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SCIENZE NATURALI:

- esteriorità e datità degli oggetti

- orientano all’individuazione di “leggi generali”

- si basano su una logica assiomatica

SCIENZE DELLO SPIRITO:

- compromissione del soggetto nell’esperienza

- natura spirituale degli oggetti

- connessione dinamica tra i dati

- si basano su una logica basata su retroazione e circolarità

Lo spirito è indagato come oggetto di specifiche scienze, assumendo così

una nuova concretezza. Il concetto di spirito corrisponde a una nuova idea di

empiricità.

In Dilthey c’è l’idea di una “empiria autentica”, che integra storia e cultura.

EMPIRISMO TEDESCO: l’esperienza non è mai solo esperienza del dato

oggettivo, ma include anche la complessità del mondo umano, culturale e

storico.

La prima opera importante di Dilthey è una biografia di Schleiermacher.

Le scienze della natura e quelle dello spirito differiscono per l’oggetto di

studio:

SCIENZE DELLO SPIRITO, appartengono ad un ambito di studio in cui l’uomo

è un elemento costitutivo, un ambito definito dalla partecipazione del soggetto.

In esse vi è una connessione di fatti e non vi è una logica bivalente. Operano

tramite la comprensione, cioè il coglimento dell’oggetto intero.

SCIENZE DELLA NATURA, non implicano una contaminazione soggettiva, e

operano tramite la spiegazione.

Lo spirito è il luogo dell’esperienza. Esso significa AUTOAPPARTENENZA, cioè

presenza di colui che indaga la storia all’interno della storia.

ESPERIENZA VISSUTA: presenza di un essere vivente-sperimentante

all’interno di una situazione. Qui Erlebnis è l’esperienza fatta in quanto evento

interiore.

Questa particolare forma di empiria è stata difesa da Dilthey in tutta la sua

opera.

WINDELBAND (1848-1915) e RICKERT

Windelband criticò le tesi diltheyane e fu l’iniziatore della seconda

tendenza del neocriticismo tedesco, la Scuola di Baden.

Inizialmente critica la metafisica. Il criticismo di Kant è da considerarsi come

un’impresa incompiuta perché la dottrina sia si conferma che si distrugge. La

filosofia, a questo punto, è la DOTTRINA DEL SAPERE e non più la dottrina della

totalità del mondo e la metafisica è impossibile.

FILOSOFIA: DOTTRINA DEL SAPERE, LA QUALE HA COME CATEGORIA QUELLA

DELLA VALIDITA’. ESSA E’ UNA SCIENZA CRITICA DEI VALORI UNIVERSALMENTE

VALIDI.

Secondo tale teoria risulta infondata la teoria di Dilthey:

-DILTHEY: distingue tra scienze della natura e scienze dello spirito. Tale

distinzione non è valida per Windelband poiché postula una differenza

metafisica tra natura e spirito, che non è fondata.

-WINDELBAND: fa, invece, una distinzione metodologica tra metodo

“nomotetico” e metodo “idiografico”.

–METODO NOMOTETICO: considera la forma permanente della realtà. Le

scienze monotetiche sono SCIENZE DELL’AVVENIMENTO.

-METODO IDIOGRAFICO: coglie il contenuto singolare del divenire

Reale. Le scienze idiografiche sono SCIENZE DELLA LEGGE.

DILTHEY 2

Il suo storicismo presto sfociò nel relativismo.

Dilthey parla di Erlebnis, cioè l’esperienza fatta in quanto evento interiore.

Se ogni opera o evento della storia è l’espressione dell’Erlebnis, allora anche il

lavoro critico che ricostruisce tale esperienza è un “rivivere”, ha cioè una

natura estetico-artistica. Ma se è così, bisogna spiegare come le scienze dello

spirito possano dirsi “scienze”, cioè come la filosofia, in quanto peculiare

scienza dello spirito, possa avere ambizioni di universalità.

La conoscenza dell’Erlebnis è oggettiva poiché si basa su segni che ci sono

dati dall’esterno. Essa si esprime con il linguaggio, infatti con esso ci troviamo

di fronte ad esperienze vissute diventati segni, che devono essere interpretati.

L’interpretazione è la ricostruzione dell’esperienza, cioè il “riviverla”, e la logica

di tale ricostruzione coinvolge l’ “induzione”, cioè l’applicazione di verità

universali a casi particolari.

Dilthey pone, a questo punto, il fenomeno del CIRCOLO ERMENEUTICO, che

in lui assume la funzione di APPARTENENZA: poiché appartengo alla storia, non

posso comprenderla nella sua interezza. L’autoappartenenza genera

riflessività, e la riflessività si esprime gnoseologicamente come circolarità, ma

la circolarità non da luogo a una comprensione totale, ma lascia sempre una

parte incompiuta, non compresa.

A questo punto Dilthey afferma che per scoprire induttivamente cos’è

un’entità storica complessa, come l’arte o la filosofia, ci occorre già saperne la

definizione ricorsiva, cioè ciò che quella cosa essenzialmente è. Questa è la

BASE LOGICO-INDUTTIVA DELL’EMPIRIA STORICA.

Poiché ogni metafisica è frutto degli Erlebnisse , quindi dipende dalla

molteplicità degli individui, degli ambienti e delle epoche, ne consegue che

esiste un numero infinito di metafisiche, così come esiste un indeterminato

numero di sfumature nella visione del mondo.

Però, rispetto a ciò, come si colloca l’aspirazione della filosofia

all’universalità?

