Filosofia del Diritto
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# IDEOLOGIA
Qual è l'atteggiamento che devo avere verso il diritto per ubbidire al diritto, non per conoscerlo ?
Il diritto che è una prescrizione, cioè che prescrive determinati comportamenti, quale
atteggiamento richiede?
Ampia gamma di risposte perchè ci sono diverse sfumature possibile, ci sono 2 risposte estreme e
2 risposte moderate (distinzione di Bobbio).
Giusnaturalismo
Giusnaturalismo radicale
= di fronte ad una norma ingiusta è possibile solo la ribellione perchè la legge ingiusta non è legge,
ma è qualcosa che deve essere rifiutato e in quanto tale implica una disobbedienza attiva.
Giusnaturalismo moderato
= (vicino a GP moderato) se la legge è ingiusta bisogna fare un ragionamento: la legge ingiusta
provoca conseguenze così negative da costringere a mettere in pericolo l'ordine, sicurezza ecc?
Secondo la teoria del Giusnaturalismo <<cioè che determina una norma è il suo contenuto>>;
quindi la legge, in quanto tale, garantisce dei valori che sono importanti.
I valori messi in pericolo dalla legge ingiusta sono più importanti dei valori affermati dalla L giusta?
Se questi valori, che pure continuano a essere valori per noi, sono importanti è meglio cercare di
cambiare quelle leggi anche andando al di là della legge, cioè cercare di cambiarle senza mettere
in pericolo ordine e certezza.
-> Teoria dell’ubbidienza
La differenza tra GN e GP: criteri di giudizio!
GN dice che legge è ingiusta partendo dall'idea che ci sono valori esterni al diritto positivo che
sono oggettivamente conoscibili e che tutti devono riconoscere in quanto tali (esempio valore della
vita), quindi critica la legge perchè parte dalla consapevolezza dell'esistenza di valori oggettivi
-> approccio cognitivo -> cambia il diritto mettendo in atto comportanti che possano avere
un'influenza in modo da far adeguare l'ordinamento giuridico ai valori naturali quindi di giustizia.
GP non ci sono valori oggettivi già dati per cui posso giudicare ingiusta una legge -> cambia il
diritto utilizzando strumenti che l'ordinamento gli consente.
Giuspositivismo = Assoluta ubbidienza
Giuspositivismo radicale = si deve sempre ubbidire alla legge perchè la legge è giusta per
definizione non è mai consentito disubbidire alla legge perchè esprime un dover essere al quale
non ci si può sottrarre→ violazione alla distinzione tra diritto e giustizia.
Bisogna ubbidire al diritto sempre e convinti di fare la cosa giusta, non per (esempio) paura della
sanzione, ma perchè la legge esprime ciò che è giusta. E' radicale perchè assolutizza la legge, ma
assolutizzando il diritto positivo finisce per confondere diritto e giustizia, rovesciando questo
rapporto perchè il giusnaturalismo ci dice che il diritto è diritto in quanto giusto ( giustizia rende il
diritto tale, se una regola non è giusta no è diritto) e invece questo atteggiamento ci dice che il
diritto in quanto diritto è giusto, quindi in questo modo viene prima il diritto ed è il diritto che
fornisce il criterio per la giustizia e non la giustizia che fornisce il criterio per il diritto. Ubbidienza
assoluta e incondizionata alla legge perchè la legge ci dà l'unico criterio per distinguere ciò che è
giusto e ingiusto.
Giuspositivismo moderato
= il positivista dice che il diritto è diritto a prescindere dalla sua giustizia, quindi non è la giustizia
che rende il diritto tale e questo rende possibile che ci sia un diritto non giusto, cioè non conforme
a determinati valori. C'è l'obbligo di ubbidire al diritto non perchè giusto, ma perchè è diritto, anche
se ingiusto, garantisce comunque determinati valori che sono consustanziali all'ordinamento
giuridico, cioè tipici e fondamentali del diritto ed il primo valore è quello dell'ordine, cioè di un
ordinamento che garantisce l'ordine sociale.
Un altro valore considerato tipicamente legato agli ordinamenti giuridici è la certezza
→ implica l'ubbidienza da parte dei consociati, anche se non si tratta di un ubbidienza che crede
assolutizza la legge, ma crede in determinati suoi valori che la legge stessa esprime; ordine e
certezza.
Adamo ed Eva
Ci interessa il racconto di una civiltà di tale vicenda perchè qui già si trova l'alternativa diritto
naturale e diritto positivo. La consapevolezza della differenza tra DN e DP è di chi ha scritto quei
racconti.
Dio pone il comando di non mangiare la mela quindi una regola posta che viene sanzionata nel
momento in cui viene violata. Dio fa un vero e proprio processo, come farà a Caino (e Abele figli di
Adamo ed Eva) ma su presupposti diversi. → →
Quindi, troviamo un comando posto dall'autorità legittima violazione meccanismo
sanzionatorio. Dio pone un comando sapendo che le persone a cui questo comando viene rivolto
possono violarlo.
1° riflessione: il diritto positivo è inevitabilmente legato all'idea di possibilità di violarlo, cioè alla
libertà del comportamento; se Dio avesse davvero voluto che l'uomo non violasse quel comando
avrebbe potuto creare un qualcosa che agisce in modo meccanico sulla base di una causalità
interna, invece è libero. →
2° riflessione: L’uomo è un soggetto che può ubbidire o disubbidire a un comando conseguenze
per la violazione. Il diritto può comandare solo cose che sono possibili.
L'uomo è davvero libero? In base al racconto potremmo dire di si, e anzi il racconto ci fa capire che
l'uomo si rende conto della sua libertà proprio violando quel comando e da quel momento conosce
il bene e il male. Dio può considerare responsabili Adamo ed Eva proprio perchè erano liberi di
→
tenere un comportamento libertà e responsabilità sono tra loro connessi (→ fondamento
ordinamento penale attuale). Adamo ed Eva che violano il precetto e subiscono le conseguenze,
possono distinguere bene e male.
Caino e Abele
Caino, uccide la sorella, viene punito sulla base di una regola che non esiste ancora, che non è
stata posta da nessuna e Dio dà per scontato che Caino conosca il precetto non uccidere (=diritto
naturale), cioè che ci sia un precetto naturale che non può non conoscere, date che ora può
distinguere bene e male.
La consapevolezza della coesistenza di queste due forme del diritto la troviamo anche nei
documenti letterari dell'antichità.
SOFOCLE
Nel V secolo ad Atene, Sofocle scrive una determinata vicenda (tragedia di Antigone) e questo
significa che lui in questa cultura, esprime la possibilità di conflitto tra diritto positivo e diritto
naturale.
“L’Antigone”- 2 ideali del bene
Protagonisti:
- Antigone (figlia di Edipo, primo re di Tebe) - Creonte (II re di Tebe)
- Ismene (sorella di Antigone) - Emone (figlio di Creonte)
- Tiresia (indovino) - Euridice (moglie di Creonte)
L'opera racconta la storia di Antigone, che decide di dare sepoltura al cadavere del fratello Polinice
contro la volontà del nuovo re di Tebe Creonte(diritto positivo), perchè ciò andava contro la volontà
degli dei (diritto naturale). Scoperta, Antigone viene condannata dal re a vivere il resto dei suoi
giorni imprigionata in una grotta. In seguito alle profezie dell'indovino Tiresia e alle suppliche del
coro, Creonte decide di liberarla, ma troppo tardi, perché Antigone nel frattempo si è suicidata
impiccandosi. Questo porta al suicidio il figlio di Creonte, Emone (promesso sposo di Antigone), e
poi la moglie di Creonte, Euridice, lasciando Creonte solo a maledire la propria stoltezza infine ad
uccidersi.
-> Antigone: giusnaturalista / Creonte: giuspositivista
Antigone ubbidisce alle leggi della natura e disubbidisce a quelle positive perché quelle di natura
sono superiori.
Creonte invece il contrario perché seguire il diritto positivo che assicura ordine.
=> uno dei primi es della contrapposizione tra diritto di natura e diritto positivo!
Paragone con Socrate che lui pensa che le leggi di natura sono superiori ma a differenza di
Antigone non si ribella e si fa uccidere.
Creonte: ideologia assoluta -> si deve sempre ubbidire alla legge perché se si disubbidisce alla L,
la legge cade e quindi cade la città.
Paradossalmente il discorso di Creonte sembra ad essere molto vicino all’argomento di Socrate di
quanto non lo sia quello di Antigone. L’atteggiamento di Socrate è simile a quello di Antigone, non
l’argomento.
ESIODO nell’opera “Le opere e i giorni”:
- Giustizia /Forza: invettiva di questo peta contadino nei confronti del fratello che è riuscito a
toglierli dei terreni. Afferma un idea di giustizia che si fonda sulla L, non come imposizione della
forza; la giustizia non si basa sulla imposizione con la forza, questa semmai è la legge degli
animali.
Regno animale - forza / Regno umani - allontanarsi da questa legge.
- Utile / Dannoso: Esiodo afferma che è UTILE seguire le leggi della giustizia /dannoso seguire la
legge della forza; c’è un nesso stretto tra giustizia e utilità! -> per Esiodo la giustizia viene prima
dell’utilità (es. argomentazioni sulla tortura).
<< non è giusto ciò che è utile ma è utile ciò che è giusto>>.
TUCIDIDEnell’opera “Guerra del Peloponneso"
L'opera distingue e tratta tre fasi del conflitto: 1) lo scontro tra i due colossi Atene e Sparta dal 431
a.C. al 421 a.C. 2) la sventurata spedizione ateniese in Sicilia iniziata nel 415 a.C. e conclusa nel
413 a.C. con la distruzione della flotta nel porto di Siracusa da parte delle truppe del comandante
spartano Gilippo. 3) la prosecuzione del conflitto fino al 411 a.C.
