Anteprima
Vedrai una selezione di 14 pagine su 61
Filosofia - Preparazione esame Pag. 1 Filosofia - Preparazione esame Pag. 2
Anteprima di 14 pagg. su 61.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Filosofia - Preparazione esame Pag. 6
Anteprima di 14 pagg. su 61.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Filosofia - Preparazione esame Pag. 11
Anteprima di 14 pagg. su 61.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Filosofia - Preparazione esame Pag. 16
Anteprima di 14 pagg. su 61.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Filosofia - Preparazione esame Pag. 21
Anteprima di 14 pagg. su 61.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Filosofia - Preparazione esame Pag. 26
Anteprima di 14 pagg. su 61.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Filosofia - Preparazione esame Pag. 31
Anteprima di 14 pagg. su 61.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Filosofia - Preparazione esame Pag. 36
Anteprima di 14 pagg. su 61.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Filosofia - Preparazione esame Pag. 41
Anteprima di 14 pagg. su 61.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Filosofia - Preparazione esame Pag. 46
Anteprima di 14 pagg. su 61.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Filosofia - Preparazione esame Pag. 51
Anteprima di 14 pagg. su 61.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Filosofia - Preparazione esame Pag. 56
Anteprima di 14 pagg. su 61.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Filosofia - Preparazione esame Pag. 61
1 su 61
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

SOCRATE

La figura di Socrate, sebbene rivesta un ruolo centrale nella filosofia antica, è ad oggi oscura e incerta. Ciò è dovuto principalmente a due fattori:

  1. Socrate era un oratore maieutica e non uno scrittore (c.d. sapere), poiché riteneva che il mezzo più adeguato di approcciarsi alla filosofia fosse il dialogo (di conseguenza non esistono suoi scritti);
  2. Gran parte dell'eredità filosofica di Socrate ci è stata trasmessa tramite le opere di Platone, all'interno delle quali spesso egli utilizza la figura del maestro per esprimere il proprio pensiero (soprattutto nelle opere della maturità e della vecchiaia).

Il principio fondamentale sul quale si basa l'intera filosofia di Socrate è il "di non sapere", con cui il filosofo intende evidenziare quello che era lo scopo del suo insegnamento, e cioè non la ricerca della verità quanto piuttosto la presa di coscienza del fatto che.

ciò che si ritiene certo possa in qualche modo risultare sbagliato. Da ciò si apprende come il centro della filosofia di Socrate non sia la verità ma il dubbio (c.d. atteggiamento di decostruzione della verità), un dubbio che, paradossalmente, deve servire ad alimentare la fame di conoscenza. Tra i vari temi che affronta Socrate, in questo ambito di studio occorre soffermarsi sulla sua posizione nei confronti della giustizia. Questa si manifesta in un dialogo di Critone Platone chiamato "Apologia di Socrate", dove viene descritto l'ultimo giorno di vita di Socrate in carcere. Prima di affrontare il dialogo è però necessaria una premessa: Socrate, da sempre ritenuto un personaggio controverso ad Atene per la sua capacità di smontare le convinzioni e le teorie dei sofisti e dei potenti con cui discute, a seguito della caduta della tirannide e della successiva instaurazione di una democrazia conservatrice, inizia ad essere visto come una minaccia per

la stabilità del governo. Così venne organizzata una congiura nei suoi confronti da parte dei suoi oppositori politici, i quali lo incriminarono di ateismo e sedizione per poterlo condurre a processo e successivamente ad una condanna. Socrate, la cui figura ormai era stata compromessa agli occhi dell'opinione pubblica, decise di utilizzare il processo non per difendersi ma per criticare il sistema giurisdizionale ateniese. Il processo così si concluse con l'incarcerazione in attesa dell'esecuzione tramite veleno (c.d. cicuta).

Quando ormai manca poco alla sua esecuzione, alcuni amici fanno visita a Socrate, informandolo di aver organizzato la sua fuga da Atene. A tale proposta Socrate si rifiuta di fuggire, poiché per lui è meglio morire con i propri ideali che fuggire e vivere in contrasto con essi. Questa affermazione viene avanzata in accordo con l'idea che Socrate ha verso la legge:

“come se fossero dei figli, ed essendo noi in una posizione d’inferiorità rispetto ad esse non dobbiamo disubbidirle, poiché così queste si dissolvono”.

All’interno del dialogo poi viene enunciato un principio che caratterizzerà la figura di Socrate verso i posteri, e cioè l’idea per cui al male non si deve rispondere con il male, pertanto è meglio subire un’ingiustizia che commetterla.

In conclusione, Socrate individuala giustizia come quel comportamento che permette di onorare la patria più di sé stessi, poiché solo così facendo si onorano le leggi.

