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dell’obbligazione. Valore di un obbligazione a cedola fissa: VA= C X A + F/(1+R)
TR
dove A è il fattore di attualizzazione della rendita annuale.
I prezzi obbligazionari sono inversamente correlati all’evoluzione dei tassi di interesse:
quando i tassi crescono i prezzi diminuiscono. Inoltre, il principio generale afferma che
un’obbligazione a cedola fissa viene negoziata nei seguenti modi:
- Al valore nominale, se la cedola corrisponde al tasso di interesse di mercato;
- Sotto la pari, se la cedola è inferiore al tasso di interesse di mercato;
- Sopra la pari, se la cedola è superiore al tasso di interesse di mercato.
Rendimento alla scadenza. Inverso del valore attuale dell’obbligazione.
Valore attuale delle azioni ordinarie. Le azioni ordinarie forniscono due tipi di
liquidità: in primo luogo, pagano spesso dividendi a intervalli regolari; in secondo
luogo, gli azionisti incassano il prezzo di vendita al momento stesso in cui si realizza la
vendita del titolo. Dunque, per valutare un’azione ordinaria dobbiamo capire a quale
dei due valori seguenti corrisponde il valore di un’azione:
- Al valore attuale della somma del dividendo del periodo successivo più il prezzo
dell’azione nel periodo successivo;
- O al valore attuale di tutti i dividendi futuri;
La valutazione dei diversi tipi di azioni
Quanto esposto finora dimostra che il valore dell’impresa rifletterà il valore attuale dei
suoi dividendi futuri. Adesso vediamo cosa succede quando i dividendi seguano:
crescita zero, crescita costante, crescita differenziale.
Crescita zero. Il valore di un’azienda che paga un dividendo costante è dato da
P =Div /R. Visto che i dividendi sono costanti e tutti uguali, è come se si avesse una
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rendita perpetua.
Crescita costante. I dividendi crescono al tasso g, è come se si avesse una rendita
perpetua crescente e quindi P =Div /R-g dove g è il tasso di crescita dei dividendi.
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Crescita differenziale: guardare quaderno
La valutazione d’azienda. La valutazione dell’azienda parte dalla valutazione dei
flussi di cassa futuri di un’azienda per valutare il suo valore. Valore di un’impresa=
T T+1
Fc/(1+r) +TV/(1+r) dove TV è il terminal value. Il terminal Value è quel valore
T=1
che l'azienda assume al momento della vendita (o un valore finale che,
sinteticamente, rappresenti la capacità dell'azienda di generare flussi di cassa oltre
una previsione fatta), rappresenta uno dei parametri fondamentali necessari alla stima
del valore di un'azienda.
Valore= VM-PFN dove VM è il valore mercato e PFN è la posizione finanziaria netta, che
individua l’indebitamento netto dell’impresa presa in analisi ed esprime il saldo tra
fonti e investimenti di natura finanziaria.
Valore attuale netto e criteri alternativi di scelta degli investimenti. Questo
capitolo si incentra sul capital budgeting, ossia il processo decisionale che guida le
scelte di investimento. Il criterio fondamentale delle scelte di investimento si può
sintetizzare nei seguenti termini:
- Accettare un progetto se il VAN è maggiore di zero;
- Rifiutare un progetto se il VAN è minore di zero.
Questo perché progetti con un VAN positivo avvantaggia gli azionisti. Inoltre il valore
dell’azienda è rappresentato dalla somma dei valori dei diversi progetti, delle diverse
divisioni o delle altre entità interne all’azienda. Ovviamente nell’analisi dei progetti
bisogna anche considerare la componente di rischio e la propensione al rischio
dell’azienda.
La chiave del VAN risiede nelle sue tre caratteristiche:
- Il VAN impiega i flussi di cassa. I flussi di cassa derivanti da un progetto sono
fruibili per altre finalità aziendali (come il pagamento dei dividendi ecc.). Per
contro, gli utili sono una misura artificiale: pur essendo rilevanti in termini
contabili, infatti, essi non si dovrebbero usare nel capital budgeting in quanto
non rappresentano denaro.
- Il VAN utilizza tutti i flussi di cassa del progetto. Gli altri approcci ignorano i
flussi di cassa successivo a una determinata data;
- Il VAN attualizza correttamente i flussi di cassa. Gli altri approcci potrebbero
ignorare il valore temporale del denaro nella determinazione dei flussi di cassa.
Il tempo di recupero. Una delle alternative più diffuse al VAN è il tempo di recupero.
Il tempo di recupero indica in quanto tempo l’investimento iniziale per il progetto viene
riottenuto. La regola del tempo di recupero utilizzata nelle decisioni di investimento è
semplice. Si sceglie una data specifica di rientro arbitraria. Tutti i progetti di
investimento che hanno tempi di recupero che non superano la data arbitraria presa
vengono accettati e tutti quelli che si ripagano in più tempo vengono scartati. Un
tipico problema del tempo di recupero è rappresentato dal non considerare il timing
dei flussi di cassa e quindi il valore finanziario del tempo. Inoltre ignora tutti i flussi
generatisi dopo il tempo di recupero.