Dilthey vuole raggiungere una visione completa della realtà, ma l’aspirazione

a molte metafisiche è già un segno di errore.

DILTHEY NOVECENTESCO

Scrive Gadamer che l’apparizione di una coscienza storica è tra le rivoluzioni

più importanti subite dall’uomo. Inoltre aggiunge che nello storicismo e nella

teoria diltheyana delle visioni del mondo appare il requisito del senso storico,

anche come percorso negativo, cioè come condizione critica.

Dilthey non sembra essere del tutto un relativista, ma un pensatore che del

relativismo coglie il potenziale filosofico, la capacità di creare pensiero e teoria.

SIMMEL (1858-1918)

“La coscienza storica della finitudine di ogni fenomeno storico, di ogni

situazione umana e sociale, è l’ultimo passo verso la liberazione dell’uomo”.

Qui il relativismo viene visto come condizione di libertà, e tale pensiero è il

motivo di vicinanza tra Dilthey e Nietzsche.

La filosofia dello spirito si libera dal concettuale, e l’indisciplina della vita non

appare come freno del pensiero, ma come sua condizione.

Tale trasvalutazione del relativismo ha un ruolo particolare negli sviluppi del

pensiero del 900, ma vi fu un pensatore, Simmel, che teorizzò in maniera più

radicale il rapporto che la verità intrattiene con la pluralità delle verità.

Per Simmel “costitutività” significa “primato dell’individuale”, e il termine

“individuale” è inteso come situazione o contingenza storico sociale. Il nesso

tra costitutività (di stampo Kantiana) e primato (storicistico e nietzscheano)

dell’individualità porta Simmel a una delle formulazioni più importanti del

relativismo del 900, ma anche a ripensare la nozione di filosofia.

La “relatività” non costituisce una determinazione aggiuntiva che indebolisce

un concetto di verità, ma LA RELATIVITA’ E’ L’ESSENZA DELLA VERITA’ STESSA.

Allora, secondo Simmel, il pensiero moderno si sviluppa secondo due forme:

-progresso ad infinito

-circolarità

Tale prima fase della filosofia di Simmel ha come punto di arrivo una raccolta

di lezioni, I problemi fondamentali della filosofia, del 1910. Tale opera segna il

passaggio di Simmel dal relativismo alla filosofia della vita. In tale testo il

filosofo è descritto come affetto da una particolare sensibilità al tutto. Al

filosofo restano due vie: la mistica e il kantismo. Simmel si rende conto che i

due percorsi, alla fine, si riducono ad uno: la mistica si trasvaluta nell’esigenza

di cogliere l’essenza del concetto. Ogni concetto, ogni universalità, è a sua

volta una particolarità.

Il percorso di Simmel trova il proprio fondamento nel contrasto tra VITA e

FORME: la vita non può adattarsi a nessuna forma determinata, così la

metafisica della vita non può trovare espressioni definitive della sua verità. Si

genera, così, un’incommensurabilità tra forza e forme, e tale dialettica è il

PRINCIPIO ESPLICATIVO GENERALE DI TUTTA LA CULTURA.

SECONDA PARTE

SESTO CAPITOLO

La riflessione sulla filosofia del 900 è legata alle teorie sulla razionalità. Gli

esponenti delle teorie sulla razionalità sono 3:

- Hegel

- Marx

- Weber

Queste tre alternative della ragione sono collegate al “materialismo

dialettico”, di cui parlava Wahl. Le tre linee direttive sono le seguenti:

CRITICA DELL’OGGETTIVISMO: qui i temi marxiani dell’alienazione sociale

- e la critica contro l’oggettivismo trovano un terreno comune.

AUTOCONFUTAZIONE DELLA RAGIONE BORGHESE: ciò è stato anticipato

- dall’analisi di Weber. Si tratta anche dell’individuazione di componenti

irrazionali all’interno del sistema della ragione o, meglio, di un

fondamento irrazionale della ragione stessa.

RIPENSAMENTO DELLA DIALETTICA DI HEGEL: Habermas ha spostato

- l’intera questione sul piano di un nuovo “paradigma comunicativo”, ma

bisogna dire che nello sviluppo delle due tematiche precedenti un ruolo

cruciale è stato svolto dalla ripresa della dialettica hegeliana.

WEBER

Se la ragione è il logos che dà forma alle strutture economico-sociali, allora

l’urgenza di modificarle pone il problema di comprenderle.

Il requisito della filosofia del 900 è quello di essere già una risposta alla

situazione postfilosofica del secolo precedente. Si pone il problema di una

comprensione filosofica delle strutture razionali.

Weber è stato l’interprete della razionalità moderna. Tra il 1904 e il 1917

getta le basi delle proprie teorie sociologiche esposte nell’opera Economia e

società (1922).

Weber è uno dei filosofi-scienziati, i quali si muovono verso la generalità

delle condizioni e dei fondamenti, quindi il suo stile è un insieme di ricerca

empirica e specialistica e riflessione metodologica generale.

PRIMO TEMA DI WEBER: la scienza non è definita né dai suoi metodi né dai

suoi oggetti, ma dalla neutralità del ricercatore. Tale neutralità viene difesa in

quanto impossibile, infatti ogni conoscenza avviene secondo un certo

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Publisher
A.A. 2012-2013
41 pagine
13 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/06 Storia della filosofia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Serena723 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Filosofia dell'età contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Palermo o del prof Palumbo Pietro.