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CONSIGLI: INVESTIMENTI E DISINVESTIMENTI
Il valore dell'investimento è il prezzo di acquisto; se compro un furgone a 50.000 €, il valore dell'investimento è sempre di 50.000 €. Gli investimenti costituiscono IMPIEGHI di denaro, mentre i disinvestimenti rappresentano FONTI.
L'obiettivo è quello di individuare la dinamica finanziaria relativa ai finanziamenti e ai rimborsi, ovvero a eventuali aumenti di capitale proprio. Nel caso di un AUMENTO DI CAPITALE PROPRIO, si considera unicamente se è stato effettuato per aumento per contanti, cioè solo se è stato versato.
- Se mi conferiscono immobili: non è un flusso di cassa
- Se mi conferiscono un portafoglio di crediti commerciali: no, lo diventerà solo se i crediti vengono incassati
- Conferimento di opera: se mi conferiscono un lavoro non mi diventa un flusso di cassa, al massimo non ci sarà un'uscita
- Conferimento per contanti: sì, è un flusso
- Interessi e oneri finanziari, sono impieghi di risorse e quindi un flusso negativo
- Dividendi: sono un impiego di risorse e quindi un flusso negativo
- O viene portato a riserva e quindi un aumento del patrimonio netto
- Una ridistribuzione di untili
- ha tantissimi casi, ci si inseriscono tutti i casi che non sono nelle precedenti.
- Investimenti: Impianti e macchinari (Gestione operativa non corrente)
- Finanziamenti: debiti v/banche con scadenza entro i 12 mesi aumentano da 1390 a 2200, significa che c'è stato un finanziamento pari a 810. (Gestione Finanziaria)
- Remunerazioni di cassa.
Finanziarie: Oneri finanziari e dobbiamo vedere se ci sono dei dividendi:
- Dividendi: nel 2015 era pari a 354, le riserve sono aumentate da 800 a 1014, quindi di 214; il restante parte (354 - 214 = 140) è stato destinato a dividendi
- Capitale sociale, cassa e c/c attivi, riserve e utile di esercizio non le consideriamo
Una volta considerati i flussi bisogna metterle in ordine all'interno del rendiconto finanziario.
Risorse generate dalla Gestione operativa = va a vedere le risorse generale dell'impresa aprescindere dal fatto che le abbia incassate o meno
Variazione CCNO = vedere le voci che spostano in avanti gli incassi.
Flusso monetario disponibile = l'autofinanziamento, usato per pagare gli oneri finanziari e gli interessi. Deve essere in grado di coprire i fabbisogni finanziari. Se è positivo, allora Posizione finanziaria = l'autofinanziamento disponibile
Flusso Monetario totale = se chiude con un avanzo o con un disavanzo.
FABBISOGNO
- Un'impresa è in equilibrio finanziario se mantiene coerenza tra la struttura finanziaria (il rapporto tra debiti e patrimonio proprio) e le strategie d'impresa.
- Occorre quindi:
- Prevedere la dinamica dei flussi in entrata e in uscita
- Normalmente le entrate devono precedere le uscite
- Comporre le proprie fonti finanziarie in base alle caratteristiche del fabbisogno
- Per sostegno gestione corrente, vendita attese, crediti, scorte
- Per sostegno investimenti
- Mantenere una certa elasticità finanziaria
- Significa avere o usa scorta o una fonte che mi permetta di cogliere un'opportunità economica e ottenere le migliori condizioni contrattuali (esempio una catena della grande distribuzione cambia piano strategico e vuole vendere le strutture, un'opportunità sarebbe comprare le strutture. Oppure un'impresa che non ha elasticità si trova in un imprevisto che non riesce a coprire perché ha già usato
tutto quello che aveva). Quando un'impresa è in equilibrio finanziario:
- I LIVELLO - TECNICO
- Equilibrio di cassa (entrate e uscite)
- Dinamiche del capitale circolante coerente con evoluzione fatturato
- II LIVELLO - STRATEGICO
- Coerenza tra generazione di flussi di cassa e sviluppo aziendale
- Rapporto corretto tra valore economico e attivo e valore delle passività
- Rapporto corretto e coerente tra reddito operativo e oneri finanziari
- III LIVELLO - STRUTTURALE - FINANZIARIO
- Congruità tra rendimento del capitale investito e remunerazione del capitale di rischio
- Struttura finanziaria coerente con strategie
TIPOLOGIE DEL FABBISOGNO FINANZIARIO
La definizione di Fabbisogno finanziario delle imprese viene tradizionalmente distinto in due grandi aree:
- Il fabbisogno finanziario legato al capitale circolante netto, generato più direttamente dal ciclo caratteristico acquisto - fabbricazione - vendita, per sua natura di
IL RISCHIO DI CREDITO
Le banche hanno due obiettivi operando nel mercato del credito:
- Misurare il rischio di credito:
- Qual è il rischio che il cliente non paghi (Rischio di Credito)? La proprietà di rimborso deve essere relativamente alta.
