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FILOSOFIA

1) FINITO E INFINITO(**).1 Il Finito e l'Infinito coincidono. in quanto:

2 Il Finito è: MANIFESTAZIONE o MOMENTO NECESSARIO dell'Infinito.

3 Infinito è: l'ASSOLUTO(***); DIO; SPIRITO.

Hegel vede la REALTÀ: come un ORGANISMO UNITARIO, (non composto quindi da sostanze autonome); e di cui tutto ciò che esiste, è parte o manifestazione di esso. Quest'organismo, non avendo niente al di fuori di sé: coincide con l'ASSOLUTO, e con l'INFINITO. Mentre col FINITO coincidono i vari enti del mondo essendo sue manifestazioni. Quindi il FINITO non esiste come tale, ma è un'espressione parziale dell'INFINITO. L'HEGELISMO risulta essere anche, una sorta di MONISMO PANTEISTICO: vale a dire una teoria che vede all'interno del MONDO(=il finito), la manifestazione di DIO(=l'infinito). L'HEGELISMO potrebbe sembrare anche una sorta di SPINOZISMO, ma la differenza fra i 2 sistemi è notevole:

Spinoza: l'Assoluto è una sostanza statica e coincide con la Natura;

per Hegel: l'Assoluto sarebbe un soggetto spirituale in divenire, di cui tutto ciò che esiste è una tappa o momento della sua realizzazione.

C'è una differenza anche con Kant: con il quale esisteva una scissione tra un MONDO FENOMENICO e uno non (il NOUMENO).

In più per Kant l'infinito era non conoscibile; mentre per Hegel l'infinito è raggiungibile: in quanto si caratterizza come "storia" in evoluzione; al contrario la "cattiva infinità" si configura come astrazione.

Questo Soggetto Spirituale in divenire (cioè Dio o infinito) si realizza progressivamente in tutti i suoi momenti e che solo alla fine, (cioè nell'uomo) acquista piena coscienza di sé.

Dire SOGGETTO invece di SOSTANZA significa dire che la Realtà non è immutabile, non è già data; bensì è un processo.

diAUTO-PRODUZIONE che solamente alla fine (ossia conl'uomo=spirito)e attraverso le sue più alte attività (arte-filosofia-religione) giunge a rivelarsi per quello che veramente è.Il VERO è l'INTIERO ossia l'essenza che si completa attraversoil suo sviluppo.Vi è una differenza quindi tra RAGIONE e SPIRITO:la Ragione ad un certo punto si ferma, quindi è limitata, cioèfinita;lo Spirito è attività dinamica, è infinito.

NOTE:(*)IDEALISMO=è la grande filosofia tedesca (di Hegel).In questo ambito il "Problema della Conoscenza" e il "Problema delRapporto fra soggetto e oggetto" è lasciato alle spalle;mentre con questo termine si vuole designare la Tendenza aidentificare l'ideale con il finito. Compito in questo casodellafilosofia è: ricercare la razionalità del reale,essa lo compie: togliendo il finito dal limbo dell'insignificanza edella casualità.

e innalzandolo al cielo dell'idea.

(**)INFINITO: è la REALTA' stessa: intesa però come TOTALITà e RAZIONALITA' AUTOSUFFICIENTE. Ed è proprio l'UNITA' del FINITO e dell'INFINITO: a designare l'autogiustificazione del reale; e l'identità del reale e dell'ideale.

(***)ASSOLUTO: vale a dire <PRIVO DI LIMITI>,<INCONDIZIONATO>. Questo termine designa:

  • ciò che è indipendente da ogni relazione con altro;
  • ciò che esiste in sé indipendentemente dalla rappresentazione che se ne ha;
  • ciò che non ha bisogno di nient'altro per esistere;
  • ciò che è perfetto, totale, compiuto nella sua pienezza. (Ci si rifà anche all'essere di Parmenide). (In Hegel: si ha lo Spirito Assoluto).

CATTIVA INFINITA': processo che sposta la meta da raggiungere e toglie allo spirito il pieno possesso di sé stesso.

2) RAGIONE E REALTA'=IDEA o RAGIONEIDEA(*) o

RAGIONE (è la DENOMINAZIONE del SoggettoSpirituale=lo spirito come automovimento) è:l' Identità Totale-Necessaria-Sostanziale di :==RAGIONE e REALTA'(cioè la ragione non è astrazione(**) ,ma è la forma stessa della realtà, intesa come sviluppo dell'Idea; edi:==ESSERE e DOVER'ESSERE:(cioè ciò che esiste, è ciòrazionalmente dev'essere).Da qui il celebre AFORISMA di Hegel:(1)ciò che è razionale è reale;(2) ciò che è reale è razionale.(1)Vale a dire: la Razionalità non è idealità, non è astrazione(*); maè la forma di ciò che esiste: infatti la ragione governa il mondo e locostituisce.(2)Vale a dire: la Realtà non è una materia caotica; ma è ildispiegarsi di una struttura razionale(l'Idea o la Ragione): che simanifesta inconsapevolmente nella natura, e

consapevolmente nell'uomo. Pertanto agli occhi di Hegel: la Realtà appare come una TOTALITÀ PROCESSUALE necessaria, formata da una serie di gradi o momenti che rappresentano il risultato di quelli precedenti e il presupposto di quelli seguenti.

NOTE: IDEA: è il Principio Universale; rappresenta l'Unità Assoluta del concetto (°°) e dell'oggettività. È l'unica UNIVERSALE sostanza che si determina e diventa "IDEA ASSOLUTA" o "RAGIONE AUTOCOSCIENTE", o ancora "SPIRITO" percorrendo le varie tappe del suo processo dialettico.

