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LA CONFUTAZIONE NON DERIVA DA NIENTE PRIMA DI LEI: E’ IN GRADO DI AUTOFONDARSI‼ Socrate parla di
confutazione come un Daimon=> qualcosa di sovraumano che non è ancora divino!
L’esercizio della confutazione, la quale necessita di addestramento, è una capacità che va curata e prescinde dalla
quantità di conoscenze → Socrate, quando praticava la confutazione, poteva sembrare più sapiente di chi egli
interrogava, ma in realtà non è così‼ Socrate è vero che non sapeva nulla! → l’assenza di oggetti di conoscenza è
l’elemento principale della confutazione‼ Quindi non è vero che Socrate faceva soltanto finta di non sapere nulla (=>
dotta ignoranza).
Pensiero che sommatizza→ non crede di aver bisogno della negazione, ma ne rimane coinvolto perché per
resistere alle confutazioni deve organizzarsi in termini gerarchici → deve usare la violenza per allontanare la
negazione!
Pensiero che confuta → si confronta con il pensiero postulatorio: in tutti i dialoghi socratici (tranne l’Apologia)
la filia (amicizia) è proprio questo! La confutazione e la postulazione sono amiche! → rapporto di filia: ogni
protagonista dei dialoghi è anche amico di Socrate. Uno di questi personaggi è proprio EUTIFRONE.
I DIALOGHI DI PLATONE: Eutifrone
Eutifrone è un sacerdote, è colui che è legato al sacro, al sacer → il tema dell’opera è la definizione del sacro
Il personaggio di Eutifrone rappresenta i modi che abbiamo di postulare il sacro → rappresenta la parte del
pensiero che postula 20
È un dialogo tra Eutifrone e Socrate, dove Socrate gli chiede che cosa è il sacro ciò comporta la
≫
confutazione!
Il dialogo viene ambientato prima del processo, quindi dovrebbe venire prima dell’apologia, ma in realtà (logicamente)
viene dopo.
C’è una relazione tra postulazione e negazione → Eutifrone e Socrate si mettono in gioco le alternative
≫
della postulazione che erano state escluse
I due personaggi si incontrano sotto il portico del Re, che è un posto dove venivano svolti i processi di natura
religiosa e Eutifrone spiega che sta andando in tribunale per accusare suo PADRE, ossia il concetto dal quale si può
derivare la postulazione≫ ogni volta che si postula si nasconde l’origine della postulazione stessa. Eutifrone vuole
chiedere la pena di morte perché egli è convinto che l’azione di suo padre abbia turbato la pace degli Dei → il padre è
un uomo benestante che ha una sua azienda agricola; c’è una disputa tra un colono (che lavora la terra del padre di
E.) ed uno schiavo per cui lo schiavo muore: il colono viene trattenuto dal padre di E. in attesa che un giurista venga
in loro aiuto. Nel frattempo, per qualche causa, il colono muore. Dal punto di vista giuridico, il padre di E. non ha
nessuna responsabilità, ma E. è convinto che la pax deorum sia stata turbata. Siccome E. è esperto di cose sacre,
egli si sente di intentare una causa verso il padre.
Socrate, che verrà chiamato a difendersi in tribunale dalle accuse che gli sono state rivolte, dato che E. si crede così
esperto, gli chiede delle informazioni da utilizzare poi nel suo processo (Apologia): all’inizio del testo vengono riportate
le accuse a Socrate.
Socrate gli chiede per quale motivo muove quest’accusa verso il padre
chiede quale sia la definizione di sacro:
≫ 1- È ciò che è opposto all’empio, è il suo gesto di intentare una causa verso il padre → sacro=azione non è
≫
un oggetto
Socrate non ha chiesto un ESEMPIO di sacro! (Eutifrone = fonte del sacro!)
≫
2- È ciò che è caro agli Dei
ma gli Dei sono molti! Quindi una stessa azione che può essere gradita ad un Dio può essere sgradita ad
≫
un altro Dio → gli Dei sono soggetti a passioni, preferenze ecc.. Si deve trovare un criterio IMMATERIALE per
conoscere che cosa è caro agli Dei!
3- È ciò che tutti gli Dei amano
si enuncia il criterio immateriale, ossia quella della UNANIMITA’
≫
→ “DILEMMA DI EUTIFRONE”: il sacro è amato dagli Dei perché è sacro oppure diventa sacro perché è
amato dagli Dei? Il sacro è un valore in sé o è un attributo che viene sviluppato rispetto ad una realtà?
Per sviare al problema, Platone racconta il dialogo tra Eutifrone e Socrate, in cui si parla del loro progenitore
Dedalo: egli è il costruttore del labirinto, oltre che costruttore di bamboline (> elementi legati al culto; piccole
statue), Eutifrone richiama il bisogno di certezza! Della immobilità delle definizioni! Ma Socrate è colui che rende
mobili statuine (ossia i pensieri, i logoi) che nascono ferme → si dà vita ai concetti! La negazione, la forza
socratica, serve a ridare vita ai concetti.
Socrate poi afferma di poter mettere in moto, oltre che le sue statuine, anche quelle di altri: egli desidererebbe
scambiare questa capacità con la stabilità dei pensieri → preferirebbe che i suoi pensieri stessero fermi!