PLATONE:

Platone, allievo di Socrate, è considerato uno dei pilastri del pensiero filosofico occidentale. Nei suoi trattati egli si sofferma molto sulle questioni giuridiche, tanto che è noto come egli ambisse a ricoprire cariche all’interno della città di Atene, carriere che però non riuscirà.

mai a realizzare a causa del contesto cittadino. In materia giuridica, l'obiettivo principale di Platone era quello di capire quale forma di Stato fosse migliore e quale fosse il diritto più giusto, affermando che lo Stato più giusto è quello dove comandano i sapienti (egli infatti rivolgerà numerose critiche allademocrazia ateniese, poiché la ritiene colpevole di un grave crimine, e cioè l'esecuzione dell'uomo più giusto e più sapiente della città, Socrate). In merito alla giustizia, Platone sostiene che questa rappresenti una virtù totale che rappresenta l'esplicitazione dell'anima (egli fu il primo ad introdurre il concetto di anima), virtù che si può possedere come no. Di conseguenza, la giustizia in Platone, è una caratteristica personale. Opere principali: La Repubblica: In quest'opera, divisa in 10 libri, emergono una serie di principi che caratterizzano

La filosofia di Platone: DOTTRINA DELLE IDEE, secondo cui tutto ciò che si sperimenta nella vita concreta altro non è che una copia sensibile e parziale di idee eterne ed immutabili che esistono al di fuori del tempo e dello spazio, e cioè nell'Iperuranio. Platone è convinto che si possa accedere all'Iperuranio tramite l'intelletto e che solo così si possa effettivamente visualizzare l'idea, e cioè l'oggetto nella sua perfezione (es. un oggetto concreto bello non coinciderà mai con l'idea astratta della bellezza nella sua perfezione ed immutabilità). Di conseguenza, noi possiamo conoscere ciò che accade nel mondo solo perché prima di nascere abbiamo conosciuto queste idee eterne che, durante la vita, inconsciamente ci ricordiamo; e questo ci consente di vivere in un mondo di illusioni. Tale concetto verrà poi trattato nel famoso "Mito della Caverna" nel dialogo sulla giustizia.

CON GLAUCONE, Glaucone cerca di esortare Socrate a una discussione sulla giustizia, esprimendo una tesi ad esso avversa secondo cui l'uomo, per realizzare il proprio utile, è più propenso a commettere ingiustizie; tuttavia, a seguito di uno stato di natura dove tutti gli uomini commettevano ingiustizie nei confronti degli altri, si sono resi conto che le ingiustizie subite erano più di quelle commesse e così hanno deciso di stabilire un patto per far cessare le ingiustizie. Di conseguenza, la giustizia altro non è che un compromesso tra il meglio (e cioè realizzare ingiustizie senza essere puniti) ed il peggio (e cioè subire ingiustizie senza potersi vendicare). Glaucone poi, a supporto della propria tesi, racconta una variante del "Mito di Gige": Gige, considerato un uomo giusto, è un contadino che un giorno, a seguito della scoperta del corpo di un gigante, entra in possesso di un anello magico che lo rende invisibile.

Gige utilizzerà questopotere per sedurre la regina del proprio regno e per uccidere il re, divenendo così il nuovo regnante della sua città. La morale dietro a questo mito è che chiunque assuma un potere superiore a quello degli altri lo utilizzerà per comandarli. Glaucone poi va oltre, ipotizzando che esistessero due anelli magici e che questi venissero donati ad un uomo giusto e ad un uomo ingiusto: egli sostiene che nessuno dei due agirebbe giustamente, ma si comporterebbero entrambi come un "dio tra gli uomini". Questo perché, sostiene Glaucone, nessun uomo ritiene che la giustizia sia vantaggiosa ma per convenienza questi si comportano da giusti o perché non hanno la forza di essere ingiusti o perché hanno paura delle conseguenze dell'ingiustizia. Perciò, qualora fosse possibile essere ingiusti senza la possibilità di essere scoperti, ogni uomo rinnegherebbe la giustizia. Infine, Glaucone, asserisce come.

Una vita nell'ingiustizia può essere più felice di una vita nella giustizia: per fare ciò ipotizza due casi limite, e cioè un uomo perfettamente ingiusto che riesce ad avere una fama da giusto e un uomo perfettamente giusto che invece ha una fama da giusto. L'ingiusto, in questo caso, diventerà tiranno, sposerà la donna desiderata e otterrà la benevolenza degli uomini e degli dèi. Il giusto invece vivrà una vita di stenti, verrà disprezzato dal popolo e morirà nell'odio e nel dolore. Così, la conclusione di Glaucone è che gli dei e gli uomini riservano all'ingiusto una vita migliore del giusto (proprio perché mentre l'ingiusto utilizzerà questa sua virtù per sottomettere gli altri e ottenere potere, il giusto continuerà a rispettare gli altri venendo però sottomesso e ridotto all'obbedienza dagli ingiusti).