-> rapporto diritto / forza:
Ateniesi: si basano sulla legge del più forte, “se voi foste stati al nostro posto avreste fatto lo
stesso: la forza coincide con il diritto = diritto naturale.
Questa tematica della giustizia / forza della L, esplode nel V sec ac ad Atene.
Chi fa esplodere questa tematica:
SOFISTI
Questi autori hanno un ruolo importante nella vita politica di Atene; essi sono filosofi che insegnano
pubblicamente la retorica in particolare -> x i sofisti non c’è una verità unica, ma essa si afferma
nella pluralità delle opinioni. Si deve puntare a far prevalere la propria opinione su quella degli altri,
così scopriremo la verità -> importanza della retorica!
Teo della Relativizzazione -> relativizzazione delle Leggi positive! Ogni popolo ha le sue leggi,
ogni uomo ha il potere (in teoria) di decidere una L, se riesce a far prevalere la sua opinione.
Protagora << l’uomo è misura di tutte le cose >>.
Dalla relativizzazione dell’idea di legge nasce un nuovo modo particolare di impostare i rapporti tra
diritto positivo / diritto naturale, che rischia però di annullare il valore della L positiva.
-> La L della città alla quale noi ubbidiamo in virtù delle decisioni prese, ha un valore relativo, il
confino di questa legge è dato dalla L NATURALE.
Modo particolare di intendere la L naturale: superiore alla legge positiva (delle convenzioni), gli
uomini non possono sottrarsi. Questa L consiste nel fatto che <<il forte prevale sul debole>>.
Idea che va quindi contro al pensiero che quello che distingue gli uomini dagli animali è
l’imposizione del forte sul più debole, poiché negli uomini è connaturato l’istinto di prevalere, e alla
fine quindi vince il più forte.
-> contrapposizione diritto positivo: inventato dagli uomini, per far si che i rapporti non siano
regolate dalla forza / diritto naturale: tenta di riemergere annullando il diritto positivo, laddove il
diritto positivo non riesce ad imporsi.
! Il diritto positivo viene quindi raffigurato come una specie di gabbia per limitare i forti !
-> La legge umana è una convenzione derivata dal patto trai i deboli per far si che i forti non
prevalgono. La vera legge della natura invece dice che i forti comandano su i deboli.
Ma i deboli mettendosi insieme diventano più forti, quindi impongono ai forti che non valga la legge
dei più forti.
Conseguenza della contrapposizione tra diritto naturale e diritto positivo.
ANTIFONE: la legge del più forte è la vera legge. Giustizia dunque è non trasgredire le leggi della
città alla quale apparteniamo. Se quindi la giustizia è ubbidire alle L della città, un uomo potrebbe
ubbidire alle leggi della città quando ha timore di essere visto dagli altri, se non lo vedono chi può
punirlo farlo punire, per trarre massimo vantaggio, deve seguire certamente le l della natura.
Quindi se sfuggo alla l degli uomini posso anche non vergognarmi, se invece sfuggo alle l della
natura , verrò senz’altro punito.
-> la verità esiste solo nella legge di natura, tutto il resto è relativo!
Il padre dei Sofisti- PROTAGORA
Tradizione Relativista ->posizione filosofica che nega l’esistenza di verità assolute! <<tutto è
relativo e l’uomo è misura di tutte le cose, quindi tutte le cose devono essere fatte a misura
d’uomo>>.
La realtà oggettiva appare differente in base agli individui che la interpretano: «quali le singole
cose appaiono a me, tali sono per me e quali appaiono a te, tali sono per te: giacché uomo sei tu e
uomo sono io»
Quindi l’uomo in cosa trova i suoi principi ed i suoi limiti? nella Comunità Politica.
-Filosofie antisofiste-
SOCRATE
Filosofo antisofista. Ha un rapporto pratico con il diritto, da ricordare la sua opera “Dialogo con le
leggi” in cui personifica le leggi.
. non si può ubbidire alle leggi solo quando vantaggioso e disubbidire quando trarremmo uno
svantaggio; bisogna sempre ubbidire alla L! (ecco qui perchè Platone scrive la morte di Socrate).
Questa idea ha come base il fatto di ritenere la legge giusta in quanto tale (Giusnaturalista).
Socrate, a differenza dei sofisti, mirava a convincere l'interlocutore non ricorrendo ad argomenti
retorici e suggestivi, ma sulla base di argomenti razionali. Socrate si presenta così come una
persona anticonformista, che in opposizione alle convinzioni della folla rifugge il consenso e
l’omologazione. A differenza dei sofisti, che professavano la loro arte a scopo di lucro, Socrate che
per questo li definì «prostituti della cultura», filosofava per semplice amore del sapere.
Si è detto inoltre come egli non lasciò niente di scritto della sua filosofia perché pensava che la
parola scritta fosse come il bronzo che percosso dà sempre lo stesso suono. Lo scritto non
risponde alle domande e alle obiezioni dell'interlocutore, ma interrogato dà sempre la stessa
risposta.
-Il Processo a Socrate
Le accuse: corrompere i giovani insegnando dottrine che propugnavano il disordine sociale;
non credere negli dei della città e tentare di introdurne di nuovi.
La condanna: Il processo si tenne nel 399 a.C. innanzi a una giuria di 501 cittadini di Atene,
reputato colpevole per una stretta maggioranza di voti.
Egli non temeva la morte, che nessuno sa se sia o no un male, ma la preferiva all'esilio, questo sì
un male sicuro.
Come racconta Platone nel dialogo del Critone, Socrate, pur sapendo di essere stato condannato
ingiustamente, una volta in carcere rifiutò le proposte di fuga dei suoi discepoli, che avevano
organizzato la sua evasione corrompendo i carcerieri. Ma Socrate non sfuggirà alla sua condanna
poiché «è meglio subire ingiustizia piuttosto che commetterla», egli accetterà la morte che d'altra
parte non è un male perché o è un sonno senza sogni, oppure darà la possibilità di visitare un
mondo migliore dove, dice Socrate, s'incontreranno interlocutori migliori con cui dialogare. Quindi
egli continuerà persino nel mondo dell'aldilà a professare quel principio a cui si è attenuto in tutta
la sua vita: il dialogo.
Si pone a questo punto uno dei temi più dibattuti della questione socratica: il rapporto tra Socrate e
le leggi: perché Socrate accetta l'ingiusta condanna?
<<per essere giusti dobbiamo subire l’ingiustizia, mai prevalere>>.
PLATONE filosofo di Atene
Antisofista:
1) la verità predomina sulle opinioni e non deriva da esse -> la giustizia sta alla base di tutto
2) la giustizia è separata dalla forza ma connessa alla verità
3) la legge giusta non è frutto di una convenzione (perchè non è mutevole), ne di un patto fra i
soggetti e non si basa sull’opinione.
E’ pensiero comune che tutta la vita filosofica di Platone è stata determinata da un avvenimento
eminentemente politico: la condanna a morte di Socrate, contemporanea alla guerra del
Peloponneso e la presa della città ad opera di Crizia il quale istaurò la tirannide.
Questo è scatena il punto di partenza del pensiero di Platone: una forte insoddisfazione sia per la
forma di governo tirannico sia per la democrazia Ateniese. Venne anche venduto come schiavo,
racconta la sua vicenda in una lettera.
Per lui la polis doveva essere governata dalla SAPIENZA -> politica = sapienza (deriva dai filosofi)
-> a capo della polis dovevano esserci i filosofi.
La riflessione sulla politica diventa, riflessione sul concetto di giustizia, e dalla riflessione su questo
concetto sorge un'idea di filosofia intesa come processo di crescita dell'Uomo come membro
organicamente appartenente alla polis.
“La Repubblica”
La Giustizia
1° libro - dialogo con Socrate
Discussione su i vari principi di giustizia del suo tempo e ricerca di “chi è l’uomo giusto?”; sviluppo
di varie ipotesi:
• Uomo giusto chi da a ciascuno il suo
-> ma è una forma astratta quindi imprecisa, perchè non possiamo sapere con precisione quanto
sia il suo di ciascuno.
• Giusto è l’uomo che fa bene agli amici e male ai nemici
-> ma è una forma incerta perchè non possiamo sempre sapere chi sono gli amici e chi i nemici. In
oltre rispondere al male con altro male è sbagliato -> non è giusto agire con il male in nessun caso
-> bene comune.
Trasimaco entra nel dialogo con Socrate
• Giusto è ciò che il + forte ritiene giusto
-> giusto è l’utile del più forte! - giustizia £ forza
Trasimaco in questo caso viene accostato alla figura di scienziato della politica, con il compito
demistificatore di negare che ci sia una giustizia legata a dei valori.
Intervento di Socrate che contraddice Trasimaco spiegando perchè la sua tesi non può funzionare:
1. non è detto che quello che è utile per lui sia davvero utile per tutti
2. non sempre i più forti sanno quale è il loro bene utile
3. cos’è la politica? un’arte rivolta ai deboli quindi con la politica deve cercare di perseguire l’utilità
dei deboli, perchè sono loro i destinatari.
2°libro.Discussione con Glaucone (fratello di Socrate)
Socrate dice che è sempre utile comportarsi secondo la giustizia perchè se garantisce così il bene
del singolo e la comunità.
Glaucone interviene dice che l’uomo persegue la giustizia solo per evitare danni e conseguenze
negative-> l’uomo ha una natura ingiusta ma siccome teme di essere sottomesso agli altri, si
accorda con i cittadini per evitare di subire danno.
A reggere la sua tesi propone un es, quello di Gige che trova l’anello, un anello che lo rende
invisibile; grazie ad esso instaura una monarchia = l’uomo se potesse sfuggirebbe alla legge e alla
giustizia solo per perseguire il proprio interesse.
Poi Glaucone chiede: chi l’uomo più felice? quello che è ingiusto ma talmente bravo nelle sue
ingiustizie che appare giusto agli altri, o l’uomo massimo del giusto ma lo fa solo per essere
stimato come tale?
