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Estratto del documento

La trasformazione semiotica del kantismo

Al centro della riflessione di Apel c'è la "trasformazione semiotica del kantismo": l'a priori kantiano (che precede l'esperienza empirica), quale orizzonte trascendentale di senso e luogo di costituzione dell'esperienza, non va inteso come struttura della mente, ma come linguaggio. Per semiotica trascendentale si intende una teoria dei segni (linguaggio) che sia la condizione iniziale e universale (a priori) di ogni approccio alla...

 realtà.

 Nessuno

 può

 usare

 un

 linguaggio

 e

 fare

 esperienza

 senza

 sottostare

 alle

 regole

 sociali

 della

 comunicazione

 Apel,

 dunque

 opta

 per

 una

  svolta

 linguistica,

 che

 ovviamente

 ha

 una

 ricaduta

 sulla

 teoria

 morale:

 l’obbligatorietà

 morale

 si

 origina

 dalla

 relazione

 intersoggettiva,

 non

 dalla

 coscienza

 individuale

 Secondo

  Apel,

 si

 tratta

 di

 pervenire

 ad

 una

 fondazione

 universale

 e

 razionale

 dell'agire

 partendo

 dall'analisi

 del

 linguaggio.

 

 In

 questo

 senso,

 egli

 tenta

 di

 coniugare

 la

 prospettiva

 trascendentale,

 propria

 della

 tradizione

 kantiana,

 con

 la

 cosiddetta

  svolta

 linguistica.

 

 Apel

 inizia

 il

 suo

 ragionamento

 distinguendo

 una

  comunità

 reale

 e

 una

  comunità

 ideale.

 È

 convinto

 infatti

 che,

 al

 di

 là

 della

 comunità

 reale,

 esista

 una

 comunità

 ideale

 in

 grado

 di

 essere

 modello

 per

 la

 prima

 Per

 sottolineare

 come

 tale

 comunità

 sia

 idealmente

 aperta

 a

 tutti,

 al

 di

 là

 di

 ogni

 limite

 materiale

 o

 ideologico,

 Apel

 la

 chiama

 comunità

 illimitata

 della

 comunicazione

 (cioè

 aperta

 a

 tutti

 i

 parlanti)

 La

 comunità

 illimitata

 della

 comunicazione

 funziona

 in

 Apel

 anche

 come

 principio

 etico;

 essa

 presuppone

 la

 possibilità

 di

 comunicare

 con

 tutti

 e

 sebbene

 spesso

 viene

 impedita

 da

 fattori

 sociali,

 economici,psicologici,

 di

 pregiudizio,

 bisogna

 ampliarla

 il

 più

 possibile

 con

 strumenti

 politici,

 con

 la

 critica

dell'ideologia

sviluppata

dalla

Scuola

di

Francoforte

e

da

Habermas

o

con

la

Psicoanalisi

Apel

ritiene

che

l'eliminazione

di

questi

ostacoli

sia

compito

dell'etica,

che

proprio

nell'analisi

del

linguaggio

dovrebbe

reperire

le

condizioni

storicamente

necessarie

per

affrontare

il

tema

della

possibilità

della

verità

Distinguendo

una

comunità

reale

e

una

ideale,

conseguentemente

distingue

una

comunicazione

reale

e

una

comunicazione

ideale.

L'ammettere

una

comunicazione

ideale

che,

pur

non

esistendo,

funziona

da

regola

delle

comunicazioni

reali,

coincide

con

l'ammettere

l'esistenza

di

una

serie

di

norme

ideali

che

regolano

ogni

comunicazione

possibile.

Da

ciò

nasce

l'idea

di

una

semiotica

trascendentale,

basata

sulle

norme

a

priori,

universali

e

necessarie

di

ogni

discorso

significante.

Teoria

trascedental-semantica

(PEIRCE)

Secondo

Apel,

per

fondare

una

teoria

 trascendental-­‐semantica

 della

 verità,

 si

 tratta

 di

 prendere

 le

 mosse

 da

 Peirce

 Peirce

 aveva

 evidenziato

 

 come

 il

 garante

 dell’oggettività

 

 della

 conoscenza

 è

 il

 consensus,

 che

 prende

 il

 posto

 della

 coscienza

 trascendentale

 kantiana

 È

 questo

 principio

 che

 funge

 da

 principio

 regolativo

 della

 comunità,

 dove

 l’incertezza

 circa

 il

 conseguimento

 effettivo

 del

 fine

 va

 sostituita

 dal

 principio

 etico

 dell’impegno

 e

 della

 speranza

 Inoltre

 respingendo

 tutti

 gli

 esiti

 soggettivistici

 della

 teoria

 pragmatistica

 della

 verità,

 ha

 cercato

 di

 rintracciare

 un

 contesto

 a

 cui

 sia

 assicurata

 una

 validità

 pubblica

 non

 di

 tipo

 utilitaristico,

 ma

 accettata

 dalla

 comunità

 degli

 scienziati

 

 Etica

 della

 comunicazione

 notando

 come

 la

 scienza,

 da

 un

 lato,

 con

 le

 sue

 Apel

 ha

 elaborato

 un

 etica

 della

 comunicazione,

 applicazioni

 tecniche,

 mette

 in

 campo

 questioni

 morali

 circa

 la

 valutazione

 delle

Conseguenze di azioni collettive (sfida esterna) dall'altro lato, in quanto sapere avalutativo, esclude una fondazione razionale dell'etica (sfida interna), quindi la razionalità filosofica non è idonea a servire come criterio di una finalità razionale. La sfida più urgente è la seconda, che riguarda l'applicazione fondamentale dell'etica all'odierna situazione mondiale.

Fino ad oggi, precisa Apel, si è ritenuto che si debba

 fondare

 non

 una

 semplice

 etica

 dell’intenzione,

 bensì

 un’etica

 della

 responsabilità

 È

 ciò

 che

 appare

 se

 si

 prendono

 in

 considerazione

 i

 2

 aspetti

 

 fondamentali

 delle

 implicazione

 normative

 del

 principio

 dell’etica

 del

 discorso:

 

 Un’indagine

 sulle

 conseguenze

 delle

 norme

 da

 fondare

 Ø Un’indagine

 su

 queste

 conseguenze

 mediante

 discorsi

 liberi

 da

 costrizione

 degli

 interessati

 o

 dei

 Ø rappresentanti

 dei

 loro

 interessi

 

 Apel

 e

Habermans condividevano la tesi di un'etica del discorso. Il discorso, compreso nell'ottica dell'etica, non può dunque esimersi dal confrontarsi con i problemi pratici, legati alla contingenza dell'agire. In particolare, nell'ottica dell'etica del discorso di Apel, il dialogo è potenzialmente illimitato, infinito, e quindi universalizzabile. È accessibile a tutti e non condizionato, presuppone pari opportunità di partecipazione e soprattutto il

 riconoscimento

 di

 tutti

 i

 soggetti

 razionali

 e

 autonomi

 Questi,

 gli

 attributi

 della

 forma

 dialogica

 ideale:

 quanto

 più

 i

 discorsi

 si

 conformano

 a

 questi

 attributi,

 tanto

 più

 in

 una

 società

 si

 crea

 consenso

 razionale,

 ci

 si

Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
32 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/01 Filosofia teoretica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher S.L. di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Filosofia teoretica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Palermo o del prof Di Stefano Escher.