Anteprima
Vedrai una selezione di 10 pagine su 43
Filosofia del Diritto Pag. 1 Filosofia del Diritto Pag. 2
Anteprima di 10 pagg. su 43.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Filosofia del Diritto Pag. 6
Anteprima di 10 pagg. su 43.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Filosofia del Diritto Pag. 11
Anteprima di 10 pagg. su 43.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Filosofia del Diritto Pag. 16
Anteprima di 10 pagg. su 43.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Filosofia del Diritto Pag. 21
Anteprima di 10 pagg. su 43.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Filosofia del Diritto Pag. 26
Anteprima di 10 pagg. su 43.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Filosofia del Diritto Pag. 31
Anteprima di 10 pagg. su 43.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Filosofia del Diritto Pag. 36
Anteprima di 10 pagg. su 43.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Filosofia del Diritto Pag. 41
1 su 43
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

L'organizzazione politica nella democrazia antica

L'ecclesia si svolgeva 3-4 volte al mese, con votazione segreta o per alzata di mano. I decreti boulè erano decreti cittadini, e l'assemblea identificava il corpo politico. Nella democrazia antica, il popolo non solo stabiliva, ma anche attuava le linee politiche. Si trattava di una democrazia diretta, a differenza della democrazia rappresentativa odierna. Il potere e le decisioni spettavano al popolo, mentre con un re una sola persona decideva e un apparato di funzionari applicava le decisioni. La difesa poteva essere affidata a mercenari, mentre nella democrazia era un obbligo del cittadino, che era più motivato perché difendeva i propri valori e scelte. Un altro diritto nella democrazia era la libertà di espressione, che permetteva di dire liberamente ciò che si voleva. Questo diritto non era limitato solo nell'ecclesia, dove si discutevano gli ordini del giorno secondo almeno due tesi contrastanti, per poi votare nel bene della città. La libertà di espressione valeva in tutti i contesti, ad esempio nelle commedie che criticavano e parodiavano.

Potenti del momento, es. Aristofane). La libertà di espressione, e di critica, è necessaria per la democrazia. Il meccanismo della maggioranza, parte della democrazia, non è la base della stessa: le scelte dovrebbero essere fondamentalmente condivise da tutti, e per questo è fondamentale che ciascuno possa formarsi un'idea vicina alla realtà dello stato delle cose riguardanti la città e le questioni poste: solo così il suo voto ha un senso, altrimenti la sua espressione di volontà sarà basata su dati falsi. Per questo è importante l'ironia (la commedia) che rende paradossali mettendo in risalto i tratti contraddittori del potere o dell'individuo o del suo ragionamento. Più il potere è monocratico, meno desidera essere smascherato invece di essere accettata secondo la propria descrizione di sé stesso. È lo stesso meccanismo della religione: nel mondo occidentale oggi non ha lo stesso peso, ma nel

mondo islamico non solo dio ma anche sul profeta, che può solo essere citato con venerazione ed esempio, senza nemmeno obbiettare sul suo lato umano: questo sebbene nel corano sia espressamente scritto che egli, pur migliore tra gli uomini non è divino e quindi non da venerare.

Isegoria = uguaglianza di parola, diritto di tutti di parlare

Eparressia = diritto di dire tutto riguardo ai contenuti

L'ironia, come detto importante, in democrazia è spesso auto-ironia in quanto il potere dovrebbe essere nelle mani del popolo. La stessa aggressività dell'ironia, pur attaccando i potenti o anche il popolo stesso che li appoggia, si manifesta proprio come caratteristica della democrazia. La partecipazione gratuita alle commedie ad Atene era per il popolo importante, tramite il teoricon (sussidio per accedere agli spettacoli), poiché contribuiva a formare la coscienza e la riflessione sulla realtà della polis tramite la rappresentazione.

