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PARAMETRI DI RISCHIO

Nel CAPM il beta deve essere stimato rispetto al portafoglio di mercato, nell'APM e nel multi fattoriale occorre stimare il beta relativo a ciascuno dei singoli fattori. Esistono tre approcci per stimare il beta:

  1. Utilizzare dati storici sui prezzi mercato singole attività;
  2. Effettuare una analisi dei fondamentali;
  3. Utilizzare dati contabili.

REGRESSION BETA (DERIVARE BETA DAI DATI STORICI)

Adottato dalla maggior parte delle agenzie di analisi, bisogna calcolare i rendimenti che un investitore avrebbe potuto ottenere investendo nelle azioni di una azienda in ciascun periodo di tempo. Nel CAPM viene poi esaminata la relazione fra questi valori e i corrispondenti rendimenti di un indice del mercato azionario. Nel multifattoriale si esamina la relazione fra i rendimenti e i vari fattori macroeconomici. Nell'APM è l'analisi fattoriale di rendimenti a fornire i beta.

STIMA NEL CAPM: BETA ED ALPHA

Partendo dall'equazione scritta dal

modello per il rendimento di un titolo j: Rj = Rf + βj (Rm – Rf), possiamo ottenere:

In termini di rendimento extra: Rj – Rf = βj (Rm – Rf)

In termini di rendimenti grezzi: Rj = Rf (1 – βj) + βj Rm

2 procedure standard per la stima del beta:

  1. Impiantiamo una regressione dei rendimenti extra (valori osservati) rispetto ai rendimenti extra del mercato: Rj – Rf = α + β (Rm – Rf), l’inclinazione della retta di regressione corrisponde al beta dell’investimento e ne misura la rischiosità. L’intercetta (α) corrisponde al valore stimato secondo la retta di regressione e ci permette di vedere l’errore di stima compiuto (l’intercetta sarà uguale a zero se abbiamo avuto lo stesso rendimento oppure diverso in positivo o in negativo a seconda che il titolo abbia reso più o meno del previsto).
  2. Facciamo la stessa cosa rispetto ai rendimenti grezzi, otteniamo: Rj = α +
βj Rm, qui l'intercetta deve essere messa a confronto con quella prevista Rf ( 1 - β). Anche quivalori maggiori staranno ad indicare rendimenti superiori rispetto alle attese e viceversa.Il β che emerge da questa stima è il beta levareged ( comprensivo del rischio finanziario). Il β può ancheessere espresso come COV ( Rj Rm) / σ^2 m, espressione variabilità titolo nella variabilità mercato.Questo confronto della performance azionario del titolo rispetto a quella del mercato prende il nome di αdi Jensen, ci indica se la performance dell'azione, tenuto conto del suo profilo di rischio, è stata maggiominore uguale rispetto al mercato azionario.Emergono anche altri due dati statistici interessanti: R^2, misura della retta di regressione di interpolare i dati. Da un punto di vista finanziario, R^2 =proporzione del rischio di una azione attribuibile a quello di mercato; R^2 - 1 porzione del

rischiocomplessivo attribuibile al rischio specifico d'impresa. Con 0 < R^2 < 1.

Errore standard della stima del Beta, stima del beta avviene con un margine d'errore. Tale errore può essere usato per costruire un intervallo di confidenza per il vero valore del beta attorno al valore stimato ( μ +- σ confidenza al 66%; μ +- 2σ confidenza al 95%).

Vd grafico relazione retta regressione e scatter individuati.

Nella stima possono sorgere tre tipi di problemi:

Durata periodo di stima, più lungo più dati si hanno a disposizione migliore la stima. Ma nel frattempo l'impresa potrebbe avere cambiato il proprio profilo di rischio.

Intervallo di Rendimento, possibilità di includere periodi di non trading e così influenzare la stima (maggiore nelle piccole società). Conviene perciò utilizzare rendimenti settimanali o mensili.

Scelta dell'indice di mercato, occorre scegliere un indice che

più si avvicina al portafoglio dimercato ipotizzato.

Se β > 1 significa che il titolo in analisi è più rischioso dell’indice di riferimento ( S & P 500 o chi per lui); Il βcosì calcolato amplifica le fluttuazioni del mercato.

Se R^2 << e σ>>, significa che il rendimento del titolo non è in alcun modo correlato a quello di mercato.

PROCEDIMENTO PER STIMA REGRESSION BETA

  1. Decidere intervallo di stima, solitamente periodo fra 2 e 5 anni. Dipende comunque da tipo e storiadell’impresa.
  2. Decidere frequenza osservazione rendimenti, giornalieri settimanali o mensili. Più frequenti, piùdati abbiamo ma maggiore è la frequenza più alta è la possibilità che la stima sia sporcata daitrading Bias ( oscillazioni bt del rendimento).
  3. Stimare rendimenti azionari, dove rendimento = (prezzo finale – prezzo iniziale +dividendi)/Prezzo iniziale. I dividendi sono attribuiti

Perché parte del capital gain.

4. Scegliere un indice di mercato di riferimento (molto difficile); solitamente S&P 500.

Nell'APM molto più complesso, presuppone che si riesca a calcolare il β titolo in relazione a ciascun fattore. Si cerca di applicare sempre il CAPM perché più semplice anche se ha i suoi limiti (sottotipo dell'APM, ingloba i molteplici fattori nel portafoglio di mercato, da qui stima sensibilità titolo in relazione al mercato. L'approccio APM può essere ottimo per i titoli che dipendono maggiormente da specifici fattori macroeconomici (es. ENI e prezzo del petrolio).