4- È parte del giusto: tra sacro e giusto c’è la stessa relazione che c’è tra la vergogna e la paura! (il concetto di
paura ricomprende anche quello di vergogna, così come il concetto di giustizia ricomprende quello di sacro)
→ Tutto ciò che è sacro è giusto, ma non è detto che tutto ciò che è giusto sia sacro.
Eutifrone avvicina il concetto di giusto a quello di CURA: sacro è avere cura degli Dei!
ma quale tipo di cura? Eutifrone dice che la cura potrebbe riferirsi al servizio degli dei, ma cosa
≫
otterrebbero gli dei dai servigi umani? Se gli Dei sono esseri perfetti, che cura possono averne gli uomini?
5- È l’attività di servizio agli Dei→ servizio inteso come di preghiera e offerta (analogia con i dare e il ricevere,
ma si può dare e ricevere solo tra uomini!)
come si fa a dare e ricevere (azioni che si usano tra gli uomini) nei confronti degli Dei? Di che cosa
≫
possono avere bisogno gli Dei??
queste due ultime definizioni (che richiamano rispettivamente la seconda e la prima definizione) riportano al
→
punto di partenza! La TERZA definizione è quella chiave!
21
La forza dei dialoghi platonici è commisurata agli argomenti in essi trattati. Attraverso la confutazione si riesce a capire
qualcosa su elementi che non sono oggetti veri e propri, ALTRIMENTI amicizia, coraggio, giustizia dovrebbero essere
trattati solo attraverso la postulazione! La confutazione non esclude la postulazione! → struttura dei dialoghi è uno
scambio continuo di tentativi di postulazione che vengono destituiti dal personaggio socratico.
Nei dialoghi platonici non si ha mai una scelta chiara e fissata → l’elemento della scelta è fondamentale! Nei dialoghi
si punta allo scontro, alla controversia‼ (Il giurista è l’esperto della controversia! Non della legge)
L’apologia è stata scritta per portare avanti un metodo, la confutazione, nell’esperienza di vita quotidiana. I dialoghi
sono importanti per gli spunti di confutazione in essi contenuti: l’esercizio della confutazione = usare bene il NO (nel
quale ci sono le opposizioni della scelta che viene presa in considerazione).
Es. funzionamento di confutazione Eutifrone.
≫
Quando si maneggiano oggetti trattati si fa molta fatica e chi li maneggia pensa di esserne la fonte! → la
contestazione socratica è utile, ma non è una contestazione alla fonte dell’argomento in oggetto: si vuole mostrare
come sia possibile aggiungere sempre una definizione nuova a quella passata la contestazione non è solo
≫
negativa, ma fa emergere altre possibilità che con la prima definizione non erano emerse!! => non si chiede l’esempio
di un’azione sacra, ma una definizione della sacralità stessa! Si indaga su cosa renda sacra un’azione.
Qual è l’ERRORE di Eutifrone? Egli pretende di agire avendo a suo favore un concetto SALDO → lui pretende di dare
una definizione universale. Quando comincia a ragionare, cominciano i problemi! Non vi è certezza della scelta‼
Platone contesta il fatto di ridurre un concetto valoriale ad un oggetto.
↪ per contestare qualcosa, non si può non mettere in discussione tutto il sistema → ma contestarlo significa
escludersi dal sistema!
Alla fine, il dialogo si chiude in maniera incerta: il personaggio socratico problematizza ciò che Eutifrone si proponeva
di fare → ciò comporta l’IN-AZIONE completa del personaggio stesso! Se continuo a contestare tutte le opzioni, alla
fine non farò nulla!
L’epoca moderna è quella che tende a rendere ad oggetto, e quindi a definire, anche ciò che non è definibile! → arriva
a negare ciò che non è definibile in termini concreti‼
Il fatto di continuare a contestare, porta ad una convenzione: ci si mette d’accordo su una definizione che vada bene a
tutti. Essa non potrà, tendenzialmente, essere negata!
Carl Schmidt afferma la tirannia dei valori: quando invoca un valore lo fa in modo ostile → il lessico valoriale diventa
un problema. Dopo la seconda guerra mondiale, invocare la dimensione valoriale, può rappresentare un problema!
Il diritto parla di dimensioni valoriali, non è solo dimensione regolativa!
Da Tommaso in avanti si cerca di trasformare la dimensione valoriale in una dimensione convenzionale, così come fa
la SCIENZA: essa infatti si è servita per molto tempo del modello baconiano o del modello cartesiano.
Dagli inizi del ‘900, quando si inizia a pensare che nella materia scientifica dovesse rientrare la confutazione, solo la
confutabilità di una teoria rende quella teoria scientifica! La scienza moderna (quella fino al ‘900), domandandosi il
vero, non fa altro che ricommettere l’errore di Eutifrone‼
↪ le questioni etiche vanno affrontate tenendo conto del paradosso di Eutifrone!
↪ l’Eutifrone racconta la storia moderna: un uomo fabbrica una certa immagine del mondo, che scambia come
oggetto, e scambia quell’immagine con il mondo stesso! Questo è ciò che fa la scienza‼
La questione socratica ci riporta all’importanza dell’elencos, dello scontro: dallo scontro può nascere qualche cosa →
idea del PROCESSO, inteso come qualsiasi tipo di processo!
Cos’è il processo: esso sembra uno scontro tra parti, ma perché esse si devono scontrare?
Il giusnaturalismo moderno è il tentativo di costituire modelli normativi basati sulla postulazione → da una
postulazione dedicata ad autoeviden