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H
dissocia in e lattato, e gli idrogenioni vengono tamponati attraverso il
bicarbonato (principale tampone extracellulare) e si genera acido carbonico (
H 2CO3 CO2 H2O
), che poi si dissocia in e . Il disturbo del pH quindi viene
CO2
risolto ma c’è che deve essere eliminata, per cui il risultato è che il
quoziente respiratorio determinato a livello dei tessuti diventa diverso dal
Gas Exchange Ratio
Gas Exchange Ratio determinato alla bocca. Il
CO2
prende in considerazione anche questa di provenienza non
mitocondriale.
Se l’esercizio continua ad andare avanti, l’insulto acido diventa più
significativo e dunque non riesce ad essere completamente tamponato,
acidosi metabolica.
causando Questa condizione viene compensata
con una diminuzione del denominatore della Henderson-Hasselbalch: i
chemorecettori periferici se ne accorgono, si ha una risposta di
CO2
iperventilazione e viene ridotta la .
In condizioni di acidosi metabolica ci troviamo nel quadrante in basso a
sinistra del diagramma di Davenport; avviene una riduzione di bicarbonato
CO2 CO2
che si compensa riducendo la p e si va verso una linea di isoP più
bassa. La compensazione è però parziale, per cui si ha un incremento della
CO2 eliminata alla bocca.
Le soglie ventilatorie
CO2 CO2 CO2
La di fine espirazione (PET ), che equivale alla p alveolare (uguale
CO2
alla p arteriosa), inizia a diminuire (come si vede nella porzione del
grafico sottostante CO2
cerchiata di rosso): si elimina all’esterno per compensare l’acidosi
metabolica che non è più compensata dal bicarbonato.
Si ottengono quindi le due linee verticali tratteggiate visibili nella figura:
soglie ventilatorie.
sono le La prima soglia ventilatoria (quella più a
sinistra delle due) ci indica il carico a cui inizia il tamponamento
dell’acido lattico, che si vede dal primo aumento sproporzionato
CO2
dell’immissione di . La seconda soglia ventilatoria (quella più a destra)
corrisponde alla fase in cui inizia la compensazione respiratoria
dell’acidosi metabolica (perché il bicarbonato non riesce più a
controllare la modificazione del pH).
Entrambe queste due righe
verticali si trovano prima del
massimo consumo di ossigeno,
che in questo caso corrisponde
a 285 watt. L’intensità
dell’esercizio sostenibile molto
a lungo (20-30-40minuti)
non corrisponde al
O
massimo consumo di ma a
2
un’intensità di esercizio
appartenente all’incirca alla
seconda soglia ventilatoria,
quando il sistema smette di
essere in grado di tamponare
con il bicarbonato l’acido
prodotto. In questo modo è
possibile individuare la frazione
o la percentuale o l’intensità di
esercizio inferiore al massimo
O2
consumo di (carichi
sottomassimali) che il soggetto
è in grado di sostenere a lungo,
per decine di minuti o
addirittura ore in alcuni casi, ciò
ha una rilevanza funzionale
significativa.
[È importante saper applicare i concetti all’approccio più generale del
controllo del pH, degli scambi gassosi e del significato del quoziente
CO2
respiratorio, della differenza tra produzione metabolica di e quella
non metabolica, derivante dal tamponamento o compenso respiratorio
dell’acidosi metabolica].
#THM: i metabolismi non ossidativi intervengono prima che
quello ossidativo abbia raggiunto la sua massima potenza.
Non sono due motori sovrapposti: fino ad un certo punto arriva un
metabolismo e da un certo punto in poi interviene l’altro.
Il reclutamento delle fibre
C’è un corrispettivo nel reclutamento delle fibre da questo punto di vista.
Nel grafico sottostante si vede, in funzione dell’intensità dell’esercizio, la
percentuale delle diverse fibre reclutate. Quando il soggetto fa un esercizio
a bassa intensità vengono reclutate poche fibre e tutte ossidative,
perché questo tipo di esercizio potrebbe
andare avanti a lungo, quindi
viene sfruttato il metabolismo che
va avanti più a lungo, che non si
“stanca”. Quando l’intensità
dell’esercizio aumenta vengono
reclutate più fibre, inizialmente
solo ossidative. Però l’intensità di
esercizio a cui si iniziano a reclutare
le fibre non ossidative (indicata
dal primo cerchio
rosso sulla sinistra nella figura sottostante) si trova prima del carico al
quale tutte le ossidative sono reclutate. Per un esercizio ancora più intenso
vengono reclutate le fibre non ossidative prima che quelle ossidative siano
state reclutate completamente. Da questo punto in poi sono state reclutate
tutte le fibre ossidative, quindi, per fare un esercizio più intenso,
sicuramente devono essere reclutate tutte le altre. Pertanto, anche dal
punto di vista del reclutamento delle fibre c’è una sovrapposizione tra
metabolismi, come visto in precedenza nel caso delle soglie ventilatorie.
Perché sia così non è chiaro, ma è sicuramente una caratteristica generale
comune a tutti i mammiferi che hanno questa differenziazione tra diversi
tipi di metabolismo nella produzione di energia da parte del muscolo
scheletrico. STfibers = slow twitch fibres =
FT
tipo 1 = fast twitch a =
a
FT
fibre 2a = fast twitch b=
b
2b o 2x
L’acido lattico
Il prodotto terminale della glicolisi e glicogenolisi anaerobia è l’acido lattico.
