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RIEPILOGANDO:

Abbiamo fatto il nostro elettrocardiogramma standard, con frequenza cardiaca a riposo

- Abbiamo valutato e accertato che l‟ECG del paziente è apposto

-

ORA COSA SI FA?

Dobbiamo cercare di valutare tutti gli altri parametri fisici e fisologici, valutare se questi sono

accetabili all‟applicazione di un protocollo di esercizio fisico. – – –

Valutiamo: Età Peso Sesso

Condizione Fisica Generale = Anamnesi de paziente

Ci serve prima di tutto capire qual è la capacità di lavoro di quel singolo individuo, poichè in base

alle sue condizioni fisiche avrà una detterminata capacità di lavoro

COSA SIGNIFICA? Bisogna cercare di capire qual è il suo Vo2 Max consumato nell‟unità di tempo.

Vo2 Max = Metrica che rappresenta il massimo volume di ossigeno

Rappresenta il volume di ossigeno che ogni singola persona può consumare per ogni kg nell‟unità

di tempo. Rappresenta la capacità di lavoro che può sopportare. Gli esercizi vengono applicati in %

al suo Vo2 MAx

COME FACCIO A DETTERMINARE IL SUO VO2 MAX? 3 metodi.

1. Il paziente può fare attività fisica su un Treadmill (Tapis Roulant) e contemporaneamante

viene collegato ad un metabolimetro che monitora gli scambi gassosi e ossigeno.

2. Il Vo2 Max è collegato alla Frequenza Cardiaca, per cui se io riesco ad ottenere la

Frequenza Cardiaca Massima e la Frequenza Cardiaca a Riposo attraverso l‟uso di alcune

formule mi riesco a ricavare il Vo2 Max

Per prima cosa come faccio a ottenere al Frequenza Cardiaca Massima:

- Formula di KARVONEN: Secondo questa regola la frequenza cardiaca massima teorica si

calcola sottraendo a 220 la propria età. Fc max = 220 - Età (Anni)

- Fortmula di Tanaka: Fc max = 208 0,7 x Età (Anni)

3. Rockport Test: Sfrutta il tempo che impiega un individuo a percorrere una distanza di 1,6

Se ho una patologia come per esempio l‟oberistà o per capacità

kilometri a velocità costante.

ridotte impiegherò un tempo maggiore rispetto ad una persona sana. Tenendo conto del

tempo impiegato, unito ad altri fattori come ètà, peso, sesso, frequenza cardiaca, ossia

numero dei battiti nei 10 secondi dopo la fine del percorso, mettendo insieme questi

parametri troviamo un Vo2 Max preciso e adatto al singolo paziente.

Vo2 Max = 15, 3 x (F. C. Max / F. C. A Riposo)

Se il soggetto è sedentario la sua soglia anaerobica è il 55% del Vo2 Max

PERCHÈ È IMPORTANTE SAPERE QUESTO? La maggior parte degli esercizi terapeutici si

svolge tra il 40% e il 70% del Vo2 Max o Vo2 Max di Picco

Differenza tra Vo2 Max e Vo2 di Picco

- Vo2 Max è il sistema di valutazione energetico per una perosna normale

- Vo2 di Picco: è il sistema di valutazione energetico per una soggetto clinico

Se io devo lavorare al 60% del Vo2 Max dovrò lavorare al 70% della Frequenza Cardiaca Massima.

A questo livello qui utilizzo come fonte energetica sia Glucidi (carboidrati) sia Lipidi perchè sono

leggermente sopra la soglia anaerobica. Sto lavorando sia in endurance e sia di forza, è un

protocollo che mi permette di migliorare entrambe le caratteristiche.

Oltre alla formula: 15,3 * (F. C. Max\ F. C. A Riposo), dobbiamo tenere conto di un altro

paramentro .

