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IL DIRITTO NATURALE
Lex = natura, ratio, deus.
Elementi stoici nel pensiero di Cicerone.
Importante il Digesto 1.1.1.1 “De iustitia et iure”; Ulpiano qui scrive che prima di occuparsi del
diritto, bisogna comprendere il suo nome. Ius deriva da iustitia (come simbolo) ed è ciò che è bonus et
aequum.
MERCOLEDI' 17/03
A collegare la filosofia classica alla modernità è la filosofia neoplatonica, sviluppata da Plotino
e dai suoi allievi e cessa nel 529 d.C. quando la scuola neoplatonica viene messa al bando. Comune a
questa filosofia è una certa visione dell'ordine e una certa visione del principio. Secondo Plotino (e in
particolare l'allievo Porfirio), il principio è l'Uno inteso come l'identità assoluta e perfetta. L'Uno è
identico a sé stesso e non contiene in sé la differenza. Quest'idea si traduce con l'identificazione
dell'Uno nel Dio e nel Bene Supremo e porta ad una visione dualistica: da un lato c'è il Dio,
dall'altro c'è la differenza, il mondo.
Chi segue tale filosofia adotta un metodo che cerca sempre un ordine statico parametrato ad
una gerarchia il cui principio ordinante è esterno: questa è la filosofia che tende a ridurre all'Unità.
La filosofia neoplatonica viene riscoperta e diviene per la Scolastica medievale la filosofia di
fondamento del pensiero moderno. Nell'anno 1000 si verificano elementi che alterano la condizione di
ordine, elementi di crisi, che determinano la rinascita di questa esigenza, espressa dalla filosofia di
Plotino.
Questi elementi di crisi sono in primo luogo la nascita del Comune; uno degli aspetti più
rilevanti è la defeudalizzazione, la crisi cioè di un ordine sociale e politico che era durato dal VI-VII
secolo fino al 1000. Si costituiscono nuove comunità, denominate comuni, una nuova forma di ordine:
in essa le persone non sono più soggette al sistema feudale (niente più ruoli né padroni). Questo
progetto richiede un nuovo tipo di ordine. Altro elemento è la nascita delle Università, che si
formano come aggregazione di studenti che assistono alle lezioni dei professori.
Tutto passa attraverso l'opera di Dionigi l'Aeropagita, un autore del IV secolo che aveva
accolto tutta la filosofia neoplatonica traducendola in termini cristiani. Il pensiero neoplatonico viene
tradotto in chiave teologica. L'ordine diviene sacro. Conoscere l'ordine e l'Uno significa conoscere
cause ed effetti, che garantiscono un potere di manipolazione. Oltre al concetto di gerarchia, la
filosofia neoplatonica porta una fiducia per la ragione.
Principale rappresentante della filosofia Scolastica è San Tommaso d'Aquino (1225-1274).
Summa teologiae
L'opera più importante è la . Fornisce una risposta al rapporto fede-ragione: le
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verità della Fede sono Verità di ragione.
San Tommaso affronta il tema della definizione della legge (definita nella Secunda Secundae,
Quaestio 90).
Tutta l'opera di San Tommaso è caratterizzata dall'omonima dialettica tomista: affronta i
problemi presentando l'opinione, presentando le obiezioni e fornendo infine una risposta.
La risposta sul cosa sia la legge nella quaestio 90: “la legge è un determinato ordine della ragione
destinato al bene comune promulgata da chi ha in carico la comunità”.
(http://www.thomasinternational.org/lat/projects/step/treatiseonlaw/delege090_1.htm)
quae nihil est aliud quam quaedam rationis ordinatio ad bonum commune, ab eo qui curam
communitatis habet, promulgata
La ragione è essenziale alla legge: il fine per San Tommaso è il bene comune. La legge è
promulgata da chi ha il potere e da chi ha la responsabilità della comunità politica. La legge è un
ordine razionale rivolto al bene comune.
Nel primo articolo ci si chiede se la legge abbia in sé qualcosa di razionale: San Tommaso
risponde sostenendo che la legge è razionale in quanto regola e misura delle azioni e della condotta.
Prima di volere bisogna conoscere. Le regola e misura che si attivano prima dell'azione è la ragione
stessa, principio primo delle azioni umane, e la ragione è caratterizzata dall'ordinare secondo una
certa finalità.
Bisogna però rispondere a quale sia il fine della legge: questo è la felicità, cioè il bene comune.
Secondo San Tommaso la felicità trascende le cose terrene e si afferma solo dopo la morte.
[La legge è razionale, perché regola e misura; la ragione è regola e misura perché principio
dell'agire pratico; la ragione consiste nell'ordinare ad un certo fine; il fine ultimo è la felicità; la felicità
trascende la condizione temporale]] L’ordine classico
Il modo di mettere insieme le parti secondo un principio è armonia: la posizione del principio
indisponibile è trascendente entro i confini dell’universo, quindi è una trascendenza nel senso che il mondo ne
è impregnato; nel suo insieme, il mondo tiene dentro di sé questo principio. Cd. trascendenza del sacro e
non del santo: l’artista di volta in volta coglie questa trascendenza e mettendo insieme le parti crea
un’armonia; attraverso opportune e sapienti tecniche, l’artista crea il tempio. → Trascendenza orizzontale
→ tempio.
