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CARRIERS
I carriers, come gli enzimi, possono essere soggetti ad inibizione competitiva. Il flusso raggiunge
asintoticamente il valore di flusso massimo ed è un valore invalicabile.
Nell’esperimento aggiungiamo una quantità fissa di
inibitore competitivo (I ), cioè una molecola che ha una
c
certa somiglianza con il substrato e a causa di questa
somiglianza è in grado, con una certa affinità, di legarsi
al sito attivo del trasportatore.
Con l’inibitore competitivo, la curva sta in un ampio
range di concentrazione del substrato al di sotto di quella
senza inibitore. Le due curve ad un certo punto
convergono, quindi, anche se uso un inibitore
competitivo, il flusso massimo viene comunque
raggiunto. Occorre però una quantità giusta di substrato
per poterlo raggiungere. la curva sta sotto le prime due, ma c’è
Se si aggiunge una quantità superiore di inibitore competitivo,
comunque convergenza.
Il messaggio fondamentale che arriva dall’analisi di questi grafici è che anche con l’inibitore
competitivo il flusso massimo viene raggiunto.
Come funziona un inibitore competitivo
Quando c’è solo il substrato è più probabile che una molecola di substrato si leghi al carrier. Questa
probabilità aumenta all’aumentare del substrato. Quanto più aumenta, tanto è più facile che il
substrato si leghi al carrier.
dell’inibitore competitivo ad una concentrazione superiore di quella del substrato.
Introduciamo
Essendo le molecole di inibitore in numero superiore a quelle di substrato, la probabilità che si leghi
l’inibitore al substrato è superiore. Ecco allora che il substrato è meno efficiente, quindi la curva si
abbassa.
Manteniamo fissa la quantità di inibitore competitivo, aumentando quella di substrato. Se si aumenta
sufficientemente la concentrazione di substrato, le molecole di substrato sono superiori a quelle di
inibitore, allora la probabilità che il substrato si leghi è superiore.
A condizione che la concentrazione del substrato sia sufficientemente elevata, le curve convergono.
Quindi in presenza di un inibitore competitivo F non cambia.
max
Relazione tra I e K
c a
K è la costante di affinità e, per definizione, è quella concentrazione di substrato in cui il flusso è
a la metà del flusso massimo,
quindi si legge sull’asse delle
ascisse.
Tanto maggiore è la
concentrazione di inibitore
competitivo, tanto più è
maggiore la K . Analogamente,
a
K è inversamente
a
proporzionale all’affinità del
carrier per il substrato.
K è un indice della pendenza della curva, perché tanto più la curva è ripida, tanto più ka è piccola.
a
Le cellule riescono ad ovviare al limite della saturazione con i trasporti attivi. Essi riescono ad operare
anche contro gradiente di concentrazione. Il trasportatore attivo del glucosio riesce a fare entrare tutte
le molecole di glucosio in circolo con efficienza maggiore della glucosio-permeasi.
POMPA SODIO POTASSIO ATPasi O TRASPORTO PRIMARIO Questo trasportatore attivo
è ubiquitario, quindi si
trova nelle membrane
plasmatiche di ogni cellula.
La funzione è quella di far sì
che la concentrazione di
potassio all’interno della
cellula rimanga elevata e
che la concentrazione di
sodio all’esterno della
cellula rimanga elevata.
Grazie a questo fatto, le
cellule elettricamente
eccitabili sono in grado di
generare delle variazioni di
potenziale di membrana che
sono chiamati potenziali
d’azione.
1) Il trasportatore presenta due siti attivi distinti. In questa conformazione, il trasportatore presenta
un’elevata affinità per lo ione sodio, quindi anche se la concentrazione dello ione è bassa, il sodio si
lega. Analogamente l’affinità per il potassio è bassa, quindi è molto bassa la probabilità che si possa
legare una molecola di potassio.
2) Quando uno ione sodio si lega, una molecola di ATP viene idrolizzata, quindi si verifica una
defosforilazione e quello ione fosfato che si libera dall’ATP, formando ADP, si attacca al
trasportatore, quindi la proteina viene fosforilata. Questa fosforilazione viene chiamata fosforilazione
sodio-dipendente.
3/4) Questa fosforilazione provoca un cambiamento conformazionale della proteina stessa. La
fosforilazione di proteine è un meccanismo molto comune che permette a determinate proteine di
poter cambiare di conformazione. Questo cambiamento si ripercuote ai siti attivi del sodio e del
potassio e cambia l’affinità, per cui il sodio viene espulso dal trasportatore e viene legato il potassio
a causa di un aumento di affinità. In questo modo il sodio riesce a passare da dentro a fuori secondo
il proprio gradiente, stessa cosa, al contrario, vale per il potassio.
5) Mentre il sodio provoca una fosforilazione della proteina carrier, lo ione potassio provoca una
defosforilazione potassio-dipendente, per cui si stacca uno ione fosfato dal trasportatore. Questa
defosforilazione provoca un cambiamento conformazionale della proteina carrier, facendola ritornare
alla conformazione iniziale.
6) Questo cambiamento pompa dentro lo ione potassio.
Si ha quindi l’espulsione esterna dello ione sodio, facendolo andare dove è più concentrato, e
l’espulsione interna dello ione potassio, facendolo andare dove è più concentrato. Il trasporto attivo
funziona contro il gradiente di concentrazione.
