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DUNQUE persone sempre diverse
Se abbiamo a disposizione gli uomini sapienti, non abbiamo motivo di non fidarci di loro, ma come possiamo essere sicuri di avere a disposizione le persone giuste? Nelle società umane, infatti, non avviene quello che avviene negli alveari, dove si riconosce subito l'ape regina, a cui tutte le api si sottomettono. Non è possibile riconoscere con sicurezza gli uomini sapienti né portarli al potere, dunque per questi motivi si rischia di dare un potere enorme e coloro che non sono in grado di gestirlo. Proprio così capiamo di aver bisogno delle leggi. Fino ad ora le leggi erano dannose, per Platone, come un tiranno perché si contava sugli uomini migliori, ma ora quell'ordinamento giuridico prima ignorato serve per quegli uomini che non fanno il bene comune e quindi devono essere vincolati a qualcosa. Platone, da teorico del governo degli uomini, lo è diventato delle leggi. Dobbiamo trovarne che stiano sopra.
agli uomini. Approdiamo così al governo della legge quando Platone parla di governo della legge non tratta della legge come la intendiamo oggi, ovvero, è sicuramente espressione della pubblica volontà politica, ma non come approvata da un parlamento dopo un determinato iter. È, infatti, piuttosto complesso definire cosa intendessero i greci col concetto di legge: il nomos tiene conto della tradizione, della volontà divina ma soprattutto della ragione dei filosofi. L'obiettivo di Platone è di trovare una forma ordinamentale che impedisca a una parte, a una fazione, di dominare completamente sulle altre. Ogni forma di governo, monarchia, aristocrazia e democrazia, ha due forme: una nella quale viene rispettata la legge, l'altra detta degenerata. Le forme di governo a questo punto diventano sei:- Monarchia -> Tirannide
- Aristocrazia -> Oligarchia
- Democrazia -> Demagogia
UGUAGLIANZA GEOMETRICA: secondo la quale bisogna dare a ciascuno secondo il proprio merito verso la città. Siamo però di fronte a un'uguaglianza che si basa su una disuguaglianza -> si trattano ugualmente gli uguali, e in modo diseguali i diseguali -> art. 3 Costituzione
Nell'applicare il principio di uguaglianza ci si può anche basare su quante persone hanno bisogno -> tema politico fondamentale, anche perché per trattare gli uguali in modo diseguale bisogna innanzitutto stabilire in base a quale criterio (meritocrazia, in base ai bisogni...). Interessante qui è il modo di come la legge deve operare, in quanto Platone inserisce anche delle sue antiche convinzioni, che riassumono l'indicare ai cittadini per bene quali sono i comportamenti da tenere. In questo modo poi entra in vigore l'altra funzione.della legge è quella di punire, sanzionare e costringere. Si combinano quindi la convinzione e la costrizione: si convince il cittadino tramite la ragione, in quanto Platone non è più convinto che i cittadini spontaneamente seguano le leggi, ma questi ne devono essere convinti, non costretti. La legge infatti è in stretta connessione con la ragione. Solo nel caso in cui le persone si facessero guidare dalla massa e non dalla ragione, allora sarà necessario avere una legge che imponga più la costrizione che la convinzione. Secondo il filosofo è necessario unire diverse forme di governo in modo che esso faccia il bene comune e garantisca la stabilità. La costituzione deve avere quindi una forma mista. Platone però non si ferma alla forma di governo, il modo in cui deve essere garantito e assicurato, ma aggiunge considerazioni importanti sul piano costituzionale: la soluzione più importante che presenta in questa opera.
è la presentazione di un organo, il Consiglio Notturno, che deve dare stabilità alle leggi. Esse, infatti, non devono essere stravolte o cambiate troppo spesso e troppo rapidamente. Tra l'altro Platone è un conservatore, non apprezza i cambiamenti (parlando dell'educazione dei bambini sostiene che debbano essere educati con la musica, le cui leggi non devono essere cambiate altrimenti loro capirebbero che le leggi normali possono essere cambiate).
Bisogna formare questo consiglio con le persone più autorevoli della città alle quali viene affidato questo importante compito di custodia delle leggi. Non basta quindi affidarsi ai migliori governanti, ma avere anche coloro che si occupano di tutelare la costituzione (=> Corte Costituzionale) aristotele
Aristotele è un pensatore della realtà, che si distacca dalle soluzioni di Platone, rielaborandole in modo diverso.
Le opere che prendiamo in considerazione sono la Politica e...
