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PRINCIPIO DI CASSA
La logica finanziaria o monetaria considera unicamente i movimenti di moneta in entrata o in uscita durante un definito arco temporale
(flussi di cassa)
prescindendo dal momento in cui ha avuto luogo l’operazione.
Secondo una ripartizione sintetica i flussi generati o assorbiti dalle diverse aree sono:
Flusso di cassa della gestione corrente; 22
1 Flusso di cassa della gestione investimenti;
2 Flusso di cassa della gestione finanziaria;
3 Flusso di cassa della gestione accessoria.
La prima area gestionale è la più importante. Le attività di acquisto/trasformazione/vendita possono generare o assorbire risorse monetarie.
La gestione corrente:
- > : libera risorse monetarie(cash flow positivo);
se le ENTRATE USCITE
- < : assorbe la liquidità(cash flow negativo).
se le ENTRATE USCITE
Le entrate e le uscite possono dar luogo a ricavi e costi monetari quando danno luogo a
(intese come movimenti di liquidità che si manifestano concretamente)
movimentazioni di cassa ; oppure a ricavi e costi non monetari, quando non si accompagnano mai ad alcuna manifestazione monetaria
(es. fatturato) (es.
.
ammortamento)
Per calcolare il flusso di cassa della gestione corrente occorre calcolare il :
FLUSSO DI CIRCOLANTE DELLA GESTIONE CORRENTE
¿ −¿
FLUSSO DI CIRCOLANTE DELLE GESTIONE CORRENTE MOL IMPOSTE
e rappresenta l’autofinanziamento potenziale .
perché al di sopra del MOL NON è detto che tutte le poste siano state effettivamente percepite o corrisposte
L’autofinanziamento potenziale rappresenta le risorse che l’azienda avrebbe potuto avere qualora il MOL NON fosse stato – ma avesse
RICAVI COSTI
comportato –
ENTRATE USCITE.
Esso cioè rappresenta le risorse monetarie che nel corso dell’esercizio sarebbero state generate/assorbite dalla gestione corrente, se non vi fossero stati ulteriori
assorbimenti/liberazioni di risorse attraverso dilatazioni del capitale circolante.
Per calcolare il occorre liberare il flusso di circolante dalle poste effettivamente percepite
FLUSSO DI CASSA DELLA GESTIONE CORRENTE
∆ CCNC
e corrisposte, cioè lo decurtiamo dal .
Esso rappresenta l’autofinanziamento reale ossia le risorse derivanti dalla gestione caratteristica dell’esercizio. ∆ CCNC
¿ −¿
FLUSSO DI CASSA DELLE GESTIONE CORRENTE FLUSSO DI CIRCOLANTE DELLA GESTIONE CORRENTE
CAPITOLO 8: ANALISI DELLE POLITICHE DI INVESTIMENTO CREDITI V /CLIENTI
¿
L’indice di durata del capitale circolante è dato dal tempo medio di incasso(TMI) , dal tempo
3 FATTURATO GIORNALIERO
DEBITI V FORNITORI
/
¿
medio di pagamento(TMP) e dal tempo medio di giacenza delle scorte(TMGS)
ACQUISTI GIORNALIERI
SCORTE
¿ .
ACQUISTI GIORNALIERI
Pertanto il CICLO DEL CRICOLANTE si calcola:
4 TMI+ TMGS−TMP
5 Il ciclo del circolante rappresenta il periodo di tempo che mediamente intercorre tra l’uscita monetaria collegata all’acquisto dei fattori
6 produttivi e l’entrata monetaria originata dalla vendita di beni o servizi.
Esso è un indice che consente di valutare eventuali crisi o tensioni di liquidità dovute a sfasamenti tra il momento degli incassi e quello
7 dei pagamenti.
La gestione del capitale circolante è una variabile strategica di gestione aziendale perché in grado di influenzare e condizionare il
risultato economico d’impresa e per tale motivo viene calcolato al momento della redazione del bilancio.
Un ciclo del circolante troppo lungo evidenzia 2 criticità: un problema di redditività, in quanto il capitale investito non rende ed un
problema di liquidità, in quanto il saldo dei debiti in mancanza dell’incasso dei crediti continua continui fabbisogni finanziari e quindi
crescente indebitamento finanziario.
CAPITOLO 9: ANALISI DEI FINANZIAMENTI
Per abbiamo 2 tipi di approcci:
l’analisi dei finanziamenti
è importante per capire il grado di indebitamento aziendale e quindi il peso del debito finanziario.
APPROCCIO STATICO:
8 Il quoziente di indebitamento(Leverage) è un indicatore impiegato per la valutazione della solidità patrimoniale dell'azienda e fornisce
una indicazione dell'intensità con la quale l'impresa ricorre all'indebitamento per il finanziamento della gestione.
Esso incide quindi direttamente sulla struttura finanziaria e sulla redditività aziendale in relazione agli effetti positivi o negativi che
scaturiscono in presenza di determinati livelli del costo dell'indebitamento.
Quanto più è elevato il quoziente tanto maggiore è la dipendenza dell'impresa da terzi finanziatori.
PASSIVITA TOT.
QUOZIENTE DI INDEBITAMENTO=
9 CAPITALE NETTO
Quando abbiamo equilibrio finanziario, ossia uguaglianza tra entrate e uscite l’impresa è in condizioni di liquidità.
1 I principali indici di liquidità sono:
- INDICE DI DISPONIBILITA’ :
(CURRENT RATIO) 33
̆¿
PASSIVO A
̆
¿¿
ATTIVO A
¿
se il rapporto eccede l’unità l’attivo disponibile è un valore assoluto maggiore del passivo prontamente esigibile e l’azienda può far fronte
agli impieghi a breve.