La regola del rendimento medio contabile. Un altro approccio alle decisioni
finanziarie è quello del rendimento medio contabile. Esso è costituito dagli utili medi
ottenuti dal progetto al netto delle imposte e dell’ammortamento, diviso per il valore
medio contabile dell’investimento nell’arco della sua vita. Per calcolare l’RMC del
progetto, dividiamo l’utile netto medio per l’importo medio investito. Per prima cosa di
determina l’utile netto medio. L’utile netto di qualunque anno è il flusso di cassa netto
meno l’ammortamento e le imposte. Dopo aver trovato tutti gli utili netti si fa la
media. Per determinare l’investimento medio si sommano le quote dell’investimento di
ogni anno, in quanto l’investimento efettuato perde valore ogni anno di importo pari
all’ammortamento. Dopo la somma del valore dell’investimento si divide per il numero
di anni presi in considerazione. Infine RMC= Utile netto medio/investimento medio. Se
l’azienda ha come obiettivo un rendimento superiore al rendimento medio contabile
allora scarterà il progetto, altrimenti lo accetterà.
Tasso interno di rendimento. Il TIR è il tasso che rende il VAN del progetto uguale a
0. La regola del TIR è accettare il progetto se il TIR è maggiore del tasso di
attualizzazione, e rifiutarlo se il TIR è minore del tasso di attualizzazione. Infatti il VAN
del progetto è positivo per tassi di attualizzazione inferiori al TIR e negativo nel caso
contrario. Vale a dire, accettando progetti con un tasso di attualizzazione inferiori al
TIR accettiamo progetti con VAN positivo. Dunque, le regole del TIR e quella del VAN
saranno coincidenti.
Problemi del TIR. Quando abbiamo due investimenti alternativi, ossia progetti la cui
accettazione, o cui il rifiuto, sarà dipendente dall’accettazione o dal rifiuto di altri
progetti, e abbiamo TIR e VAN che divergono, ricorriamo al calcolo del TIR
incrementale, ossia al tasso che rende uguale a 0 il differenziale dei flussi di cassa dei
due progetti. Se il TIR incrementale è superiore al tasso di attualizzazione si sceglie
l’investimento con flussi più consistenti e viceversa.
L’indice di redditività. Un altro metodo di valutazione per i progetti è il cosidetto
indice di redditività. Tale indice esprime il rapporto tra il valore attuale dei flussi di
cassa attesi dopo l’investimento iniziale e l’entità dell’investimento iniziale. L’IR si può
calcolare come IR= VA dei flussi di cassa successivi all’investimento iniziale/
investimento iniziale. Si accetta un progetto se IR>1 e si rifiuta se IR<1.
Decisioni di investimento. Nella valutazione di un progetto di investimento, aniamo
ad attualizzare i flussi di cassa che l’impresa riceve. Però non basta usare il flusso di
cassa: il calcolo del VAN di un progetto richiede infatti l’utilizzo di flussi di cassa
incrementali per il progetto. Essi costituiscono le variazioni che intervengono nei flussi
di cassa dell’impresa intesi come conseguenza diretta dell’accettazione del progetto.
In altre parole, ci interessa la differenza tra i flussi di cassa dell’impresa in presenza
del progetto, e quelli in assenza del progetto. Nella valutazione dei flussi di cassa
incrementali non dobbiamo considerare i costi sommersi, ossia una spesa già
sostenuta prima dell’avvio del progetto. Dobbiamo considerare i costi opportunità,
ossia rinuncia a ricavi a causa del progetto intrapreso. Es: se si possiede un’attività
che è in procinto di essere venduta, affittata o impiegata in un altro business, ma
viene utilizzata in un nuovo progetto, i ricavi che potrebbero derivare da utilizzi
alternativi andrebbero persi.
Consideriamo i costi collaterali, ossia gli effetti collaterali causati dal progetto su altri
comparti dell’impresa. L’effetto collaterale può essere classificato come erosione, o
come sinergia. Erosione quando un nuovo prodotto riduce le vendite dei prodotti
esistenti. Sinergia quando un nuovo progetto faccia aumentare i flussi di cassa dei
prodotti esistenti. Inoltre i costi ripartiti, ossia i costi che derivano dall’utilizzo di beni
messi in comune, non si considerano ai fini della valutazione dei flussi di cassa
incrementali tranne nel caso in cui il costo è un costo incrementale del progetto
stesso.
Inflazione. C’è una distinzione tra il tasso di interesse nominale e il tasso di interesse
reale. Il tasso d’interesse nominale indica la quantità di denaro da restituire. Il tasso
reale indica invece il potere d’acquisto di una somma di denaro. Il tasso di interesse
reale=(1+ tasso di interesse nominale/1+ tasso di inflazione) -1. Ovviamente come i
tassi di interesse, anche i flussi di cassa si possono esprimere in termini nominali o
reali. Il flusso di cassa nominale indica l’effettiva somma in contanti da ricevere, il
flusso di cassa reale rappresenta il potere d’acquisto del flusso. I flussi di cassa
nominali vanno attualizzati al tasso nominale e i flussi di cassa reali vanno attualizzati
al tasso reale.
Gli investimenti di diversa durata: il metodo del costo annuo equivalente.
Supponiamo di dover scegliere tra due macchine con diversa vita utile. Entrambe le
macchine presentano durata e costi diversi, quindi non si può utilizzare la tecnica del
VAN perché la macchia con il costo più basso potrebbe aver bisogno di essere
sostituita prima dell’altra e quindi non si sceglie quella con il VA minore. In questo caso
bisogna rettificare la diversa durata delle macchine per confrontarle. Si usa il metodo
del costo annuo equivalente di ciascuna macchina. Questo approc