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La formula di Radbruch afferma che “un ordinamento giuridico per essere definito tale
deve contenere almeno un minimo di giustizia → Ordinamento nazista: ordinamento non
giuridico poiché non presenta i requisiti minimi.
Ordinamento nazista non giuridico → La validità formale è condizione necessaria ma non
sufficiente per un ordinamento o per una norma che può definirsi “giuridica”.
Kelsen: validità
Radbruch (e corti giurisprudenziali da metà 800): validità e giustizia
Problema sollevato da Radbruch: rapporto tra esigenza di giustizia e certezza del
diritto. Per questo elebora una gerarchia di valori:
1) Validità intesa in senso Kelseniano, ovvero il meccanismo che mi assicura la certezza
del diritto
2) Utilità o efficacia: le norme vengono seguite dai singoli destinatari perchè hanno una
loro utilità → diritto come strumento per la risoluzione dei conflitti
3) Giustizia: il diritto dev'essere minimamente giusto.
In un solo caso però la giustizia prevale sulla validità: questo è il caso di un ordinamento
intollerabilmente ingiusto come ad esempio quello nazista.
La certezza del diritto non è mai messa in dubbio.
La formula di Radbruch non riprende le teorie giusnaturalistiche classiche (es. Tragedia di
Antigone) → conflitto tra ordine positivo e ordine naturale (presente anche nel
“Mercante di Venezia” Shakespeariano)
Concezione di giustizia:
- Antigone e Porzia: Conflitto insanabile tra gli ordini
- Mercante di Venezia: Risoluzione controversia con l'arte della persuasione e
interpretazione
Il conflitto degli ordini non esiste in Radbruch, essendo egli un giuspositivista, e limitando
quindi il diritto a quello positivo. Inoltre il filosofo allievo di Kelsen basa la risoluzione della
giustizia (che in Porzia è affidata alla bravura dell'interpretazione) sull'intollerabilità
dell'ingiustizia (ineguaglianza dei singoli cittadini). Secondo Kelsen ne “Il problema della
giustizia” non esiste un concetto univoco e universale di “giustizia”, che può avere tanti
significati anche molto diversi tra loro.
Alf Ross
Alf Ross, filosofo danese, partendo da Kelsen opera un'importante capovolgimento: la
prospettiva cambia, spostandosi dal punto di vista del sistema al punto di vista di chi
partecipa al sistema (destinatari delle norme).
La realtà si può osservare in modi diversi, e perciò Ross, partendo da una partita a
scacchi, individua tre diversi livelli di osservazione:
1) Osservazione ingenua: Non si conoscono le regole del gioco, si riesce solamente a
capire che due persone stanno giocando su una scacchiera e al massimo la successione
delle mosse dei due giocatori (ma non il loro significato o il loro motivo)
2) Osservazione con conoscenza delle regole: Conosciamo le regole, abbiamo una
maggiore comprensione e consapevolezza del gioco e delle mosse, e quindi di ciò che
succede, ma comunque non abbiamo una conoscenza completa del gioco e delle
strategie.
3) Osservazione con conoscenza completa del gioco: conosciamo, oltre alle regole,
anche le strategie e le varie mosse che potremmo fare, conoscendo la teoria e la strategia
del gioco
Se noi “trasliamo” questi tre livelli dal gioco al diritto, analizzeremo meglio e risolveremo i
problemi lasciati in sospeso da Kelsen:
Livello 1) Non sappiamo ancora nulla o quasi nulla del diritto, anche se percepiamo
l’esserci di un diritto non meglio identificato
Livello 2) Vi è la “fase fisiologica” del diritto: l’ordine stabilito dal diritto procede
“fisiologicamente”, poiché si subisce una continua pressione. Per un semplice osservatore
la norma giuridica è un fatto fatto di natura psicologica (psicosociale), poiché
considera anche gli effetti che le norme producono sull’osservatore.
Domanda: Ma essendo il fatto psicosociale attinente all’essere, non potremmo incorrere
nella fallacia naturalistica? No, perché noi non deduciamo l’essere, ma facciamo
l’operazione inversa: induciamo, mediante l’osservazione, l’esistenza di un dover essere
(l’essere testimonia l’esistenza della norma). Questo se i destinatari sono buoni.
Livello 3) E se i destinatari non rispettano le regole?? In questo caso si incorre nella “fase
patologica”: come il medico che cura il paziente ammalato, così avviene quando vi è
qualcuno che commette una violazione. La “cura” è l’applicazione di una sanzione per il
violatore della norma. I “medici” invece sono i tribunali, i giudici e gli altri organi di giustizia,
considerati “osservatori particolari” con massime conoscenze del diritto che consentono
loro di ripristinare l’ordine giuridico, applicando le norme mediante un’attività di
interpretazione.
Norma per Ross: Asserzione giuridicamente qualificata (interpretata da un organo
giuridicamente qualificato) dalla costruzione/efficacia di Kelsen si passa con Ross
all’efficacia e agli effetti delle norme. L’osservatore è anch’esso tenuto al rispetto delle
regole.