Socrate per rispondere parla dell’uomo in grande, cioè dello Stato:
lo stato è una grande comunità politica e come tale funziona solo se ognuno svolge il suo compito,
e svolgendo il suo compito ognuno ha importanza -> Modello Organicistico -> <<Giustizia:
esplicare i propri compiti>>.
Nascita dello stato: gli uomini si congregano inizialmente per motivi economici, poi mano a mano
entrano a far parte anche guerrieri e governanti.
Si vengono così a delineare le parti dello Stato:
• Produttori - virtù della temperanza (non chiedere di più di quello che li spetta)
• Soldati - coraggio
• Governanti - sapienza
[La giustizia] «consiste nell’adempiere i propri compiti non esteriormente, ma inte- riormente, in un’azione che coinvolge
veramente la propria personalità e carattere, per cui l’individuo non permette che ciascuno dei suoi elementi esplichi
compiti propri di altri né che le parti dell’anima s’ingeriscano le une nelle funzioni delle al- tre; ma, instaurando un reale
ordine nel suo intimo, diventa signore di se stesso e di- sciplinato e amico di se medesimo e armonizza le tre parti della
sua anima»; perciò chiameremo «giusta e bella l’azione che conserva e contribuisce a realizzare questo intimo
equilibrio, e sapienza la scienza che la dirige; ingiusta l’azione che via via di- strugge quell’equilibrio, e ignoranza
l’opinione che la dirige».
-> concezione gerarchica a classi chiuse della società.
«Entro ciascuno di noi esistono i medesimi aspetti e caratteri che esistono nello sta- to» (435 e); «le parti che
costituiscono lo stato e le parti che costituiscono l’anima di ciascun individuo, sono le stesse e in numero eguale».
-> Teoria delle anime. L’anima ci fa conoscere le idee e per questo è l’organo fondamentale della
conoscenza umana. Platone è un seguace dell’Innatismo, cioè la teoria secondo cui la fonte
principale della conoscenza non sta nell’esperienza ma nell’anima. Già alla nascita possiamo
conoscere il mondo circostante.
L’uomo ha 3 parti dell’anima:
- razionale: deve governare le altre anime, soprattuto quella irascibile -> Filosofi - oro
- passionale - irascibile -> guerrieri - argento
- concupiscibile -> artigiani - rame
Uomo giusto è quindi colui che riesce ad armonizzare tutte e 3 le parti dell’anima grazie alla
ragione.
I governanti non possono possedere nulla per evitare che ci sia un conflitto di interessi, cioè che il
governo sia fatto per utilità dei governanti.
I filosofi quindi sono coloro che vedono la realtà …mito della caverna= metafora della condizione
umana rispetto alla conoscenza della realtà.
“Si immagina che vi siano degli schiavi incatenati in una caverna sotterranea che sono costretti a guardare solo davanti a loro. Sul
fondo della caverna gli schiavi guardano le ombre delle statuette che sono portate da dietro un muro da alcune persone; le statuette
fanno la loro ombre sul fondo della caverna grazie ad un fuoco che le illumina.
I prigionieri ovviamente scambiano quelle ombre per la sola realtà esistente.
Ma se un prigioniero si liberasse dalle catene, girandosi vedrebbe le statuette e così capirebbe che son o le statuette la realtà e non le
ombre.
Ma se riuscisse ad uscire dalla caverna lo schiavo capirebbe che la vera realtà non sono nemmeno le statuette ma la realtà che vede
fuori la caverna.
All'inizio lo schiavo, abbagliato dalla luce non riuscirà a vedere bene gli oggetti e li vedrà riflessi nelle acque.
Poi finalmente riuscirà a vedere la luce del sole e la realtà. Dopo di ciò lo schiavo vorrebbe dire quello che ha visto ai suoi amici
prigionieri ma si rende conto che se tornasse nella caverna, a causa dell'oscurità, lui non riuscirebbe a vedere neanche le ombre e così
nessuno alla fine gli crederebbe e in fine, lo ucciderebbero.”
-> bisogna dare potere a chi non lo cerca!
…Dialogo con Glaucone
Il Tiranno è l’uomo più infelice! vive senza amicizia (valore fondamentale per i Greci)
La comunità politica poi deve essere il più possibile libera da conflitti, P è un anticonflittuale.
Parla della Tirannide come la peggior forma di governo!
La sua infelicità deriva dal fatto che non è punito da nessuno, quindi come ogni uomo se non è
punito quando la parte maligna prende il sopravvento, non ritroverà mai il bene
-> aspetto etico - giuridico = nessuno può essere felice se non è punito per il male che ha fatto;
introduzione alle teorie della pena.
Platone utilizza Le Teorie della Pena:
Teoria retributiva: bisogna punire il soggetto perché ha fatto ciò che ha fatto e in una misura
equivalente a ciò che ha fatto. -> teo. occhio per occhio, dente per dente.
Kant riprende questa teoria e lo afferma come unica teoria che attribuisce all’uomo dignità di
uomo.
Teoria preventiva: il vero motivo per punire un soggetto sta nella necessità di prevenire altre
violazioni -> non puniamo il sogg per ripagarlo del male che ha fatto, ma per ostacolare il ripetersi
del danno.
Teo general preventiva: si punisce un soggetto per far notare agli altri che quella condotta è
sbagliata.
Teo special preventiva: ti punisco affinché tu non ripeta più quello che hai fatto.
Peculiarità della teo di P:
I. obiettivo della pena è far ritrovare il bene al sogg
II. P confonde un reato con un peccato; confonde il piano giuridico con il piano morale
III. si devono punire i soggetti quando possiamo avere la speranza che possono emendarsi -> teo
della messa a morte di un sogg, del sogg che non ha più speranza.
Concezione organistica dello stato: concezione basata sulla differenza tra l’uomo e lo stato; lo
stato non è giusto se non è composto da uomini giusti, se le sue parti non sono giuste. Giustizia
dello stato e giustizia degli uomini si confondono.
L’uomo giusto viene prodotto dallo stato, attraverso l’Educazione!
Centralità dell’educazione nel pensiero platonico
-> educazione si basa sull’idea di virtù: legame tra etica e politica.
-> fondamento della giustizia della città per P, non può essere la forza, coazione… ma
l’educazione, la CONVINZIONE!
Platone in questo modo supera l’idea dell’imposizione della giustizia in linea retta da chi è più forte
verso chi è meno forte. -> ciò che si deve fare è ciò che è bene fare!
La nobile menzogna: dire ai cittadini che ognuno di loro è fatto di una sostanza diversa, i
comandanti, il popolo….sono fatti di materiali diversi: oro, argento, bronzo.
-> proto totalitarismo!
(totalitarismo: sistema politico nato e sviluppatosi nel ‘900. Idea di base, ETICA dello stato).
Platone è convinto che i cittadini per essere buoni cittadini e quindi essere in grado di seguire le
leggi, devono essere ISTRUITI!
Ecco perché in questa opera Platone non da spazio alla spiegazione delle norme di basi che
reggono una repubblica.
Platone è fermamente convinto della costitutività delle regole costituzionali: cioè è costitutivo quella
cosa che permette ad un’ altra di esistere:
- regole costitutive: rendono possibile il comportamento regolato. L’azione assume un significato
grazie a quella regola (es. il matrimonio si realizza grazie a quelle regole).
- regole regolative: regola che riguarda comportamenti che sono possibili indipendentemente
dalla regola stessa (es si guida tenendo la destra, si mangia con la destra…).
(* non è Platone che tratta di questa distinzione tra regole regolative e costitutive)
“Il Politico”
Opera -> P ci da due risposte connesse:
1. perché nel mio stato ideale non c’è posto per la vostra concezione di legge, ma vi è una nuova
2. perché non si può fare a meno delle leggi
-> argomento base dell’opera: si cerca di definire chi è il politico migliore, cioè come dovrebbe
essere chi governa le città.
• alla base delle risposte di P c’è l’idea che il politico, così come il vero medico è colui che
collabora con il paziente per trovare la più giusta cura, il buon politico è colui che si basa sul
consenso e non sulla forza e sulle imposizioni.
• la politica è una scienza, cioè è una conoscenza, cioè una cosa che non tutti possiedono
(politica aristocratica di P)
-> l’unica vera costituzione è quella di affidare il potere a pochi o ad uno solo, poiché una massa di
uomini non acquisirà mai la coscienza. (P antidemocratico)
P rifiuta totalmente l’idea della legge, lo stato retto dai sapienti non ha bisogno di leggi: per P la
legge è giusta quando è EQUA!
-> Lo sbaglio sta nel fatto che: le L sono delle norme generali, cioè la L si rivolge a tutti allo stesso
modo.
Le persone e le situazioni in cui le persone si trovano, non sono mai uguali!
-> Alternativa tra due valori centrali nel diritto:
. valore di legalità: applicazione a tutti allo stesso modo
. valore della equità: giustizia del caso concreto
-> -> anche se l’uomo di governo ha posto delle norme scritte, questo uomo non è vincolato dalle
leggi, perché se in un determinato caso gli sembra migliore superare quella L, può farlo!
Platone- “Il Politico”.
Il governo degli uomini è superiore al governo delle Leggi. Ci possono essere anche le leggi ma è
meglio che ci sia un uomo saggio che gestisca le L.
diverso: Il Governo= forma di potere che al vertice dell’ordinamento c’è la L -> tutti posti al di sotto
Presupposto fondante del pensiero platonico: noi abbiamo a disposizione il vero politico
—-ma non è semplice individuare l’uomo saggio!
-> -> SERVONO LE LEGGI PER TUTELARE GLI UOMINI
->RIVALUTAZIONE DELL’IMPORTANZA DELLE LEGGI!!