L'Etica Nicomachea. L'idea aristotelica sulla natura della polis comprende che questa sia il luogo nel quale si realizza la natura socievole dell'uomo: L'UOMO È UN ESSERE SOCIEVOLE (in greco era politikon-> oggi politico vuol dire una cosa diversa, ma col tempo si definirà l'uomo un essere socievole E politico) -> Lo Stato è il luogo nel quale si realizza la natura socievole dell'uomo. L'uomo fin dall'inizio è calato in società per natura, quindi quando noi ragioniamo sullo Stato o sull'economia, partiamo dal fatto, non dall'ideale, che l'uomo è un essere socievole. Considerato e assodato come primo fatto che l'uomo è un essere socievole, consideriamo come secondo che il nucleo originario della socialità è la famiglia. Le società risultano quindi essere un insieme di famiglie, non di uomini. A partire dalla famiglia si arriva alla concezione di Stato come un
Qualcosa che, al contrario di questa, riesce a soddisfare le esigenze economiche e politiche dell'uomo. La famiglia dunque è il nucleo fondante ma non quello conclusivo, come non lo sono nemmeno i villaggi, dove le famiglie si aiutano reciprocamente, ma risulta essere la poleis, lo Stato come luogo di realizzazione della socialità dell'uomo.
Il terzo fatto dunque è lo Stato come qualcosa di naturale. Aristotele non accetta la visione di Platone, in considerazione alla poleis, poiché quest'ultimo ha dato una visone distorta, ovvero ha fondato la poleis sulle famiglie, i governanti non possono essere considerati come padri di famiglia; nel dimostrare che questo ragionamento è inaccettabile, Aristotele prende in considerazione il comunismo di Platone, affermando che ciò porterà ad un disinteresse verso le cose pubbliche, perché ciò che è di tutti non è di nessuno, quindi disordine e bene comune irraggiungibile.
Il potere che si esercita nella famiglia è completamente diverso dal potere che esercita la poleis, nella famiglia il potere è del padre, ha un fondamento basato sulla natura; i governanti invece non possono esercitare questo potere sui governati perché non hanno lo stesso potere, quindi il potere di chi utilizza la poleis è quello del consenso. L'amicizia è importante il valore politico dell'amicizia che tiene insieme la città. -> ha a che fare con la vita pubblica, infatti oggi si chiamerebbe legame sociale. AMICIZIA-PHILIA Aristotele effettua una vera e propria filosofia dell'amicizia che può avere diverse cause: - Utile - Piacere - Virtù e amore del bene Il valore dell'amicizia più alto è il terzo -> tutte le forme però hanno a che fare con il fondamento della città. Essa è più importante della giustizia nella città e ne è il primo elemento.aspetto della vita sociale. Questa giustizia si divide a sua volta in: - Giustizia distributiva: riguarda la distribuzione equa delle risorse e dei benefici all'interno della società. - Giustizia correttiva: riguarda la correzione delle ingiustizie commesse, attraverso la punizione dei colpevoli e il ripristino dell'equilibrio. ● Particolare: giustizia definita così perché si applica alle relazioni tra individui specifici. Questa giustizia si divide a sua volta in: - Giustizia commutativa: riguarda gli scambi e i contratti tra individui, garantendo che le parti coinvolte ricevano ciò che è loro dovuto. - Giustizia legale: riguarda il rispetto delle leggi e delle norme stabilite dalla società, garantendo l'ordine e la stabilità. Aristotele sostiene che la giustizia è un valore fondamentale per il buon funzionamento della società e per il raggiungimento della felicità individuale. La sua concezione di giustizia si basa sull'equilibrio tra il desiderio di commettere ingiustizia e il desiderio di subire ingiustizia, cercando di trovare una via di mezzo che permetta di stabilire una giustizia che non sia né subire né commettere.uadra il comportamento di ogni entità. Questa legge può essere definita come un insieme di regole che governano il funzionamento e l'interazione di tutti gli elementi presenti nel mondo. Gli esseri umani, ad esempio, sono soggetti a leggi civili e penali che regolano il loro comportamento all'interno della società. Gli animali, d'altra parte, sono soggetti alle leggi della natura che determinano il loro modo di vivere e di interagire con l'ambiente circostante. Anche gli oggetti inanimati, come le macchine o gli oggetti di uso quotidiano, seguono una sorta di legge. Ad esempio, una macchina funziona seguendo le leggi della fisica e dell'ingegneria, mentre un oggetto di uso quotidiano come una sedia segue le leggi della statica e della resistenza dei materiali. In conclusione, ogni entità nella realtà, sia essa animata o inanimata, è soggetta a una legge che ne determina il comportamento e l'interazione con il mondo circostante.