CONCETTO: è l'essenza stessa della realtà; cioè è la concretezza e l'universalità.

ASTRATTO: si contrappone a concreto. È astratto tutto ciò che viene colto al di fuori di tutte le sue relazioni con un contesto.

3) LA FUNZIONE GIUSTIFICATRICE DELLA FILOSOFIA

La Filosofia in Hegel è "sistematica"; non è critica

(come lo erain Kant). Essa serve a constatare una cosa, non a criticarla. La Filosofia deve "prendere atto" della realtà, mostrare l'intrinseca necessità e comprendere le sue strutture razionali. Dunque la filosofia deve "mantenersi in pace" con la realtà: e deve rinunciare alla pretesa di determinarla e guidarla. Deve elaborare e trasformare in pensiero e in concetti il contenuto reale che le offre l'esperienza. Dunque il compito della filosofia per Hegel: è di "giustificare razionalmente la Realtà".

LE PARTIZIONI DELLA FILOSOFIA: Idea/Natura/Spirito. Hegel ritiene che lo sviluppo dinamico dell'Assoluto, passa attraverso i 3 MOMENTI dell'IDEA.

(1) TESI (=idea in sé e per sé): o IDEA PURA; è l'idea considerata in se stessa, a prescindere dalla sua concreta realizzazione nella Natura, e nello Spirito. In questo senso l'idea può essere paragonata a Dio (=prima della creazione della

(1) TESI (=idea in sé): è l'Idea Pura; ovvero è l'idea nella sua essenza, indipendente dalla realtà spazio-temporale del mondo.

(2) ANTITESI (=idea fuori di sé): o IDEA NEL SUO ESSERE ALTRO; è la Natura: ossia l'alienazione dell'idea nelle realtà spazio-temporali del mondo.

(3) SINTESI (=idea che ritorna in sé): è lo Spirito; cioè è l'Idea che dopo esser diventata Natura, ritorna presso di sé acquisendo coscienza nell'uomo. È una triade che non segue una cronologia; ma ciò che esiste concretamente nella realtà è lo "Spirito" (sintesi); che ha come condizione la "Natura" (antitesi); e come presupposto ha il "Programma Logico" che è rappresentato "dall'Idea Pura" (tesi).

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3 SEZIONI DEL SAPERE FILOSOFICO:

(1) LOGICA: studia l'IDEA IN SE'; è la "Dottrina dell'Essere"; è la "Dottrina dell'Essenza(*)"; è la "Dottrina del Concetto".

(2) FILOSOFIA DELLA NATURA: studia l'IDEA FUORI DI SÈ; si articola

in:"Meccanica"; in "Fisica"; in "Organica". (3)FILOSOFIA DELLO SPIRITO: studia l'IDEA CHE TORNAIN SE'; e lo Spirito può essere: SOGGETTIVO=quindi riguarda: 1) l'Antropologia; 2) la Fenomenologia; 3) la Psicologia. OGGETTIVO=quindi riguarda: 1) il Diritto; 2) la Moralità; 3) l'Eticità. ASSOLUTO=quindi riguarda: 1) l'Arte; 2) la Religione; 3) la Filosofia. NOTE: ESSENZA: è la Natura necessaria di un essere, che fa sì che esso sia quello che è; distinguendolo da tutti gli altri. È ciò che costituisce la "natura intima", i caratteri costitutivi di una cosa. LA DIALETTICA La Dialettica: è la LEGGE CHE REGOLA L'ASSOLUTO (= divenire). Ossia è la Legge di sviluppo e di comprensione della realtà. Di essa Hegel non ne dà una teoria sistematica. Hegel distingue 3 MOMENTI DEL PENSIERO: (1) MOMENTO ASTRATTO/INTELLETTUALE (è il momento più basso della ragione) = consiste nelconcepire l'esistenza sotto forma di "molteplici determinazioni statiche e separate". In pratica il pensiero: si ferma alle determinazioni rigide e isolate della realtà, si limita a considerarle nelle loro differenze e in base al principio d'identità (secondo cui una cosa è se stessa ed è assolutamente diversa dalle altre) e di non-contraddizione. MOMENTO DIALETTICO/NEGATIVO-RAZIONALE = consiste nel dimostrare come le Determinazioni, siano "unilaterali"; e vogliono essere messe in movimento: ossia relazionate con altre determinazioni. Nega le determinazioni astratte dell'intelletto, mettendole in rapporto con quelle opposte. Ogni affermazione sottindende una negazione: poiché per specificare ciò che una cosa è, occorre precisare ciò che essa non è. Secondo questo momento, bisogna andare oltre il principio d'identità, e mettere in rapporto le varie determinazioni con quelle opposte. (Es: il)

Il concetto di 1 richiama quello di molti; quello di particolare richiama quello di universale.

MOMENTO SPECULATIVO/POSITIVO-RAZIONALE: consiste nel cogliere l'UNITA' delle "determinazioni opposte" ricomponendole: ossia bisogna rendersi conto che tali determinazioni sono aspetti unilaterali di una realtà più alta che li ricomprende o sintetizza.

Tra RAGIONE ed INTELLETTO c'è una differenza:

INTELLETTO: è un modo di pensare "statico" e "astratto"; ed è l'Organo del Finito. E' l'Organo della conoscenza astratta, che fissa le cose nella loro diversità, estraneità e immobilità. Esso immobilizza l'inquietudine e la fluidità dell'universo. Ha un compito subordinato e limita.

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Publisher
A.A. 2005-2006
11 pagine
1 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/03 Filosofia morale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Exxodus di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Filosofia morale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Scienze Storiche Prof.