I teatri erano

molto grandi, e alcuni spettacoli mossero grandi emozioni. L'ironia è molto importante, è un elemento di discrimine tra democrazia vera e in particolare rispetto alle teocrazie. La libertà religiosa è intesa come libertà di aderire a qualsivoglia fede, di cambiarla, di mescolarla, o di non averne: questo perché è un fatto personale. Unico limite è rispettare la legge dello stato: la bestemmia da noi è questione di buongusto con libertà di espressione, per un credente musulmano l'offesa a dio viola dio, la comunità ecc. e il valore fondamentale è la tutela della rivelazione. In democrazia non esiste religione di stato, ed inoltre in occidente non è più il riferimento morale ed ideologico per tutte le questioni pubbliche, ma rimane come aspetto personale. Nel mondo musulmano non è un fatto privato solamente, l'individuo è parte di una comunità a prescindere dalla

Sua volontà: se si esce dall'Islam in alcuni paesi si compie apostasia, punita severamente fino alla morte.

La data di nascita "ufficiale" della democrazia (508 a.C.) è stabilità dalla riforma di Clistene, aristocratico della stessa famiglia di Pericle. Per alcuni è un punto di partenza delle democrazia, per altri un punto di arrivo che rende compiute progressive riforme già in atto. La sua riforma estende le tribù da 4 a 10, probabilmente con lo scopo di ampliare la partecipazione politica (politeia) dei nuovi cittadini (neopolitai).

Clistene non fece la riforma per sé, tanto che non prese il potere quando tornò ad Atene: non crea la forma della democrazia definitiva, ma l'uguaglianza e le basi per la democrazia.

Il territorio di Atene era diviso in tre macro-zone, una quella di Atene, una sulla costa (paralia) ed una sull'interno (mesogea): con la riforma di Cliestene si creano 30 trittie (o gruppi di demi).

cioè villaggi in numerovariabile a seconda della loro grandezza): 10 da Atene e dintorni, 10 nella paralia e 10 nella mesogea: da questetrittie vengono create 10 tribù, ciascuna composta di tre trittie, una per macro-zona (in modo da svincolarsi dalegami basati sui rapporti personali e regionali). Le tribù costituiscono la boulè dei 500 (assemblea con poteriche diverrà vero e proprio governo 50 anni dopo quando Etialte gli darà le funzioni precedentementedell'areopago): infatti i 500 della boulè sono eletti a sorte, 50 per ciascuna tribù, ogni anno. La boulè controllavai magistrati, convocava l'ecclesia (assemblea dei cittadini). Sulla base della nuova ripartizione territorial-amministrativa vennero divise anche le spese militari. La riorganizzazione mira all'uguaglianza tra cittadini,antichi nuovi, tra aristocratici e contadini ecc. Per vetare discriminazioni tra antichie nuovi cittadini spinse gliabitanti

dei demi a sostituire il patronimico col nome del loro demo. Clistene creò nuovi cittadini probabilmente per assicurarsi supporto alla riforma.

La polis è universo omogeneo senza gerarchia e differenziazioni. L'archè, (il potere) non è più concentrato al vertice sociale ma ripartito egualitariamente. Obbedire e comandare diventano parti dello stesso rapporto reversibile: il monod sociale diventa circolare ove ogni cittadino può percorrere tutto il circuito occupando ecedendo tutte le posizioni. Isonomia significa che tutti sono uguali davanti alla legge, che tutti sono equidistanti dal potere.

Non sono abolite le distinzioni di censo, presenti nella costituzione di Solone, che dividevano in 4 classi: Pentacosiomedimni (proprietari terrieri), Cavalieri (proprietari minori), zeugiti (piccoli proprietari) e Teti (nullatenenti). Il censo in parte conta ancora nelle scelte dei cittadini.