- INDICE DI LIQUIDITA’ :
(QUICK RATIO)
̆¿
PASSIVO A ̆
ATTIVO A −RIMANENZE
¿
si tratta di una misura più prudenziale perché esclude i prodotti meno smobilizzabili nel breve periodo.
- INDICE DI LIQUIDITA’ IMMEDIATA (CASH RATIO):
̆¿
PASSIVO A
'
DISPONIBILIT A LIQUIDE
¿
fornisce una misura della liquidità immediatamente disponibile.
ruota attorno al concetto di flusso di cassa.
APPROCCIO DINAMICO:
10 CAPITOLO 10: ANALISI DELLA REDDITIVITA’: EFFETTO LEVA E CREAZIONE DI VALORE
Il misura la redditività del capitale proprio.
ROE
(Return on equity)
Redditonetto
ROE= Patrimonio netto
Il misura della redditività del capitale investito.
ROCE o ROA
(
Return on Capital Employed )
Esso è dato da REDDITO OPERATIVO/CAPITALE INVESTITO.
Reddito operativo Reddito operativo Ricavi netti
ROCE= × ×TURNOVER RATIO
= =ROS
Capitale investito Ricavi netti Capitale investito
Il ROS, indice di efficienza, rappresenta il risultato operativo medio per unità di ricavo.
Segnala la capacità dell’azienda di spuntare prezzi alti e di produrre a costi contenuti.
Il TURNOVER RATIO rappresenta la capacità commerciale dell’azienda di far ruotare il capitale. Rappresenta l’attitudine dell’azienda a
sviluppare gli affari e ad aumentare il fatturato.
L’EFFETTO attiene alla capacità dell’azienda di investire le redditività raccolte tramite indebitamento a un
LEVA FINANZIARIA
tasso di rendimento superiore al costo del debito.
L’equazione della leva finanziaria è: PFN DEBITI FINANZIARI
( )
≅
ROE ROCE+( ROCE−i) ∙ PN NETTO
(PATRIMONIO )
i=¿ indica il costo del debito finanziario
PFN =¿ posizione finanziaria netta
PN
La misura l’effetto prodotto dai costi fissi sul reddito operativo: maggiore è l’incidenza dei costi fissi sui costi
LEVA OPERATIVA
variabili e tanto più sensibile tende ad essere il risultato operativo alle variazioni dei ricavi di vendita.
Il primo passo è riconfigurare il CE a seconda della variabilità dei costi:
×
FATTURATO F(P Q)
−¿ COSTI VARIABILI CV
¿ MARGINE DI CONTRIBUZIONE MC
−¿ COSTI FISSI CF
¿ MARGINE OPERATIVO MO
La leva operativa può essere calcolata tramite il grado leva operativa:
MARGINE DI CONTRIBUZIONE MC
¿ =
GRADO DI LEVA OPERATIVA MARGINE DI CONTRIBUZIONE−COSTI FISSI RO 44
−¿
ove ribadisco il margine di contribuzione è dato dal: FATTURATO COSTI VARIABILI −¿
In sostanza l’effetto leva operativa è pari alla differenza tra la redditività del capitale proprio la redditività del capitale
(ROE)
investito (ROCE).
CAPITOLO 11: STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE FINANZIARIA
L’analisi dei flussi finanziari può avvenire:
- ex – post: prospettiva dell’analista esterno che dispone dei dati pubblicati dalle imprese;
- ex – ante: caratterizzata da un’ottica interna e porta alla formazione dei business plans.
Abbiamo inoltre degli strumenti previsionali:
- strumenti a supporto della pianificazione e della programmazione finanziaria: consistenti in modelli previsionali che consentono
di proiettare i flussi di cassa per periodi prolungati.
Non implicano un livello di disaggregazione particolarmente analitico.
L’obiettivo è la verifica della fattibilità finanziaria dei piani strategici aziendali;
- strumenti a supporto della gestione della tesoreria: è l’insieme delle azioni per ottimizzare la gestione della liquidità nel breve periodo.
CAPITOLO 13: CONCETTO DI VALORE FINANZIARIO DEL TEMPO
Il valore “tempo” in finanza si associa al concetto di tasso di interesse, ossia la ricompensa per la rinuncia al consumo immediato.
Le componenti del tasso di interesse sono:
- : compensa il finanziatore per la scelta di posticipare il proprio consumo.
COMPONENTE REALE
- : serve a compensare la perdita di potere d’acquisto per effetto dell’inflazione;
COMPONENTE NOMINALE
- : dipende dalla probabilità del debitore di pagare il debito.
COMPONENTE DI PREMIO PER IL RISCHIO
I flussi di cassa positivi o negativi rappresentano l’ammontare di denaro che ci si attende di ricevere/pagare nel tempo come
conseguenza di un investimento/finanziamento.
Se i flussi si manifestano con diverse scadenze, il loro valore non può essere comparato. Per confrontarli bisogna esprimerli rispetto
ad un momento comune.
Si usa:
- : processo attraverso cui i flussi futuri sono convertiti in flussi presenti. Consente di pervenire
LOGICA DELL’ATTUALIZZAZIONE
il valore attuale di entrate o uscite di cassa che avranno luogo in periodi diversi da oggi;
- : processo che permette di calcolare il valore, in un momento futuro, di flussi che si
LOGICA DELLA CAPITALIZZAZIONE
manifestano in scadenze intermedie.
ATTUALIZZAZIONE DEI FLUSSI
Attualizzare flussi monetari futuri significa calcolare il loro valore come se si manifestasse oggi.
Il denaro a disposizione oggi può essere investito per ottenere un rendimento definito tasso di attualizzazione. Tale tasso può essere
corrisposto a:
un investimento garantito: ;
titoli di Stato
un investimento garantito più un premio per il rischio.