Classificazione forme di governo - Teo. Forme di Governo
1. Criterio quantitativo: numero di governanti: monarchia - aristocrazia - democrazia
(tutti governi “legali”)
2. Criterio qualitativo: modalità di azione dei governanti: forma buona di governo quando il
governante persegue l’utile del collettivo. governo buono - governo corrotto =
tirannide - oligarchia - democrazia degenerata (demagogia= democrazia senza L)
ideale: scala di legalità- concretizzazioni:
Costituzione Vera Monarchia
Aristocrazia
Democrazia
——————————————————————————————————————————-
Democrazia
Oligarchia
Tirannide
A questo punto l’immagine del politico che Platone ci riporta è quella del TESSITORE (non più
quindi pastore) = soggetto che tiene insieme molte parti diverse tra loro!
“Le Leggi”
- Temi: che cosa è la legge, quali elementi devono essere presenti affinché siano efficaci…
- si compie definitivamente il passaggio dall’ideale alla realtà, utilizzando uno stratagemma
narrativo, viaggio di tre personaggi da Creta vs il tempio di Zeus.
Primo problema che questi personaggi si pongono è, la fondazione della città= amalgamare tutte
le differenze tra la popolazione.
La più grande differenza di cui ha paura, che sa che non può essere superata; differenza culturale!
Costruire la città lontano dal mare; costruire quindi la città lontano da possibili invasioni di altri
popoli, che andrebbero ad accrescere le differenze.
Differenza economica; i terreni devono essere divisi in lotti uguali, non bisogna fare in modo che
qualcuno accumuli una ricchezza superiore 4 volte di quella del più povero= dare a tutti la stessa
cosa!
Ma contemporaneamente, dare a ciascuno ciò che merita! = principio di uguaglianza fondata sulla
disuguaglianza. -> principio di uguaglianza sostanziale - p di uguaglianza formale.
Rivalutazione della coattività della L -> presenza della sanzione, presenza della minaccia delle
costrizioni; ma regola fondante rimane: EDUCAZIONE-> la legge deve essere preceduta da un
PROEMIO= parte iniziale della legge in cui si indica le ragioni per il quale il cittadino deve ubbidire
a questa legge.
Il fondamento vero della legge è LA RAGIONE! -> non esistono leggi ingiuste! (pensiero
giusnaturalistico)
Questa legge è davvero sovrana nella città. La L è il fondamento della città.-> passo ancora in
avanti rispetto alla teo delle forme di Governo.
Problema: se gli uomini si vogliono mettere al di sopra di essa, chi la difende?
Questo governo della L, della cui origine delle L non siamo certi, deve avere una garanzia di
mantenimento = custode delle L (“garanzie costituzionali - corti costituzionali”).
-> elemento di pensiero fondante di questo punto di ragionamento è la importanza della
durevolezza della L nel tempo. Aristotele
Considerato l’allievo di Platone che tradisce maestro.
<< la legge è ragione senza passione>> : gli animali sono governati dalle passioni (istinti), gli
uomini dalle leggi; infatti Aristotele è fermamente convinto e sicuro che il governo delle leggi è
assolutamente superiore di quello degli uomini (non decide “l’uomo saggio”), poiché essi agiscono
in base alle leggi -> differenza con Platone.
“La Politica”
Pensiero etico-politico di Aristotele. Troviamo il modello aristotelico della polis.
Punto iniziale: critica a Platone (PLATONE PENSATORE DELL’UNO); egli infatti voleva costruire
uno stato tutto omogeneo, uno stato che abbia personalità di una famiglia.
Lo stato non è una famiglia, ma unione di più famiglie.
Spiegazione della nascita dello stato: modello aristotelico.
Nascita della società-> famiglia. Concetti semi dell’ideologia:
A. l’uomo non lo troviamo mai isolato dagli altri, è un essere socievole, non è un individuo (dal
punto di vista morale)! Infatti l’uomo si distingue dagli dei per questa caratteristica; socialità
elemento intrinseco nella natura intima dell’uomo.
B. La famiglia è il fulcro di base ma non potrebbe soddisfare le esigenze sociali dell’uomo, che ha
bisogno di aggregarsi, di scoprire, di associarsi -> nascita della POLIS: la comunità perfetta, che
basta a se stessa (non avendo bisogno di altre comunità pr soddisfare i bisogni).
-> questi sono passaggi naturali, che derivano dalla natura umana -> siccome l’uomo è un essere
socievole, ci sarà sempre una comunità umana, quindi la natura socievole dell’uomo ha come fine
la socialità!! -> ogni stato esiste per natura!
Differenze con l’ideologia Platonica:
no differenze: appartenenza all’organicismo (la comunità politica è un organismo composto di vari
organi, la parte esiste solo quando inserita nel tutto)-> anche per A lo stato fa esistere le parti; lo
stato è anteriore all’uomo!! Basi dell’affermazione: le singole parti sono prodotto della comunità
politica, hanno una loro identità solo perché sono inserite nella polis.
C. Che differenza c’è tra l’autorità dello stato e l’autorità delle famiglie?
Lo stato non è assimilabile alla famiglia, poiché lo stato è attraversato da molte differenze, è
formato da parti tra loro molto distinte.
In oltre l’autorità nella polis ha un origine completamente diversa:
Famiglia - pater familias: diversità di natura.
Polis: consenso. Gli uomini liberi attribuiscono il potere a qualcuno sulla base del consenso.
D. Su cosa si basa l’ordine della polis? l’amicizia! ancora più al di sopra della giustizia.
Diverse forme di amicizia: amicizia basata sull’interesse, sulla condivisione, comunione spirituale.
-> il soggetto ha relazioni continue (uomo oggetto sociale); questo è il vero fondamento della città!
Quindi fondamenti pre-giuridici!
Quando serve allora il diritto? -> quando l’uomo non fa funzionare giustamente l’amicizia
-> il diritto serve per coazione!
E. Teoria delle forme di governo - forme delle Polìs (teoria che lui ha ripreso ma da Aristotele in
poi diventa la teoria classica delle forme di governo, facendo un opera sistematica di tutto il
materiale precedente)
- Si distinguono tra di loro sulla base del numero dei governanti: monarchia- aristocrazia-
democrazia.
- Come si governa: demagogia (governo dei “più”= poveri)- oligarchia (governo dei ricchi)-
tirannide
- Fondamenti del potere; criteri in base al quale si distinguono forme buono da forme cattive:
Consenso (f.buona indipendentemente dal numero di governanti)- Interesse della comunità (f.
buono colui che governa persegue l’interesse dei cittadini)- Governo della legge (<< l’uomo è
necessariamente governato dalla passione, anche gli uomini migliori>> -> costituzionalismo=
tecnica che utilizza il diritto per limitare il potere)
<< la legge è ragione senza passione>>
La legge è un rimedio alla passione umana, è un rimedio all’ignoranza poiché nella L possiamo
trovare quella sapienza che dovrebbe appartenere a coloro che devono decidere.
Perché è superiore? perché decisa da molti + poiché proviene dalla consuetudine (norma
giuridica che viene dalla tradizione, formata nel tempo)
Pur considerando la assoluta legittimità della legge, Aristotele considera anche dei casi in cui
l’applicazione della L è ingiusta -> EQUITA’ = decisione a prescindere dalla L; correttivo della
legge.
Altra considerazione, utopicamente se noi avessimo a disposizione l’uomo più virtuoso sulla terra,
anche esso dovrebbe sottomettersi alle L? no, lui si porrebbe al di sopra.
Aristotele
Giustizia generale / Giustizia particolare
Generale: riguarda tutti in rapporto alla propria natura -> Aristotele la chiama legalità= seguire la
propria legge= la propria natura (qualsiasi essere deve): la propria natura è il fine dell’uomo.
Particolare: si applica alle relazioni tra i soggetti. Alla base c’è un valore fondamentale:
L’uguaglianza; è giusto per i soggetti quella legge che realizza l’uguaglianza!
Platone: uguaglianza sostanziale + uguaglianza basata sul merito
Aristotele: 2 forme di uguaglianza che stanno alla base di due forme di giustizia:
1) Uguaglianza Commutativa (non considerata da Platone): uguaglianza che si realizza negli
scambi, cioè se io scambio qualcosa con qualcuno rispetto l’uguaglianza Commutativa se le
due cose hanno valore uguale (anche oggi ad es. uguaglianza contrattuale).
> giustizia correttiva: giustizia che vige quando produco un danno, risarcimento danno.
Giustizia Orizzontale, decisa dalle parti -> problema: chi decide il valore tra le cose? chi ci
conferma l’avvenuto scambio equo?
2) Uguaglianza Distributiva (“Platone”): dare a ciascuno secondo il suo merito (no a tutti uguale
! ma in base al merito!); trattare in modo uguale gli uguali, trattare in
(preso in considerazione da Platone)
modo disuguale i disuguali.
Può essere realizzato in molti modi: es. a ciascuno secondo il bisogno. Chi sono gli uguali? le
risposte la forniscono la storia e la politica; per Aristotele, gli uguali sono i liberi.
Giustizia verticale, decisa dall’autorità per i soggetti.
Diritto naturale / Diritto positivo
Aristotele non pone mai in evidenza un possibile rapporto problematico tra diritto e giustizia, che
potenzialmente potrebbe esserci come già avevano evidenziato i filosofi dell’antica Grecia. Come
se il diritto fosse di per se giusto.
Per Aristotele il diritto naturale non configge con il diritto positivo, poiché la nozione di diritto
naturale rimanda a quella di diritto positivo, cioè il diritto naturale deriva dal diritto Positivo.
Diritto Naturale, non è altro che diritto positivo che possiamo ritrovare in tutte le comunità politiche.
Il modello “Aristotelico” rimane un modello organistico, fondato sull’idea della polis come un tutto,
superiore alle parti; esse hanno un ruolo in quanto hanno una rappresentazione all’interno del
diritto. NB. modello non inventato da lui ma lui il maggiore teorico.