BETA DAI FONDAMENTALI D'IMPRESA

3 determinanti del beta che ne caratterizzano l'entità:

1. Business ciclico, cioè se il business risente o meno delle fluttuazioni ambiente macroeconomico. Es. settori che risentono di più della crisi (macchine, beni lusso). Domanda molto elastica alle fluttuazioni del Pil.

Se il prodotto non è di prima necessità i beta sono più alti. Per diminuirlo spesso si utilizzano campagne marketing o pubblicità (cercare di rendere il prodotto indispensabile). 2. Intensità Leva Operativa, CF / Costi totali. Più alti sono i costi fissi + alto è il β (Maggiore è il rischio per l'impresa a causa della sua rigidità). Maggiore leva, più sono volatili i risultati impresa. Intensità leva = Λ % EBIT / Λ % RICAVI, quanto varia il reddito operativo se variano i ricavi. → intensità leva, > volatilità, > rischio, > β. Per ridurlo Outsourcing, contratti flessibili, joint venture. 3. Intensità Leva finanziaria, grado utilizzo del debito. > debito, maggiore interessi passivi (sono costi fissi), > volatilità utili impresa, > rischio, > beta. β portafoglio = media ponderata β singole attività. β impresa = media ponderata β.attività d'impresa (per divisioni o singoli progetti d'investimento). BETA LEVERAGED / BETA UNLEVERAGED Betal = βu (1 + (1 - t) + D/E) Dove βl è il beta leveraged (impresa indebitata soggetta a rischio finanziario), t è l'aliquota imposta marginale al dollaro marginale sui profitti (non è quella effettiva o media); riflette il beneficio connesso alla deducibilità fiscale degli interessi (calcolata tramite norme tributarie del paese). D(1 - t) è il valore di mercato del debito. βu è il beta dell'impresa priva di debito (nessun rischio finanziario, solo leva e ciclicità). D/E è la leva finanziaria. Il beta aumenta per effetto dell'incremento della leva finanziaria. BETA BOTTOM UP Beta d'impresa è la media ponderata dei beta delle attività. Nei progetti, è la media ponderata dei singoli progetti di investimento. Betal = βu (1 + (1 - t) + D/E). Serve anche per calcolare il Beta bottom up (imprese non quotate che non hanno dati storici da cui partire). Il betaIl testo formattato con i tag HTML è il seguente:

Il beta può essere calcolato secondo questo procedimento:

  1. Individuare varie attività svolte dall'impresa;
  2. Stimare i beta unlevered di altre imprese quotate che operano principalmente o esclusivamente in ciascuna attività da essa svolta. Attenzione ai seguenti problemi di stima:
    1. Identificare imprese comparabili. Se non si riesce a trovarle conviene prendere in considerazione imprese quotate in altri mercati ma operanti nello stesso settore, oppure cercare imprese che siano fornitori o clienti dell'impresa in oggetto;
    2. Stimare il beta di ciascuna di esse rispetto ad uno stesso indice;
    3. Trasformare il beta in unlevered beta (calcolando media dei beta, media del rapporto equity/debito, media aliquote d'imposta e utilizzare questi per calcolare il beta unlevered di settore (possibile anche approccio di calcolo singoli beta unl. Per poi farne media [cmqs consigliato]);
    4. Conviene usare una media semplice (errori standard minori rispetto ad una ponderata);
Rettifica per le disponibilità liquide: quando l'impresa presenta liquidità occorre correggere il suo rischio per tale liquidità, poiché questa ha rischio zero (basta rapportare il beta unlevered su [1 - disponibilità liquide / valore d'impresa). 3. Calcolo beta unlevered dell'impresa come media ponderata dei beta unlevered delle singole attività (come pesi usare i valori di mercato delle stesse); 4. Stimare il rapporto debito equity (se non si ha dati disponibili utilizzare l'indice indebitamento medio mercato o quello di imprese simili); 5. Calcolare il beta levered a partire da quello unlevered e rapporto debito equity. 3 vantaggi associati all'utilizzo beta bottom up: A. Possibile stimare i beta anche in assenza dati storici sui prezzi azionari (cioè per le imprese non quotate); B. Poiché il beta deriva da una media di singoli beta per ciascuna attività sarà più preciso di

quello stimato su un impresa tramite regressione.

Il beta bottom up è in grado di riflettere variazioni recenti sulla struttura finanziaria dell'impresa o della sua leva finanziaria (la regressione difficilmente coglie cambiamenti recenti);

Il procedimento del bottom up è buono anche per le imprese soggette a significative ristrutturazioni, in tal caso il metodo della regressione non coglierebbe i cambiamenti posti in essere.

ACCOUNTING BETA

Si stima il beta tramite una regressione delle variazioni degli utili dell'azienda rispetto alle variazioni degli utili sul mercato nello stesso arco di tempo (solitamente su base annuale o semestrale). Il beta così ottenuto si inserisce poi nel capm.

Metodo fuorviante e poco utilizzato per tre motivi:

  1. I beta di tutte le imprese vengono spinti verso 1;
  2. Gli utili contabili possono essere influenzati da fattori non operativi (esempio variazione nei metodi contabili utilizzati);
  3. Dati sugli utili sono disponibili.

con cadenza semestrale (basso numero di osservazioni riduce attendibilità della stima).

Dettagli
A.A. 2012-2013
70 pagine
25 download
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/09 Finanza aziendale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher tommaso.ceccarelli di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Finanza aziendale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Roggi Oliviero.