Sul piano gnoseologico, ossia della conoscenza, vi è un ordine dell’essere ma anche un’armonia
del pensiero: epistème (razionalità dimostrativa) e pìstis (razionalità dialettico-retorica).
Vi è un ordine che consiste nel mettere ordine fra i cittadini, la polis: vi è un aspetto statico, che
consta nella conservazione, ed uno dinamico; è anche armonia mettere ordine fra i conflitti.
L’ordine classico permane in Europa fino al 5° sec. dC, quando irrompono le popolazioni
barbare: si viene a creare una nuova tipologia di umanità, con un diverso ordine politico e giuridico.
L’ordine romanico
La chiesa romanica mette insieme all’orizzontalità del tempio greco classico, la verticalità del
campanile: le chiese vengono costruite con moltissime tipologie di materiali; queste inoltre spesso sono
asimmetriche.
Il principio che deve trasformare i molti in unità è trascendente, ma va oltre il mondo: è quindi una
trascendenza verticale; ora si parla di principio del santo, non del sacro: “santo” è ciò che ha riferimento
celeste, “sacro” che è intangibile. Il santo tiene quindi insieme elementi molto diversi fra loro.
Dal punto di vista della conoscenza, questa consiste nel ricordare cose vecchie e metterle insieme fra loro:
complementarietà della memoria e dell’uso; non esisteva il problema del rigore filologico (così come non vi
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era quello del rigore architettonico): d’ora in poi non vi è nulla che non possa essere messo insieme a
qualcos’altro.
Il tipo di razionalità dell’uomo alto medievale è totalmente asistematica e tendenzialmente
topica, senza curarsi dell’uniformità dei contesti: vi è una forte componente favolistica; in ambito giuridico,
per risolvere il conflitto giudiziale, si prendono le consuetudini locali, il diritto della particolare tribù, una
tradizione particolare del diritto romano, …: il diritto medievale è quindi un insieme di tutte le tradizioni,
e quindi si dice sia prudenziale. L’ordine gotico
Il campanile è perfettamente integrato nel corpo di fabbrica; inoltre vi è uno sviluppo verticale,
rovesciando la prospettiva classica, in cui vi è uno sviluppo integralmente orizzontale: l’elemento verticale
è dominante.
Altro elemento caratterizzante è la simmetria: qui il “santo” domina tutto, non vi è
completamente attaccamento alla terra; l’asimmetricità è strettamente collegata all’imprevedibile. Il kosmos,
con la simmetricità, diventa prevedibile: ciò può avvenire grazie alla razionalità, alla ragione del soggetto; la
ragione fa costruire mentalmente l’altra parte dell’oggetto. Tutto ciò che è imperfetto non si vuole più
nella cattedrale, ad esempio.
Si sviluppa inoltre la concezione di gerarchia fra il 12° ed il 13° secolo: sacro (geros) + principio
(arkè); le cose stanno insieme in quanto vi è un principio ed una fine intellegibile: con la ragione, il
soggetto deve poter salire ogni singolo gradino della conoscenza, non sono ammessi dei “buchi”.
Ordine gotico, quindi, significa ordine gerarchico.
La conoscenza sarà quindi sistematica, tenderà a spiegare le cose secondo un sistema: si dovrà
costruire una gerarchia di ragioni, che complessivamente spiega al soggetto ciò che egli vuole sapere. →
Razionalità sistematica, tendenzialmente sillogistica.
Le cose hanno una tessitura ordinata e gerarchica, e quindi la razionalità ha questa struttura: in
ambito politico e giuridico si opera in tal senso; in ambito politico vi sono due poteri, temporale e
sacrale: questi dovranno disporsi in modo gerarchico.
La prima “cattedrale giuridica” è il Corpus Iuris Canonicis: si uniscono più elementi, ponendoli
secondo una gerarchia → soluzione delle opposizioni mediante analisi (grammatica) e diairesi
(dialettica); vi è sempre un assillo: in base ad un principio gerarchico però è possibile trovare la
soluzione. San Tommaso d’Aquino (1224/6-1274)
rationis ordinatio ad bonum commune
“Lex humana est quaedam ab eo qui curam communitatis
habet promulgatam”
La legge degli uomini è ordinata (ordinatio è un’attività, ordo è l’oggetto dell’ordinatio): vi è quindi
un disordine che viene regolato dalla legge, che trasforma la disordinata complessità del reale nella vita
dei cittadini in un ordinamento che serve ad assicurare alla civitas il bonum commune; Tommaso inoltre
afferma che la legge è promulgata. La legge deve essere promulgata, deve avere i caratteri della
positività: non basta quindi che sia finalizzata al bene della comunità, ma deve essere promulgata. San
Tommaso non è interessato a colui che promulga la legge, ma alla potestà di un soggetto che si muove in
tal senso: promulgatio è un’azione che ha una sua forma, un rito.
TRIADE: ratio – ordo – bonum → ragione – ordine – bene; questi non sono separabili fra loro,
in quanto l’ordine è scopribile mediante la razionalità, ordine che indica qual è il bene della collettività.
È la ragione che indica ciò che &egra