Dopo di lui, questo modello va in crisi - crisi della polis: società e individuo sono enti divisi! -> la
polis è qualcosa di superato, non si riconosce più nella polis un punto di riferimento
-> riscoperta dell’individuo: filosofie ellenistiche=
. epicureismo
. stoicismo
-> queste due nuove filosofie avendo perso come punto di riferimento la polis, allora si chiedono
quale sia la “vera natura dell’ uomo”? Epicureismo
risposta: <<la natura dell’uomo sta nella ricerca del piacere>> -> Epicuro: il vero piacere dell’uomo
non sono i gaudi momentanei, ma il piacere naturale è non avere dolore fisico ne dolore morale
(dell’animo).
Perchè la politica non da dignità all’individuo? -> perché la politica è fonte di inquietudine! Bisogna
rifuggire la vita pubblica.
Lucrezio: la politica è lotta per un potere che non si può mai possedere; es del sasso spinto sul
monte che poi inevitabilmente cade giù.
10/9 epicureismo -> l’uomo rompe il legame naturale con la polìs.
Lotta continua per il potere -> no allontanamento dalla socialità (per Aristotele essere un animale
sociale significava essere un animale politico; con l’epicureismo questo legame si spezza); infatti
no negazione dell’amicizia che si privatizza.
Concezione della società epicureisti
concezione del tutto convenzionale; cioè non deriva dalla natura umana ma allontanandosi proprio
dalla natura originaria. All’origine non c’è la famiglia (Aristotele), ma l’individuo con la sua brutalità.
Lucrezio -> L’uomo lasciato alla sua natura (visione opposta a Aristotele), l’uomo era un animale
che pensava esclusivamente alla propria sopravvivenza.
Poi grazie all’avvicinamento degli uomini tra di loro, gli uomini imparano a comportarsi.
Si viene a creare una società quindi che però non ha più sicurezza!
-> contrattualismo; i rapporti tra gli uomini devono essere stabiliti da un patto. Contenuto del
patto: Utilità dei soggetti -> concezione utilitaristica.
-> -> non c’è giustizia naturale ma la giustizia è decisa di volta in volta dal patto/ (Epicuro:)con
coloro che non è stipulato un patto non si può definire un comportamento giusto o ingiusto (es.
animali- popoli).
(Epicuro:)L’uomo non ubbidisce alla giustizia per amore della giustizia ma solo per il timore delle
sanzioni! -> teoria dell’ubbidienza alla legge sottoposta alla paura.
Non c’è un giusto per natura ma giusto per utilità; giusto quando è utile , quando non più utile non
più giusto; è giusto ciò che è utile -> mutevolezza delle L.
Cosa è utile? non spiegato da Epicuro, personale.
Stoicismo
Rottura legame natura polis.
Rapporto legge- giustizia: concezione radicalmente diversa
-> la natura dell’uomo =Cercare il principio della ragione (logos)
(Natura per Epicuro: fuggire il dolore fisico, cercare la tranquillità dell’animo, ricerca del piacere)
La legge della ragione è una legge necessaria! cioè una legge alla quale non è possibile sottrarsi;
una legge fisica a cui gli uomini sottostanno malgrado la loro volontà.
Quindi ciò che di meglio può far l’uomo è scoprire questa legge e sottomettersi a questa legge.
(esempio del cane e del carro che trascina il cane)-> esiste il giusto per natura!
Quindi l’utilità dell’uomo è seguire questa legge.
-> filosofia dei doveri: l’uomo è chiamato innanzitutto a conoscere la legge quindi a sottomettersi
ad essa non per timore di essa ma per volontà.
Che cosa è la legge? possibile determinarne il contenuto?
Crisippo: la L è la somma ragione che ci indica cosa va fatto e cosa non va fatto. Essa non è la
volontà umana ma deriva da un essere eterno. Il sommo compito dell’uomo è interpretare la
somma ragione e tradurla in L; quindi possibile che la legge umana sia sbagliata!
-> cosmopolitismo: la ragione che regola gli uomini non deriva dalla polis ma dal cosmo.
Cicerone
Seguace degli stoici. Esso come Platone nel Minosse: se noi vogliamo capire le leggi non
dobbiamo studiare le L! La legge precede il diritto (positivo)-> la legge non dipende dalla volontà
umana; l’essenza della L sta nella natura.
“De Legibus”
Quale è l’essenza della legge? se noi ammettiamo che siano sbagliate certe cose nel diritto
positivo, questa ammissione deriva da un’altra legge; la L naturale.
“De Republica” scoperta da Angelo Mai, custode di biblioteca.
Se gli uomini riescono a sfuggire alla legge positiva ok, ma non riuscirete mai a sfuggire alla L
naturale. la giustizia non dipende quindi dai soggetti (ne dall’utilità, ne dall’opinione..) ma dalla
natura.
premessa: ciò che è giusto non dipende dall’opinione dei popoli, ma essi riconoscono ciò che è
giusto.
contraddizione: <<ciò che viene dall’antichità, dalle tradizioni, si avvicina agli dei e quindi alla
giustizia>>.
ragionamento: in cicerone è evidente la tematica del diritto naturale / diritto positivo al fine di,
criticare il diritto positivo (il DP è difforme dal diritto naturale) o affermare il diritto positivo (diritto
positivo applicazione del diritto naturale= visione conservatrice del diritto positivo)
-> -> Cicerone in questo passaggio sottolinea questo legame.
Che cosa deriva dalla L naturale?
Tendere alla propria conservazione, procreare ed allevare la prole (natura comune anche agli
animali).
E’ in oltre utile per gli uomini, la ricerca della verità e dell’armonia, e la brama della preminenza=
ricerca della sopraffazione degli altri: proprio per questa natura dell’uomo, l’uomo si sottomette agli
altri solo quando riconosce in essi l’autorità legittima!
-> un potere è legittimo quando è giusto; cosa è la giustizia?
La giustizia, ha fondamento nella natura, è una virtù per Cicerone, da cui derivano-> precetti
fondamentali della giustizia:
- non recare danno agli altri
- mantenere i patti
- a ciascuno secondo il suo merito
- ++ rispettare la proprietà degli altri (cose comuni/cose private)
La proprietà: principio costitutivo dello stato. E’ un titolo che nasce in modo originario, poi viene
trasmessa, quindi nessuno è proprietario di una cosa per natura, ma è l’impossessamento il titolo
originario base della proprietà.
Si può parlare della giustizia in 2 modi: capire i precetti della giustizia, oppure capire cosa è
ingiusto. Cosa è l’ingiustizia?
- punire una persona o uno stato(guerra) con una pena eccessiva
- applicare la legge in modo ceco, in modo eccessivo <<eccessiva cavillosità>>
Tema della Giustizia in generale è portato da Cicerone ad un livello di importanza costitutiva dello
Stato. <<Lo stato è ciò che appartiene al popolo, ma non è popolo ogni moltitudine di uomini
riunitosi, perchè ci sia uno stato deve una società organizzata che ha per fondamento l’ordinanza
della giustizia e la comunione di interessi>>.
-> elementi fondanti e necessari dello Stato:
1. collettività organizzata
2. giustizia
3. comunanza di interessi
-> Considerazioni: la comunità politica non è fondata sulla forza, perchè la forza implicherebbe
paura e questo determina un non governo, che si basa invece sul consenso, elemento sempre
implicito in qualsiasi forma di governo/stato che sia giusto!
Quali sono le diverse forme di governo/stato?
Cicerone elenca le forme di governo: monarchiche, democratiche, aristocratiche; non tratta quelle
degenerate. Tuttavia, queste forme di governo non garantiscono la stabilità del governo perchè
hanno un difetto intrinseco ineliminabile ognuna: lasciano da parte elementi che non possono
lasciare da parte.
- la monarchia: esclude il popolo dal governo, concentra troppo il potere.
- l’aristocrazia fa prevalere in modo eccessivo l’interesse di pochi.
- la democrazia tende troppo al livellamento delle condizioni, troppa uguaglianza e non da spazio
al merito - ripreso anche da Tocquville.
Cicerone individua però una soluzione: (individuata già prima di lui da Polibio) GOVERNO MISTO=
forma di governo che risulta dalla composizione di elementi delle altre 3 forme di governo.
Alcuni poteri hanno una forma monocratica, altri una forma democratica altri aristocratici.
Esempio di questa forma di governo: La forma di governo di Roma-> consoli, senato, popolo!
Il governo misto permette l’espressione della sovranità? tema molto attuale vd. principi
costituzionali, secondo alcuni grandi studiosi, darebbero troppo potere al popolo “la sovranità
appartiene al popolo”.
Cicerone per sottolineare ulteriormente l’importanza della giustizia dice che <<la giustizia è così
fondamentale per ogni aggregato umano che anche coloro che vivono di rapina e di delitto, non
potrebbero farne a meno; colui infatti che fa qualcosa contro i compagni della banda, non fa più
parte della banda, e il capo banda che non divide il bottino in parti uguali è ucciso>>.
-> anche coloro che violano la giustizia non possono fare a meno di essa. (questa considerazione
ha portato a dire (non cicerone) che ciascun aggregato umano è un ordinamento giuridico).
Quindi possiamo dire che Cicerone è un fermo difensore del Governo della Legge, dell’idea che la
legge quindi è elemento fondamentale dello stato. In oltre la legge per Cicerone è fortemente
legata all’idea della libertà. <<la legge è garante della libertà>>.
Teoria politica che ha portato a sviluppare la teoria di Neo-Repubblicanesimo.
Rapporto tra libertà e legge. <<la libertà non consiste nell’avere un buon padrone, ma nel non
averne affatto>> -> essere liberi significa non temere nessuno, non avere nessuno sopra di se, se
nessuno può decidere arbitrariamente per te. L’unico modo per non essere sottoposto alle
decisioni di qualcuno è: che ci siano le leggi! <<siamo liberi non nonostante alle leggi, ma grazie
alle leggi>>. Libertà come non dominio.
