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CAPITOLO 2. QUESTIONI DI BIOETICA AMBIENTALE

2.1.Lineamenti di bioetica ambientale

La sfera della bioetica si estende a : tutti i problemi concernenti la vita, la scienza della vita, la

salute, l’organizzazione sanitaria. Si estende al di là dell’etica medica in diversi modi: abbracciando

questioni e problemi etici che sorgono in tutte le professioni relative al campo sanitario e fra i non

professionisti che si prendono cura dei malati; si estende alla ricerca bio-medica e

comportamentale; include una vasta gamma di problemi etici a livello sociale come la distribuzione

delle risorse sanitarie; si estende infine sulla vita non umana: la vita degli animali, delle piante, il

modo in cui gli uomini influiscono sull’ambiente.

Questa è la visione di Reich in merito alla bioetica.

Per Kemp invece la riflessione bioetica concerne 3 livelli: persone – persone allo stato potenziale-

viventi in generale. L’idea di persona come essere inviolabile è il fondamento di tutta quanta l’etica.

Nella nostra epoca è emersa l’immagine della natura come oggetto totalmente nelle mani

dell’essere umano, ed è diventata puro materiale da utilizzare in base ai vari scopi degli umani. La

tematica della difesa dell’ambiente sta diventando via via sempre più patrimonio collettivo. Grande

interesse dunque ai problemi dell’ecologia.

L’ecologia è la branca delle scienze naturali che studia la ecosfera, ossia la porzione della terra in

cui è presente la vita. La grande lezione dell’ecologia è che ognuno è legato a tutti gli altri. Da qui

bisogna partire ed avere più responsabilità nei confronti del presente e del futuro del genere

Serena Gaglielfo

umano. Si intravedono così le linee guida per una filosofia pubblica per l’ambiente, che si prefigge

l’articolazione coerente di un programma di politiche sociali e la formazione di un vero e proprio

bilancio di costi e benefici.

Oggi vi è l’esigenza di fondare un diritto all’ambiente = regolamentare i comportamenti dei cittadini

al fine di evitare che intervengano negativamente sull’ambiente.

“Coscienza ecologica”-----> definizione di Jhon Muir: “ prendi una cosa qualsiasi e scoprirai che è

legata a tutto il resto dell’universo”. Ci si riferisce alla consapevolezza dell’unità strutturale e

funzionale del mondo vivente. L’uomo riconosce di essere parte integrante di un tutto che gli è

legato inseparabilmente: tutti gli esseri viventi e non, interessano gli equilibri delicati e complessi

della biosfera necessari alla sua esistenza.

Rivoluzione ecologica= è cambiato il pensiero e i valori, uno dei cambiamenti più importanti è stata

la critica all’antropocentrismo forte o assoluto che intendeva la natura e la sua esistenza legata

esclusivamente all’uomo, per la sua utilità e il suo piacere. Nasce cosi il problema etico

ambientale= gli esseri umani hanno dei vincoli morali verso l’ambiente?

Ecologia profonda ed ecologia di superficie si parla di ecologia profonda quando le

conoscenze che l’ecologia ci ha fornito hanno mutato i nostri valori e ha generato un senso di co-

appartenenza e affinità con gli altri esseri viventi. Si parla di ecologia di superficie quando le

conoscenze dell’ecologia bastano a cambiare e rivedere le credenze tradizionali alla luce dei

problemi attuali, anziché rovesciare i valori morali consolidati.

Esponente di tale corrente moderata (della superficie) è Jhon Passmore secondo il quale “ciò che

si deve rigettare è la cultura del dispotismo, e cioè la dottrina e la pratica per cui l’uomo non è

soggetto a nessuna censura morale nel suo rapporto con la natura, a favore di una visione

dell’omo come amministratore benevolo del creato”.

Altro pensatore ecologista è Tom Regan che ci parla di “admiring respect” inteso come

quell’atteggiamento di chi guarda agli enti naturali come dotati di un valore inerente. Ciò significa

attribuire a tali enti valore per ciò che sono, indipendentemente dal valore strumentale che essi

hanno per gli uomini. Tale visione supera la concezione antropocentrica.

Le nuove frontiere dell’eticaSi tratta, in ultima analisi, di uscire dalla falsa alternativa tra una

cultura del dominio e una cultura della sottomissione, e percorrere cosi la via di una cultura del

rispetto nutrita dalla consapevolezza che oggi non si tratta tanto di dominare la natura, quanto di

dominare il dominio sulla natura. Si tratta anche di assumere limitazioni volontarie alla nostra

capacità di manipolazione dell’ambiente. È stata attuata, su questa via, un’estensione dei confini

della comunità morale lungo tre direzioni:

- Nello spazio oltre i confini geografici;

- Nel tempo, al di là delle barriere generazionali;

- Oltre la specie, verso gli animali non umani.

L’estensione dei nostri orizzonti morali al di là dei confini spaziali costituisce uno stadio significativo

nello studio e sviluppo di un’etica autenticamente umana. L’idea guida è quella di un cerchio che si

allarga progressivamente fino a comprendere ambiti sempre più vasti. Si vuole elaborare un’etica

della responsabilità su scala mondiale. Il principio etico è il seguente: “ se è in nostro potere

prevenire un male che non ci arrechi nessuna perdita o sofferenza, siamo in dovere di farlo, come

esseri morali”.

