vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Per il relativismo tutti i linguaggi hanno lo stesso valore, sono tutti in egual modo relativi. Non c’è niente
che non si possa dire. Bisogna quindi superare il relativismo e capire che sotto le diversità dei linguaggi c’è
una lingua comune, naturale, cioè sotto le lingue che parliamo, che sono diverse, c’è un linguaggio che non
viene espresso con le parole, che è costituito da una grammatica naturale e che è uguale per tutti gli
uomini. Permette a tutti di intendersi, anche se hanno lingue diverse.
3 esempi dell’esistenza di una lingua naturale:
Una persona può rinunciare alla cultura in cui è inserito, un americano cattolico può abbandonare
ü tutto per fare il monaco buddista in Tailandia.
Qualsiasi concetto è traducibile da una lingua ad un’altra. Tutte le lingue sono comunicanti tra loro.
ü Anche se con sfumature diverse ogni concetto è traducibile.
Il linguaggio del corpo anche se ha caratteristiche differenti a seconda della cultura, è
ü comprensibile da tutti. 2 bambini di culture completamente diverse, si capiscono, giocano insieme.
Quando due persone litigano è perché hanno la stessa idea e si accusano a vicenda di non aver ragione.
Gli strumenti linguistici più importanti sono la parola, l’immagine e il simbolo.
Sono molto diversi tra loro. La parola serve per comunicare concetti, la parola parla all’intelligenza,
differenziando un concetto da un altro. L’immagine invece cerca di suggestionare, senza far ragionare,
colpisce le emozioni, a volte invia messaggi subliminali con cui la mente apprende anche se tu non te ne
accorgi. L’immagine è polivalente mentre la parola ha un significato solo.
Il simbolo invece non dice se stesso ma rimanda ad altro da se. Non può essere preciso e nitido come la
parola perché il suo scopo non è comunicare un concetto preciso ma rimandare ad altro da se non
comunicabile con la parola. Rimanda quindi ad una realtà trascendentale.
Somiglianze tra i 3: Immagine e parola hanno un legame di analogia, hanno cose in comune e cose no. La
parola può essere veicolo di un significato simbolico. Le immagini suscitano emozioni e anche simboli cioè
rimandano ad altri significati. Anche la parola può emozionare. Queste tre cose quindi non sono poi così
diverse e distinte, ma c’è un’analogia.
6
I tre strumenti linguistici mostrano da un lato una forte diversità, dall’altro però si nota che le differenze
non sono insormontabili in quanto c’è un appoggiarsi reciproco l’uno sull’altro. Nessuno dei 3 strumenti
può agire da soli.
LEZIONE 10
Più l’immagine è fedele e precisa a ciò di cui è immagine, meglio è. Comunque un’immagine è sempre
dipendente dall’interpretazione dell’autore. Quando invece un’immagine non ha interpretazione e riporta
pari pari le caratteristiche dell’originale, allora si parla di copia. L’immagine è sempre un’interpretazione e
non una copia. Comunemente si pensa che la copia sia uguale all’originale mentre l’immagine se ne
allontana.
Ma in realtà è esattamente il contrario. L’originale ha una ricchezza di contenuti infinita. Quindi
l’interpretazione è estrarre dall’originale tutte le ricchezze che ci sono dentro. La copia invece non
permette di esprimerle.
Essere vicini all’originale non aiuta, mentre se ci si distacca, si possono vedere le cose che prima non si
vedevano e creare un’interpretazione corretta. La copia che combacia con l’originale non dice nulla, è
troppo vicina all’originale.
Linguaggio simbolico e analogico. Ci sono espressioni logici ed espressioni alogici che sfruttano la
sinestesia, la metonimia e le figure retoriche, usano l’analogia e il simbolo.
Orecchio – suono: l’orecchio ode solo se c’è un suono. Non si può udire il nulla. Lo stesso vale per l’occhio
che vede la luce, lo stesso accade per l’intelligenza. L’essere è per l’intelligenza ciò che la luce è per l’occhio
e il suono è per l’orecchio. La vista, l’udito e l’intelligenza è una cosa diretta che si conosce
immediatamente, si dice INTUIZIONE. La verità viene colta immediatamente senza prove. La conoscenza
originaria dell’essere è immediata.
All’inizio la conoscenza dell’essere è confusa perché si conosce solo con l’intuizione sintetica; è comunque
una conoscenza di tutto l’essere, poi si conosce anche con la conoscenza analitica. La nostra intelligenza è
fin da subito pronta a conoscere tutto. La nostra conoscenza non può conoscere solo ciò che non è. Ciò che
è, è conoscibile. Quindi fin da subito vediamo tutto subito, ma confuso, grazie all’intelletto. Quando poi si
inizia a ragionare con prove e argomentazioni, si passa alla ragione.
La ragione inizia a mettere in dubbio tutto, tranne la conoscenza di base intuitiva. Se mettesse in dubbio
anche quella, allora ognuno &