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CRIMEN INEXPIABLE.

Saluta l'ingresso della modernità politica e la fine del dispotismo illuminato e

cerca di definire una linea di accettazione della rivoluzione e il limitare degli

eccessi.

Secondo Kant il diritto di resistenza è da rimuovere dalle carte Costituzionali

moderne: è un pensiero che nasce qualche secolo prima di Kant nella culla

europea, e legittima la risposta dinanzi ad un potere assolutista. Anche Locke parla

di “appello al cielo” : innanzi ad un sovrano che rompe il patto costituzionale e fa

ricorso a forze belliche, ci si appella al cielo, ovvero alle armi.

Kant asserisce che per quanto la RF abbia meriti inoppugnabili, il popolo ha il

“non diritto” di resistere ai sovrani. Una costituzione scritta che contempla il

diritto del popolo a ribellarsi al proprio potere, sarebbe un sistema minato

dall'interno con un cavillo che sospende la Costituzione ed affidare ad un potere

esterno la risoluzione in ultima istanza i nodi dell'abuso di potere.

Come risolvere tali nodi? Kant parla di “diritto della penna”, cioè la spinta

intellettuale alla scrittura di protesta e disserzione.

L'altra dimensione della soggettività che si è intravista, è quella dell'homoc

economicus, ovvero la soggettività economica: Kant ne individua alcuni connotati,

come la insocievole socievolezza. Per far soldi, si deve essere insociali.

Anche Adam Smith sottolinea questo tipo di modo d'essere con l'esempio del

panettiere o del macellaio.

L'homo economicus si muove in base a tornaconti, quindi la fuga da precetti etici

rientra nel campo dell'operatore economico.

Rispetto a Hobbes, Kant nega che la proprietà sia un'isitutzione statale, mentre

rispetto a Locke rifiuta che la proprietà derivi dal lavoro. Kant nega sia il lavoro,

sia lo Stato. Cosa fonda la proprietà kantiana? Mentre nei primi due filosofi citati,

c'è un concetto diatico (stato civile e di natura), mentre in Kant è triatico.

Secondo Kant nello stato di natura c'è la società (relazioni tra soggetti), occorre un

minimo di regolamentazione ( autodisciplina dei soggetti privati, tramite canoni

precetti e accordi). Esisitono quindi contratti prestatuali, che hanno carattre quasi

vincolante: quasi visto che per Kant c'è un quasi diritto e una quasi proprietà.

Fissando un QD e una QP, vuol dire che lo Stato politic ono inventa la società e

non fissa la proprietà.

Kant idea il possoesso provvisorio e quello perentorio: nello stato di natura con

società senza Stato, esiste il PoPr. Essendo provvisoria, l'individuo calcola che è

più vantaggioso rendere più stabile e sicuro il possesso: passare da provvisorio a

perentorio.

Il soggetto non si accontenta della situazione incerta portata dal PoPr: da qui il

calcolo d'investimento verso il diritto e lo Stato. La prima legge di natura è quella

che dice “ esci dallo Stato di natura e fondane uno politico “.

Per rendere più certo il mio possesso empirico, si necessita di un terzo tra A e B,

ovvero lo Stato, definito il grande organismo terzo, il quale si incarica di definire i

contorni giuridici delle relazioni tra i soggetti.

Il possesso che io già avevo, non viene accresciuto, ma viene protetto. Se in

Hobbes lo Stato istituisce la proprietà, ora in Kant lo Stato ha una funzione

regolatrice, non creatrice.

In Kant lo Stato diventa investimento per favorire il processo da PoPr a PoPe.,

perchè non crea la proprietà, ma la protegge rendendola inattaccabile.

Kant distingue tra detentio e proprietà: la vera proprietà si ricava non quando si ha

la mela in mano, ma quando io non ce l'ho più e nessuno la può prendere.

Locke fece l'esempio di un soggetto isolato che si rapporta ad una zolla di terra: il

rapporta con homo clausus. Per Kant è un rapporto folle, visto che non esiste

homo clausus e non esiste un rapporto con la cosa. L'indidviduo isolato non ha

sostrato giuridico, visto che un uomo solo non ha diritto: questo perchè il diritto ha

carattere relazionale ed è minimo bilaterale.

Il soggetto giuridico deve necessariamente coesistere. Locke pensava che

prendendo una cosa, giurdicamente è mia, mentre Kant parla di impossessarsi, non

di titolo di proprietà: la cosa non crea diritto, perchè iul vero diritto presuppone

gli altri e l'ordinamento giuridico. La detenzione fisica non è un rapporto

giuridico: il rapporto giuridico si instaura tra proprietario e gli altri, non tra

proprietario e la cosa.

Lo Stato in Kant stipula contratti, e senza di esso non c'è garanzia. Kant tocca il

concetto di “diritto personale di natura reale”. Su questo concetto si parla di

rapporto salariale, tormento della teoria politica moderna. La società moderna

funziona attraverso il contratto di lavoro e non con la schiavitù. Il Contratto

sconvolge gli schemi giuridici. Il diritto reale è la disposizione di beni reali, quello

personale è il diritto tra persone. Queste due categorie derivano dal diritto romano,

e Kant nota che il Contratto non rientra in nessuna delle due categorie.