(libertà come non impedimento, libertà come non autonomia)
Avvento del Cristianesimo
Critica radicalmente quello che sta prima e contemporaneamente crea un ponte tra ciò che sta
prima e ciò che sta dopo.
<< il mio regno non è in questo mondo>> -> sfiducia totale nei confronti del diritto e della legge.
Si prefigura una comunità basata su tutt’altri presupposti.
Superamento della giustizia intesa come punizione o come uguaglianza; ora Giustizia intesa si
come condivisione dei beni, ma secondo la formula a ciascuno secondo i propri bisogni.
Nuova formulazione della Giustizia -> GIUSTIZIA DIVINA, si sovrappone e si contrappone alla
giustizia umana.
Si contrappone perchè adesso la giustizia assume un nuovo significato, quello di CARITA’= amore
per Dio e per il prossimo. Questa giustizia non si realizza attraverso le istituzioni ma ma deve
venire direttamente dai membri della comunità; quindi c’è una maggiore attenzione al
comportamento quotidiano del singolo nei confronti degli altri.
Si sovrappone nel senso che questa giustizia è intesa come giustizia più alta perchè viene da un
messaggio divino.
-> rovesciamento totale dell’idea di giustizia classica: statua di donna con spada, bilancia e benda
sugli occhi= Spada: la giustizia non può essere divisa dalla forza, che serve a punire i colpevoli;
bilancia: deve essere equa, cioè non eccessiva, ma proporzionale alla gravità del reato
commesso; benda: deve essere ceca, non deve guardare coloro che giudica, non deve farsi
condizionare.
-> -> 1. la giustizia non è violenza ma ansi passività, perdono. 2. non importa la gravità ma ogni
tipo di peccato può essere espiato perseguendo la stessa via che conduce a dio. 3. la giustizia sta
anche nel vedere profondamente la situazione nella quale il peccatore si trova.
Parabola del buon samaritano, vangelo secondo Luca.
Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e incappò nei briganti che lo spogliarono, lo percossero e poi se ne
« andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e quando lo vide
passò oltre dall'altra parte. Anche un levita, giunto in quel luogo, lo vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in
viaggio, passandogli accanto lo vide e n'ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino;
poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui. Il giorno seguente, estrasse due
denari e li diede all'albergatore, dicendo: Abbi cura di lui e ciò che spenderai in più, te lo rifonderò al mio ritorno. »
Movimenti: lo vede, scende “dal piedistallo”, lo solleva -> collegamento con Gesù Cristo
Questa nuova concezione della giustizia fa i conti con il diritto naturale?
NO, la legge naturale lascia posto alla legge di Dio. Rapporto tra diritto divino e diritto naturale
spiegato da S.Agostino e S.Tommaso.
Chi si rivolge a questa legge e chi può essere salvato da essa?
lettere di S. Paolo ai Romani: verrano salvati coloro che seguono il messaggio di Dio, ma anche i
pagani perchè anche coloro seguono il messaggio divino che anche se non lo sanno è scritto nei
loro cuori.
=> la Chiesa diventa un’Istituzione! SANT’ AGOSTINO
Due fasi principali nel suo pensiero.
1) Fase RAZIONALISTICA: si accoglie l’indicazione di S.Paolo che secondo il quale c’è una legge
naturale la quale è in armonia con la legge di Dio -> volontà e ragione coincidono.
Dio nel dare le sue leggi segue un percorso razionale.
Questo modello viene però contraddetto da San Paolo: dice che l’uomo è perfettamente in
grado di giudicarsi e di salvarsi da solo attraverso la sua ragione, quindi non c’è bisogno della
chiesa che gli indichi il percorso da seguire -> A. non accetta questa critica, elaborazione nuovo
modello.
2) Fase VOLONTARISTICA: fondamento quello di negare il fatto che l’uomo può salvarsi da solo,
attraverso la “dottrina del Peccato Originale”. L’uomo poichè ha utilizzato male la sua libertà è
caduto nel peccato, quindi la natura umana è manchevole, solo attraverso Dio si potrà esso
redimere -> spostamento dalla ragione alla volontà. Quindi la volontà fa la legge, il
contenuto di essa lo fa Dio.
Modello di perfetta giustizia è Abramo, nel momento in cui Dio gli chiede di sacrificare suo figlio.
Definizione dello stato secondo A.
La società giusta è quella che si basa sulla legge di Dio. La comunità dei credenti!
e chi non segue la legge di Dio? essi esistono ed esisteranno sempre ma vengono classificati
come uomini ingiusti; seme del ragionamento nel libro…
Agostinismo giuridico
17/10
Uomo come essere manchevole che quindi non si salva da solo ma solo grazie ad un intervento
divino.
Per s Agostino essere giusti, l’uomo giusto, è colui che obbedisce alla volontà di dio.
La città di dio quella ideale, ma Agostino sa benissimo che ci sono molti uomini che non seguono
la “giustizia” (=la fede) -> elaborazione della teoria delle due città
1 città di Dio
2 città degli uomini
De civitate Dei
Per spiegare la concezione della città di dio, Agostino parla di Roma. In questa opera Agostino
cerca di difendere il cristianesimo dalla accusa di aver provocato la decadenza della città di Roma.
Discute anche di quella definizione dello stato promossa da Cicerone (“lo stato è quella comunità
di uomini organizzata secondo interessi comuni e in base alla giustizia), Ag. aggiunge la
definizione che Roma non era stato nemmeno uno stato poichè era mancata la giustizia!
Perchè se la giustizia è dare a ciascuno il suo, allora il primo soggetto a cui bisogna dare ciò che
gli spetta è Dio, e i romani non hanno dato a dio ciò che gli spettava!
Roma era fondata tutt’altro che la giustizia, fondato sulla forza, sulla violenza; questa era una
caratteristica della quale lo stato romano era macchiato fin dall’origine.
Infatti origine della storia di Roma: fratricidio di Romolo su Remo. Non riesce a liberarsi da questa
origine perché Roma non ha accettato la possibilità di salvezza che veniva dai cristiani.
<< se togliamo la giustizia allo stato, questo non è altro che una banda criminale con più forza>>
-> definizione normativa (non descrittiva= riprende dei caratteri presenti) dello stato, è un dover
essere!
Perchè la città degli uomini è utile per la città di dio: A ha bisogno di creare un ordine che faccia
crescere la città di dio; i cristiani , gli uomini giusti, hanno bisogno di avere uno strumento che
tenga a freno, che garantisca la sicurezza dei cristiani. La città degli uomini serve affinché coloro
che non hanno ancora la possibilità di entrare nella città di dio, abbiano una collocazione sicura e
ordinata grazie alla spada della autorità.
-> riemerge la concezione che l’uomo essendo un essere impuro, ha bisogno di qualcuno dall’alto
che lo controlli, infatti nella città degli uomini questo ruolo è svolto dall’imperatore / nella città di dio
è Dio. Quindi se non ci fosse la città degli uomini, questi che non abbiano ancora trovato la fede,
non avrebbero un controllo, un ordine. Tommaso d’Aquino
Contesta il punto di partenza del modello Agostiniano: T ha maggiore fiducia della legge, sostiene
che l’uomo è un essere razionale, non natura peccaminosa che gli attribuiva A. Sec T il peccato
originale che condiziona l’uomo non intacca così come diceva A tutta la vita dell’uomo.
Il peccato originale spiega una parte delle istituzioni dell’uomo (es. le sanzioni), ma non spiegano
tutte le istituzioni umane. Non spiegano infatti lo stato che è espressione della natura razionale
dell’uomo, che ha infatti una natura sociale e politica (riprende pari pari le parole di Aristotele).
Tommaso ha della legge e della giustizia una concezione opposta a quella di Agostino.
Legge= serve per indicare un fine ai soggetti, questa quindi << è un ordinamento della ragione in
vista del bene comune promulgata da colui cui spetta il governo della comunità>>.
-> Quindi la legge non è mera espressione volontaria, ma deriva proprio dalla natura dell’uomo
(es. la conservazione della specie, l’allevamento della prole…), ed ha un preciso fine:
perseguimento del bene comune.
La promulgazione <<da colui cui spetta il governo della comunità>>, sta ad indicare che la l non è
frutto della volontà della comunità, (anche se non specifica chi la crea) ma riprende la concezione
medioevale della formazione della L.
In Tommaso c’è una tipologia della legge molto più ricca di quella di altri autori; in particolare T
riscopre la legge naturale, che Agostino aveva fatto affluire nella legge divina.
Figure della legge:
- Legge eterna: la L razionale con la quale dio (che è ragione) governa l’universo, la troviamo
quindi in tutto ciò che esiste. Gli uomini però non sono tutti in grado di capirla, solo alcuni
possono, gli uomini possono capire solo una parte, la legge naturale.
- Legge naturale: parte della legge eterna conoscibile dagli uomini attraverso la ragione.
- Legge positiva: deriva dalla legge naturale (in A invece netta separazione) ed è quella parte che
serve per poter indirizzare gli uomini verso il bene comune e ci da quelle prescrizioni che non
sono contenute nel diritto naturale. Serve quindi a completare il diritto naturale. 2 modalità
attraverso le quali il diritto positivo completa il diritto naturale:
1. Deduzione -> dal principio generale si ricava il principio particolare; uguale per tutti i popoli
(come facciamo oggi dai principi della costituzione, alle norme giuridiche).
2. Specificazione -> adattamento delle norme a contesti specifici, scelta delle sanzioni;
differenzia tutti i popoli.
E se il diritto positivo viola il diritto naturale? possibile avendo un errore di deduzione.
