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Riassunto esame Filosofia del Diritto, prof. Punzi, libro consigliato Obbedienza e Coscienza, Capograssi Pag. 1
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Sentenza del tribunale militare di Torino del 30 agosto 1949

“Alla stregua dei principi generali del diritto positivo non possono essere ammesse come scusanti:

  1. Motivi interni che infrangono il precetto costituzionale dell'obbligo del servizio militare
  2. Le norme particolari sui doveri di obbedienza militare
  3. Né i motivi di particolare valore sociale, perché la vita sociale e politica attuale è basata sui principi:
  • Dell'uguaglianza dei cittadini
  • Della libertà nell'ambito della legge
  • Dell'abolizione dei privilegi a vantaggio individuale o di fazione”

Obbedire significa eseguire un precetto. Ogni atto di obbedienza è un singolo atto di obbedienza. Ma ogniuno di essi si inserisce in un sistema di atti di obbedienza. Per cui un soggetto nel compiere un singolo atto di obbedienza obbedisce all'intero ordinamento.

Questo significa che in ogni atto di obbedienza ci sono 2 motivi per cui si obbedisce:

  1. Il motivo interno che infrange il precetto costituzionale dell'obbligo del servizio militare
  2. Il motivo di particolare valore sociale, perché la vita sociale e politica attuale è basata sui principi dell'uguaglianza dei cittadini, della libertà nell'ambito della legge e dell'abolizione dei privilegi a vantaggio individuale o di fazione
c'è un motivo che dipende dalla PSICOLOGIA DEL SOGGETTO. e un altro motivo, quello profondo dell'ADESIONE CHE IL SOGGETTO DA ALL'INTERO ORDINAMENTO. Ciò significa che dietro il singolo atto di obbedienza vi è la coscienza del soggetto la quale giudica che questo atto di obbedienza è necessario, perché è necessaria l'adesione all'ordinamento del diritto, nel quale si organizza la vita del mondo sociale in cui il soggetto vive. Perciò l'atto di disobbedienza è un vero e proprio atto di arbitrio; esso è:
  1. un no arbitrario: contrapposto alle norme che con il suo comportamento il soggetto stesso riconosce
  2. un no episodico: perché fuori dalla complessiva attività del soggetto
  3. un no contraddittorio: perché in contrasto con tale attività e la coscienza che lo accompagna
Vi sono vari tipi di disobbedienze:
  1. disobbedienze imposte dalla coscienza: in questo caso la coscienza
è lacerata e divisa in se stessa perché obbedire all'ordinamento giuridico positivo è dovere, che la coscienza sente, ma la coscienza sente anche di dover obbedire ad altre leggi. Può darsi che tra queste leggi contrapposte si mantenga una convivenza ma può anche essere che dette leggi entrino in conflitto tra di loro, e allora l'uomo è costretto a scegliere a quale legge devo obbedire. ii. Vi sono disobbedienze determinate da concrete leggi ingiuste, ossia negatrici dei principi e delle verità su cui si regge la vita comune degli uomini iii. vi sono disobbedienza determinate da leggi negatrici della vita religiosa iv. vi sono disobbedienza determinate da particolari stati di credenza e coscienza, per cui alcuni uomini si staccano dal normale e comune agire degli altri uomini (cosiddette eresie tolstoiane) ed ha questo punto sorge spontaneo porsi la seguente domanda quale obbedienza richiede l'ordinamento; e come l'ordinamento

Vuole essere obbedito? La scuola distingue due tipi di obbedienza:

  1. OBBEDIENZA FORMALE: azione adempiuta con l'intenzione di obbedire al comando
  2. OBBEDIENZA MATERIALE: azione adempiuta con la consapevolezza di se stessa ma prescindendo dall'intenzione di obbedire al comando.

Ciò che interessa all'ordinamento è che si adempia ciò che il precetto comanda; per quali motivi lo faccia l'ordinamento non cura. Perché non se ne cura? Perché per l'ordinamento quello che è essenziale è l'azione del soggetto, cioè l'effettiva partecipazione alla formazione dell'esperienza giuridica.

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Publisher
A.A. 2012-2013
2 pagine
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SSD Scienze giuridiche IUS/20 Filosofia del diritto

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Exxodus di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Filosofia del diritto e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Napoli Federico II o del prof Punzi Antonio.