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CAPITOLO 4 DIRITTO E LOGICA

Vi è una scienza dei doveri giuridici se c'è logica della validità delle norme. Le norme giuridiche hanno una logica di verità o di validità? Si può dire di una norma che è vera o falsa? Sembra di no visto che delle norme si può affermare che sono valide o non valide. Esponiamo ora la tesi di CONTE ("Aspetti della semantica del linguaggio deontico") e poi presentiamo 3 osservazioni. La tesi di Conte è questa: è possibile predicare la verità sia di enunciati performativi (si dispone che è obbligo) sia in enunciati innestati in enunciazioni performative (è obbligatorio p.) Se enunciazioni dle legislatore sono enunciazioni performative thetiche. Quando il legislatore enuncia "si dispone che è obbligatorio" costituisce un obbligo che prima non c'era. Quindi c'è un nesso necessario tra la costituzione dell'obbligo e

L'enunciazione performativa (si dispone che è obbligo..) L'enunciato normativo è vero se si autoverifica. La stessa cosa non succede con le enunciazioni performative rhetiche. Quando il giurista dice "quali sono gli obblighi e i divieti" si mette nelle condizioni di fare un'affermazione vera... oppure falsa. Infatti, dicendo "affermo che l'obbligo" non per questo nasce l'obbligo.

Le 3 osservazioni sono queste:

  1. Gli enunciati che si autoverificano sono veri; essi non solo sono un dire su un fare, bensì sono soprattutto questo fare stesso; essi sono il fatto stesso che descrivono.
  2. Il fatto è un atto di disposizione o un determinato status deontico. Il fatto non ha luogo senza l'enunciazione performativa, cioè basta che vi sia una tale enunciazione perché il fatto ci sia. Ora i fatti non sono veri o falsi ma essi sono o non sono. Verità antica e verità semantica sono 2 cose diverse.
  3. Nel linguaggio

giuridico il senso antico di verità è la validità giuridica

2) Gli enunciati performativi sono sempre veri (per cui è anomalo usare il predicato di verità o falsità) perché essi più che descrivere, creano uno stato di cose.

3) Partiamo dal sillogismo aristotelico- tutti i ladri devono essere puniti- tizio è un ladro- tizio deve essere punito

Il sillogismo di Aristotele predica una verità logica.

Nel processo giuridico le cose stanno diversamente: l'assoluzione di Tizio, nonostante le 2 premesse è valida, quindi è vera perché non la verità logica è rilevante nel processo giuridico, ma la verità antica.

Questo risultato ci porta a discutere 2 tesi contrastanti rispetto all'autonomia logica del discorso giuridico Appunti di Filosofia del Diritto - SUL DOVERE GIURIDICO 8I presenti appunti non sostituiscono il libro di testo, possono solo agevolarne la ripetizione.Msn:

A) 1˚ Tesi: la funzione pragmatica e il significato semantico di un enunciato sono indipendenti fra loro

La funzione pragmatica è l'atto

Il significato semantico è la grammatica della proposizione.

Le norme, dal punto di vista semantico, sono indipendenti dagli atti concreti.

Il discorso cognitivo e quello normativo si differenziano dal punto di vista pragmatico.

La validità normativa logicamente fa derivare una norma da un'altra.

2˚ Tesi: tesi di Kalinowski... è quella che fa corrispondere la validità di una norma

alla verità di un senso logico.

Cioè la norma è un enunciato che descrive un reale status deontico esistenziale, cioè precostituito (e non costituito)

Es. asserire che la norma "non si devono commettere omicidi" dipende dal fatto che questo divieto è ineccepibile dal punto di vista logico.

Queste 2 tesi hanno un limite: non tengono conto del carattere normativo

della norma.- O perché non tengono conto della funzione pragmatica della proposizione normativa (come nella prima tesi)- O perché considerano le norme come termini di predicabilità della verità in senso logico---- per quanto attiene la 1ª tesi il discorso cognitivo si differenzia da quello normativo sottol'aspetto pragmatico. E se la logica prescinde dalla funzione pragmatica è infeconda---- per quanto attiene la 2ª tesi il linguaggio delle norme non è solo descrittivo, ma soprattutto dichiarativo, in quanto consolida uno status deontico. Concludiamo il ragionamento affermando che:- la logica del linguaggio giuridico non è la verità ma della validità- la validità giuridica è costituita da atti e da norme giuridiche che hanno le prime validità pragmatica le seconde hanno validità sintattica relative all'esistenza di norme di un ordinamento Appunti di Filosofia del Diritto - SUL DOVERE

GIURIDICO 9I presenti appunti non sostituiscono il libro di testo, possono solo agevolarne la ripetizione.

