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PIANO DEI COSTI COMMERCIALI

Le previsioni dei costi di produzione si snodano attraverso quattro analisi distinte ma

complementari, ovvero:

- pianificazione del processo produttivo

- acquisti delle materie prime da pianificare

- calcolo delle rimanenze finali di materie prime

- calcolo delle rimanenze finali di semilavorati

Occorre preliminarmente scegliere lo schema di riclassificazione e il sistema di contabilità

industriale da seguire: costo del venduto, margine di contribuzione e conoscere il sistema di

produzione.

Le modalità di produzione dipendono principalmente da tre fattori:

• Il tipo di prodotto

• Tipo di lavorazione

• Il numero di fasi di lavorazione

Gli acquisti di materie prime si suddividono di norma in tre gruppi (materie prime, materiali di

lavorazione e parti di ricambio), nella pianificazione occorre misurare il costo standard unitario

ovvero le quantità fisiche di materia prima necessaria per ottenere una singola unità di prodotto

dalla distinta base. Una volta determinati i consumi standard, le quantità di materie prime da

acquistare e le quantità da produrre saranno:

Quantità materie prime=Consumo standard x Quantità da produrre

Una volta calcolate le materie prime da acquistare, il totale acquisti di periodo sarà pari al prodotto

tra:

Quantità materie prime x Prezzo materie prime=Tot. acquisti materie prime

Ci sono settori merceologici dove il prezzo di acquisto della materia prima è di importanza

fondamentale per l’economicità della gestione e la relativa decisione sulla quantità di materie da

mantenere in scorta dipende da numerosi fattori. Una volta identificate le quantità ideali di materie

prime da detenere e la quantità di semilavorati residui, la valorizzazione avverrà sulla base del

prodotto tra i quantitativi e il costo delle materie o semilavorati.

Per determinare il costo della manodopera diretta occorre stimare due parametri principali:

• La stima numerica dell’organico necessario per portare a termine la produzione

programmata, mediante il calcolo delle ore standard per unità di prodotto

• Il costo medio di ogni singola unità di organico derivante dai contratti nazionali e dal costo

di lavoro effettivo

Quantità da produrre x Ore standard per prodotto = Ore totali di lavorazione

o Ore totali di lavorazione / Ore medie addetto all’anno = Numero addetti produzione

o N° addetti produzione x Costo medio annuo organico = Costo manodopera diretta

o

Gli altri costi diretti di produzione fanno riferimento a lavorazioni esterne, costi di energia ,

materiali ausiliari e altri costi di produzione.

Costi variabili di vendita

In questa sezione trovano collocazione costi di natura variabile collegati alle vendite di prodotto e

servizi quali:

- costi di trasporto e logistica

- provvigioni degli agenti

- royalties, bonus ai dipendenti

- sconti non previsti in fattura e premi

Margine di contribuzione

Sottraendo dal valore della produzione il totale dei costi diretti di produzione si ottiene il margine di

contribuzione. Questo margine è assai importante in quanto permette di determinare il grado di

marginalità aziendale a copertura dei costi fissi ed il relativo punto di pareggio. Sono esclusi da

questo calcolo gli ammortamenti in quanto considerati costi fissi.

Costi di struttura

Hanno una natura prevalentemente fissa, anche se un serio incremento dei volumi di produzione e

della complessità aziendale avrà un impatto sulla loro determinazione. La componente discrezionale

legata alla quantificazione dei detti costi dipende dalla loro natura.

EBITDA (Margine Operativo Lordo)

Una volta detratti dal margine di contribuzione i costi di struttura otteniamo l’EBITDA, parametro

molto utilizzato per misurare la redditività della gestione caratteristica dell’impresa al lordo degli

ammortamenti. La scelta dell’ EBITDA permette di confrontare aziende con politiche di

ammortamento diverse, oltre che con strutture fiscali e finanziari differenti.

PIANO DEGLI INVESTIMENTI

Parallelamente al piano commerciale e della produzione, deve essere predisposto un piano degli

investimenti coerente con le ipotesi di sviluppo sottese nel piano, in cui sono elencati gli acquisti di

immobilizzazioni e gli altri interventi. Il piano degli investimenti non determina solo il volume degli

ammortamenti da stanziare, ma anche il volume di spesa che l’azienda intende destinare allo

sviluppo e alla crescita interna ed esterna.

Gli investimenti possono essere destinati in vari modi:

• Per tempo (mese, bimestre, ecc…)

• Per natura (materiali, immateriali, finanziari)

• Per destinazione (produttiva, commerciale, amministrativa, R&S, ecc…)

• Per funzione:

Sostituzione per consumo e deperimento fisico o obsolescenza vecchi cespiti

o Razionalizzazione per imprese che si vogliono concentrare su una sola linea di

o business

Espansione aumentare il fatturato per effetto di nuovi prodotti, nuovi cicli di

o lavorazione

Strategici ricerca di sinergie ed economie di scala, aggregazioni di tipo

o verticale/orizzontale

Il piano degli investimenti indica quali sono gli intervento di disinvestimenti previsti, gli

investimenti netti (CAPEX) rappresentano flussi di cassa in uscita in attività materiali, immateriali e

finanziarie. Il flusso di cassa della gestione operativa e il flusso di cassa degli investimenti portano

al flusso di cassa operativo (FCF).