Metafora visiva di Ross: l’ordinamento giuridico è come una macchina che viene sostenuta
da un motore: quando questo si rompe, si deve intervenire per aggiustarlo e riprendere il
normale funzionamento della macchina. Intanto continuamente si sente il ronzio della
macchina (seconda fase).
Quindi Ross modifica opportunamente la definizione Kelseniana di validità, poiché una
norma è da considerarsi giuridica solo se produce effetti nell’ordinamento a cui appartiene
(validità + efficacia).
Validità (Ross): - Esistenza della norma
- Appartenenza a un ordinamento
- Obbligatorietà della norma
“On law and justice”: in quest'opera Ross afferma la sua teoria, capovolgendo quella di
Kelsen: introduce prima di tutto l'osservatore “onlooker”: un osservatore esterno
paragonabile a un “entomologo”, che studia e analizza il suo mondo senza mai interagire
con esso. Con una traduzione fedele si tradurrebbe in “astante”, ovvero colui che non
partecipa al “gioco sociale”, e non assiste (come invece fa lo spectator), non sorveglia
(come fa il watcher) e non modifica (come fa l'observer). Secondo Ross la teoria di
Kelsen è straordinaria dal punto di vista logico ma “puzza troppo di metafisica” (tutto ciò
che non si manifesta come fenomeno o “facto” per Ross non esiste, ad esempio la norma
fondamentale). Allora come si “mette in moto la macchina”? Per iniziare, ci dobbiamo
porre due quesiti:
1) è pensabile una soluzione alternativa alla norma fondamentale di Kelsen?
2) Se sì, è questa sostenibile dal punto di vista logico?
Per iniziare, Ross prende in esame l'ordinamento giuridico del suo paese, ovvero quello
danese che ha anch'esso al vertice la costituzione (livello più alto della gerarchia). Si
ispirò inoltre anche ad una frase di Carl Schmitt, un giurista che qualche anno prima aveva
affermato “la forma maschera la decisione di chi è più forte”, affermando che la norma
fondamentale di Kelsen stabilisce solo il potere di chi prende la decisione ultima (“il
cristallo lo riempie solo chi ha il potere politico”. Quindi qual'è l'origine dell'ordinamento
giuridico??? Il punto di partenza del ragionamento di Ross sono determinati articoli
presenti nelle costituzioni democratiche, i cosiddetti “articoli di revisione
costituzionale” che permettono in alcune situazioni e con determinati criteri di modificare
la costituzione: prende allora in esame uno di questi, l'Articolo 88 della costituzione
danese. Chi valida quest'articolo? La costituzione stessa. Viceversa è per la
costituzione: questa validazione reciproca (una valida l'altra) fa sì che non ci si ponga il
problema della norma fondamentale. Se le costituzioni stesse contengono quindi i
meccanismi della propria validità, il problema da porsi non è più extra-giuridico, ma
intra-giuridico, e non vi è più bisogno di immaginarsi norme metafisiche come la norma
fondamentale → Articoli di revisione costituzionale valide alternative alla norma
fondamentale (legittimazione “circolare”).
Sostenibilità logica del modello di Ross → volume scritto per risolvere il “puzzle
costituzionale”.
Sviluppo:
Premessa maggiore: Articolo 88 → “è possibile modificare la costituzione seguendo solo
e soltanto i criteri C1 e C2. Per assurdo si può modificare l'Articolo 88?? Sì, perché è un
articolo valido della costituzione.
Premessa minore: Articolo 88' → “è possibile modificare la costituzione seguendo solo e
soltanto i criteri C3 e C4, contrari rispetto a C1 e C2
Conclusione: è valido l'articolo 88' che consente di modificare la costituzione seguendo i
criteri C3 e C4 opposti e contrari a C1 e C2
Il sillogismo è valido, ma presenta un tipo di errore logico: la paralogia (conclusione
valida ma in contrasto con una delle due premesse) → conclusione di Ross non
sostenibile logicamente. Herbert Hart
Hart è stato uno dei massimi filosofi “analitici” del XX secolo. Secondo Hart la funzione del
diritto è una funzione sociale: bisogna inoltre non solo analizzare con l’osservazione i vari
comportamenti, ma avere conoscenze più approfondite per distinguere i vari fenomeni
(esempi dell’uomo che si toglie il cappello in chiesa come gesto spontaneo e i ragazzi che
vanno sempre allo stesso momento allo stesso cinema come qualcosa che può accadere
anche se normalmente non accade)
Osservatore Hart Osservatore interno (e non più esterno come Ross)
Osservatore esterno: colui che sta al di fuori del sistema, e che lo osserva non
partecipandovi direttamente (per Hart è radicalmente esterno, ovvero che sa poco e niente
del sistema che osserva e analizza)
Osservatore interno: colui che partecipa al diritto, essendo interno al sistema, accettando
le regole: non è solo colui che è “pressato” dalle regole, ma il vero protagonista del diritto
Punto di vista dell’osservazione interna di Hart: accettazione critico-riflessiva delle
regole:
- Critico: perché si ha diritto di replica e di critica nei confronti del diritto stesso
- Riflessiva: perché si può riflettere se accettare o meno le norme, e si può anche
manifestare dissenso verso le stesse, che non implica un disconoscimento delle regole,
che è un modo per riconoscere i principi fondamentali non con un’accettazion