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Filosofia del linguaggio
SEMIOTICA: la semiotica è “la dottrina dei segni”; la semiotica studia la vita dei segni nell’ambito
della vita sociale.
Segno: il segno è, secondo la Scolastica “Qualcosa che sta per qualcos’altro”; il segno è dunque
un’entità biplanare comporta da espressione e contenuto,che si rimandano a vicenda. Il concetto di
segno nasce però nell’antica Grecia, in cui molti pensatori (tra cui Ippocrate) si resero conto che la
realtà si presentava loro come una trama di segni da decifrare adottando un corretto codice; il
segno non era rappresentato da una connessione diretta tra A e B, ma da un rinvio istituito sulla
base dell’inferenza per cui A diventa B in relazione a delle variabili. Con Agostino il segno nasce da
un oggetto sensibile che si associa ad un significato, divenendo “ciò che è utilizzato per
significare”: dunque non tutto è segno,ma tutto può essere utilizzato come tale; le parole,in questo
contesto,divengono “segni in senso stretto” poiché servono SOLO a significare. Con Saussure il
segno si scinde in due parti distinte: la parte della comunicazione immediata (nella quale
osserviamo segnali fisicamente percepibili) e una parte psichica o mentale (nella quale il segno si
configura come un’entità bifacciale composta da un’immagine acustica e un concetto); è solo
grazie alla mediazione del piano mentale che i segni divengono comprensibili. Saussure ha inoltre
scisso il segno in due unità distinte: il “significante” e il “significato”, in cui il primo è sinonimo di
“espressione” e il secondo di “contenuto”
Indice: il termine “indice” è stato introdotto da Peirce ad indicare qualcosa (l’indice,appunto) che
rappresenta qualcos’altro (il suo oggetto) in virtù di una connessione reale presente tra i due dati.
Codice: il concetto di segno è collegato a quello di “codice”; un segno può definirsi tale solo se
corrisponde alle caratteristiche del codice che lo genera. Un codice permette quindi: di riconoscere
un segno come segno di quel particolare sistema semiotico; di produrre altri segni previsti dal
sistema, di indicare le modalità di combinazione dei segni fra di loro. Il codice lavora come un
elemento soggiacente ai vari atti comunicativi,consentendone la gestione. Riferendosi ai segni
linguistici,il codice corrisponde alla grammatica.
Comunicazione: secondo un modello elementare introdotto da Shannon,la comunicazione avviene
nel momento in cui si ha il passaggio di un “messaggio” da un “mittente” ad un “destinatario”; il
messaggio è composto da un codice che mittente e destinatario condividono al fine della buona
riuscita della comunicazione. Successivamente Jackobson teorizzò un altro modello di
comunicazione, in cui non fossero presenti solamente gli elementi “scoperti” da Shannon (quindi
mittente, destinatario, codice, canale, messaggio, contesto), ma anche le “funzioni” che questi sei
elementi svolgono. In situazioni comunicative naturali, il mittente e il destinatario investono i segni
di senso,proiettando in esso sensazioni,percezioni e previsioni rispetto all’interlocutore; il contesto
assume il ruolo di variabile della comunicazione,non fattore di disturbo, ed infine il codice acquista
una sua autonomia.
Arbitrarietà radicale: l’arbitrarietà radicale è una proprietà delle lingue storico naturali; vi sono due
tipi di arbitrarietà: verticale e orizzontale. L’arbitrarietà verticale considera il rapporto tra significante
e significato come “non motivato” sia dal punto di vista logico che naturale (ad esempio /7/ sta a
“sette volte unità”,ma il simbolo che caratterizza “sette volte unità” potrebbe essere definito,in
termini naturali, da altre figure), distingue il significante dal significato come due facce della stessa
medaglia, inseparabili. L’arbitrarietà orizzontale è intesa, da Saussure, come “un piano uguale per
tutti” ; in questo senso le lingue individuano alcune classi: è arbitrario il rapporto che i significati
hanno in una data lingua, ed è arbitrario anche il rapporto che i significati hanno tra di loro.
Secondo Saussure i limiti dell’arbitrarietà sono il tempo e la massa parlante: entrambi