Ammortamenti

Per gli ammortamenti esisterà una sostanziale differenza in base alla fase di sviluppo aziendale in

quanto:

• Per l’avvio d’impresa, basterà calcolare anno per anno le quote di ammortamento dei nuovi

investimenti previsti dal piano

• Per gli altri casi, occorrerà continuare a calcolare gli ammortamenti degli investimenti già

presentati nello SP secondo i piani di ammortamento originari e aggiungere ai vecchi

ammortamenti quelli nuovi derivanti dagli investimenti presenti nel piano.

In ogni caso il piano di investimenti dovrà prevedere:

- Importi degli investimenti anno per anno,

- Aliquote di ammortamento,

- Quote di ammortamento,

- Valore del fondo di ammortamento

- Valore residuo delle immobilizzazioni

Accantonamenti

Sono componenti negative di reddito che vengono stanziate seguendo il principio della prudenza e

della competenza. Gli accontamenti possono formare fondi passivi o possono essere posti

direttamente in detrazioni delle attività a cui si riferiscono. Se un’attività economica ha

fisiologicamente una certa percentuale di perdite su crediti o di invecchiamento del magazzino, sarà

opportuno esporre nel piano detti accantonamenti, i quali non hanno origine monetaria e quindi non

determinano uscite di cassa. Alternativamente gli accantonamenti non saranno presentati in quanto

di norma non rappresentano un’uscita di cassa.

Oneri finanziari

Nel conto economico vengono inseriti gli oneri e/o i proventi di tipo finanziario, alcuni di questi

saranno quantificabili ma quelli a breve termine saranno funzione della quantità di debiti di breve o

cassa presente momento per momento.

Per evitare il circolo vizioso degli oneri finanziari si indicheranno solo quelli certi, andando a

calcolare a PLUG tra attivo e passivo la restante parte in modo iterativo.

Gli oneri e proventi potranno essere determinati esattamente solo dopo che si sarà giunti a

 calcolare la liquidità all’interno della PFN

La liquidità è quantificabile solo per differenza tra l’attivo e il passivo dello SP

 Il passivo dello SP contiene l’utile d’esercizio

 L’utile dell’esercizio è influenzato dall’ammontare degli oneri e proventi finanziari

Imposte

Queste gravano sul reddito d’esercizio e andrebbe considerato che l’IRES ha un’aliquota del 27,5 %

calcolata sull’utile ante imposte modificato da variazioni in aumento e in diminuzione. L’IRAP ha

un imponibile come quello dell’IRES al quale vengono aggiunti gli oneri finanziari e il costo del

lavoro ad un’aliquota del 3,90 %.

In alternativa si può utilizzare un’ aliquota unica (32 – 40 %) a seconda delle dimensioni delle

componenti da aggiungere.

Stato patrimoniale prospettico

c.

Attivo Fisso Netto

Le immobilizzazioni fanno parte dell’AFN e vengono divise in materiali, immateriali e finanziarie.

Quelle materiali in caso di adozione di IAS potrebbero non essere ammortizzate e soggette ad

Impairment Test. Il valore delle immobilizzazioni potrà essere ripreso direttamente dal calcolo degli

ammortamenti o dal piano degli investimenti, per categorie omogenee.

Capitale Circolante Netto

Per poter estrapolare l’andamento delle varie poste del CCN dobbiamo sempre avere come

riferimento le poste di CE da cui si originano ovvero gli acquisti e le vendite.

Per i crediti commerciali, debiti commerciali e giacenza media delle scorte l’ammontare verrà

calcolato partendo dal valore di riferimento giornaliero moltiplicato per il tempo medio di incasso/

pagamento/ giacenza degli stessi.

Fatturato annuo ∙ TMI=Crediti commerciali

365

Acquisti materie ∙TMP=Debiti commerciali

365

Costo del venduto ∙ TMG scorte=Magazzino PF

365

Costo annuo dilavorazione ∙ TMG semilavorati=Magazzino SL

365

Acquisti dimaterie prime ∙ TMG materie prime=Magazzino MP

365

Patrimonio Netto

È composto da capitale sociale, riserve e utile dell’esercizio in particolare:

• Il capitale sociale in fase di start up dovrà tenere conto dei successivi versamenti,

riprendendoli dal rendiconto finanziario. In caso di crescita o risanamento dovrà tenere

conto di eventuali aumenti di capitale e/o conversioni di debito

• Le riserve dovranno tenere conto dell’utile non distribuito degli esercizi precedenti, dei

dividendi ed eventuali sovrapprezzi.

• L’utile o perdita d’esercizio verrà ripreso direttamente dal conto economico

Posizione Finanziaria Netta

Essendo l’unico dato di non disponiamo alcuna informazione la determino a PLUG andando a

calcolare i corretti oneri finanziari da inserire poi nel conto economico prospettico.

Nel calcolo della PFN occorre distinguere tra aziende ove al passivo sono già presenti forme

strutturate di indebitamento, dalle aziende che fanno riferimento solo a forme di indebitamento a

breve.

Con passività strutturate (PS) si intendono strumenti finanziari aventi un rimborso contrattuale

fissato, con un piano prestabilito di rimborso.

In presenza di forme strutturate di indebitamento una volta determinato l’AFN, il CCN, il PN e le

passività strutturate a scadenza, la PFN verrà determinata molto semplicemente per quadratura:

PFN =AFN

Dettagli
Publisher
A.A. 2015-2016
41 pagine
2 download
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/09 Finanza aziendale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher paolo.imola93 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Gestione e Finanza e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Santini Renato.