+¿¿ +¿¿
lattato H H
lattico, al pH dell’organismo, si dissocia in e . L’ è la
L’acido
parte problematica della reazione, infatti, come già visto ci sono diversi
+¿¿
H
che ne impediscono un accumulo di . Il
sistemi di difesa dell’organismo
lattato positiva
è una molecola per il muscolo, non causa fatica, è quindi
favorevole per il muscolo avere alti livelli di lattato nel sangue. In passato
veniva considerato una molecola di scarto, responsabile di
fatica, gambe pesanti, dolore muscolare
nei giorni successivi a un esercizio intenso,
ma questo è falso! Il problema è l’acido, il
lattato è invece una molecola molto
interessante. L’autore che per primo ha
permesso di fare questo salto di concetto
è il fisiologo americano George Brooks che
ha chiamato questa teoria “Lactate
shuttle”. Nel muscolo sono presenti fibre di
primo tipo e di secondo tipo. Le fibre 2b
(ora chiamate 2x, le meno ossidative che
ci sono) producono acido lattico, che si
scinderà in H e lattato. Il lattato è una
+
molecola a 3 atomi di carbonio ancora
piena di energia, quando si dà lattato al
muscolo, se il pH non è acido, questo
substrato glucidico da poter utilizzare
viene “accolto”
positivamente. Il lattato diffonde al di fuori dalla fibra, mediante
trasportatori simili ai trasportatori di tipo GLUT, e diffonde all’interno di fibre
lattico
di tipo 1 presenti nelle vicinanze che sono in grado di utilizzarlo. La
deidrogenasi trasforma il lattato in piruvato, che entra nel ciclo di Krebs
delle fibre ossidative. L’unica limitazione è che le fibre devono essere in
grado di utilizzarlo per via ossidativa, quindi è necessario che ci sia
disponibilità di ossigeno affinché avvenga il ciclo di Krebs. In questo modo
produce energia con la fosforilazione ossidativa, più efficiente della glicolisi
anaerobia dal punto di vista della resa di ATP. Per cui il piruvato viene
CO2
ossidato completamente e i prodotti finali sono , ATP e acqua. Il lattato
può anche in parte essere mandato nel sangue (il suo livello è misurabile
nel sangue mediante prelievo ematico), viene mandato al cuore che lo
manda in circolo, quello in circolo viene captato da altre fibre ossidative di
altri muscoli, se questi hanno fibre di I tipo che lo possono utilizzare. Uno
dei problemi del metabolismo energetico sono gli scarsi depositi di
glicogeno intramuscolare, quindi quando le fibre rilevano la presenza di
lattato lo sfruttano, e in questo modo non avranno bisogno di prelevare
glucosio dal sangue o glicogeno dalla riserva. Anche altri organi lo usano:
il fegato, il cervello, il miocardio. È quindi una
molecola ancora utile dal punto di vista energetico, che può essere usato
da fibre ossidative dello stesso muscolo, di altri muscoli o di altri organi,
l’unico requisito è che queste cellule devono essere in grado di utilizzarlo
ossidativamente.
Brooks ultimamente sta usando anche dal punto di vista terapeutico il
lattato per trattare pazienti con traumi cerebrali. Dunque, questa molecola,
che negli anni precedenti era considerata un prodotto di scarto tossico, è
arrivata ad essere considerata oggi come una molecola positiva; mentre la
+¿¿
H
agli ioni derivanti dalla dissociazione
parte negativa è attribuita
dell’acido lattico.
In sostanza sono state identificate delle linee verticali che ci consentono di
individuare il punto, durante un esercizio incrementale, in cui inizia a
manifestarsi l’accumulo di acido lattico; in corrispondenza dell’inizio
dell’effetto di tamponamento (prima soglia ventilatoria), per poi si
esaurirsi e iniziare l’acidosi metabolica (seconda soglia respiratoria).
Queste linee verticali sono indicative dell’intensità di esercizio sostenibili
per periodi superiori ai pochi minuti.
Il debito di ossigeno
˙
V O2massimo
Il influisce molto sulla qualità di vita e sulla sopravvivenza.
Inoltre, il
metabolismo ossidativo è lento ad entrare in azione, occorrono circa 2
minuti perché raggiunga la massima potenza; gli altri due metabolismi
invece sono molto rapidi. La fosfocreatina si scinde in creatina e fosfato
inorganico con massiccia liberazione di energia (anche chiamata reazione di
Lohmann) in pochi millisecondi, mentre per quanto riguarda la glicolisi
anaerobia la massima potenza viene sviluppata in 10-20 secondi. La
lentezza del metabolismo ossidativo è probabilmente una
intrinseca
caratteristica del metabolismo muscolare. Questa lentezza si
vede indipendentemente dal carico, infatti avviene anche per carichi
molto bassi. Nell’immagine sottostante si vede che il massimo consumo di
ossigeno corrisponde a 250watt, però già a 50 watt (1/5 del suo
massimo consumo di ossigeno) la
potenza esprimibile con il metabolismo
ossidativo, vista come consumo di
ossigeno, è lenta; occorrono un paio di
minuti perché raggiunga il suo stato
stazionario. Questo signi