Caratteristiche della pompa sodio potassio ATPasi
+ +
- Stechiometria: 3 Na fuori, 2 K dentro, 1 ATP usato.
Viene utilizzato il 30% dell’ATP presente nella cellula (trasporto molto dispendioso).
- mV di ddp (l’interno diventa leggermente più
- Elettrogenica, può generare direttamente da -2 a -20
negativo dell’esterno).
- Tiene la pressione osmotica sotto controllo, prevenendo il rigonfiamento cellulare.
- Bloccata dal glicoside cardiaco ouabaina e bassa [ATP] (la ouabaina è come se fosse un blocco
I
degli ingranaggi e quindi il processo finisce, perché la pompa smette di funzionare).
+
- Velocità di attività dipendente dalla concentrazione intracellulare di Na .
GRADIENTE ELETTROCHIMICO
maggior parte delle cellule c’è una differenza di potenziale elettrico
A cavallo della membrana della
Da una parte un eccesso di cariche positive e dell’altra di cariche
(potenziale di membrana).
negative. Il potenziale di membrana influenza il movimento transmembrana di tutte le molecole
.
cariche (ioni) Il lato citoplasmatico della membrana plasmatica di solito ha un potenziale più negativo
rispetto all’esterno . .
La forza elettrostatica spinge i cationi nella cellula e guida gli anioni fuori Quindi,
quando consideriamo la diffusione passiva di soluti carichi attraverso una membrana, due forze
devono essere considerate:
- Il gradiente di concentrazione transmembrana
- La differenza di potenziale transmembrana
Quindi la driving force netta è il gradiente elettrochimico. Si suppone che la membrana
sia dotata di proteine
specifiche in grado di fare
passare le cariche. Fuori dalla
cellula c’è un eccesso di
cariche positive e dentro la
cellula la concentrazione di
ioni sodio è più bassa.
Supponiamo che in questa
situazione iniziale il potenziale
di membrana sia 0 (0 perché la
membrana non è polarizzata).
Quello che accadrà è che la
tendenza degli ioni è quella di
entrare, seguendo il gradiente di concentrazione.
Si suppone che la membrana sia polarizzata. L’interno della cellula presenta un eccesso di cariche
negative, mentre l’esterno della cellula presenta un eccesso di cariche positive. Oltre d avere un
gradiente di concentrazione, si ha anche un gradiente chimico. In queto caso i cationi vengono spinti
più velocemente all’interno della cellula, perché ci sono due gradienti favorevoli.
Si suppone che la membrana sia polarizzata. L’interno della cellula presenta un eccesso di cariche
positive, mentre l’esterno della cellula presenta un eccesso di cariche negative. Oltre d avere un
gradiente di concentrazione, si ha anche un gradiente chimico. In queto caso i cationi vengono spinti
più lentamente all’interno della cellula, perché ci sono un gradient favorevole e uno sfavorevole.
TRASPORTI ACCOPPIATI O ATTIVI SECONDARI Viene sfruttato il passaggio se-
condo gradiente di una particella
per percorrere lo stesso percorso
di questa particella. +
Trasporti accoppiati di Na
Il passaggio passivo di ioni sodio
permette il passaggio attivo di un
altro ione o di una molecola.
Nelle cellule animali molti pro-
cessi di trasporto di membrana
. Per esempio il trasporto di glucosio nelle cellule dell’epitelio
+
sono accoppiati al gradiente del Na
intestinale.
In una membrana è presente un trasportatore secondario del glucosio. Esso deve possedere un sito di
legame per il glucosio e per gli ioni sodio. L’energia, per andare contro gradiente, viene fornita dal
passaggio secondo gradiente degli ioni sodio. Quando il trasportatore ha la bocca nel lato extracellu-
della cellula dove è meno concentrato (in questo caso
lare, il sodio si lega e verrà rilasciato all’interno
è un trasporto passivo). Il trucco sta nel fatto che, finché non ci sono ioni sodio legati al sito attivo, il
glucosio non può legarsi, ma, quando si lega il sodio, l’affinità per il glucosio diventa alta e verrà
rilasciato intracellularmente, perché cambierà l’affinità. Il processo va avanti finché c’è un gradiente
di concentrazione favorevole al sodio. Qualora il gradiente di concentrazione del sodio venisse meno,
il trasporto attivo secondario cesserebbe di operare e il glucosio non potrebbe più entrare nella cellula.
++
LIVELLO DEL Ca INTRACELLULARE 2+
Il Ca è coinvolto in molti processi cellu-
lari, inoltre il mantenimento di bassi livelli
2+
di Ca intracellulare è critico per il nor-
male funzionamento cellulare.
2+
La [Ca ] extracellulare, per quanto bassa,
2+
è molto maggiore della [Ca ]
intracellulare. 2+
Le pompe del Ca ATP-dipendenti, della
membrana plasmatica e del reticolo
endoplasmatico liscio, pompano
2+
attivamente Ca fuori dal citoplasma.
Esiste anche uno scambiatore Na/Ca
2+
(T.A.II) che pompa attivamente Ca fuori
dalla cellula. Quando il sodio entra nella cellula secondo il suo gradiente di concentrazione, il calcio
va fuori.