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Lezione 13-11-18
La grande peste del 300 chiude l’apogeo urbano e apre un riassetto generale del concetto
europeo.
Avvento di oligarchie che si trasformano in signorie.
Principato —> committenti di opere che mirano all’ideale (concetti vitruviani) editio princeps.
Meditazione su quali possano essere i principi della città -> città ideale.
Teorie della prospettiva —> fondamentale per il 400-500 all’interno della città si creano delle
prospettive: edifici emblematici al centro, costruire delle assialità (collega dei punti, processi di
polarizzazione visiva) —> bellezza =ordine=rarefazione, no ammasso della città medievale,
simmetria, continuità dei fronti (palazzate) e in generale fili continui (skyline continui) come la
tavola di Baltimora.
Impianto ideale —> disquisizioni sulla forma —> vedono la città ideale come impianto
radiocentrico (Fra Giocondo).
Disegnare la città sul corpo umano —> in questo periodo con larga diffusione tutti i grandi teorici
e architetti cercano forme geometriche perfette.
Però rimane il dubbio di come organizzare la città su di un cucuzzolo (Filarete) in realtà è solo un
aspetto teorico che si diffonde nelle corti.
L’Italia è spezzettata da famiglie da una parte dai mecenati con l’incarico di rendere le città belle,
dall’altra la committente colta cioè un soggetto che si fa promotore di un soggetto.
Per esempio a Pienza —> Enea Silvio Piccolomini, il quale assurge al soglio pontificio col nome di
Pio II prende il suo borgo natio (corsignano), opera un innalzamento della città (di grado) e
procede con una rifondazione che cambia il nome della città in Pienza, egli vuole costruire una
cattedrale e ornare quel luogo con un palazzo sul posto della casa paterna con alcuni altri edifici.
La città ideale per lui è formata da 3 elementi: chiesa, palazzo, edifici.
Non ricostruisco l città, ma la ristrutturo e posso dire che è un luogo nuovo, quindi conserva
l’impianto fusiforme lungo la via.
Questi interventi si concentrano nei luoghi da lui prefigurati.
Questa operazione di Enea è la prima operazione di spostamento di popolazione perché per
costruire qui blocco di edifici storici bisognava mandare via chi viveva lì nelle casotte —> radere
al suolo le casette e metterle da qualche altra parte.
Costruisce delle case in linea lontane dagli edifici storici.
Questo sposta il nucleo centrale che può essere completamente ridisegnato.
La nuova piazza viene realizzato a forma di trapezio creando delle percezioni diverse, l’edificio
non è molto bella, facendo questo invaso rende imponente la cattedrale.
Costruisce una pavimentazione a invaso.
Edificio religioso fronteggiante.
Il fronte verso l’esterno mostra l’arside poligonale della chiesa.
Sia sul fronte verso l’interno che verso l’esterno l’intervento è concentrato su una porzione.
Lo skyline dalla vista della facciata della chiesa crea una prospettiva.
Il sistema era comunque quello di gestione medievale, è un intervento di facciata più che di
sostanza, non va a stravolgere l’organizzazione pregressa.
Il loggiato guarda sulla campagna e attrezza un giardino cintato (medievale) all’interno del
fabbricato è uno spazio di pertinenza del lotto originario.
Tutto ciò è possibile se gli edifici pregressi vengono demoliti ed avviene un trasferimento nelle
case nuove (osteta nuova piana) che costituiscano un comparto urbano omogeneo, le case sono
una attaccata all’altra (concetto del lotto gotico) ogni ingresso coincide con una fetta, all’interno
hanno delle piccole corti, rappresentano uno dei primi casi in cui il committente si preoccupa di
fornire delle abitazioni per chi è stato sfrattato.
Confronto alle case di prima queste hanno un comfort maggiore ad esempio un pozzo e un cesso
ed abbiamo un tetto di coppi e non di franchi ed una muratura di mattoni (e non paglia e sterco o
paglia e fango) è un intervento urbanistico forte ed “igienicamente” avanzato, crea delle residenze
ideali (sono interventi puntiformi ma non globali).
Degli interventi simili si fanno in tutta la penisola come per Vigevano: è un luogo emblematico
perché lì nel 1451 nasce Ludovico Maria Sforza (Ludovico il Moro) destinato ad avere un peso
fortissimo su questa città di antica fondazione, inaugura un intervento di trasformazione, dove lui
viceconte, fa un’operazione di rifacimento degli edifici antichi e di nuovi, fare una cosa simile al
foro degli antichi che diventa l’immagine intera della città, si considera solo una porzione di città
che rappresenti tutta la città costruendo una piazza.