Il diritto positivo che viola il diritto naturale è diritto? no! è corruzione della legge ->
(giusnaturalismo moderato) quindi ad una legge che non è legge possiamo non ubbidire solo se mi
impone una condotta che rende impossibile la salvezza. Negli altri casi dobbiamo ubbidire.
- Legge divina= legge data da dio per raggiungere la salvezza. Non contrasta con la legge
naturale, ma un qualcosa in più che serve per indirizzare gli uomini.
Marsilio da Padova
1324 “Defensor Pacis” opera da lui pubblicata che si presentava come un panflé; libretto politico
per fare una battaglia contro o a pro di un certo argomento.
In questa opera Marsilio attacca il papa per le sue pretese temporali! Per fare questo Marsilio
costruisce una impalcatura teorica di enorme importanza.
Marsilio possiamo legarlo alla tradizione dicendo che questo fa una considerazione diversa di
quella di Agostino (contrappone il mondo di Dio e degli uomini) e di Tommaso (riconcilia questi due
mondi ricollegando fede e ragione); in Marsilio abbiamo una separazione, come se si trattasse di
due cose differenti poichè hanno due finalità diverse. Da questa separazione arriviamo a spiegare
la concezione della l sec Marsilio.
Presenta la sua opera come un arricchimento del pensiero Aristotelico. Infatti l’autore dice che A
aveva tralasciato un problema, che a quei tempi non esisteva: conflitto tra stato/chiesa.
1° libro: definizione della pace= valore di base di una comunità politica, questo rappresenta l’ordine
sociale. <<è la buona disposizione della comunità politica secondo la quale ognuna delle sue parti
può compiere le azioni che le si addicono>>.
-> Marsilio è uno dei pochi della storia che definisce la pace in termini positivi (ci dice cosa è, non
cosa non è la pace) -> collegamento con Platone: visione organicistica.
Quale è lo scopo di questa visione? vuole “mettere a posto” il vescovo di Padova. Delinea così le
diverse funzioni proprie della comunità, senza dire a chi spettano.
2°libro: esegesi della della Bibbia, spiega che la chiesa non ha compiti nel governo temporale, ma
deve svolgere l’unica funzione nella comunità politica che avrebbe senso: consiglieri i credenti il
modo migliore per raggiungere la beatitudine. Non quindi un obbligo, ma dei consigli.
A partire dalla definizione della pace Marsilio fa una distinzione tra fede e ragione -> pace terrena /
pace ultraterrena. Questa è la pace che gli uomini raggiungono seguendo la legge di Dio.
Più importante è raggiungere la pace terrena: riprende la visione antropologica Aristotelica, ed è
basata su un certo ordine dato da una netta distinzione delle funzioni -> visione organicistica.
Cioè non si vede il valore come individuo, ma valore come parte che costituisce la comunità
politica. Questo tipo di visione viene ripreso evidentemente anche nella teoria delle Forme di
Governo: forme corrotte/forme corrette.
In un solo punto Marsilio corregge Aristotele: governo dell’uomo saggio. In Aristotele governo della
legge superiore diviso dal governo degli uomini, nel governo degli uomini se si individuasse l’uomo
saggio noi non potremmo fare altro che affidargli il potere.
Marsilio ripete che il governo della legge è superiore al governo degli uomini, la legge è ragione
senza passione. Ma nega l’ipotesi che possa esistere l’uomo saggio; questo uomo infatti ha
comunque un difetto ineliminabile, è mortale quindi dovrà comunque lasciare in eredità il suo trono.
Ecco quindi che è bene che anche l’uomo eccezionale si sottometta alle leggi.
++Cosa è quindi la legge per Marsilio? (Si sottolinea una grande modernità nel suo pensiero)
1. Cosa è la legge:
- formule descrittive-
a) l’inclinazione naturale che un soggetto ha verso qualcosa: es è una legge (è naturale) per
l’uomo vivere in una comunità politica.
b) la forma di una cosa producibile: es la legge di un tavolo è quella di essere formato da 4
gambe.
-formule prescrittive-
c) regole delle azioni umane (regole e principi) rivolte alla salvezza oltre mondana (salvezza
divina)
d) la legge è scienza (conoscenza) di ciò che è giusto e utile per la comunità civile.
Caratteri comuni a queste ultime due definizioni di L:
1)prescrittive: comando rivolto a qualcuno per influenzare il suo comportamento.
2) La legge è sempre posta da qualcuno -> in questa risposta no carattere comune ma
differenziazione: legislatore divino che pone la legge divina è Dio (no il papa!!ric. ha il solo potere
terreno di indicare la pace eterna); legislatore umano è il popolo “universitas civium”.
-> avvicinamento ad una vera e propria Teoria democratica
-> è bene che sia la comunità a fare la legge perchè nessuno meglio che il popolo conosce quale è
il bene (si fa riferimento a ciò che è giusto ed utile) del popolo.
-> proprio in quanto la legge proviene da coloro che dovranno ubbidirle, questa è la maggiore
garanzia affinché essa sarà applicata: il consenso che sta alla base della legge garantisce la sua
applicazione.
Complicazione a questa affermazione: gli autorizzati a creare ala legge non sono proprio tutti i
cittadini (universitas civium), ma una parte di essi “valentior pars” cioè i più valenti che
rappresentano l’universalità.
3) La legge deve prevedere le sanzioni (sennò non è una legge): sanzioni per la legge divina /
sanzioni per legge umana.
Li prime sono pene che possono essere applicate soltanto nell’aldilà (eliminazione del potere
esecutivo del papa!). -> atti immanenti= gli atti che hanno conseguenze solo sul soggetto che li
compie
Le leggi umane invece vengono sanzionate dall’autorità civile, da quella stessa autorità che ha
posto la L. -> atti transeuni
Elemento pre-moderno del pensiero di Marsilio:
non considera perfetta una legge solo per il fatto che sia voluta e sanzionata; è davvero perfetta
una legge se:
- è voluta
- sanzionata
- giusta= persegue davvero il bene della comunità
2. Chi da esecuzione alla legge?
La Pars Principans = soggetti ai quali la città affida l’amministrazione, parte che amministra la
comunità politica. I soggetti sono legati alla pars principans da una specie di contratto, infatti così
come l’universitas civium nomina i soggetti della pars principas, può anche revocarli.
-> nello stato non può che esistere un solo governo, cioè una sola pars principans.
-> i componenti della pars principans non devono essere forniti di mezzi privati per l’esercizio delle
funzioni; le risorse del governo devono essere pubbliche non private (può far parte della pars
principans anche chi è privo di risorse).
-> la comunità deve essere in grado di vigilare costantemente la pars.
MACHIAVELLI
1500. Primo ad usare la parola stai nel significato a cui oggi facciamo riferimento. Autore del
Principe.
Riconosciuto come fondatore della scienza politica moderna.
Il pensiero di machiavelli derivano dal “Metodo Machiavelliano”= <<la verità effettuale della
cosa>>, cioè descrivere le cose come sono e non come dovrebbero essere.
E’ importante ricercare la verità effettuale, perchè il mondo va in un certo modo, colui che ragiona
di come le cose dovrebbero andare, rovinerà ciò che sarà.
-Descrizione di come sono le cose per Machiavelli- (riprende la teoria del Realismo Giuridico)
sistematicamente per fare ciò M prende alcune cose e le ritiene descrittive del tutto.
• Cosa è l’uomo
<<«Perché degli uomini si può dire questo generalmente: che sieno ingrati, volubili, simulatori e
dissimulatori, fuggirori de’ pericoli, cupidi di guadagno; e mentre fai loro bene, sono tutti tua;
òfferonti el sangue, la roba, la vita, e figliuoli, come di sopra dissi, quando il bisogno è discosto; ma
quando ti si appressa, e’ si rivoltano (P .)>>
-> l’uomo è reo= possibile violatore della legge. Ne deriva una Filosofia del Potere ed una Filosofia
della legge.
«E li uomini hanno meno respetto a offendere uno che si facci amare, che uno che si facci temere;
perché l’amore è tenuto da uno vinculo di obligo, il quale, per essere li uomini tristi, da ogni
occasione di propria utilità è rotto; ma il timore è tenuto da una paura di pena che non ti
abbandona mai» (P .)
-> il potere se vuole essere efficace si deve basare sul timore e non sull’amore. perchè? perchè il
timore non è volubile come l’amore.
L’ordine della comunità non si basa quindi più sul consenso, sull’universitas civium… ma sul
GOVERNANTE (filosofia del potere) che esercita il proprio potere incutendo timore (filosofia della
legge).
<< gli uomini non operarono mai nulla bene se non per necessità>>
-> la legge deve essere una costrizione per gli uomini! = la legge è tale perchè da essa deriva una
costrizione, perchè altrimenti è sottoposta ad essere a piacimento violata, superata.
-> legge e potere devono essere effettivi, cioè devono raggiungere il proprio obbiettivo,
l’UBBIDIENZA; scompare quindi il ragionamento sulla giustizia che è un dover essere.
Principi della politica non possono essere quelli della morale comune -> ideologia evidente per il
fatto che M dice che a volte si possono non rispettare i patti! Siccome gli uomini hanno una natura
“cattiva” quando stipuli un patto con un uomo ti conviene violarlo a te per primo per salvarti dal
futuro danno del patto violato dall’altra parte.
<<il fine giustifica i mezzi>> attribuita a M ma lui non ha mai scritto ciò. Perchè questo implica una
irresponsabilità mai valida per M, cioè se io sono convinto di fare del buono allora sono giustificato
a violare la legge per ottenere il mio risultato.
Ma questo è vero in parte per M; è il risultato giusto che giustifica una azione non giusta, ma se
ottieni un risultato non giusto devi essere punito per quello che hai fatto.
Ribaltamento dell’ottica di Agostino-> ciò che Romolo ha fatto viene giustificato dall’effetto che ha
raggiunto = la fondazione di Roma.