Le persone ipertese o con problemi cardiaci sono sotto terapia di betabloccanti, questi fanno

rallentare la frequenza cardiaca bloccando l‟azione degli ormoni come per es: adrenalina

Formula: 220 Età * 70% (della sua frequenza cardiaca Massima)

Se io ho un soggetto in cui la frequenza cardiaca massima è 170, mentre quella a riposo è 68,

e l‟80% del suo Vo2 Max

definisco che deve fare un esercizio che è compreso tra il 50%

Per trasformare quei due valori in una frequenza cardiaca facilmente controllabile mi serve sapere

un altro parametro:

Frequenza Cardiaca di Riserva, corrisponde al range di frequenza cardiaca che si può aumentare

per poter arrivare alla frequenza caridaca massima. In questo range siamo al massimo dell‟impegno

fisico del soggetto. –

Frequenza Cardiaca di Riserva: = FC Max FC a Riposo

Formula: 102 * 0,5 + 68 = 119

102 = è una costante

0,5 = sta per il 50%

68= sta per la FC a riposo

il limite dell‟intensità del protocollo di

119 = è esercizio che sto applicando al soggetto non

deve essere superiore ai 119 battiti al minuto. Dopo il riscaldamento devo progettare un

protocollo di esercizio che mi porta a una frequenza cardiaca che non superi i 119 battiti.

Questo è il suo masismo.

Se il tempo di corsa è 20 minuti, nell‟arco di questo tempo posso inclinare la pedana e aumentare

l‟impegno del soggetto, in modo tale che molto gradualmente da 120

DOPO I VENTI MINUTI ARRIVO A OTTENERE COSA?

Riapplico la formula: 102* 0,8 + 68 = 150 (è una frequenza raggiungibile da qualsiasi individuo)

Mentre cammino a velocità costante sulla pedana e la frequenza cardiaca di conseguenza aumenta

fino a 150 = questo è il range di lavoro

(Possiamo controllare la FC con un cardiofrequenzimetro se facciamo una camminata solitaria)

La Massa Cardiaca è suddivisa in:

- Tessuto miocardico specifico: ne fanno parte le cellule muscolari che hanno la capacità di

autocontrarsi e far insorgere potenziali d‟azione.

- Tessuto miocardico di lavoro: da solo non lavora, lavora in sinergia col tessuto miocardico

specifico

L‟impulso cardiaco nasce dal nodo senoattriale. Nella parte superiore dell‟atrio destro ci sono

cellule del miocardio specifiche che hanno dei canali ionici per cui non riescono a mantenere stabile

il potenziale di membrana. – –

Quando il potenziale arriva a 60 ci sono canali aperti che fanno entrare ioni che da 60 comincia

a depolarizzarsi fino ad arrivare alla soglia e far scattare il potenziale d‟azione, si trasmette a tutta

la massa cardiaca sia a quella autoritmica che a quella contrattile.

Tutto il tessuto cardiaco è depolarizzato. Il Ca (Calcio) che entra chiude i voltaggio dipendenti.

Il potenziale d‟azione cellule contrattili dura centinaia millisecondi, mentre quello del neurone dura

5 millisecondi.

Nel nodo senoattriale nasce il pot. azione, si sposta attraverso e gap junctions, si sposta nella massa

d‟azione

cardiaca di lavoro, le cellule di lavoro rispondono con il potenziale che a sua volta dura

elettrico che causerà l‟evento

100 millisecondi. Facendo la somma viene la durata totale dell‟evento

meccanico.

SPIEGAZIONE PIU PRECISA:

Quando dobbiao applicare un esercizio fisico ci dobbiamo basare su:

Prove di valutazione dell‟individuo per capire

- quali sono i suoi limiti

- Dopo di che in base ai risultati ottenuti possiamo applicare un protocollo di esercizio

Per ogni tipologia di soggetto esposti a rischi clinici ci sono dei protocolli che si possono rilevare

nella famosa Guida CSM

- Nei soggetti sani prendiamo in considerazione il Vo2 Max per il protocollo di esercizio,

mentre per

- Nei soggetti a rischio prendiamo in considerazione il Vo2 di Picco: e' il più alto valore di

consumo di ossigeno raggiunto durante il test da sforzo. Di norma si calcola sulla media

degli ultimi 15-30.