L’estensione dei nostri orizzonti morali al di là delle barriere generazionali implica un allargamento

decisivo della nozione di prossimo anche nel tempo. Emerge il tema delle generazioni future. Se la

nostra generazione ha la possibilità di influire sul futuro di tali generazioni, lo deve fare con giudizio

morale e ciò inciderà su tre fattori: sul numero, sull’identità e sul genere di vita.

Oltre la specie: è possibile stabilire quale confine vi sia tra l’uomo e l’animale? Uomo e animale

hanno sempre avuto in comune il nascere, il vivere, la fame, la sete, il dolore(…). Ma mentre

l’animale è confinato nel biologico, l’uomo vive nel simbolico. Oggi i confini tra i due si stanno

sfumando grazie all’apporto di nuove discipline come la bioetica, la zooantropologia. Si parla di

“liberazione degli animali” e il nuovo termine “specismo” è stato coniato per caratterizzare coloro

che discriminano in base alla mera appartenenza alla specie.

2.2.Alle origini del pensiero ecologico

Serena Gaglielfo

L’uomo e la terra nella visione di Elisée Reclus “l'uomo è la natura che ha preso coscienza di se

stessa”.

Reclus è il maggior geografo dell'ottocento, nell’“l'homme et la Terre” (1095-1908)realizza una

geografia globale aperta a quella che oggi chiamiamo la geo-storia, uno studio geografico,

spazializzato dei processi storici. Un progetto per cogliere le grandi tendenze il ruolo delle

condizioni geografiche nello svolgimento degli eventi storici. Affermazione accompagnata con un

immagine del pianeta Terra tenuto in alto dalle mani dell'uomo. Nelle nostre mani è racchiuso il

destino della Terra, sta a noi custodirla nella consapevolezza che custodire la natura è custodire

noi stessi, prenderci cura della nostra stessa umanità.

Se l'uomo è la coscienza della Terra questa, a sua volta, attraverso l'uomo prende coscienza di se

stessa.

Reclus scrive dei rapporti tra uomo e natura ma anche delle lotte dell'uomo per la libertà e i diritti; è

un anarchico militante.

Dalla geografia all’ecologiaReclus da molta importanza a una conoscenza diretta dei fenomeni

terrestri e dell'ambiente naturale; “la scienza deve essere una cosa viva, se no è una miserabile

scolastica” come una pianta va a cercare lontano il suo nutrimento attraverso tutte le sue radici, la

geografia deve cominciare con tutto nello stesso tempo: cosmografia, storia naturale, storia,

topografia. La natura ambiente è un’immensa sintassi che si presenta a noi in tutto il suo infinito e

non parte per parte. Intende dimostrare come la natura evolva dalla società, senza ignorare ne le

differenze ne le reciproche commistioni. Il sociale e il naturale si fondono senza perdere l’identità

propria. Lui si chiede come sia possibile che sia avvenuta la separazione netta tra natura e

umanità, e una sua risposta è la nostra profonda ignoranza: “ non conoscendo nulla delle nostre

origini né dei nostri destini, ignorando anche se noi apparteniamo a una specie animale unica o a

molteplici umanità sono nate successivamente per estinguersi e risorgere ancora, incontreremmo

difficoltà notevoli a formulare regole d’evoluzione”.

Una geografia anarchica uno dei capisaldi del pensiero anarchico è la teorizzazione del

carattere benefico della natura che manifesta un’intrinseca armonia ed equilibrio, in contrasto con

la storia.

Questo può essere fonte di giustizia e di libertà se si instaura con essa un rapporto capace di

cogliere l'intima razionalità che la pervade. I geografi anarchici sono degli ecologisti in anticipo sui

tempi per la loro consapevolezza che la terra è un pianeta vivente su cui le azioni umane hanno

effetti negativi e/o positivi e ciò riguarda anche il sistema sociale, economico e politico in cui esse

hanno luogo. Solo la conoscenza delle interazioni tra suolo, clima, vegetazione, fauna, consente

una fruizione ecologica dello spazio, una valorizzazione che tenga conto delle caratteristiche

fisiche dell’ambiente e, anche per questa ragione, la geografia si rileva come un sapere utile a ogni

cittadino. In tal modo la geografia serve per fondare un’etica ecologica della responsabilità per

il pianeta.

Un umanesimo ecologico Reclus manifesta poi una profonda attenzione per la coscienza

individuale e la sua autonomia, che lo porta ad affermare il valore della persona, la sua uncità.

L’uomo deve imparare a sfruttare la terra senza deteriorarla e senza abbruttirla. Siamo però

ancora molto lontani da una relazione cooperativa con la Terra: non riusciamo a vederne le

potenzialità creative proprio perché siamo assorbiti dal processo di trasformazione della natura

sulla base di idee economiche e tecniche barbare troppo anguste e antiquate. È necessario invece

“curarla come un grande corpo” e regolarne il funzionamento “secondo un metodo scientifico”. =

visione antropomorfica della terra da parte di un geografo; terra considerata come persona. C’è

bisogna di un’etica dell’amore. -----> umanesimo ecologico.

Ecologismo e animalismo reclus ha due prospet

Dettagli
A.A. 2013-2014
30 pagine
12 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/03 Filosofia morale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher serenagaglielfo di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Filosofia morale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Genova o del prof Battaglia Luisella.