MITO DELLA NASCITA DEGLI UOMINI

DENTRO LA TERRA E LO STATO IDEALE, Socrate risponde a Glaucone cercando di definire il concetto di giustizia. Tuttavia, trovandosi in difficoltà nell'individuare la giustizia nell'individuo utilizza un'analogia per spiegare la giustizia nell'uomo ricorrendo alla descrizione della giustizia nello Stato. Inizialmente Socrate fa riferimento ad uno Stato semplice, costituito da una piccola comunità di contadini che si riuniscono per mettere in comune i propri bisogni. Su richiesta di Glaucone poi (il quale chiede al maestro di prendere in considerazione uno Stato più complesso), Socrate ipotizza uno stato utopistico, dove viene imposto ai cittadini di svolgere e specializzarsi in un compito attribuitogli direttamente dallo Stato. Così si sviluppa la suddivisione del lavoro secondo due categorie: A) PRODUTTORI: che si occupano delle attività manuali; B) CUSTODI: suddivisi in soldati e governanti (e cioè i sapienti); Detto ciò, poi,uno dei compiti più complicati è quello di convincere ognuno a seguire il ruolo assegnato: a questa problematica Platone risponde con un Mito della nascita dell'uomo nella terra", menzogna, e cioè il "secondo cui il destino degli uomini è deciso dalla natura al momento della nascita, la quale attribuisce ad essi diversi metalli in base alle loro propensioni. È infatti convinzione di Platone che uno Stato fondato su una nobile menzogna sia pervaso dalla giustizia, poiché vige un'altra virtù, e cioè la TEMPERANZA. Con questa il filosofo vuole sottolineare la capacità di un uomo di capire per cosa è nato; pertanto egli individua tre principi che permettono di accedere ad una classe piuttosto che ad un'altra in base alla loro presenza nell'anima (presenza intesa come maggioritaria e non esclusiva): A) Razionalità – che caratterizza i filosofi, permette di governare loi reagire rapidamente alle situazioni di pericolo o di attacco. Questa caratteristica è fondamentale per un buon governante, in quanto gli consente di prendere decisioni tempestive e di agire prontamente per proteggere il suo popolo. C) Saggezza – un governante saggio è in grado di prendere decisioni ponderate e razionali, basate sull'analisi delle informazioni disponibili e sulla considerazione delle conseguenze a lungo termine. La saggezza è una qualità preziosa per un governante, in quanto gli consente di evitare errori costosi e di guidare il suo popolo sulla strada giusta. D) Carisma – un governante carismatico è in grado di ispirare e influenzare le persone intorno a lui. Il carisma è una qualità magnetica che attira le persone e le spinge a seguire il governante. Un governante carismatico è in grado di ottenere il sostegno e la fiducia del suo popolo, il che è essenziale per il successo del suo governo. E) Integrità – un governante integro è onesto, leale e giusto. L'integrità è una qualità fondamentale per un buon governante, in quanto gli consente di guadagnarsi la fiducia e il rispetto del suo popolo. Un governante integro è in grado di prendere decisioni basate sui principi morali e di agire nel migliore interesse del suo popolo. F) Capacità di comunicazione – un buon governante deve essere in grado di comunicare in modo chiaro ed efficace con il suo popolo. La capacità di comunicazione è essenziale per trasmettere le proprie idee, per ascoltare le preoccupazioni del popolo e per negoziare con altre nazioni. Un governante con una buona capacità di comunicazione è in grado di creare un clima di fiducia e di comprensione all'interno della sua società. G) Flessibilità – un buon governante deve essere flessibile e adattabile ai cambiamenti. Il mondo è in continua evoluzione e un governante deve essere in grado di adattarsi alle nuove sfide e alle nuove circostanze. La flessibilità è una qualità preziosa per un governante, in quanto gli consente di trovare soluzioni creative ai problemi e di guidare il suo popolo verso il successo. H) Coraggio – un buon governante deve essere coraggioso e pronto a prendere rischi. Il coraggio è una qualità essenziale per un governante, in quanto gli consente di affrontare le sfide e le difficoltà con determinazione e determinazione. Un governante coraggioso è in grado di guidare il suo popolo attraverso tempi difficili e di prendere decisioni impopolari ma necessarie per il bene comune.
Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
61 pagine
1 download
SSD Scienze politiche e sociali SPS/01 Filosofia politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher tommamarti di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Filosofia del diritto e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Pisa o del prof Belloni Roberto.