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DOMANDA SU CUI VERTE LA "METAFISICA DEI COSTUMI": Com'è possibile l'imperativo categorico?

Per rispondere, Kant si sofferma sulla formula di tale imperativo, che esprime per la volontà il significato di necessità pratica assoluta.

Formula = concetto del dovere come adeguamento ad una legge oggettiva ed universale.

Ovvero cerca la MASSIMA (dovere particolare di un soggetto in una situazione particolare) che potrebbe diventare legge universale (legge oggettivamente necessaria nell'agire pratico dell'uomo).

Solo gli imperativi categorici possono essere intesi come una LEGGE PRATICA MORALE (UNIVERSALE), perché quelli ipotetici sono condizionati dalla volontà soggettiva.

Per trovare questa legge morale, Kant interpella l'idea stessa di LEGGE MORALE (come un processo analitico).

L'imperativo categorico è uno solo: "Agisci soltanto secondo quella massima per mezzo della quale puoi insieme volere che essa divenga una legge universale."

“universale” (PRIMA FORMULAZIONE )Questo principio è fecondo perchè risolve le quotidiane vicende umane erappresenta il principio da cui possono essere dedotti tutti gli imperatividel DOVERE MORALE.

DOVERE MORALE

PERFETTI IMPERFETTI

Non è possibile la negazione per la La negazione è anche pensabile, maragione entrerebbe in conflitto con laVOLONTA'4 ESEMPI: 2 doveri perfetti (1 verso sé stessi e 1 verso gli altri) 2 doveriimperfetti (1 verso sé stessi 1 verso gli altri)

1° (dovere perfetto verso sé stessi) : “un tale in situazione pessima divivere si vuole uccidere”

QUESTA MASSIMA PUO' ESSERE UNA LEGGE UNIVERSALE?

NO. PERCHÈ UNA NATURA CHE AMMETTESSE QUESTAMASSIMA CONTRADDIREBBE SE' STESSA E NON POTREBBEESISTERE.

2° (dovere perfetto verso gli altri) : “un tale chiede un prestito, ma èconsapevole del fatto che non potrà restituirlo”

QUESTA MASSIMA PUO' ESSERE UNA LEGGE UNIVERSALE?

NO.

PERCHÈ VERREBBE MENO L'IDEA STESSA DI PROMESSA.3° (dovere imperfetto verso sé stessi) : “un tale è dotato di talento, mavive in condizioni agiate e potrebbe non coltivare tale talento”

QUESTA MASSIMA PUO' ESSERE UNA LEGGE UNIVERSALE?

SAREBBE PURE PLAUSIBILE UN MONDO BASATO SU TALE LEGGE UNIVERSALE, MA IL SOGGETTO NON LO VORREBBE PERCHÈ IN QUANTO ESSERE RAZIONALE VUOLE CHE TUTTE LE SUE FACOLTA' VENGANO SVILUPPATE.

4° (dovere imperfetto verso gli altri) : “un tale è in condizioni agiate e sitrova difronte ad un altro uomo bisognoso di aiuto. Egli non vuole interferire nella sua situazione in alcun modo”

QUESTA MASSIMA PUO' ESSERE UNA LEGGE UNIVERSALE?

SAREBBE ANCHE PENSABILE UN MONDO IN CUI QUESTA MASSIMA FOSSE LEGGE UNIVERSALE, MA IL SOGGETTO NON LO VORREBBE PERCHÈ ENTREREBBE IN CONTRASTO CON LA VOLONTA' IN QUANTO POTREBBE AVERE LUI STESSO BISOGNO DI AIUTO.

La prima formulazione è una legge

La domanda è: la moralità è necessaria per tutti gli esseri razionali? Per rispondere a questa domanda bisogna compiere un passo in avanti verso la metafisica e analizzare il comportamento di una volontà verso sé stessa, ovvero la "ragion pratica". Questa volontà può essere pensata come "facoltà di determinare se stessa all'agire in conformità alla rappresentazione di certe leggi". Per attuare questa determinazione c'è bisogno di un fine. Non basta la PRIMA FORMULAZIONE.

SECONDA FORMULAZIONE: "Agisci in modo da trattare l'umanità, sia nella tua persona che nella persona di ogni altro, sempre come fine e mai semplicemente come mezzo". L'uomo esiste come fine in sé stesso. Non è un fine soggettivo, bensì oggettivo (cose la cui esistenza in sé stessa è un fine). Questa seconda formulazione vuole rendere l'umanità il fine per tutti. Costituisce un principio OGGETTIVO della moralità.

VOLONTÀ da cui devono poter esserededotte tutte le leggi della VOLONTÀ. Esempio: il suicidio non è contemplato perché è necessario vivere a pieno l'umanità come fine. L'ultimo passo che Kant fa verso la terza formula è prospettare una sintesi tra la prima e la seconda. Secondo Kant la soluzione sta proprio nelle implicazioni del concetto di FINE, il quale ha la particolarità di essere anche oggettivo.

TERZA FORMULAZIONE: "Agisci in modo da considerare la tua volontà come fonte di legislazione universale"

Questa formula non è altro che l'espressione del principio dell'autonomia della volontà, sulla base del quale è pensabile l'esistenza di un "REGNO DEI FINI" (unione sistematica di diversi esseri razionali attraverso leggi comuni). Poiché le leggi determinano i fini in base alla validità universale di questi ultimi può essere pensata una

TOTALITÀ DI TUTTI I FINI (tanto degli esseri razionali come FINI IN SE', quanto dei FINI PROPRI che ognuno può porsi) in una connessione sistematica, ossia il regno dei fini.

Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
6 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/20 Filosofia del diritto

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Zap93 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Filosofia del diritto e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bari o del prof Incampo Antonio.