LESIONE PERIFERICHE DEL NERVO

I nervi periferici in seguito ad una lesione vanno in degenerazione dal punto di lesione fino ai target.

Questi nervi si possono rigenerare se messi nelle condizioni per poterlo fare.

CLASSIFICAZIONE DI SEDDON

- NEUROAPRAXIA: defici della conduzione nervosa Senza soluzione di continuo

dell‟assone Nervosa Con discontinuità dell‟assone che

- AXONOTMESI: interruzione della conduzione

va‟ incontro a Degenerazione ma con integrità delle Guaine nervose

- NEUROTMESI: interruzione della conduzione nervosa con sezione del nervo intero o di

un numero vario di Assoni con lesione delle guaine endoneurali e sovvertimento della

fisiologica conformazione della guaina nervosa

Un‟operazione chirurgica: serve riallineare i due segmenti, quello prossimale

COME SI CURANO?:

alla lesione con quello distale

Il RECUPERO è diviso in due fasi:

La Prima Fase: RIGENERAZIONE DEL NERVO: serve a rigenerare il tratto del nervo.

Consiste nella rigenerazione degli assoni all‟interno del nervo ed eventualmente della guaina

mielinica. A seconda della gravità della lesione la guaina mielinica può essere quasi completamente

conservata nel punto preciso della lesione, oppure può andare incontro ad una completa

degenerazione

Le cellule di Schwann formano la guaina mielinica avvolgendosi attorno agli assoni numerose

volte, sono disposte lungo la lunghezza dell'assone, a causa di una lesione perdono gli avvolgimenti

della guaina mielinica intorno agli assoni ma non muoiono come cellule, quindi rimangono lungo il

il contatto con l‟assone in

vecchio percorso degli assoni come cellule pronte a ricevere nuovamente

rigenerazione. Se questo avviene le cellule di Schwann riformano l‟avvolgimento concentrico della

mielina intorno all‟assone. In questo caso il danno è leggero, potrebbe trattarsi di una lesione o

schiacciamento che interrompe la continuità dell‟assone. L‟ assone in queto caso degenera, ma la

mielina rimane intatta.

Quindi, Possiamo andare in contro a:

Schiacciamento:

- Taglio Completo: una degenerazione completa a valle del punto di lesione, senza

- danneggiare le cellule di Schwann

Le cellule di Schwann rimangono nel percorso e lungo il percorso rilasciano segnali che attirano gli

assoni rimasti e le cellule di Schwann ricompongono la mileina attorno ad esso.

La guaina mielinica: agisce come materiale di isolamento, impedendo la diffusione

dell‟eccitamento agli assoni adiacenti. Aumenta la velocità di conduzione dell‟impulso. Secondo la

teoria della conduzione saltatoria, nelle fibre mielinizzate vi è trasmissione discontinua dell‟impulso

nervoso da nodo a nodo con conseguente aumento di velocità in quanto non è necessario che

l‟impulso scorra lungo tutto l‟assone. Regola gli scambi metabolici tra la cellula di Schwann o la

cellula di oligodendroglia e l‟assone, tramite le incisure di Schmidt-Lanterman e le spirali

paranodali. Costituisce un sistema di tubi che guida verso la periferia una fibra in rigenerazion

La Seconda Fase: REINNERVAZIONE: Si devono riformare le sinapsi per ogni cellula

muscolare

RIGENERAZIONE: processo piuttosto lento, la rigenerazione con gli assoni avanza lentamente, 1

mm al giorno. Se il danno è molto vicino al target impiega poco tempo, mentre se il danno è lontano

al contrario impiegherà molto tempo. Questo è un fattore critico perchè queste cellule che rilasciano

segnali chimici lungo il percorso lo fanno per un detterminato periodo di tempo, se poi non

più alcun conttato fisico con l‟assone questi segnali decadono e non vengono più prodotti i

ricevon

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Publisher
A.A. 2018-2019
106 pagine
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SSD Scienze biologiche BIO/09 Fisiologia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher dasillva di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Fisiologia clinica dell'esercizio fisico e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi "Carlo Bo" di Urbino o del prof Sartini Stefano.