«Facci dunque uno principe di vincere e mantenere lo stato; e mezzi saranno sempre iudicati
onorevoli e da ciascuno laudati» (P .)
• Quali sono i fondamenti dello Stato:
- le buone armi
- la religione= elemento utile: se noi permettiamo che il timore della legge si sposti un po’ verso
Dio permettiamo di non far troppo odiare il Principe.
- per fondare uno stato è necessario essere solo.
Ribaltamento dell’ottica di Aristotele-> ciò che Romolo ha fatto viene giustificato dall’effetto che ha
raggiunto = la fondazione di Roma.
-> la legalità è un aggettivo dell’ordinamento che viene acquisito successivamente.
Ineliminabilità del conflitto degli ordinamenti giuridici = non esiste un ordinamento in grado di
risolvere lo scontro tra le parti della città-> teo. realistica
Questo va contro il modello Platonico, però Machiavelli sottolinea l’aspetto positivo di questo
conflittualismo politico, l’aspetto fisiologico non patologico; per le seguenti ragioni:
1. il conflitto è ineliminabile -> conflitto è elemento costitutivo della società! (punto descrittivo).
2. il conflitto è un fatto positivo -> impedisce che si possano essere abusi nella città (punto
valutativo).
3. Il c aiuta a migliorare gli ordini della società perchè è sempre un mettersi in discussione.
<< coloro che attribuiscono al conflitto la caduta di Roma, non hanno capito nulla>>
<<le buone leggi nascono da lei tumulti che molti inconsideratamente dannano>>
Le forme di governo
Grazie al conflitto le società non si fermano mai, sono in continuo Mutamento.
«Sogliono le provincie, il più delle volte, nel variare che le fanno, dall’ordine venire al disordine, e di nuovo di poi dal
disordine all’ordine trapassare; perché non essendo dalla natura conceduto alle mondane cose il fermarsi, come le
arrivano alla loro ul- tima perfezione, non avendo più da salire, conviene che scendino; e similmente, sce- se che le
sono, e per li disordini ad ultima bassezza pervenute, di necessità, non po- tendo più scendere, conviene che salghino; e
così sempre da il bene si scende al ma- le, e da il male si sale al bene» (Ist. Fior.)>>
Machiavelli è il primo che nel parlare della forma di governo non riprende la distinzione classica;
ma ne prende in considerazione e solo 2:
a) Repubbliche : governo di uno
b) Principati : governo di molti
Queste poi sono soggette intrinsecamente a mutare l’una nell’altra << tutte le repubbliche si sono
governate e si governano>>.
M dice in oltre che non esiste un modello in astratto migliore dell’altro, ma ogni società ha il proprio
modello migliore.
Il modello di Roma << l’uno guarda l’altro >> unica vera garanzia per i cittadini romani (teo ripresa
da Montesquie << il potere deve guardare il potere>>).
Parlando dei Principati, M dice che esistono due modi di governare i principati:
- modello Francese = modello principe e baroni, questi non ricevono il proprio potere dal principe
ma hanno un potere autonomo che deriva dall’antichità di sangue.
- modello Turco = modello con uno principe e tutti gli altri servi.
M sta facendo vedere attraverso questo discorso che ci sono 2 modi diversi di governare una
monarchia:
1 non ci sono poteri intermedi tra governante e governati
2 tra i sovrano e i sudditi ci sono poteri intermedi con i quali il sovrano deve fare i conti -> si
impedisce il potere assoluto.
Concetto di Giustizia per M: frenare le prepotenze! Elogio della giustizia come imparzialità di
applicazione: concetto minimo di giustizia delle leggi -> imparzialità, non corruzione di chi la
applica!
M ci ha fatto vedere il 1° momento teorico dell’affermazione dello stato= affermazione istituzionale
su un vasto territorio; questo viene analizzato per la prima volta attraverso il filtro dell’effettività!
Elemento culminante di questo processo si ha con le codificazioni.
La riforma conferma l’elemento della forza come elemento centrale del potere.
Precisazione del concetto di Riforma: si insiste sul fatto che gli uomini non sono pronti al regno dei
celi (estremizzazione concetto Agostiniano). Se tutti gli uomini fossero cristiani non ci sarebbe
bisogno dello stato.
Posto che lo stato sia questo, quale dovere hanno i cittadini dei confronti dello stato?
-> nessun diritto di resistenza! non devono ribellarsi al potere!
JEAN BODIN
Autore francese, opera principale 1576 “Les Six Livres de la République” 6 libri sella Repubblica.
Uno dei principali teorici del modello assoluto dello stato.
Jean fa un passo avanti rispetto a Machiavelli, che guardano stato nell’ottica della forza.
Questo rifiuta totalmente la visione di M, che ha portato ai problemi della francia. C’è una cosa
diversa che costituisce il nucleo dello stato -> La Sovranità
Contesto di nascita della visione: guerra di religioni cattolici vs ugonotti. Questa visione ha come
scopo di superare il conflitto di religione, quindi si vuole trovare uno stato che possa far a meno di
qualsiasi principio di religione.
Jean fa parte di una importante gruppo di filosofi che cerca nella politica superamento dei conflitti
di religione.
Bodin non definisce affatto cosa sia la sovranità! ce la fa intuire attraverso metafore (es Platone
con il bene).
Cosa è la Res Publica (=lo stato)= << è il governo giusto che si esercita con potere sovrano su un
gruppo di famiglie e su tutto ciò che esse hanno in comune>>
1. Governo giusto= (anti machiavelli) giustizia elemento costitutivo, legalità.
2. Potere sovrano= no a disposizione e definito e sovranità; ma ci dice che potere è sovrano
quando sopra di lui non ci sono altri poteri (M poneva invece tuto sul piano della potenza, è
sovrano chi è più forte no definito in base alle regole) -> no potere effettivo, ma potere legale!
3. Famiglie= elemento fortemente Aristotelico; lo stato è una entità politica che nasce da gruppi
sociali che lo costituiscono
4. su cio che esse hanno in comune= lo stato esercita il potere sovrano non su tutta a società, ma
solo sulle cose che le famiglie hanno in comune => proprietà comune!! / non si esercita sulla
proprietà privata. Da qui viene anche l’idea che il sovrano debba esercitare il potere come un
padre di famiglia.
Il potere del sovrano è un potere Legibus Solutus = sciolto dalle leggi. Quindi lui può fare le leggi!
Qui è la prima volta che parlando dello stato si dice che il diritto si esprime attraverso la legge e
chi la fa è il sovrano => non ci devono essere altri poteri normativi al di sopra del sovrano, perchè
la legge la detta il sovrano! non più quindi prese in considerazione le consuetudini o altri organi
periferici che propongono le leggi in sede differente. Esclusiva potestà della legge appartiene al
sovrano!
Primo di tutti quindi degli attributi della sovranità è l’Assolutezza! Ma da sottolineare il fatto che
non si tratta d un potere illimitato ma solamente di non riconoscere altre autorità giuridiche come
produttrici di diritto.
In cosa si estrinseca questo potere assoluto?
Si presenta innanzi tutto come potere legislativo, ma lui non è sottoposto alla legge -> lui l’unica
fonte di legge, arretra quindi l’importanza della consuetudine! Bodin è molto consapevole di questa
conseguenza: Caratteristica della consuetudine è il fatto che si forma gradualmente / la L non ha
bisogno di tempo; la consuetudine ha bisogno del consenso di coloro al quale si rivolge / la L ha
bisogno soltanto dell’approvazione del sovrano; la consuetudine entra nelle abitudini delle persone
senza forza / la L si impone e per questo ha bisogno della coazione; la consuetudine non può
derogare alla legge / la L può derogare alla consuetudine.
Però, la legge farebbe bene a prendere in considerazione la consuetudine; soprattutto riguardo
alla forza che viene dalla durata, quindi dice Bodin che la legge dovrebbe adattarsi a seguire il
ritmo della natura.
Elementi della legge.
<<La legge è espressione del potere sovrano>> -> il sovrano è sciolto dalle leggi, ma, la legge che
il sovrano può creare e può annullare esaurisce tutte le leggi possibili? -> il potere assoluto del
sovrano non è illimitato!
= il sovrano può fare e abrogare la legge, ma ci sono alcune leggi che non dipendono dalla
volontà del sovrano sulle quali il sovrano non ha autorità!
Quali sono le leggi sulle quali il sovrano non ha autorità?
- leggi divine
- leggi naturali: (riprende la filosofia di Aristotele) sono quelle leggi comuni a tutti i popoli (ius
gentium. es legge che obbliga a rispettare i patti).
- leggi costitutive del regno (leges imperii): oggi le chiameremo principali consuetudini
costituzionali (es legge in base alla quale viene deciso chi deve essere il successore del
monarca)
- proprietà privata: appartiene alle famiglie. Quindi se il sovrano (lo stato) avesse bisogno di
qualche cosa in proprietà delle famiglie potrebbe prenderlo solo dietro un indennizzo.
=> il sovrano fa la legge ordinaria; non può certo cambiare le regole grazie e attraverso le quali lui
esercita il suo potere!
Elemento di non modernità nel pensiero di Bodin: lo stato per Bodin non è ancora una società
composta da individui, ma una società composta, cioè formata da società e società -> continua a
riconoscere alle famiglie una propria legislazione, propria di ogni singola famiglia.
<< lo stato non deve stritolare quelle parti di cui è costituito>>.
-> queste società stanno insieme grazie all’Amicizia. Valorizzazione dell’amicizia come elemento
politico! Lo stato ha bisogno di relazioni sociali stabili.
<< la amicizia più che la giustizia è fondamento della società, l’applicazione della giustizia a volte
crea dei nemici, l’amicizia invece armonizza tutti gli uomini attraverso l’amore>>.
I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher alison410 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Filosofia del diritto e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Pisa - Unipi o del prof Greco Tommaso.
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