Il contratto di lavoro è la facoltà dell'imprenditore di stipulare il contratto con una

persona utilizzandola come una cosa: l'impresa può utilizzare i dipendenti come

cose conservandone il tratto di persona.

Il contratto di lavoro riduce il corpo a energia, rimanendo pur sempre una persona:

sono una cosa perchè ciò che faccio è utilizzato dall'imprenditore, ma rimango

persona perchè ho personalità giuridica. La subordinazione moderna è volontaria,

ed è un diritto. Questa è la scoperta kantiana: il rapporto di dipendenza è pur

sempre un diritto volontario a base consensuale.

Kant è il sistematizzatore teorico del concetto di contratto di lavoro: prima di lui

mai nessuno riflette su questa tematica.

La quinta dimensione che Kant utilizza è “cittadino del mondo”: Kant ha un lato

illuminista che ne fa un progressista. Kant è il teorico della storia che va in avanti,

è il filosofo della freccia del tempo, e condivide la grande illusione illuministica,

quella di una storia finalizzata. Secondo Kant, prima o poi la storia realizzerà la

comunità del genere umano. Il diritto internazionale, secondo Kant, è il modello

della comunità di genere umano, visto che quest'ultima è un'utopia da perseguire.

In questa comunità, Kant individua il ruolo costitutivo del diritto internazionale,

superando Hobbes (antagonista del DI, visto che ogni Stato è sovrano).

Kant asserisce che anche tra Stati si può verificare unac essione di sovranità,

fomrando una federazione di Stati. E' il primo teorico moderno di diritto

internazionale.

Filosofia & Analisi Delle Istituzioni

07/04

Karl Marx sviluppa un approccio completamente differente. Utilizza un termine

per descrivere le filosfie politiche, definendole delle Robinsonate: la filosofia del

'700 e del '800 parte dal mito di Robinson, tratto dall'opera letteraria,e dimmagina

che possa essere esistito un uomo solitario che appartiene alle fasi originarie della

società umana. Marx parla di romanzi privi di valore scientifico, perchè “più i

inoltriamo verso il passato, e più la figura del Robinson appare assente “.

Alle origini non c'è nessun uomo solitario da cui parte la vicenda sociale. Le

filosofie politiche contestavano nello Stato di natura un individuo che in realtà è

un prodotto moderno. Nello Stato di natura (formazioni sociali pre-capitalistiche)

non esisteva un soggetto autonomo, ma, nel lontano passato, esistevano tribù o

comunità che racchiudevano il singolo e ne impedivano la sua emersione coerente.

Marx rigetta la propensione delle filosofie e dell'economia politica a ricorrere alle

astrazioni indeterminate, cioè pensare per concetti e figure sempre valide per ogni

epoca, visto che non esistono e che ogni epoca ha i suoi tratti differenziali. Marx

vuole astrazioni determinate e concetti differenziati.

Il Capitale parla della società moderna come di un'immane raccolta di merci e di

ciò che si vede: il suo è un approccio fenomenologico.

Parte dal presupposto che tutto è merce. L'ipoteosi teorica di Marx è la seguente:

partire dal dato di esperienza per comprendere cos'è e quale società abbiamo

davanti.

Nella prefazione al Capitale fa riferimento alla chimica e alle scienze naturali,

volendo dedicare a Darwin il Capitale, notando alcune affinità. Secondo Marx

nelle scienze sociali bisognava applicare lo stesso metodo darwiniano delle

scienze naturali, ricorrendo al concetto di “specie” ed “evoluzione”.

Darwin colse la storicità della natura. Marx intende fare la stessa operazione in

società: se in natura bisognava cogliere la dinamicità e gli andamenti storici, in

società bisogna cogliere elementi naturalistici e vedere determinazioni naturali

persino involontarie.

Darwin accettò tale dedica salvo ripensarci per pensieri contrari della moglie, a

causa della fama di Marx. Lo deidicò quindi a Wolf, un operaio militante.

Il problema di Marx era la merce? E' sempre esistita? Secondo Marx no,e che non

ogni epoca produce merce.

Da qui il tentativo di cogliere il tratto della merce cogliendo il valore d'uso ed il

valore di scambio: per un verso ha un significato di utilità empirica, mentre nella

società moderna il tratto differenziale è il valore di scambio.

Nella società moderna, la merce non nasce per il consumo immediato, ma per

darle un esatto valore di scambio. Anche la merce più brutta ha un equivalente

monetario, mostrando la peculiarità della società moderna: tutto il prodotto non

serve per immediate esigenze, ma per essere immessa in un consumo illimitato.

L'equivalente è il denaro, che rende tutto scambiabile. Anche il corpo deve avere

un valore di scambio, cioè tutti hanno hanno questo valore insito: tutti possono

vendere energia e capacità mentale.

La domanda fondamentale da fare è: noi vediamo in società merci infinite, e tutto

è uno scintillio di merci vendibili e scambiabili. Chi ha prodotto le merci visto che

non si possono vendere da sole?

Nella società moderna tutto apparre vendibile, la macchina come la capacità

umana di lavoro. La circolazione non basta per cogliere il significato ultimo della

società moderna: prima di essere immesse nel mercato, le merci debbono essere

prodotte. Dalla sfera della circolazione che vede individui co

Dettagli
Publisher
A.A. 2015-2016
125 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/01 Filosofia politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher tommy_z di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Filosofia e scienza politica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Prospero Michele.