

– stato inotropo del miocardio

– precarico (condizionato dal ritorno venoso e dalla capacitanza del circolo venoso)

– postcarico (condizionato dalla resistenza del circolo arterioso e dalla press. Arteriosa)

Le grandi vene del torace e l'atrio dx costituiscono il deposito venoso centrale. A esso

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Publisher
A.A. 2013-2014
4 pagine
SSD Scienze biologiche BIO/09 Fisiologia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Loredor di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Fisiologia generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Veicsteinas Arsenio.