- Questo cliente merita di ottenere il credito? cioè questo cliente ha tutte le caratteristiche normative, aziendali, regolamentari, patrimoniali per diventare cliente della banca (diventare cliente di una banca significa essere colui al quale le banche prestano il denaro dei cittadini che li depositano)
- Le banche misurano il rischio di credito perché la banca deve far si che il prezzo di ciascun prestito incorpori la capacità di remunerare gli
insolvenza (EAD), rappresenta l'esposizione effettiva del debitore nel momento in cui si verifica il suo stato di insolvenza. La perdita inattesa non è gestibile. L'unica cosa che si può fare per minimizzarla è diversificare il portafoglio (non è azzerabile); l'obiettivo migliore è avere la perdita effettiva uguale alla perdita attesa, quindi vuol dire che la perdita inattesa è uguale a zero. Siccome è imprevedibile è una perdita della banca che deve trovare adeguata copertura nel patrimonio.
PRICING è solo un elemento della gestione dei crediti:
Ci sono 3 livelli:
- Le fasi del processo
- Gli elementi della fase del rischio
- Modalità di gestione del credito
Il pricing non fa altro che determinare il prezzo del prodotto, il pricing di un prestito dipende direttamente da:
- Costo delle risorse impiegate
- Struttura dei costi operativi
- Rischio di credito
Attraverso il pricing una banca trasferisce sul
cliente il costo della perdita attesa<br> copre il costo del patrimonio<br> copre i costi operativi<br>consegue un profitto<br><br>I costi operativi riguardano tutte le attività necessarie alla gestione complessiva dell'affidamento<br>dal momento della richiesta al momento del rimborso. Essi quindi si riferiscono a tutte le fasi del<br>processo creditizio, dalla valutazione del rischio all'attività di monitoring e tengono conto dei costi<br>di reperimento delle informazioni, del costo del personale impiegato, dei costi di struttura relativi<br>ai sistemi di rating, dei costi di monitoraggio del comportamento del debitore e del costo delle<br>attività necessarie al controllo dell'evoluzione della situazione economico-finanziaria del debitore.<br>Essi, pur possedendo una componente fissa, tendono a variare in funzione della forma tecnica del<br>finanziamento, del tipo di garanzie esistenti, della qualità creditizia del debitore, del tipo di rapporto<br>esistente con la banca e, in generale,La rischiosità dell'operazione influisce sui costi di valutazione e monitoraggio. Nel caso di un soggetto rischioso, questi costi sono maggiori rispetto a un soggetto privo di rischio. Ogni banca stima l'onerosità dell'operazione e la include nel prezzo del finanziamento.
I costi possono essere espressi in valore assoluto, ad esempio 10 euro, oppure come valore percentuale rispetto al valore nominale del prestito. Se il prestito è di 1.000 euro e il costo è di 10, allora il costo è del 1% del prestito.
Il costo della perdita attesa è determinato dalla perdita attesa del finanziamento, che dipende dalla rischiosità del debitore (PD), dalla capacità di protezione del credito derivante dalle garanzie (LGD) e dall'esposizione debitoria al momento del default (EAD).
Il costo della perdita attesa si calcola come: PD x LGD x EAD.
Se PD è del 4%, LGD è del 60% e EAD è di 1000, allora il costo della perdita attesa è: 4% x 60% x 1000.