Alchmenonidi erano una famiglia fautrice della riforma di Solone,

e successivamente della riforma con Clistene come detto annullò il ruolo politico delle antiche tribù doriche, creandone di nuove ed includendovi come nuovi cittadini meteci e liberti. La ecclesia aveva comunque il potere supremo. Clistene introdusse anche:
  • Colonie militari = truppe, a volte anche famiglie che vivevano presso alleati con funzioni di aiuto ma anche di controllo degli alleati
  • il sistema dell'ostracismo = misura per prevenire che qualcuno aspirasse alla tirannide: ogni anno vi era un'eclesia che votava su chi ostracizzare, se si pensava che vi fosse chi potesse aspirare alla tirannide, per popolarità, capacità di governo, o censo. Si votava segretamente sulle ostriche: chi riceveva più voti veniva esiliato per 10 anni con confisca dei beni, restituitigli al ritorno. Storicamente fu creato per prevenire il ritorno di Pisistrate.
  • servizio militare obbligatorio = non sempre l'esercito era composto di soli cittadini: il militare

obbligatorio: voleva identificare cittadino = soggetto politico = guerriero con responsabilità a tutti i livelli di difesa della propria città.

Al calendario naturale e religioso si affianca un calendario politico, scandito dalle 10 pritanie (periodi di governo della boulè da parte di una tribù). La residenza è la base dell'assetto politico.

Pisistrate fu tiranno, e lascio Atene per poi tornarvi: suo figlio Ippia combatte coi Persiani a Salamina. Erodoto ci racconta di un dialogo a tre voci tra tre personaggi nobili persiani fittizi: ciascuno difende una delle tre forme di governo: Isonomia (nome antico democrazia), anarchia-tirannia e Regno. Il racconto è incentrato sulle guerre persiane: inizia con l'invasione persiana della Lidia ove le colonie greche libere vengono assoggettate (infatti vi furono migrazioni), poi prosegue con vari conflitti delle colonie e quindi con le due invasioni persiane del 490 e del 480 e si conclude, dopo la

Battaglia di Salamina, con la battaglia di Platea che porta alla ritirata definitiva dei persiani.
Erodoto ci dà una visione ancora primitiva ma completa delle tre forme di governo, con i vantaggi e svantaggi di ciascuna.
Otane parla a favore della democrazia: Nessuno deve ridiventare monarca: il re può agire senza rendere conto a nessuno, e anche il migliore degli uomini diviene arrogante ed invidioso, nonostante possieda tutto: invidia i migliori e si compiace dei peggiori. Se è onorato la considera adulazione o insufficente riverenza. Sovverte le patrie usanze, violenta donne e manda a morte senza giudizio. La democrazia invece rende tutti uguali davanti alla legge, il potere è soggetto a controllo e non è perenne. Alla base vi è una visione scettica della natura umana, che se lasciata libera di gestire il potere assoluto torna ad uno stato pre-giuridico, bestiale, senza rispetto della società. Nell'oligarchia basta limitare il potere di

ricoprire cariche a poche migliaia di cittadini percenso: così la democrazia diventa oligarchia, limitata ai soli possidenti.

Megabizo parla a favore della oligarchia (pochi , i migliori) ed aristocrazia (pochi, i ricchi): d'accordo sullatirannide, ma il governo non può andare ai peggiori, la plebaglia sfrenata, perchè a differenza del monarca èanche peggio, agendo alla cieca e d'impulso, com eun energia vitale ma non intellettuale e quindiincontrollabile. Solo dagli uomini migliori si possono avere le delibrazioni migliori.

da notare che nel "discorso del vecchio oligarca", successivo, il popolo non può più essere così negativamentedefinito, avendo dato prova di sè in guerra e ricostruendo Atene.

Dario sostiene la monarchia: la pensa come Megabizo sulla democrazia ma ritiene che la oligarchia porti a lottedi potere, congiure ed inimicizie e quindi stragi, che portano a tornare alla monarchia per mettere ordine.

Inoltre, un uomo solo permette di tenere segrete le misure contro i nemici, e con la sua saggezza può decidere meglio. In democrazia, la malvagità diffusa si aggrega per congiure e quindi nuovamente bisogna tornare alla monarchia. La libertà (in contesto persiano) ci è.
Dettagli
A.A. 2020-2021
43 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/20 Filosofia del diritto

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher federicovinci94 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Filosofia del diritto e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università telematica Niccolò Cusano di Roma o del prof Ferri Enrico.