Msn: giuristijonici@live.it

CAPITOLO 5 DOVERI PRAGMATICI

La scienza della validità pragmatica è lo studio della validità degli atti giuridici. La validità giuridica si distingue in validità pragmatica 1° (praxeologica) e in validità pragmatica 2° (praxeonomica)

La validità pragmatica si distingue:

  1. validità pragmatica prima o validità praxeologica che è:
    • La scienza dell'idea stessa dell'atto (eîdos) che viene ritenuto valido
    • Esprime doveri necessari e universali, senza dei quali non ci sarebbe l'atto
    • Kant chiama questi doveri condizioni a-priori senza dei quali non ci sarebbe l'atto. Ad es. la proessa è sempre promessa futura se non fosse così sarebbe una assicurazione. (l'assicurazione riguarda il passato) es. ti assicuro che ha fatto tutto il possibile ed

è sempre promessa di adempimento di una obbligazione (l’abrogazione e la pretesa di una norma valida sono esempi giuridici di condizioni di validità di una norma)

La validità praxeologica esprime condizioni che hanno la stessa natura, cioè condizioni necessarie ed universali, ma che non sono della stessa specie infatti ci possono essere condizioni che risalgono alla struttura essenziale di atti e condizioni che risalgono alla funzione essenziale di atti.

Alla struttura si rifà la logica dei significati struttura di entità linguistica

Alla funzione si rifà la logica dei significati significato o uso di entità linguistica

Ci possono essere significati diversi con uno stesso segno (esempio il segno è)

La rosa è rossa

2 volte 2 è quattro → in questo caso il segno è vuol dire uguale (mentre nel caso della rosa non si può dire che la rosa è uguale rossa)

e ci possono essere segni diversi con

lo stesso significato, comunque anche se struttura e funzione sono cose diverse, pur tuttavia hanno una certa relazione tra loro. Infatti l'espressione linguistica o segno "dare scacco" vuol dire conoscere il significato o uso di questa espressione nel gioco degli scacchi in relazione al ruolo del re. Struttura e funzione essenziale di atti esprimono doveri essenziali (non appartenenti alla stessa specie) che appartengono alla validità pragmatica prima o praxeologia. Condizioni di struttura - le condizioni di validità relative alla struttura presuppongono un giudizio analitico in senso kantiano: cioè il predicato è ripetitivo rispetto all'idea contenuta nel soggetto (es. tutti gli scapoli sono celibi, ogni corpo è esteso). Se parliamo di promessa dobbiamo dire che "la promessa è un modo di sottoporsi all'obbligazione futura". Condizioni di funzione → attraverso le condizioni si risale ai doveri necessari.La validità funzionale della promessa consiste nel dovere di mantenerla, cioè adempierla. Questo dovere, il dovere di adempierlo, è un dovere perfetto, che nella dottrina di Kant si chiamano "imperativi categorici". Appunti di Filosofia del Diritto - SUL DOVERE GIURIDICO 10 I presenti appunti non sostituiscono il libro di testo, possono solo agevolarne la ripetizione. Msn: giuristijonici@live.it Ci sono doveri giuridici necessari che risalgono alla struttura e alla funzione essenziale. SCOGNAMIGLIO afferma che in tutti i negozi vanno tenuti distinti: - Struttura (o contenuto) - Funzione (causa o ragione di essere di un negozio in cui si realizza l'interesse del soggetto) Essa è causa finale del fatto negoziale o effetto giuridico. L'effetto giuridico è valore perché è funzione di un fatto o meglio è il valore attribuito al fatto. Da quanto abbiamo detto si evince che la funzione è in relazione eidetica con la struttura. Se viene meno la struttura,viene meno la funzione dell'atto e viceversa. Quindi struttura e funzione sono, presi separatamente, condizioni necessarie ma non sufficienti di esistenza di un atto; solo insieme sono condizioni necessarie e sufficienti di esistenza di un atto. (negando o struttura o funzione l'atto è autocontraddittorio o autocontraffattorio) REINACH afferma che le leggi a-priori aventi validità assoluta possono essere contraddette dal diritto positivo sulle questioni che non siano necessarie. (es. la promessa fatta da un soggetto minore di età non è valida per legge) oppure le pretese possono essere trasferite dal loro detentore oppure il creditore ha acquistato un bene mobile che non gli è stato trasferito dal proprietario. Reinach afferma, infine, che le leggi a-priori sono delle relazioni di essere (le leggi essenziali che risalgono all'essere di un atto) e che la deroga forma una serie di doveri essere (disposizioni del diritto positivo). 2) lavalidità pragmatica secondo o praxeonomica è data dalle norme esterne all'idea. Essa è data dai doveri possibili: doveri che dipendono da norme solo possibili (es. art. 32 del codice penale che parla della perdita di capacità di testare da parte del condannato all'ergastolo), che non risalgono all'idea stessa di testamento, ma ad una norma extra rispetto all'idea di testamento, cioè ad una norma possibile e non necessaria. L'art. 32 svolge una funzione di pena accessoria che in Italia è stata eliminata con la riforma del 1981. Le funzioni essenziali di un atto vengono richiamate dai giudizi sintetici a posteriori kantiani. Es. le camicie di Ernesto è una → questa verità è solo possibile e non necessaria. I giudici analitici a posteriori inoltre si rifanno anche a norme particolari che esigono un dovere necessario. ES. il testamento olografo sottoscritto necessariamente di mano del testatore e non.È necessario utilizzare il tag per evidenziare il testo.
Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
22 pagine
12 download
SSD Scienze giuridiche IUS/20 Filosofia del diritto

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Sara F di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Filosofia del Diritto e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bari o del prof Incampo Antonio.